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Autore: Paperback White    14/11/2014    3 recensioni
"Hey Jude, don't make it bad..." con queste parole Mary faceva addormentare i suoi due bambini, cullandoli con la sua dolce voce.
Basata sulla prima notte che Sam trascorse a casa con la sua famiglia, la prima volta in cui Mary gli canta una delle più belle canzoni scritte. E di Dean, che ascolta anche lui quella stessa identica canzone.
Genere: Fluff, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Lawrence, 6 Maggio 1983
-Questa è la tua cameretta Sammy!- disse Mary, con un gran sorriso che si allargava sul suo volto.
Finalmente era riuscita a mostrare al suo bimbo la sua camera. Aveva pareti verdi e mobili di legno, come aveva scelto lei stessa, volendo che il piccolo Sam crescesse in un luogo perfetto, caldo e accogliente. Tutto era stato disposto in modo che potesse essere pronto per accogliere il bambino appena fosse uscito dall'ospedale: su una delle sbarre del lettino, era attaccato con un pezzettino di scotch un disegno stilizzato. Ritraeva le sagome di una famiglia con due bambini, uno in braccio alla madre e l'altro per mano con il padre, e sullo sfondo una casa dal tetto rosso. Come firma, scritta in modo incerto, si poteva leggere a fatica il nome "Dean".
Mary sorrise a quel disegno, che era anche per lei una sorpresa. Pensò che il giorno dopo lo avrebbe staccato da li, per riporlo dentro una cornice, e poi attaccarlo su una delle pareti, quella più vicina al lettino. In questo modo si sarebbe conservato al meglio, il primo "ritratto" della famiglia Winchester al completo.
Gettò un'occhiata all'orologio, e vide che erano quasi le nove di sera. La festa di benvenuto che John aveva organizzato per l'arrivo a casa di Mary e Sam si era protratta più a lungo del previsto, e creando un caos decisamente maggiore di quanto l'uomo si aspettava. Un leggero senso di colpa trapassò Mary, quando avvertì i rumori che faceva al piano di sotto il marito, ripulendo i residui della festa. Si ripromise di scendere al più presto, appena avesse messo a dormire il bambino.
Con un braccio sorreggeva Sam, mentre con l'altro accostò leggermente la porta; poi si avvicinò al lettino. Guardava con tenerezza il comodo giaciglio dove avrebbe dormito da quel momento in poi Sam, un lettino che le era molto familiare, essendo stato di Dean pochi anni prima.
Diede un leggero bacio sulla fronte di Sam, che si muoveva leggermente, stranito dalla stanchezza. Lo adagiò con cura sul lettino, coprendolo con la copertina leggera, dal semplice disegno geometrico azzurro e verde.
Avvicinò una sedia di legno dal cuscino di color verde bosco alla culla, e si sedette accanto a lui. Sentì tutta la spossatezza della giornata ricaderle addosso, ma cercò di non farsi vincere dal sonno, voleva prima far addormentare serenamente Sam. E nello stesso identico modo in cui faceva addormentare il suo amato Dean.
Deglutì, e si schiarì la voce, preparandola per iniziare.
 
Hey Jude, don't make it bad,
Take a sad song and make it better.
Remember to let her into your heart,
Then you can start to make it better.
 
Era una delle sue canzoni preferite, dolce e soave, che cantava volentieri. Non era una fan dei Beatles, ma quella canzone era impossibile non conoscerla: la sua bellezza era unica. Si diceva fosse stata scritta per Julian, il figlio di John Lennon, per il divorzio dei suoi genitori. Gliela aveva dedicata Paul McCartney, per confortare il bambino, la vera vittima di quella situazione. Mary non sapeva nulla di questo retroscena, vero o falso che fosse poteva intuire che le parole della canzone, dedicata a Jude, servissero per sostenerlo e incoraggiarlo, come avrebbe fatto un padre. E come può fare una madre.
 
Hey Jude, don't be afraid,
You were made to go out and get her.
The minute you let her under your skin,
Then you begin to make it better.
 
Sperò che il suo Sam crescesse e diventasse forte abbastanza per sopravvivere e abbattere qualsiasi ostacolo, trovasse una brava ragazza, si sposasse e avesse figli. Senza nessun mostro dietro l'angolo, senza doversi sacrificare per gli altri.
 
And any time you feel the pain,
Hey Jude, refrain,
Don't carry the world upon your shoulders.
For now you know that it's a fool
Who plays it cool by making his world a little colder.
 
"No Sammy, non avere paura mai di nulla". Anche se il mondo è crudele, le persone sono cattive, le "cose" sono spaventose. Tutto è brutto e cattivo, ma lui non dovrà averne mai paura, perchè lei è qui, e ci sarà sempre per lui. Non deve temere nulla, perchè non avrebbe permesso che vivesse la vita della sua famiglia.
Sorrise a quel pensiero. Lei non era più una Campbell, ma una Winchester ora. E i Winchester non inseguono mostri.
 
Da da da da da da da da da da
 
Una piccola testa bionda fece capolino dalla porta. Richiamata dal dolce suono della voce della donna, si fermò ad osservare il profilo di Mary, che con dolcezza cantava, guardando dentro la culla. Era così bella la sua mamma, così buona e dolce. E quel canto gli era teneramente familiare.
 
Hey Jude, don't let me down, 
You have found her, now go and get her.
Remember to let her into your heart,
Then you can start to make it better.
 
Quando avrai trovato la tua strada, ciò che ti rende felice, non abbandonarla. Qualsiasi cosa farai, buona o brutta che sia, non mi farà mai cambiare idea su di te. Nulla potrà scalfire l'amore che provo per te. Quando cadrai io sarò li per incoraggiare a rialzarti e a riprovare.
 
So let it out and let it in,
Hey Jude, begin,
You're waiting for someone to perform with,
And don't you know that it's just you,
Hey Jude, you'll do.
The movement you need is on your shoulder.
 
Sentì un leggero scricchiolio e si girò verso la porta. Dean la stava osservando. Con aria colpevole, temendo di aver fatto  qualcosa di sbagliato. Come se il fermassi in quel momento e ascoltarla fosse una brutta azione da compiere.
-Tu sei ancora in piedi?- disse lei, avvicinandosi al bambino, con aria di finto rimprovero.
-Scusa...- disse a testa bassa.
Lei si inchinò, iniziando a fargli un leggero solletico. Dean rise, sorpreso e contento della reazione della madre.
-Shhh sennò svegliamo Sammy!- disse piano. Dean scosse la testa con decisione, mettendosi poi il dito davanti alla bocca chiusa, nel tipico gesto del silenzio.
Lei lo prese in braccio, e si avvicinarono al lettino di Sam. Dormiva beato, niente sembrava poter disturbare la tranquillità del suo riposo. Sembrava quasi che sorridesse, nonostante fosse troppo piccolo per farlo.
 
Hey Jude, don't make it bad
 
Iniziò a cantare Mary, guardando Dean, e incoraggiandolo a seguirla.
 
Take a sad song and make it better
Remember, to let her under your skin
Then you'll begin to make it better
 
I due finirono insieme di cantare quella canzone, e sorridendo complici, lasciarono la stanzetta.
 
*****
Piccole note della White.
Sono distrutta. Scrivere questa storia mi ha distrutto. Ma voglio partire con ordine, per darvi un'ulteriore parte che completi questa piccola storia. Prima di tutto, io sono una grandissima fan di Supernatural e dei Beatles. Quindi, il vedere che queste due serie hanno combaciato su quella che è la canzone preferita del mio gruppo preferito è stato il top. E sapere poi, che era la ninna nanna che Mary cantava a Dean e (ne sono convinta anche se non l'hanno detto) a Sam. 
Ma veniamo al motivo per cui ho deciso di scriverla proprio ora: ho letto la notizia di un padre, che ha perso prima la moglie e, qualche giorno dopo, suo figlio, Lennon. E, in quei giorni in cui era ancora in vita, gli cantava "Blackbird", altra ninna nanna dei Beatles. Questa notizia mi ha colpita moltissimo e volevo esprimerla in qualche modo... e quindi, eccomi qui, dopo aver scritto di getto questa storia, ascoltando "Hey Jude" tutto il tempo (ascolto che vi consiglio, durante la lettura).
Ultimissima cosa e poi mi eclisso: the movement you need is on your shoulder e Mary che si accorge di Dean. Mi è venuta casualmente fuori, ma non poteva esserci momento più perfetto per far accorgere a Mary la presenza di Dean: "la spinta" di Sam, e la loro profonda bromance, che io adoro sopra ogni cosa.
Grazie a chiunque leggerà questo racconto, con l'augurio che possa trasmettervi la metà delle emozioni che ha trasmesso a me.
Baci
La vostra White
  
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