Anime & Manga > Candy Candy
Segui la storia  |       
Autore: bacionero    14/11/2014    7 recensioni
Candice si ritrova ad abitare nuovamente a villa Andrew. E' lontana da anni dal suo Terry ma qualcosa potrebbe riavvicinarli...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
rofumo d’arrosto e chiacchiere in libertà. Di questo era impregnata l’aria nella sala da pranzo a villa Andrew.  Mentre fuori i  raggi del sole contrastavano il freddo che a piccole falcate  si insinuava in quelle giornate di ottobre, all’interno  l’allegra brigata tergiversava  alle prese con gli ultimi scampoli di conversazione e di cibo, nonostante fosse pomeriggio inoltrato.

Si erano seduti a tavola piuttosto tardi, dopo i necessari chiarimenti intercorsi tra il capofamiglia e i nipoti Archie e Candy sulla presenza di Terence. Nessuno dei due era venuto a conoscenza del delicato motivo che aveva portato il giovane attore in villa ma Albert sapeva bene che era questione di tempo e la verità sarebbe saltata  fuori. Ma per il momento ciò che gli premeva di più era riportare il suo vecchio amico Terence alla serenità.

Fu così  che Albert, Archie, Candy e Terence in quell’occasione sembrarono   proprio una scolaresca in gita durante l’ora del pranzo: i discorsi non furono mai troppo seri e il silenzio per quella volta dovette  abbandonare la stanza, sconfitto. Archie e Candy non riuscirono  a stare un momento zitti, Albert  intervenne  con pochi interventi  calibrati e saggi e  Terence non si lasciò  sfuggire l’occasione per introdursi nel discorso con la sua ironia tagliente.
Per gli altri tre fu una sfida a divertirlo di più, a strappargli un’espressione di interesse quando non un aperto sorriso.

-Bene, non mi divertivo così da tempo-fece Albert alzandosi e posando il tovagliolo al lato del piatto - adesso vi lascio. Devo riordinare delle carte, tra un’ora riceverò dei soci per un’importante riunione. Spero che farete trascorrere un buon pomeriggio a Terence, sarebbe una buona idea  fargli fare un giro per la  grande tenuta.

-Va bene, ciao zione- disse allegramente Archie-ragazzi, non vorrete certo poltrire in questa sala come delle attempate signore?  Propongo di prendere la macchina e andare a Chicago. Qui siamo sempre in campagna e magari Terence è abituato alla vita di città. Inoltre penso che sarà meglio fargli fare un giro per la tenuta  domani con la luce del mattino, è molto più bello.

-Va bene, Archie, sono d’accordo!-rispose  subito  Candy, e Terence in cuor suo si dolse dell’empatia che c’era tra i due cugini.

-Allora tutto è a posto. Io vado un attimo in camera a prendere la giacca, ci vediamo fuori davanti alla macchina. Archie era sparito e Candy e Terence si diressero fuori, accanto alla Ford modello T.  Poco dopo arrivò il cugino.

-Ragazzi, sapete, credo di avere preso un raffreddore…non è il caso che io vada a Chicago. Me ne starò in casa al calduccio a scrivere ad Annie.

-Allora non è il caso che io e Terence ti lasciamo soli…

-Stai tranquilla, Candy, so badare a me stesso e inoltre ho bisogno di concentrazione  per scrivere, sai che  sono negato…vai, vai pure Candy…vedrai che il personale di servizio si prenderà cura di me. Terence tu come te la cavi con questa?-Archie accennò alla macchina.

-La so domare, stai tranquillo.

-Bene- Senza ascoltare eventuali risposte da parte di Candy  la spinse verso la macchina, poi le fece l’occhiolino e indicò Terence. Candy arrossì violentemente, non avrebbe mai immaginato Archie comportarsi in questo modo.

-Ma….Archie…

-Andate, andate pure, se volete che io stia tranquillo non fatemi venire sensi di colpa…Terence te l’affido. Divertitevi!
Non c’era niente da fare, Archie era irremovibile e Candy acconsentì a malincuore perché stava cominciando a provare una certa agitazione al pensiero di restare sola con Terence. Come un mare prima calmo, il suo cuore stava cominciando a incresparsi .

E ora che sarebbe successo? Due vecchi amici stavano per trascorrere un pomeriggio in allegria in città. Fin qui niente di strano.

Quando Archie si fu allontanato, Terence non mancò di far sapere alla ragazza che la sua antipatia per Archie non era scemata. Anche se tra di loro non era successo niente, non riusciva a sopportare  l’idea che Archie avesse potuto pensare ad un matrimonio, anche finto, con Candy.

-Beh non si può dire che tuo cugino riesca a tenere pulita questa macchina. Guarda è tutta sporca di polvere e fango. Bisogna proprio dargli una pulita. Quello che vedo lì sotto potrebbe fare al caso mio…

Candy era ancora impegnata a osservare il cugino allontanarsi, chiedendosi se la sua non fosse  stata una subdola manovra per lasciarla sola con Terence, quindi non si rese conto che il ragazzo aveva preso in mano proprio il corsetto che si era tolta alcune settimane prima mentre con Archie andava a Chicago e che aveva dimenticato sotto il sedile.

-E questo cos’è?- fece il ragazzo, esaminando con attenzione quello strano indumento, che sapeva benissimo essere un indumento femminile molto…personale, anche se lui stava facendo finta di non saperlo. Gli era capitato di vederlo indosso ad alcune colleghe quando erano entrate  nel suo camerino a ripassare una parte, senza mostrare la minima vergogna.

-Lascia, dammi qua! Ma come ti permetti?- tuonò Candy cercando di strappargli il minuscolo pezzo di stoffa, ma Terence velocemente lo nascose dietro la schiena.

Non riuscì a trattenersi dal ridere. La sua Candy era davvero comica, anche quando si arrabbiava, anzi soprattutto quando si arrabbiava. Ma dopo essergli sembrata divertente, si sentiva attirato come da una calamita  da quegli occhi  accesi e luminosi .

-Ma io ti stavo solo chiedendo cosa è, non mi pare di averti mancato di rispetto-disse lui con finta innocenza.

Ecco fatto. In un lampo erano tornati i tempi del collegio e le loro scaramucce.

-Sì con quello sguardo vuoi farmi credere di non sapere cosa è, non ti credo affatto! E comunque, se davvero ci tieni a sapere se l’ho indossato qualche volta la risposta è sì-disse con orgoglio.

Terence sollevò l’indumento portandoselo davanti  agli occhi e guardandolo con attenzione, sapendo che l’imbarazzo della ragazza cresceva sempre di più.

-E tu vuoi dirmi che sei…sei entrata dentro questo coso minuscolo?  Dovresti  provartelo adesso per dimostrarmelo…

Candy strabuzzò ancora di più gli occhi. Ma che insolente! Non era cambiato per niente in tutti questi anni! Era come se si trovassero nuovamente sulla collina del collegio a Londra.

-Si dà il caso che io non debba dimostrarti assolutamente nulla, e sei libero di non crederci- la ragazza adesso incrociava le braccia ostentando una calma che non aveva, perché sentiva che Terence stava accorciando le distanze tra di loro rompendo le rigide regole della formalità.

-Uhm…va bene, la prova è solo rinviata, e voglio fare finta di crederti. Ma come mai si trovava qui in macchina?
La domanda di Terence era innocente, ma Candy non si accorse dell’insidia nascosta dietro la verità che stava per raccontare. La solita dolce, ingenua, innocente Candy.

-Sarà stata quella volta che sono andata a Chicago con Archie e…
Oh, no, era troppo tardi! Cosa si era lasciata scappare!
-E….- lo sguardo di Terence divenne  un cielo in tempesta, terribile come può esserlo quando sta per rovesciare la sua furia di lampi e di pioggia. Imperterrito come un uragano, scuro come la notte più scura. Dopo aver sofferto tanto per quel finto matrimonio, questo dubbio non ci voleva.
-E poi…cosa è successo, cosa? Come mai non ce l’hai più avuto indosso, ad un certo punto?

La gelosia, questo mostro dagli occhi verdi. Ma aveva senso, oramai?
Candy si chiese come osava, come si permetteva lui  che aveva un’altra, lui che negli ultimi anni era andato per la sua strada, come poteva chiederle spiegazioni!?
-Oh, ma come puoi pensare…oh! Sai che c’è, Terence? che non voglio…non voglio…
-Cosa, Candy?
Come dirglielo?
-Non voglio darti spiegazioni, non voglio… affrontare certi discorsi…non con te...sai….tante cose di me non ti dovrebbero più riguardare…
Come dirglielo? Doveva essere lei la prima a rivangare il passato?

-Tu ora hai un’altra vita, adesso! Lo abbiamo deciso insieme, ricordi? In una fredda notte di dicembre di quasi quattro anni fa!-l’ultima frase le era costata un sforzo sovrumano, la verità pesava come un macigno.
Certo che ricordava quella notte.

E Candy si stava dimostrando gelida e spietata a ricordagliela. Certo che ricordava il dolore, la delusione, l’assenza.  
-E comunque dovresti conoscermi bene! Io non sono affatto cambiata, sono sempre la stessa…sì quella ragazza a volte imbranata, ingenua, ma comunque io…sono sempre io…
-Hai ragione, scusami Candy. Non voglio ascoltare altro. Lo so, lo sento che non sei cambiata affatto e io non ho alcun diritto di chiederti  nessuna spiegazione. Ti prego di dimenticare questo spiacevole incidente e di venire con me a Chicago, ti prego. Perdonami se ti ho fatto ricordare un’esperienza tanto dolorosa.
-Va bene, Terence, avevamo cominciato bene, stamattina, dimentichiamo tutto. Andiamo.

Avevano cominciato bene, quella mattina, trattandosi come due semplici conoscenti.

La strada per Chicago era una lunga strada stretta di campagna. Si diramava in direzione est ovest così  la macchina quel pomeriggio corse nella direzione del sole calante. I suoi  riflessi dai colori pastello erano uno struggente richiamo al chiarore del cielo limpido di quella giornata che stava per terminare.

L’uno accanto all’altra i due ragazzi non proferirono parola. Senza volerlo, in un attimo avevano scoperto tutte le loro carte, ricordando che c’era stato un tempo in cui avevano significato molto l’una per l’altra. Terence evidentemente provava ancora  della gelosia  e Candy non aveva ancora superato il trauma di quella separazione sopraggiunta per il bene di una terza persona.

Eccolo, il nodo più importante, Susanna. Che ne era stato di lei? Alla fine era riuscito a conquistare il suo cuore o erano rimasti solo amici? Sui giornali qualche volta aveva letto di una “tenera amicizia”, ma questo poteva significare tante cose e inoltre i due non avevano mai ufficializzato il loro rapporto. Che si fosse preso cura di lei come un amico? O forse con il tempo era sopraggiunto, se non l’amore, una forma particolare di affetto?

Candy si chiedeva perché mai lui non le parlasse di Susanna, e nello stesso tempo si vergognava della propria curiosità. Per diversi anni aveva cercato di rassegnarsi completamente. Da quando si erano lasciati non aveva permesso a se stessa di indugiare nel rammarico e nel ricordo e quando quella mattina lo aveva rivisto, pur avendo provato una forte emozione, si era ripetuta che non le apparteneva. Era stata di nuovo  la più forte,  la donna decisa che sa agire per il meglio. Esattamente come quella fredda e nevosa  notte. Era stata di nuovo lei a saper mantenere le distanze, mentre lui era stato più istintivo, forse anche più sincero.

Adesso non doveva farsi domande,  solo concentrarsi sull’ opportunità  che le era giunta, inaspettata, di  trascorrere del tempo con lui come una buona amica. Lo osservava bene.  I capelli del ragazzo, che teneva le mani sul volante e le gambe leggermente  divaricate, ondeggiavano mentre con lo sguardo fisso sulla strada sembrava essersi estraniato da ogni cosa. Nonostante la stoffa della camicia ella intuì che il suo torace si era allargato e i muscoli delle braccia si erano sviluppati. Si sentiva affascinata e nello stesso tempo aveva paura.

E lei, invece, come stava in quel momento? Era un maschiaccio. Negli ultimi anni giocare con i bambini della casa di Pony, andare a trovare ogni tanto Annie e gli Andrew e lasciarsi scorrere addosso la vita era quanto aveva fatto, nulla di più. Da quanto tempo non andava ad una festa? E se apriva il suo armadio trovava per lo più camicie a scacchi come quella che indossava in quel momento, declinate in vari colori, pantaloni resistenti e cappelli di paglia. Era stata una reazione alla delusione per la fine della loro storia, forse, ma in quel momento  si stava pentendo  di essersi ridotta  in quel modo e  avrebbe pagato oro per trasformare all’istante la sua mise in una più elegante e femminile.

-Beh, constato con piacere che ti fidi della guida del sottoscritto! Non ti ricordavo tanto silenziosa.
-Beh, io…stavo pensando ad Albert. Povero Albert, sempre così pieno di impegni…spero che la riunione con i soci non finisca tardi…-mentì Candy.
-E’ stata davvero una sorpresa scoprire che Albert era il famigerato zio William…se c’era una persona che non avrei mai creduto capace di giocare in Borsa quello è proprio Albert…
-E’ stato incredibile anche per me quando l’ho scoperto, e adesso oltre che occuparsi degli affari di famiglia si occupa anche delle questioni personali di ciascuno di noi…
-Già, e mi sembra che abbia tutto sotto controllo…
La conversazione languì..altri pensieri e lo spettacolo di  quel tramonto monopolizzarono  l’attenzione.

In poco meno di un’ora furono nella metropoli.
-Bene, e ora, caro il mio autista, che si fa?
-Potremmo fare quella cosa che non hai mai fatto…sarebbe per te la prima volta e la faresti con me.
-Che cosa?-esclamò Candy turbata. Quel tipo era incorreggibile.
-Andare al cinema, no? Non hai detto, a pranzo, che non ci sei mai stata? Se non sbaglio lamentavi il fatto che quando ti eri decisa ad andarci con Archie avevate trovato il tutto esaurito.
-E’ vero. Sì, è una bellissima idea!-fece elettrizzata.

Entrati si diressero al botteghino e Candy notò che Terence aveva alzato il bavero della giacca e coperto come meglio poteva il volto con la sua sciarpa. Solo dopo che le luci si spensero si mise a suo agio.
-Hai paura di essere riconosciuto, è così?
-Esatto…-ma Candy non sapeva che in quei giorni c’era una vera e propria caccia all’uomo, nessuno sapeva che fine avesse fatto Terence Graham Granchester e la curiosità aveva raggiunto il suo apice.

Proiettavano un film con il divo del momento,  Rodolfo Valentino. Candy fu rapita da subito dalla magia che si sprigionava da quel grande schermo. Come molti, all’inizio, ebbe l’impressione che quei personaggi venissero verso di lei, ma dopo un po’ si abituò. Le piacque tanto il film, e riflettè sul fatto  che un film era solo una riproduzione della realtà, non esatta, ma come una fotografia, che sceglie di focalizzarsi su certe cose e non su altre. La colpirono anche la gestualità enfatizzata degli attori e il pesante trucco che copriva i loro volti.
-Sai Terence, trovo che quest’attore ti somigli…ha qualcosa nello sguardo che mi ricorda te…
Terence lo prese come un complimento. –Ah ma davvero? Lo sai che ha milioni di fans adoranti? Cara la mia Tarzan, questa volta ti sei tradita, mi hai fatto un bel complimento.

Tarzan? Ah ma allora stava riprendendo davvero tutte le vecchie abitudini! Era sempre più confusa, certo il suo modo di scherzare con lei era rimasto  lo stesso, ma i suoi sentimenti? Erano passati quattro anni dalla loro separazione  e non sapeva se gli era rimasto qualcosa della passione che aveva provato per lei. In più, quell’atmosfera particolare al cinema aveva un non so che… di romantico…, e Candy pensò che sarebbe stata l’occasione giusta per parlare d’amore, e chissà, anche…
Baciarsi? Ma Candy, ti sei bevuta il cervello? C’è Susanna, c’è un’altra…

E poi, lui, sempre impenetrabile, lui, sempre difficile capire cosa gli passasse per la testa…come quel giorno, a pranzo, si era aspettata lunghe occhiate, allusioni, o quantomeno che le chiedesse come stava…niente.
-Sai, lentiggini, oggi mi stai proprio stupendo. Che fossi tanto silenziosa e soprattutto che non sapessi ribattere alle mie battute non me lo sarei mai aspettato. Hai spuntato le unghie, in questi ultimi anni.
Bene, continuava a ancora a scherzare. Eppure, l’ultima volta che erano stati insieme  si erano salutati in un modo tanto struggente, lui abbracciandola da dietro e piangendo lacrime amare le aveva chiesto di promettergli di essere felice.

Ad un certo punto Candy  desiderò solo tornare a Blueberry Mansion, rivedere Albert ed Archie e discutere con loro di come avevano trascorso la giornata. Ma Terence le propose una passeggiata per i larghi viali del centro di Chicago.
I lampioni erano stati accesi ed emanavano la loro luce fioca e suggestiva. Per le strade signore eleganti, famiglie, uomini acconciati di tutto punto con tanto di cappello che solevano togliere davanti a rispettate conoscenze.
Terence le chiese di parlargli della vita alla casa di Pony e Candy gli descrisse i vari momenti della giornata, le occupazioni ordinarie e quelle straordinarie, cosa era utile a quei bambini e cosa no. Poi passò a raccontargli la sua vita a villa Andrew, i Legan, Albert, la zia Elroy, Annie ed Archie. Terence ascoltava, e non le chiese nulla né di Neal né di Archie. Ad un certo punto la ragazza chiese l’ora, e…oh, no! Le nove passate.

-Vuoi farmi credere che ho parlato più di un’ora? Oh sono proprio una chiacchierona! Scusami , Terence-
-E di cosa? Era da un po’ che mi chiedevo cosa avesse fatto la scimmietta in questi ultimi anni. Adesso ho trovato una risposta a tutte le mie domande.
-Beh, la scimmietta. Come dici tu, è molto cambiata. E’ una signorina discretamente avvenente, ormai.
- Anche questo è vero…
-Che ti succede Terence, adesso sei tu quello che non riesce a fare a meno dei complimenti?
-Sono un gentiluomo, ricordi?
Altro passo falso verso lo scivolone dei ricordi.
-Sarà meglio tornare a casa, non voglio che Albert si preoccupi-

Ritorno a Blueberry mansion. La casa aveva solo poche luci accese, evidentemente tutti gli abitanti della grande casa erano andati a dormire.
-Beh, dovevo aspettarmelo, si è fatto veramente tardi e di solito in questa casa si cena alle 19. Mi dispiace non poterti offrire nulla, forse Albert ha pensato che avremmo cenato fuori. Però…mi è venuta un’idea! Posso prepararti qualcosa io, se ti va…
-Il fu Terence Graham Granchester, fatto fuori da una cena improvvisata…
-Uhm…non ti fidi? Va bene, ti dimostrerò che sono diventata brava! Come le rompo io le uova per metterle in casseruola nessuno!- scherzò Candy, quindi allegramente gli prese la mano e lo portò in cucina, nella grande cucina che dava sul retro della villa.
-Ecco, siediti qua. Vedrai che tra poco sarà pronto.
Dopo aver indossato un grembiule Candy raggiunse la postazione dove cominciò a rompere le uova ad una ad una. Silenziosamente, Terence la raggiunse e tenendosi dietro di lei le disse:
-Ve bene, fermati. Queste sono sufficienti.
Le prese le mani e la guidò a poggiare gli ultimi gusci.
-Adesso dobbiamo lavare queste mani.
Prese il sapone e strofinandolo tra le proprie mani e quelle della ragazza provocò una soffice e leggera schiuma, che continuò a massaggiare sui palmi e le mani di Candy. Ella pensò che era come il cioccolato: una sensazione avvolgente e dolce che pervade tutto il palato e porta lentamente una specie di euforia. Ora dolce, ora amaro, ora carezzevole, è qualcosa che assorbe le facoltà di chi lo gusta.
Lentamente Terence aprì il rubinetto e fece scorrere l’acqua sulle loro mani intrecciate. Fu solo allora che a Candy venne in mente che si erano lasciati esattamente nello stesso modo, ricordava perfettamente e quasi  sentiva la lacrima di lui che le scorreva  giù per il collo. Ora, dopo quattro anni, si stavano ritrovando nello stesso modo.
-Non sono cambiato, Candy. Non sono cambiato per niente in questi anni.
-Eppure…mi sembrava…-questa volta fu Candy a non riuscire a trattenere una lacrima.
-Lo faccio di mestiere. Recitare.
-Oh! Ma allora tu…
-Sì, come sempre. Come la prima volta che ci siamo visti. Come l’ultima. Ora perdonami, ti prego. Mettiamo sul fuoco queste uova.
Terence si staccò dalla ragazza, e quando le uova furono pronte cenarono in piedi, pochi commenti di rito sul cibo, e  quando, una volta saliti al piano nobile si separarono, furono molto attenti a non dire nient’altro che “buonanotte”.


                                                          


Salve a tutti, eccomi dopo un po’. Come avrete visto questo capitolo è più lungo dei precedenti e quindi ci ho messo più tempo. Non potevo dividerlo per non spezzare la tensione.
Grazie a Tetide, Petra Lu, love candy 77, Rubina, fiordistella e hakuna 89 per le loro recensioni.
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Candy Candy / Vai alla pagina dell'autore: bacionero