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Autore: Poisoned Apple    14/11/2014    1 recensioni
Non urlare.
Non urlare.
Il cuscino stretto tra le labbra.
Non urlare.
Sentiva il coltello, freddo sulla schiena nuda.
Non urlare.
Non urlare.
La mano che lo muoveva si era fermata.
Non urlare.
Genere: Angst, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Non urlare.
Non urlare.
Il cuscino stretto tra le labbra. 
Non urlare. 
Sentiva il coltello, freddo sulla schiena nuda. 
Non urlare.
Non urlare.
La mano che lo muoveva si era fermata.
Non urlare.
‘Questo potrebbe sentirlo’.
Un sussurro prima del taglio. 
Urla.
Vede il nero e poi… 
Luce bianca. 
 
Harry Styles saltò giù del letto cadendo a quattro zampe sul pavimento. Una mano corse veloce lungo la schiena, se la guardò: niente sangue, niente dolore. 
Si sentiva sudato, stanco e davanti allo specchio del bagno l’immagine riflessa fu quella di un adolescente smunto e pallido. Due occhiaie incorniciavano i suoi occhi verdi, spaventati e dalla pupilla dilatata. 
L’acqua fredda che si tirò sulla faccia servì giusto a calmargli i nervi e a portarlo del tutto nel mondo reale, ma la sensazione del coltello che penetrava gli strati di carne e le ossa ancora bruciava da qualche parte sulla sua schiena. 
 
‘Ehi amico, hai un aspetto orrendo’ ridacchiò qualcuno superandolo tirandogli una spallata. Louis Tomlinson era tutto tranne che suo amico, così si limitò a stiracchiare le labbra in quello che voleva essere un sorriso, giusto perché non aveva voglia di attaccar briga, non di prima mattina e dopo una notte foderata di incubi. Sembrava invece che la giornata fosse buona per Louis che ridacchiò sonoramente ‘son sicuro che le ragazze del reparto autolesionisti sarebbero felici di tirarti su il morale… O forse preferisci che le faccia un ragazzo’ e con queste parole eseguì un gesto che poco lasciava all’immaginazione. Punto sul vivo Harry raggiunse il giovane, lo prese per il colletto e sul filo della bocca gli sussurrò ‘vai a farti fottere Tomlinson’. Questo si divincolò e con il solito sorriso beffardo caracollò in avanti allontanandosi lungo il corridoio. 
 
Il tempo alla Roosvelt Madhouse non passava mai e cosa peggiore chi entrava lì /perchè giudicato pazzo/ non ne usciva certo sano. Tanti prima di Harry erano passati per quell’ingresso e poi usciti in una barella, con i corpi svuotati. Loro entravano e uscivano dalla sua vita o dall’esistenza in generale. 
Uscivi pazzo, anche se non lo eri. Non era una casa di cura, ma una casa di morte e ne dispensava tanta, nei modi più bizzarri. 
Autolesionisti che trovavano lamette sotto il cuscino, quando in realtà erano proibite. 
Cocainomani che si facevano fino a morirne e la trovavano nei calzini ripiegati e puliti. 
Uno dopo l’altro. 
Lui no, si era promesso che avrebbe resistito, sarebbe guarito, ma mentiva solo a se stesso. Erano sei mesi che era lì, sei mesi che faceva incubi, vedeva una donna dietro una mascherina blu, qualcuno che diceva che non ce l’avrebbe fatta e ogni due settimane si svegliava con il naso che colava sangue. Ogni volta quelli che dovevano essere sogni, in realtà erano sempre più reali e quello che doveva essere vero, sembrava più sfuggente. 
 
‘Harry!’ una mano gli batté sul sedere e seppe che quello era Zayn, l’unico che lì dentro sembrava sano di mente, o che forse era talmente pazzo da non poter peggiorare ulteriormente. Rideva e parlava, sempre, anche da solo. Gli si piazzò davanti e lo fissò con sguardo severo, quasi paterno ‘cosa stai facendo?’.
‘Come scusa?’
‘Non dormi vero? Hai gli incubi?’
‘Shhh vuoi abbassare la voce? Non voglio che mi rifilino tranquillanti. Fanno venire quelle—'
‘Le allucinazioni’
‘Già quelle’
‘Non sono poi così male’ ridacchiò Zayn ruotando il capo fino a posare lo sguardo su un ragazzo biondo seduto, quasi accucciato su una poltrona del salone ‘prendi Niall per esempio… A lui piacciono’.
‘Perché gli impediscono di mettersi un lenzuolo alla gola’ sbuffò Harry con fare quasi sarcastico.
‘No, perché credo si sia fatto grosse scopate con il suo cuscino’ e con una botta sulla spalla e una risata Zayn sparì su per la scalinata che portava al suo settore.
 
Era sempre stato così difficile, in quel posto, essere felici o provare ad esserlo. Lui non ricordava come ci era arrivato; sapeva solo che si era svegliato una mattina nel letto e sopra di lui un soffitto grigio e crepato in più punti. Non ricordava come ci fosse arrivato in quel… Posto, non ricordava nulla della sua vita precedente; solo immagini sfuocate dei suoi genitori. Certo non ne aveva parlato con nessuno, ma aveva provato ad estorcere informazioni a Zayn e Liam che sotto l’effetto di alcolici davano di matto, ma non aveva ottenuto nulla di più che una risata ed un ‘è nella tua testa, scemo’. Ben capendo che lo stessero prendendo in giro aveva lasciato perdere, probabilmente quello che aveva passato era troppo brutto perché gli fosse raccontato ed era un tacito accordo quello che rispettavano decidendo di non dirgli nulla, ma lui voleva sapere. 
Voleva sapere perché vedeva una donna e un uomo con maschere azzurrine. Perché ricordava un rumore, come uno schianto. Voleva sapere e non smetteva di domandarsi perché nessuno dei suoi familiari fosse mai andato a trovarlo e perché giorno dopo giorno le figure intorno a lui sbiadivano. 
Se ne era reso conto qualche settimana prima, quando aveva notato la figura di Niall un po’ sfuocata sui bordi, come se stesse perdendo la vista, ma era certo che non fosse un problema reale, perché si era provato degli occhiali, ma non era migliorato nulla e la sensazione i sfocatura era permasta. 
 
Harry calcolò mentalmente: aveva visto Louis, Niall e Zayn, mancava solo Liam, il più misterioso di tutti. Erano loro quattro le persone con cui parlava, anche se con Louis più che altro litigava. Erano quei quattro elementi totalmente scapestrati a tenerlo ancorato ad un barlume di sanità mentale. 
Si guardò intorno, dov’era Liam? Di solito era il primo che gli portava qualcosa da sniffare o da fumare, era il contrabbandiere dell’istituto, nonché un morfinomane di quelli con la maiuscola. 
Si avvicinò a Niall che era stava saltellando di piastrella in piastrella in preda ad una delle solite allucinazioni. 
‘Niall, dov’è Liam?’ 
‘Cristo Harry, come fai a volare?!’ 
‘Niall, DOV’E’ Liam?’
‘Oh devo essere strafatto, tu voli’
Harry perse la pazienza e fece per spingere il giovane per terra quando ebbe un giramento di testa, violento. 
Sentì lo stomaco contorcersi. 
Cadde sulle ginocchia. 
Poi … Era sangue? 
Guardò la pozza nera che si allargava sotto i suoi piedi. 
Cercò di urlare, ma il suo stesso sangue lo stava affogando. 
Alzò le braccia, in cerca di aiuto, ma erano pesanti e le riabbassò. 
Cadde in avanti e tutto fu buio.
 
‘Ha ancora le pupille dilatate’.
Una luce filtrò tra le sue ciglia. 
‘Gli vanno coperti gli occhi’.
Era tutto bianco, galleggiava sospeso nel vuoto, privo dei sensi. 
‘Hai l’ago?’
Qualcosa lo pizzicò sulla mano. 
Sbarrò gli occhi e fu come tuffarsi tra coperte bianche. 
Sentì lo stomaco rivoltarsi, annaspò. 
‘Calmati, è tutto ok’. 
Qualcosa lo afferrò stringendolo forte. Una donna.
‘Mamma?’ borbottò lui con voce impastata. 
La sentì tremare, la sentì piangere. Quando si allontanò lo fissò dritto negli occhi, come se non volesse smettere di guardarli. 
‘Cosa— che mi è successo?’ si sentì dire. 
La madre sospirò guardando la dottoressa ‘sei stato in coma, per sei mesi’.
 
 
→POISONED!←
Ciao ragazzi! Sono la psicolabile che ha scritto questa FF one-shot e spero davvero vi piaccia. 
L'ho buttata giù di getto, senza pensarci troppo e non so' se possa essere di vostro gradimento. Qualunque sia il vostro pensiero a riguardo lasciatemi anche una recensione, sono qui per imparare. 
Beeeh che altro dire; l'ispirazione mi è venuta guardando American Horror Story e improvvisamente è partita una loro canzone e toh, idea lampo che mi ha fatto quasi unire i due universi. 
Ora la finisco di blaterare random! Recensite pure ♥︎
 
 
   
 
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