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Autore: HonoSamurai    14/11/2014    2 recensioni
La Grande Guerra è finita, a quanto pare, però, ci sono ancora alcune faccende in sospeso.
Kakashi si ritroverà ad affrontare la sua più grande guerra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gai Maito, Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Alive

Facciamo durare questo momento fuggevole per sempre
Quindi, cosa stai aspettando?
Lo farò congelare qui per sempre,
Non c'è più alcun rimorso.
Vale la pena aspettare, anche così a lungo.
Sto facendo mia la notte fino al giorno in cui morirò
nessuna luce da frenare quando stai proprio qui
Sai cosa si prova quando stai ballando bendato
tutto solo, solo il battito dentro il mio petto
portami a casa,dove i miei sogni sono fatti d' oro
nel luogo in cui il battito è incontrollabile
So cosa si prova.

 

Gai era riuscito ad usare ben due Tecniche Proibite durante l’ultima guerra.
La Grande Guerra che aveva visto, finalmente uniti, tutti i villaggi per uno scopo comune.
La Pace, quella vera, si sperava.
L’Elefante della Sera e Gai della Notte.
Due tecniche egualmente mortali e che, il ninja, era riuscito ad usare entrambi.

Malgrado le tempestive cure avute sul campo da Naruto, sembrava proprio che la gamba fosse ormai totalmente irrecuperabile.

I danni erano troppo gravi, non potevano essere in alcun modo curati, anzi, alcuni medici si erano stupiti che fosse ancora vivo ed in grado di muoversi.

Il Chakra usato avrebbe dovuto ridurlo in cenere.

Kakashi lo sapeva bene, conosceva bene cosa comportava per il fisico usare certe tecniche.

Lo sharingan gli aveva insegnato che ad ogni tecnica corrispondeva un prezzo da pagare sul proprio corpo, per questo aveva deciso di restare accanto all’amico ferito per poterlo aiutare.

Lui ci era passato diverse volte dal lettino ospedaliero, Gai non ci era finito quasi mai, anche se molte volte si era comunque recato in ospedale per venire a trovare lui.

In un caso, forse, estremamente eccezionale.

I ruoli si erano invertiti.

Kakashi era seduto accanto al lettino dove Gai riposava dopo una serie intermanbile di accertamenti e visite,  n ess un  o  voleva che il jonin avesse delle ricadute.

Non poteva esserci sempre Naruto a salvare la situazione.

-Mi domando perché hai voluto strafare anche questa volta..-

Sospirò l’albino chiudendo il libro che stava leggendo.

Ormai non c’era più lo scrittore della sua serie preferita e, così, si era rimesso a leggerli dal primo.

A volte rileggere un buon libro non gli dispiaceva, anche se ne conosceva perfettamente il finale.

Gai non gli poteva certo rispondere, il sonno in cui era sprofondato era anche indotto dai farmaci che Tsunade l’aveva obbligato a prendere, di conseguenza, quel suo parlare era una specie di sfogo.

Parole che, sicuramente, non avrebbe mai detto a Gai.

Lo conoscveva fin troppo bene e, in quella situazione, probabilmente si sarebbe gettato nello sconforto come era successo, inizialmente, a Lee dopo lo scontro con Gaara che aveva portato al suo più grande infortunio:

-..noi siamo più così giovani, certe cose dovremmo lasciarle ai ninja della nuova generazione..-

Un leggero sorriso piegò le labbra di Kakashi sotto la maschera nera:

-…i nostri allievi, in fondo , si sono fatti grandi e…-

Una pausa, solo l’idea di quel pensiero gli raggelò il sangue nelle vene:

-..se tu fossi morto, non avresti potuto guidare i tuoi allievi, cosa avrebbero fatto senza di te?-

Hatake si ritrovò ad esitare nuovamente nel parlare.
-..io..cosa avrei fatto senza di te?-

Domandò, nuovamente ad un Gai addormentato.

Dopo quel quesito la stanza piombò in un silenzio interrotto solo dai macchinari che avevano il compito di monitorare i segni vitale del ninja.

-Non mi faccio di sicuro abbattere per così poco, Kakashi! Io sono il tuo rivale, ricordatelo, se tu sei riuscito a resistere allo Sharingan e, perfino, ad usare Susanoo..per me sarà una bazzeccola riprendermi! Figuriamoci se sarei morto! E poi, hai detto bene, dobbiamo guidare le nuove generazioni!-

Esclamò tutto d’un fiato Gai.
Kakashi spalancò gli occhi stupido, a quanto pare, il suo rivale era sveglio ed aveva sentito tutto il suo discorso.
Il corvino sorrise, uno dei suoi soliti sorrisi smagliati e si indico con il pollice destro:

-..e per guidarle dobbiamo dare l’esempio! Se non avessi dato tutto me stesso, come avrei potuto pretendere la stessa cosa dai miei allievi!-

L’albino chinò il capo.

Ancora una volta Gai l’aveva spiazzato con i suoi discorsi, egoisticamente, lui avrebbe preferito che non desse tutto sé stesso, tuttavia, capiva ebene che era un ninja che preferiva più i fatti alle parole.

Proprio come Naruto.

Kakashi decise di sorvolare sul fatto che, il jonin, aveva disobbedito agli ordini di Tsunade, evitando di prenderne i sonniferi.

Sospirò.:

-Cosa farai ora? I medici hanno detto che non potrai più combattere, la tua gamba è troppo danneggiata..-

Gai scrollò le spalle sedendosi lentamente sul letto per poter guardare negli occhi Kakashi, già, da quando aveva perso lo Sharingan poteva finalmente tornare a guardarlo in tutte e due gli occhi:

-Ora cercherò di riprendermi e, dopo, mi impegnerò per cercare di rimettermi in forze e penserò alla mia gamba, di sicuro, ci sarà una soluzione per riparare ai danni, proprio come è stato per Lee, se lui ce l’ha fatta, io, in quanto suo Maestro non posso essere da meno.-

Kakashi sospirò.

Ormai il danno l’aveva fatto.

Gai aveva sentito tutto il suo discorso, quindi, poteva anche continuare a parlare.

Alzò la mano sinistra cercando di stringere quella con cui l’amico si era indicato, dopo averla afferrato, la chiuse anche nella sua destra e, fissandolo dritto negli occhi, tornò a rivolgersi a lui con tono estremamente serio:

-Cerca di fare attenzione, io..mi sento vivo quando sono con te, per favore, non farmi più questi brutti scherzi –

Il corvino sorrise dolcemente a quella dimostrazioen d’affetto del rivale.

Sollevò la sua mano libera ponendola sopra a quella dell’altro:

-Te lo prometto, farò più attenzione, e poi se c’è il mio rivale a guardarmi le spalle sono ancora più tranquillo!-

L’espressione sul viso si fece pensierosa:

-..mh, anche se dovrei essere io a difendere te, ora che sei diventato il nuovo Hokage..-



Dai fammi sentire vivo
sentire vivo, sentire vivo, sentire vivo, sentire vivo
sentire vivo, sentire vivo vivo vivo vivo vivo!
Incontrami sotto le luci splendenti,
ho aspettato qui tutta la vita
sentimenti che non puoi negare che
stai vivendo, apri i tuoi occhi
Io voglio solo annegare nella tua pazza risata
Dai fammi sentire fino a che il dolore non importa,
ogni secondo mi fa battere il cuore più velocemente
Finalmente penso di aver trovato ciò a cui davo la caccia.
Tutto solo, solo il battito nel mio petto


Ci vollerò diverse settimane perché Gai avesse il permesso di uscire dall’ospedale.

Settimane che divennero mesi, quando l’uomo tentò, più di una volta, di scappare ritrovandosi a peggiorare le sue condizioni.

Gai non era di sicuro il tipo di persona che amava stare per molto tempo fermo.

Quando però, finalmente, venne il giorno dello “scagionamento”, fuori dalla struttura ospedaliera, trovò ad aspettarlo Kakashi.

Pur essendo libero di uscire, era obbligato a stare sulla sedia a rotelle.

A Tsunade serviva molto tempo per studiare la sua situazione e dovendo badare a molte cose, avrebbe impiegato molto a fornirgli una soluzione duratura.

Lui poteva aspettare, questo è sicuro, ma di sicuro non avrebbe atteso in un luogo triste come una stanza d’ospedale.

Non si aspettava di trovare Kakashi fuori, nessuno sapeva che era stato dimesso, aveva bisogno di stare un po’ solo, eppure, sembra che il suo rivale non volesse lasciarlo nella sua solitudine:

-Ho pensato che avresti avuto bisogno di un freno..-

L’albino accenno un sorriso sotto alla maschera indicando la sedia a rotelle:

-…sono certo che se ti lasciassi guidare a te la sedia a rotelle finiresti per investire qualcuno!-

Gai accennò una risata muovendo le ruote della sedia per avvicinarsi al rivale:

-Non preoccuparti per me, hai dei compiti più importanti di cui occuparti. Sei il nuovo Hokage, non penso che tu possa assentarti per molto..-

Kakashi scrollò le spalle portandosi alle spalle della sedia a rotelle per iniziare a spingerla per portare Gai verso casa:

-Mi sono dimesso, in questo momento, ci sono altre priorità di cui devo occuparmi..-

Rispose con un tono di voce fermo.

Il corvino alzò un sopraciglio cercando di volgere lo sguardo verso l’albino per poterne cogliere l’espressione, ma in quella posizione, purtroppo per lui, era un po’ troppo complesso, così alla fine decise di parlare per dare voce alle domande che frullavano nella sua mente:

-E cosa ci sarebbe di più importante del villaggio?-

Kakashi rimase in silenzio cercando le giuste parole per rispondere a quella domanda a cui la sua testa aveva prontamente risposto.

Pensare era facile, esplicare quei pensiero.

Molto meno.

Aveva capito che doveva smetterla di anteporre la sua vita al villaggio, era importante difenderlo, ma doveva anche iniziare ad avere qualcosa di vero per cui combattere.

Dire però quel pensiero era difficile.

Il suo cuore accellerò appena i battiti quando aprì bocca.

Sospirò.

No, non gli riusciva proprio di parlare.

Tra lui e Gai, nuovamente, regnò il silenzio che lì accompagno fino a, quasi, casa dell’infortunato che, stanco di quel tacere, sbuffò:

-Ehi! Kakashi, cosa ti prende? –

Il Jonin abbassò le mani per frenare le ruote della sedia a rotelle e, così, far fermare anche il ninja che lo stava spingendo.

Kakashi, vedendo Gai restio a muoversi, si ritrovò a fare un passo indietro.

Gai, preoccupato, voltò la sedia a rotelle per poterlo guardare negli occhi ancora una volta e, negli occhi del rivale, lesse quell’espressione tentennante.

Sembrava quasi avere paura di dirgli qualcosa:

-Lo sai che a me puoi dire tutto! Che ti prende? !-

Hatake non poteva credere che, dopo tanti sforzi per aiutare Gai, lo stesse facendo preoccupare per la sua incapacità di esplicare i suoi sentimenti.

Chiuse gli occhi lasciando alzare ed abbasse il petto in un lungo respiro.

Si avvicinò di quel passo che lo divideva dalla sedia a rotelle e chinò il capo sul corvino:

-Tu sei più importante del villaggio, non voglio più vedere le persone a cui tengo andarsene senza che io possa fare niente…con te..mi sento vivo, per questo, prima di aiutare il villaggio..prima di tutto, devo aiutare te..voglio starti accanto…-

L’albino tentò di guardare, per tutto il tempo, in viso a Gai ma, nel dire quell’ultima frase, chinò il capo non riuscendo a sosterne lo sguardo.

Era una persona sicura in combattimento, questo si, ma non si poteva certo dire un esperto di relazioni amorose.

Kakashi non poteva certo leggere lo stupore iniziale sul viso di Gai mutare in un’espressione raggiante ed al contempo stupita.

Il fatto che non parlasse, però, non era certo d’aiuto.

Hatake fece un passo indietro, sicuro di aver sbagliato a dire quelle parole, probabilmente, aveva messo in imbarazzo il rivale, tuttavia, la risposta alle sue domande arrivò sotto forma di una mano che lo strinse al bavero della giacca da Jonin che indossava.

Fu trascinato per quel colletto verso Gai che gli stampò un bacio dritto sulle labbra.

Un semplice bacio, nulla di più.

Uno scontrarsi di labbra, contro la sua maschera.

Ma era, pur sempre, un bacio.

Kakashi chiuse occhi godendosi quel momento, si ritrovò a sorridere, probabilmente, dopo tanto tempo di cuore.

Quei battiti accellerati e, malgrando l’imbarazzo di essere in pubblico, il fatto che Gai avesse accettato le sue emozioni,anzi, sembrava proprio ricambiarlo!

Era proprio vero, Gai, se la cava molto di più con i gesti che con le parole.

Probabilmente, se avesse imparato a fare come lui, sarebbe stato molto più semplice.

 


Portami a casa, dove i sogni sono fatti d'oro
nel luogo in cui il battito è incontrollabile
So cosa si prova.
Dai fammi sentire vivo
sentire vivo, sentire vivo, sentire vivo, sentire vivo
sentire vivo, sentire vivo vivo vivo vivo vivo!
Tutto solo, solo il battito nel mio petto
Portami a casa, dove i sogni sono fatti d'oro
nel luogo in cui il battito è incontrollabile
So cosa si prova.


   
 
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