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Autore: ice_cream    14/11/2014    3 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Signorina Beckett, la sto per caso annoiando?", alzi la testa di scatto e ti metti sull'attenti.
"Cosa? N-no professore, assolutamente no!" Maddie, di fianco a te, soffoca una risata e tu le tiri una gomitata per farla smettere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Richard Castle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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CAPITOLO 6

 

Senti dei rumori ovattati e qualcuno muoversi sotto di te. Fai una piccola smorfia col viso non capendo la situazione in cui ti trovi e ti sforzi di aprire gli occhi, li socchiudi ancora un paio di volte prima di spalancarli definitivamente.
Ti accorgi solo in quel momento di essere seduta sopra ad Alex, appoggiata col viso nell’incavo del suo collo. Effettivamente avete assunto una posizione strana, ma addormentarvi su una scomodissima, piccola sedia del bar non è stata proprio una mossa geniale!
Gli lanci uno sguardo con la coda dell’occhio e noti che è sveglio e ti sta fissando con un sorrisetto in volto. 

“Che c’è?”, gli domandi con una smorfietta buffa.

Lui sorride e scuote la testa, spostandoti una ciocca di capelli dietro l’orecchio: “Niente. Sei bellissima.”
Resti imbambolata a fissarlo mentre un sorriso spontaneo ti si apre sul viso. Senza pensarci troppo, gli catturi le labbra in un dolce bacio. Lui, che fino a quel momento ti stava cingendo i fianchi in un mezzo abbraccio, si libera e ti prende il viso tra le mani, mentre tu gli passi le tue tra i capelli scompigliati e mossi.
Vi baciate ancora e ancora, sicuri del fatto che questa volta nessuno può disturbarvi dato che Alex ha messo il cartello “Chiuso” nel momento in cui tu ti sei addormentata un paio di ore prima.
Non sai descrivere le emozioni che stai provando, non ci riusciresti neanche se volessi. Sai che stai bene, come mai prima, e allo stesso tempo un uragano si sta riversando nel tuo stomaco. Lo stringi ancora di più a te e approfondite il bacio.
Quando state per spingervi un po’ oltre il limite vi fermate, controvoglia, e separate le vostre labbra, rimanendo però fronte contro fronte. Potete sentire ancora i vostri cuori battere all’unisono e i vostri respiri fondersi.

Alex ti da un ultimo bacio a stampo prima di allontanarti leggermente.

“Katie, dobbiamo parlare.”, socchiudi gli occhi: sapevi che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi.
“Alex, io… Mi disp-”, il ragazzo ti blocca subito mettendoti l’indice sulle labbra. “Shhh. Non è di quello che dobbiamo parlare.”, ti da un colpetto con la mano sulla schiena e tu ti sposti sulla sedia di fronte a lui. Ti prende le mani e fissa il pavimento.

“Hey, che succede?”, chiedi. Sai già che sta per dirti qualcosa di brutto, lo capisci dal suo sguardo. I peggiori scenari si formano nella tua mente nel giro di pochi secondi. Starà per dirti che non vuole più vederti, che ti ha solo usata e che non potete continuare questa pseudo storia. Te lo senti.
I tuoi occhi si fanno umidi ancora prima che lui apra bocca per spiegarti.
Hai paura, maledettamente paura.
Non vuoi che se ne vada. Non lo sopporteresti.
Alza lo sguardo e ti fissa, può leggere la paura nei tuoi occhi e così ti stringe le mani nelle sue.

“Katie, ricordi quando ti ho parlato di mia madre?”, ti domanda. Annuisci; non capisci dove voglia andare a parare. “E’ un’attrice.”, afferma fiero. Tu accenni un sorriso, te l’aveva detto qualche tempo prima mentre eravate in macchina, la sera del vostro quasi primo bacio. “E’ molto brava, sai?”, continua con una nota amara nella voce. “Le hanno offerto un lavoro…”, Alex prende un respiro profondo, “A San Francisco.”
Per un attimo il tuo cuore si blocca e rimani in apnea. Sai benissimo cosa vuol dire e non puoi far a meno di trattenere le lacrime che fino ad ora avevano premuto per uscire.
Alex dovrà partire.
Col pollice ti asciuga le goccioline che ti rigano il volto e ti accarezza.
“Per questo non ti ho richiamata. Dovevo aiutarla con gli scatoloni a impacchettare tutto e non sapevo se sarei riuscito a dirtelo. Pensavo che lasciarti così, facendomi odiare da te, sarebbe stato meno doloroso per entrambi, ma mi sbagliavo. Mi dispiace, Kate. Mi dispiace tanto. Credevo e speravo davvero in un futuro con te, insieme.”, una lacrima gli scivola sulla guancia. Capisci che non sta mentendo, ci sta davvero male. E’ sincero, e questo non fa altro che peggiorare le cose.
Non sai cosa dire, vorresti parlare ma non lo fai perchè sai che se soltanto ci provassi, cominceresti a singhiozzare, così lo baci e gli accarezzi il mento.
“Quando parti?”, riesci a chiedergli, facendo appello a tutte le tue forze per ricacciare indietro le lacrime e quel magone che premono per uscire.

“Dopodomani.”



 

Sei stesa sul letto a fissare il soffitto, incapace di pensare a qualunque cosa che non includa la partenza di Alex.
L’indomani mattina avrai un test di diritto a scuola e sai benissimo che andrà male ma in questo momento non ti interessa. Per la prima volta nella tua vita, lo studio non è neanche nella lista delle cose a cui vuoi pensare.
Sembrava troppo bello per essere vero, troppo perfetto. Storie così non esistono nemmeno nelle favole. Lui, però, anche se per poco, te l’aveva fatta vivere una favola.
Non potrai mai ringraziarlo abbastanza per questo.
Senti un leggero bussare. Ti ricomponi sul letto, sedendoti a gambe incrociate e ti asciughi le lacrime.
“Katie, tesoro, c’è qualcuno per te.”, tua madre spalanca la porta e con tua enorme sorpresa, Alex si fa avanti. Johanna ti sorride con tenerezza e ti fa un occhiolino.
Il ragazzo si siede subito sul letto con te e vi abbracciate forte, forte.
La donna vi lascia soli e si chiude la porta alle spalle.

Rimanete abbracciati per un tempo indefinito finchè non lo prendi per mano e lo porti alla finestra, la apri e la scavalchi, ritrovandoti in piedi sul tetto. Gli tendi il braccio e lo inviti a raggiungerti.
Vi sdraiate lì, su quelle scomode tegole che ti hanno spesso fatto da materasso - hai sempre amato passare del tempo lì - e ti passa un braccio dietro la schiena, abbracciandoti e stringendoti a sè.
Fissate le stelle in silenzio e vi scambiate qualche bacio qua e là.
Non c’è bisogno di parlare, sapete benissimo cosa state provando come sapete anche che il dolore non se ne andrà facilmente e ci vorrà un po’ di tempo per entrambi prima che riusciate ad andare avanti con le vostre vite, da soli.

L’ennesima lacrima ti percorre la guancia e gli cade sulla maglia.
“Hey, lo sai che non mi piace quando hai quel musino.”, ti accarezza. “Sorridi, ti prego.”
Capisci solo in quel momento quanto le tue amiche, tua madre e chiunque in quel mondo avesse ragione: sei totalmente, follemente e perdutamente innamorata di lui. E non puoi negarlo, nemmeno a te stessa.
“Ho letto il tuo libro.”, dici all’improvviso. Lui spalanca gli occhi. “E’ bellissimo. Devi pubblicarlo, e alla svelta anche!”, sorridi, esaudendo così il suo desiderio. “Ma sappi che esiguo un seguito perchè non puoi farlo finire così!!”, esclami poi alzando un po’ il tono di voce. Alex scoppia a ridere e ti scompiglia i capelli. “D’accordo avvocato, mi metterò subito all’opera.”, ti fa l’occhiolino. “Solo per te però.”

Ti accoccoli meglio su di lui e lasci che la sua risata ti scaldi il cuore, ti senti più leggera ogni volta che è con te, anche in momenti brutti come questo. Ma perchè poi lo definisci un momento brutto? Siete insieme, sdraiati sul tuo tetto, a fissare le stelle.
Non potresti desiderare altro e per ora ti accontenti, non vuoi pensare a domani o al giorno dopo, vuoi soltanto goderti gli ultimi momenti con lui ed è esattamente quello che farai.
Al diavolo la partenza, ora ci siete solo voi e le stelle.


Quando ti svegli, senti la schiena dolorante e la luce fastidiosa del sole ti colpisce in pieno viso.
E’ la seconda volta che vi addormentate insieme, solo che questa volta è come se Alex avesse dormito a casa tua.
Ti stupisci di come tuo padre gli abbia permesso di restare, per di più sul tetto.
Ti prendi qualche secondo per fissarlo e gli sistemi qualche ciuffo ribelle che gli ricade sul viso.

E’ così bello quando dorme. Non vuoi che se ne vada, ti mancherà tantissimo.

Lo svegli con un bacio, non ti interessa più nemmeno l’orgoglio, in quel momento riesci soltanto a pensare che non lo vedrai più, quindi ti prendi la libertà di essere te stessa, almeno per un giorno.
Alex si sveglia e si strofina una mano sugli occhi per abituarsi alla luminosità. Si volta subito quando prende contatto con la realtà e lega il suo sguardo al tuo prima di baciarti e sussurrare un “Buongiorno” assonnato.

Controlli l’orologio e ti accorgi che ti resta un’ora prima di iniziare la scuola e, quindi, salutarlo.

Fate colazione insieme e vi preparate in fretta in modo da poter restare ancora un po’ sdraiati e abbracciati, questa volta sul divano.

Jim e Johanna si limitano a chiacchierare con voi durante la colazione e poi vi lasciano i vostri spazi e vanno a lavorare. Sanno benissimo che ci stai male e non vogliono infierire ulteriormente: avrai bisogno di loro quando se ne andrà.

 

Ricontrolli l’orologio. E’ ora di andare e salutarvi, tornare alle vostre vecchie, monotone, vite.

Ricominci a piangere silenziosamente - probabilmente, l’ultima volta che hai pianto così tanto è stata quando la tua squadra preferita di baseball aveva perso!

Lui ti accarezza il volto asciugando via tutte le gocce che continuano a scendere ininterrottamente.
Non hai neanche la forza di guardarlo negli occhi. Non riusciresti a reggere il suo sguardo. Inoltre, è snervante per te farti vedere così debole da lui.

E’ il momento meno adatto per parlare, specie per dire quelle due parole composte da cinque lettere. Non le hai mai dette a nessuno ma vuoi dirle a lui. A lui che si è intrufolato nella tua vita e ti ha fatta vivere una bellissima favola.
“Alex, io…”, prendi fiato, ma le parole non ti escono perchè il magone ti chiude di nuovo la gola e sei costretta a fissare il pavimento.
“Shhh, lo so. Mi basta vederti piangere, Kate. E per quello che vale, anche io ti amo.”, sussurra, ora che le lacrime hanno iniziato a bagnare anche le sue di guance. Non l’avevi mai visto piangere e il fatto che quelle lacrime siano per te, da un lato, ti rassicura.
Lo abbracci forte, vi è sempre bastato uno sguardo per capirvi e ancora una volta lui ti aveva capita: Sa che lo ami e ora tu sai che anche lui ama te.

“Non dimenticarti di me, scrittore.”, gli ordini puntandogli un indice sul petto, seria, mentre con l’altra mano ti asciughi il volto.
Lui sorride e ti bacia per l’ultima volta prima di accompagnarti a scuola e salutarti definitivamente.

Dovete solo smettere di amarvi ora, non può essere così difficile, no?





ANGOLINO DI POLLA:
Buona sera a tutteeee :D
Beh, adesso abbiamo capito perchè Alex non la richiamava! (Giadina... non uccidermi! hahaha)
Pronte per l'ultimo capitolo? 
Alla prossima settimana ;)
Ari 

  
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