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Autore: Lady_Crazy    14/11/2014    2 recensioni
Rossa. Così la chiamavano. Il suo vero nome era Natasha, Natasha Bieloff una dei più spietati e temuti criminali che la Russia avesse mai conosciuto. Assassina e traditrice il suo nome era sulla bocca di tutto lo stato.
–Non immagini neanche il piacere che ho provato nell’ucciderlo… Ha visto tutto sai? Proprio come tu mi hai insegnato Seguei… L’ho guardato negli occhi… Fino alla fine. Prima gli ho tagliato le palpebre, e poi….-
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Nome dell'autore su EFP: Lady_Crazy
Nome dell'autore sul Forum: Lady_Crazy
Titolo della storia: Red
Citazione: n° 22
 
Rating: Giallo
Coppia: Nessuna
Avvertimenti e Note: Violenza

NdA (eventuali):
 

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Era sola. Fu la prima cosa che percepì, prima ancora di aprire gli occhi. Ne dischiuse uno per esserne sicura, ma il suo istinto fu subito quello di richiuderlo, una lampada era puntata dritta sul suo viso. Ci volle qualche istante prima di abituarsi. Le mani erano legate dietro alla schiena da delle catene, stessa cosa le gambe, legate alla sedia. Sentiva in bocca il sapore acre e metallico del sangue, la gamba le pulsava, e dovette riflettere bene su ciò che era accaduto.
 
Correva, correva a più non posso per raggiungere la corda calata dall’elicottero.
-Salta rossa!- le aveva urlato il compagno. E lo fece arrivata al ciglio del palazzo si lanciò verso il braccio che Mikael teneva teso nella sua direzione. Poi un suono sordo, l’urlo del biondo smorzato dal forte rumore dell’elicottero. E poi buio.
 
Ricordava solo il dolore dello sparo trafiggerle il polpaccio.
La rossa si guardò intorno, si trovava in una stanza che assomigliava ad un ufficio. Le grandi finestre erano coperte da tende scure e sotto di lei un telo di plastica proteggeva il pavimento scuro in ebano. Strattonò le catene cercando di constatare la resistenza del metallo. Una risata proveniente da un punto indefinito della stanza, dietro di lei fece il suo ingresso.
-Bene bene, vedo che sei sveglia…- i passi risuonarono nella stanza –Bene, bene… Pensavo che non sarei mai riuscito a prenderti Natasha!- un’altra risata. L’uomo si avvicinò alla rossa, e spostò la lampada che puntava dritta nei suoi occhi di ghiaccio. E quando il volto di Seguei Vorobyov le si parò davanti non ne restò sorpresa.
-Ho imparato dal migliore…- ammise le rossa sfidandolo con lo sguardo.
Se c’era una cosa che Natasha era brava a fare era sicuramente mettere in soggezione le persone.
-Proprio per questo non mi piace… Usi contro di me ciò che ti ho insegnato… Cosa direbbe tuo padre se ti vedesse così. La sua unica e preziosa figlia, alleata con il nemico?-
-Ma mio padre è morto…- sussurrò la ragazza. Vorobyov girò intorno alla scrivania. –Non immagini neanche il piacere che ho provato nell’ucciderlo… Ha visto tutto sai? Proprio come tu mi hai insegnato Seguei… L’ho guardato negli occhi… Fino alla fine. Prima gli ho tagliato le palpebre, e poi….-
-BASTA!- l’urlo di Seguei le impedì di continuare, la rossa sorrise, consapevole che il gioco aveva appena avuto inizio.
Poi con tutta tranquillità l’uomo si sedette sulla poltrona alzando le gambe sulla scrivania. Un sorriso nostalgico gli attraversò il volto. Nonostante ciò Natasha rimase totalmente impassibile.
-Sei bella quasi quanto un tempo. Eri così anche da bambina… Ma tu non puoi ricordare. Quando tua madre morì, ed io ti presi sotto la mia ala protettiva…- la ragazza alzò gli occhi al cielo, camminare sul viale dei ricordi non era mai stato il suo forte.
-Possiamo tornare al dunque?- sospirò annoiata.
-Oh certo… Il dunque tesoro? Voglio che torni. Qui sai di essere al sicuro… Quelli come te vanno all’inferno.- la sicurezza di Serguei le scatenò una risata forzata, ma si arrestò nel momento in cui lui le prese il viso fra le dita -Non hai paura di morire Natasha? Con loro non hai nessuno a proteggerti…- uno sputo andò a finire in piena faccia del suo interlocutore, che si pulì senza lasciare il suo viso.
-Ho più paura della fame che dell’inferno, Serguei!- quasi ringhiò. E all’improvviso uno schiaffo le sferzò il volto.
-Fai pure ciò che vuoi Vorobyov, preferisco morire piuttosto che lavorare per un cane come te!- Affermò sicura, con il volto alto e fiero come qualcuno che non ha paura di nulla.
-Non ti ucciderò Natasha… Perché so che è quello che vuoi, ed io non mi macchierò del sangue di quella che considero mia figlia.- la giovane rise. La sua risata era gelida, vuota.
Natasha era sempre stata così, totalmente apatica ed indifferente, nei confronti di qualsiasi cosa, ed era ciò che la aveva resa la migliore agente federale che la Russia avesse mai conosciuto, ma anche la più pericolosa. Quando Serguei l’aveva presa con se, e l’aveva convinta ad arruolarsi era a conoscenza, che prima o poi le si sarebbe rivoltata contro. E così era stato, dopo sei mesi come infiltrata nella più estesa organizzazione criminale Russa, l’aveva persa. Aveva rivelato parecchi dettagli governativi ai nemici e aveva abbandonato la strada della giustizia per quella più emozionante della criminalità organizzata.
-Cosa ne pensano, i tuoi amici poliziotti del fatto che mi stai detenendo illegalmente nella tua casa?- domandò la rossa sporgendosi verso Serguei. Questa volta fu lui a ridere.
-Non c’è bisogno che loro lo vengano a sapere.- soffiò ad un passo dal suo viso.
Rivolse uno sguardo all’orologio al polso dell’uomo, passando ad uno sguardo divertito.
-A quest’ora il mio protettore avrà già chiamato la centrale convincendoli che stai detenendo senza alcuna licenza un pericolo per Stato. Stando a quello che ricordo il sequestro di persona da queste parti equivale ad otto anni, aggiungendo il fatto che sono una delle più pericolose criminali in circolazione… diciamo che una quindicina d’anni al fresco non sono pochi…- sottolineò lei, fingendosi pensierosa.
-Se così fosse, tu rischieresti addirittura l’ergastolo…- gioì Vorobyov.
-Dimentichi che io ho alle spalle un addestramento da agente speciale, non sarà così facile prendermi.- terminò la frase giusto in tempo.
Il rumore delle auto della polizia invase l’esterno della casa
-Forse è il caso che tu mi liberi, non vuoi finire in galera giusto…- asserì Natasha, e quando aprì la bocca per rispondere un calcio ben assestato nel centro dello stomaco lo scagliò dritto nella scrivania. E subito la rossa era in piedi su essa. Teneva il tacco a stiletto posato sulla gola del suo maestro e lo guardava soddisfatta.
-C-come…-
-Ti facevo più intelligente Serguei…- soffiò lei, chinandosi vicino al viso dell’uomo.
-Da quanto…?- domandò con un filo di voce, a causa del respiro che cominciava a mancare.
-Più o meno quando la conversazione ha iniziato a farsi poco interessante…- Natasha premette ancora un po’ il tacco dello stivale sulla trachea di Vorobyov.
-Tu non mi ucciderai!- poi sotto lo sguardo attento della rossa, il calcio di una pistola lo colpì in testa, facendolo svenire.
Nat alzò lo sguardo, Mikael stava in piedi e le tendeva la mano per farla scendere. Ignorò il gesto di cortesia del compagno saltando giù dalla scrivania.
-Cosa diavolo stavi aspettando? Dovevi ucciderlo!- la rimproverò, mentre con passo svelto si avviavano verso un’uscita secondaria.
-Non volevo sporcarmi lo stivale, con il sangue di qualcuno che non merita neanche la mia attenzione.- Mikael si arrestò, fissandola come stupito. Non sentendo più i passi del compagno, Natasha si voltò. Il biondo scoppiò in una risata riprendendo a camminare.
-Ti stai rammollendo Bieloff…- la schernì.
-Va a farti fottere bastardo.- replicò salendo poi sull’auto nera già in moto.
-Rossa! Sapevo che non saresti morta...- Alexej era al volante, le rivolse uno sguardo d’intesa attraverso lo specchietto. Quando la portiera posteriore stava per essere chiusa, qualcosa, o meglio qualcuno al trattenne. Un uomo vestito di nero, indossava un giubbotto antiproiettile che recava la scritta ‘guardie speciali’, in pochi secondi cadde a terra come una mosca.
-E per la cronaca non mi sono rammollita per un cazzo…- disse la rossa. Il poliziotto era a terra, in una macchia di sangue con uno stiletto conficcato nella carotide.
-Ora tu mi dici come diavolo…- incominciò il biondo, che era rimasto interdetto per qualche istante.
-L’ho notato seguirci quando siamo usciti dalla porta sul retro…- Mikael le rivolse uno sguardo di rimprovero -Che c’è non volevo allarmarti!- si giustificò la rossa.
Finalmente l’automobile partì.
-Tenetevi pronti ci saranno un bel po’ di sbirri qui fuori. Natasha impugnò l’M60 e non appena attraversarono la strada principale fu come l’inferno. Uomini che cadevano a terra come nulla fosse. Urla, sirene, rumori metallici. Alex guidava a tutta velocità, cercando di non badare ai vetri dell’auto che si frantumavano, e fu solo quando usciti dalla sparatoria, con l’adrenalina tornata ad un livello normale se ne accorse. L’auto sbandò andando fuori strada, in mezzo ad alcune siepi.
Alex era cosciente del fatto che qualcosa non stesse andando, il suo corpo non rispondeva più, ed urlava e piangeva. Improvvisamente, sul volto del ventitreenne un espressione di terrore si fece spazio. Dalla gamba usciva una gran quantità di sangue.
-Alex!- urlava Nat. Quando l’auto si fermò, lei fu la prima ad uscirne, seguita da Mikael. Tirarono fuori dal posto davanti il ragazzo che teneva stretto la gamba.
–Aiutatemi!- gridava.
-Fammi vedere Alex!- gli ordinò Nat con risolutezza, ma assoluta calma.
-È la femorale…- sussurrò a Mik, poi scosse la testa, e dopo aver raccolto alcune armi dal portabagagli cominciò ad allontanarsi alla ricerca di una via di fuga dalle auto dei poliziotti, che piano piano, si stavano avvicinando.
-Nat! Non potete lasciarmi qui!- urlò quasi implorante Alexej.
-Nel nostro lavoro ognuno pensa a se stesso… Morirai fra pochi minuti…- lo guardò negli occhi quando sparò. Un unico colpo dritto al cuore pose fine alle sofferenze del giovane, che finalmente smise di urlare. Una lacrima scolò per l’ultima volta il suo volto prima che la sua anima abbandonasse il corpo.

Hey ciao a tutti/e
è una storia un po' diversa dal solito, spero che vi piaccia :) 
Parecipa ad un concorso e vi pregherei di recensirla e/o aggiungerla alle preferite di modo che abbia un po' più visibilità :)
Detto ciò  vi ringrzio in anticipo, un bacio enorme
Lady_Crazy
   
 
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