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Autore: daisys    15/11/2014    1 recensioni
Stiles in seguito ad uno scontro insolito nel bosco capisce di essere attratto irrimediabilmente da Derek.
Attratto in tutti i sensi.
Per amare qualcuno ci vuole coraggio, fidarsi così tanto da affidare alla cieca il proprio cuore nelle mani di qualcun'altro.
E Derek è stato scottato fin troppe volte, tradito da chi avrebbe dovuto difenderlo.
Ma un ragazzino logorroico riuscirà ad insinuarsi nella sua vita, fino a farlo capitolare.
[Questa storia partecipa al contest “Tempo di... tag! Second edition” indetto da Ili91 sul forum di EFP]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore significa coraggio
 
Mi viene da ridere.
Sghignazzare come un idiota a lungo, senza curarmi di nessuno, in una risata isterica, del genere che fai quando non sai se ridere o piangere.
Oppure di sbattere la testa contro il volante della mia jeep, sperando di spaccarmi la testa.
Scelgo piuttosto in fretta l'azione meno dannosa.
Cominciò a ridere, con una risata stridula, leggermente affannosa e acuta, mentre con le mani, che non riesco a tenere ferme mi torturo la cute, scompigliandomi i capelli già stravolti di loro.
La vita fa schifo.
La signora vita è veramente cattiva.
Non bastava naturalmente avere a che fare con creature sovrannaturali ogni tre per due, rischiare la vita un giorno sì e l'altro pure, essere picchiato, seviziato ed inoltre quasi ammazzato da un branco di alpha  con seri problemi di gestione della rabbia.
Non bastava inoltre, rendersi conto che l'amore di una vita, Lydia Martin, quella Lydia al quale dichiaro amore eterno dalla terza elementare, si sia rivelata molto meglio come migliore amica che come potenziale compagna.
Naturalmente no.
Oltre al danno la beffa.
Essere attratto sessualmente da qualcun' altro è una bella cosa, dovrebbe essere una bella cosa.
Scoprirsi per la prima volta interessato a qualcuno che non è Lydia è una splendida cosa.
L'attrazione diventa una brutta cosa quando sei attratto da lui.
Io, adolescente logorroico e iperattivo, che ho fatto del blaterare discorsi sostanzialmente inutili un arte, mi ritrovo con la voglia di saltare addosso a un licantropo sentimentalmente represso, con seri problemi a fidarsi delle persone.
Proprio ora, che mi sentivo in qualche modo di essere riuscito a stabilire un legame, di essergli diventato amico, in un certo senso.
Anche se non nel senso convenzionale del termine.
Se le sue minacce sullo squartarmi la gola si possono considerare chiacchierate tra amici, io e lui siamo sulla buona strada.
Diamine, potrebbe prendere il posto di Scott come mio migliore amico.
Probabilmente l'attrazione che provo dipende dal fatto che lui sta per prendere il posto di Scott come mio nuovo migliore amico , quindi io sento l'assoluto bisogno di abbracciarlo e probabilmente stuprarlo.
Blocco il flusso di pensieri più idioti del solito in un modo molto semplice.
Utilizzando l'altra opzione.
Sbatto la testa con forza contro il volante, facendo risuonare il clacson.
Ed è tutta colpa di ciò che è accaduto due settimane fa.
Chi voglio prendere in giro.
Sono attratto da Derek Hale.
 
2 settimane fa
Beacon hills è stranamente tranquilla, insomma, per quanto possa essere tranquilla una cittadina che ha all'attivo il record per maggior numero di creature sovrannaturali nei propri confini.
Va tutto bene, stranamente è tutto dannatamente normale, fino a quando Scott piomba in casa mia.
E' un venerdì pomeriggio qualunque, l'inizio di un weekend all'insegna della noia e di serate passate a giocare ai videogame, ed io ancora non sapevo che quel giorno sarebbe stato l'inizio del mio tormento.
<< Stiles, abbiamo un problema. >> già da questa frase, con la quale Scott si presenta trafelato a casa mia dovrei capire in che quali guai mi sto cacciando.
A quanto pare una strega si è messa in testa di trasferirsi nei pressi del Nemeton e di utilizzarlo come fonte per i suoi dannatissimi incantesimi.
Io e Scott armati di mazza, artigli e buona volontà ci troviamo costretti ad andare a parlare con la donna, cercando di dissuaderla.
Al nostro arrivo ci ritroviamo davanti ad una capanna nel bosco, poco distante dalla radura dove si trova la fonte dei nostri inesauribili problemi.
La donna che ci apre assomiglia a tutto tranne che una strega e ci sbatte la porta in faccia ancor prima di darci possibilità di parlare, capendo piuttosto in fretta per quale motivo siamo lì.
Scott decide in fretta di passare alle maniere forti, cercando di abbattere la porta con colpi di artigli precisi, ma una specie di muro impedisce ai suoi colpi di andare a segno.
La strega, disturbata dai rumori emessi da Scott esce nuovamente fuori, aprendo la porta.
Fissandola ci fermiamo entrambi, sperando che voglia parlare con noi del problema in maniera diplomatica, ma ehi, quando mai le cose vanno come voglio?
In meno di tre secondi io e Scott ci ritroviamo a correre per la foresta, cercando si sfuggire ad un Golem fatto di fango e terra, evocato dalla strega per allontanarci.
Corriamo, con Scott che rallenta per tenere il mio passo, fino a quanto arriviamo alla mia jeep.
Scott inizia a correre portandosi dietro il Golem, io faccio la prima cosa che mi viene in mente.
Chiamo Derek.
Fortunatamente il lupo solitario ricorda di aver un telefono, e dopo avergli spiegato la situazione, in un tono di voce alquanto agitato, promette di arrivare più in fretta che possibile, con Peter al seguito.
Passo il tempo andando in preda al panico avanti ed indietro per la strada aspettando l'arrivo dei due.
Sorrido leggermente ripensando alle ultime parole di Derek.
"Cercate di non farvi ammazzare"
Può fare il sourwolf quanto vuole ma noi siamo suoi amici, alla fine.
Quando arrivano emetto un sospiro di sollievo, per poi iniziare a gesticolare come mio solito, cercando di spiegare sommariamente ed in maniera esauriente la situazione.
Li seguo nel bosco quando iniziano a seguire l'odore del mio amico, o almeno ci provo, dato che i licantropi sono loro e solo loro possono seguire la pista lasciata da Scott.
Li perdo in fretta di vista, e quando li ritrovo stanno combattendo contro il Golem.
Scott non si vede in giro,  Peter e Derek sono troppo presi dal combattimento per accorgersi di me.
Arrivo in tempo per vedere Derek sparire dentro il corpo fangoso del mostro.
Trattengo il respiro pronto per attacare con la mia inutile mazza, per tentare di combattere, quando vedo il mostro esplodere dall'interno, letteralmente.
Si affloscia lentamente in una montagnola di fango fumante e da lì esce quella che diventerà la mia dannazione.
Scott e Derek emergono dal mucchio di fango completamente ricoperti dalla sostanza viscida.
La prima cosa che entrambi fanno è eliminare il fango dal viso per poi togliersi la maglietta per usare la parte interna per pulirsi alla meglio.
I miei occhi non possono fare a meno di abbassarsi e fissarsi sui muscoli sodi dell'addome del lupo, che stranamente hanno sempre calamitato la mia attenzione.
Sono sodi e perfettamente visibili, tanti piccoli quadratini uno sopra l'altro,  ora disegnati di strisce scure di terra, che esaltano il colore abbronzato della pelle tesa.
Una sensazione di calore piuttosto familiare dilaga nel mio basso ventre mentre continuo a fissare in maniera attenta i muscoli del licantropo e non posso fare a meno di rimproverarmi mentalmente.
Sono finito.
 
Sono passate due settimane da quel giorno maledetto, ma il mio cervello non ne vuole sapere di dimenticarsi del fango sul corpo del licantropo.
La strega siamo riusciti a cacciarla, grazie ad una gentile concessione di Peter, che appartandosi nella capanna per una chiaccherata con la donna, l'ha convinta ad andarsene.
Sono piuttosto curioso sul metodo che può aver utilizzato, anche se non sono sicuro di voler sapere esattamente cosa abbia fatto, e tutto è tornato come prima, tranne il fatto di un piccolo problema.
Derek.
Ogni volta che lo incontro, ogni volta che io e Scott andiamo da lui per fargli compagnia nella mia mente si fanno strada i suoi addominali, ed io inizio a straparlare, più del solito almeno, costringendo Derek ad aumentare le amichevoli minaccie al mio indirizzo.
E la cosa a quanto pare è palese.
Persino Scott, il mio tonto Scott si è reso conto che qualcosa non va.
Ed è colpa sua se ora sono davanti al loft.
Gli ho spiegato la faccenda, dopotutto lui è il mio migliore amico, e devo ammettere che dopo essermi spiegato, aver parlato con lui, mi sono liberato di un peso, ammettendo anche che la mia piccola cotta per Derek va avanti da più tempo di quanto io possa immaginare.
Probabilmente dalla volta in cui l'ho salvato in quella piscina, impedendogli di affogare.
Sono sempre stato piuttosto confuso su dove indirizzare i miei ormoni e il continuo salvarsi a vicenda non ha aiutato.
Sta di fatto che Scott, per quanto stupito, mi ha consigliato di risolvere la faccenda, non importa in quale modo, cercando almeno di non rovinare lo strano equilibrio che si è creato nel branco dopo l'ascesa di Scott come Alpha.
Il loft in questo momento mi sembra una cosa irraggiungibile, non riesco minimamente a decidermi, scendere e cercare di parlare con Derek in maniera contenuta.
Il mio cellulare squilla.
Sobbalzo in maniera assurda, sbattendo la testa tanta è la forza del salto, mentre le mani rischiano di far cadere in terra l'oggetto del mio spavento.
E' un messaggio di un numero conosciuto
Apro il messaggio ancora con il cuore a mille.
 
Decidi, o vieni al loft o te ne vai.
I tuoi pensieri sono rumorosi e fastidiosi, si sentono fino a qui.
 
Sgranando gli occhi sento i battiti accelerare esponenzialmente, e sono ancora piuttosto indeciso se scendere o meno.
Ho affrontato un licantropo psicotico e una cacciatrice fuori di testa, un kanima, un branco di Alpha e un Darach e ora tentenno di fronte ad una chiacchierata con Derek, che pur minacciandomi di morte non ha mai fatto altro che sbattermi da una parte ad un altra.
E bisogna ammettere che non mi dispiaceva per nulla essere sbattuto in giro e sentire il suo corpo premuto contro il mio.
Coraggio Stiles.
Con un profondo respiro apro lo sportello e scendo in fretta, cercando di evitare ripensamenti che sono sicuri uscirebbero fuori dalla mia testa bacata.
Una chiacchierata non sarà così male, no?
 
Cosa diamine stavo pensando?
La chiacchierata si sta rivelando più ardua del previsto, soprattutto per il fatto che io non parlo come al solito, sono troppo impegnato a cercare di placare il battito forsennato del mio cuore, che da quanto ho aperto il messaggio, supera i cento battiti al minuto.
Se aggiungiamo che l'altro partecipante alla conversazione è Derek, lo stesso Derek che comunica prettamente con grugniti e sbuffi, il nostro dialogo è più che altro un silenzio imbarazzato.
<< Stiles, che diamine vuoi? >> chiede Derek spazientito, dopo qualche minuto ad aspettare che io apra bocca, inutilmente.
Faccio per parlare, apro la bocca pronto a dar voce ai mille pensieri che ho per la testa, quando veloce e fulminea l'immagine che ormai mi tormenta sia di giorno che di notte, fa la sua gloriosa entrata in scena.
Gloriosa perché l'unico aggettivo che si può affiancare all'immagine degli addominali di Derek è questo.
Mi si secca la gola, è sono costretto a chiudere la bocca, per evitare che la poca saliva rimasta coli a terra.
Arrossisco fino alle orecchie, e sono sicuro che i battiti siano aumentati se possibile.
Vedo il licantropo stringere le nocche, irritato dal mio silenzio, o più probabilmente dalla mia presenza, visto che sono seduto sul suo divano senza ragione apparente.
Scuotendo il capo, mi rendo conto che oggi probabilmente non risolverò niente, mi alzo e faccio per andarmene.
Derek si alza a sua volta, ma non dice nulla, mi osserva e basta, almeno finché non arrivo alla porta.
<< Che cosa vuoi, Stiles? >> sembra stanco, come se stare nella stessa stanza con me per dieci minuti gli abbia risucchiato tutta la vita.
Non posso fare a meno di voltarmi e guardarlo in faccia, attratto dal suo viso, dagli occhi spettacolari di quel colore indefinito, che non è verde ma neanche grigio, un colore altalenante e ipnotico.
Lo sguardo che mi dedica è preoccupato, come se avesse capito che qualcosa non va, anche se è corrucciato come suo solito, una sorta di scudo per impedire di essere ferito nuovamente.
Ma io, che lo osservo, sono perfettamente consapevole che io e Scott, siamo per lui, in maniera strana e alquanto bizzarra, la cosa più simile ad amici per lui da molto tempo.
Quindi di certo non posso rivelargli che sono attratto da lui, rovinerei tutto.
<< Non ti preoccupare, nessun problema. Ero venuto per avvisarti di una cosa su Scott ma me la sono dimenticata quindi era probabilmente inutile. E sì, ti ho fatto perdere venti minuti della tua vita, lupo solitario e se possibile vorrei andarmene e saltare la parte in cui mi minacci, anzi in cui minacci la mia gola ed andarmene, visto che ho da fare altre cose >> dico sparlando in fretta di cose assolutamente inutili e senza senso probabilmente, non fermandomi nemmeno per prendere fiato, rischiando di morire di asfissia.
Finito il mio sproloquio decido di alzare i tacchi ed andarmene in fretta, senza aver concluso nulla, mentre sento lo sguardo penetrante del licantropo seguirmi fino all'auto.
 
E' passata un'altra settimana inconcludente da quel disastroso giorno in cui sono andato a casa del licantropo, non risolvendo nulla.
I giorni sono andati avanti lenti e noiosi, più del solito, non essendoci stato nulla di preoccupante e fuori dal normale.
Per passare il tempo sono perfino arrivato ad andare a fare shopping con Lydia e Allison, pentendomene amaramente dopo nemmeno dieci minuti, ma costretto a rimanere dopo aver dato la mia parola.
Tutti si sono resi conto che qualcosa non va, però saggiamente hanno tenuto la bocca chiusa, evitando di girarmi intorno per evitare di essere trascinati in conversazioni senza fine e senso compiuto.
Non ci posso fare nulla, non è colpa mia, quando sono agitato non posso fare a meno di straparlare.
E' una cosa naturale.
Derek non si è fatto vivo, neanche per allenarsi con Scott, ed io non lo vedo da quel giorno.
Ormai la mia ossessione, perché è questo che è diventata, inutile negarlo, è peggiorata, ora non lo sogno solo la notte, in ogni posizione immaginabile e non, ma anche di giorno lo vedo ovunque.
Ed il fatto che in città diluvi da tre giorni non aiuta, perché il fango, quella maledetta poltiglia, è ovunque, e il mio malato cervello riesce solo ad immaginarlo steso sul corpo muscoloso e appetibile di Derek, che esalta il colore della pelle ed i suoi dannati muscoli.
Sto dando di matto.
Ormai anche Scott mi evita accuratamente nei momenti in cui mi vede assorto, completamente imbambolato nel fissare i mucchi fangosi che si trovano ovunque.
Credo di star iniziando a covare un principio di depressione, essendo solo le nove di sera, e mi ritrovo sdraiato sul letto, con la testa che ciondola dal bordo, senza la minima voglia di alzarmi e fare nulla, se non fissare il vuoto, ascoltare la pioggia che cade contro il vetro della finestra e pensare a Derek.
A Derek e al suo fisico e alla dannata voglia di fare sesso con lui , a Derek e ai suoi occhi cangianti, al suo strano modo di preoccuparsi di noi.
Penso al suo carattere burbero e ai suoi modi scostanti, ai suoi silenzi che dicono così tanto, al suo essere dannatamente irritante.
Ad ogni volta che è venuto in nostro aiuto.
Penso anche alle perenni minacce, che ormai non hanno più significato.
E stranamente, tutto questo mi piace.
Mi tiro su di scatto, sentendo il cuore battere a mille, il respiro affannoso e incostante, mentre tremante e con gli occhi sbarrati mi porto la mano alla bocca aperta.
Non sono attratto da Derek.
Almeno non solo in quel senso.
Credo di amarlo.
Sconvolto da tutto faccio la prima cosa che mi viene in mente.
Che probabilmente è anche molto stupida.
Prendo il cellulare è cerco un numero che ormai so a memoria, avendo fissato il contatto un centinaio di volte.
Digito sul touch freneticamente, scrivendo delle parole dettate più dall'agitazione che dal buon senso.
 
Devo assolutamente parlarti.
E' una cosa vitale, per favore, vediamoci il prima possibile.
 
Appena il messaggio viene inviato mi rendo conto della cavolata appena messa in atto.
Lascio cadere il cellulare, sperando che il sourwolf si sia dimenticato del suo, o che magari l'abbia distrutto per sbaglio.
Comincio a rilassarmi quando dopo una mezz'ora passata a fissare il cellulare in attesa, questo non squilla, quindi mi allontano per avvicinarmi al computer quando il suono familiare di un messaggio ricevuto mi fa voltare così in fretta da farmi cadere con il sedere a terra.
Fisso male il cellulare sul letto, che con il led che si illumina ad intermittenza, avvisandomi del messaggio, sembra prendermi in giro.
Mi avvicino con cautela per prenderlo dal letto e apro in fretta il messaggio, timoroso.
 
Arrivo.
 
Solo questo, non un problema, ne un perchè, subito disponibile per vedere cosa ha da dirgli un ragazzino.
Ma è proprio questa una delle caratteristiche migliori di Derek, se conquisti la sua fiducia ottieni la sua lealtà.
Quando il mio cervello, ormai impantanato su quanto Derek sia gentile e leale, si rende conto del contenuto del messaggio, sbianco.
Perché "arrivo" può voler dire solo una cosa, e cioè che lui sta arrivando qui, ora, in questo preciso istante.
Entro in panico, in automatico.
Inizio a muovermi freneticamente per la stanza, spostando oggetti e vestiti a caso, cercando di sistemare e dare un idea di maturità a quella che è la camera di un teenager, come possono dimostrare i poster appesi ed il computer aperto su un gioco di ruolo.
Poi sento qualcuno bussare lievemente alla finestra e tutto rallenta, fino a fermarsi del tutto.
Mi giro verso il suono, e vedo una sagoma nera accovacciata, che aspetta irritata che io apra.
Mi scapicollo verso la finestra aprendola, chiudendola appena Derek entra, per evitare che la pioggia scrosciante bagni il pavimento.
Cosa inutile, perché Derek, bagnato fradicio, gocciola con i vestiti che fanno acqua da tutte le parti.
Lo osservo meglio, rendendomi conto che ha le scarpe sporche di fango, ed anche i pantaloni, con schizzi melmosi che arrivano fino alla cintola.
<< Come diavolo hai fatto a ridurti in questa maniera, ti sei rotolato in un porcile? >> chiedo continuando a fissare interessato il fango che gli sporca i pantaloni, trovandomi a fantasticare su come possa essere senza jeans, con le gambe nude e striate di terra.
Mi riscuoto solo per sentirlo rispondermi.
<< Sono passato per il bosco >> dice solo, fissandomi con un sopracciglio inarcato, come a chiedersi il perché delle mie domande idiote.
<< Sei passato per il bosco a piedi? >> chiedo con la voce strozzata, chiedendomi il dannato motivo di tutto questo.
L'unica risposta che ottengo è un leggero annuire della testa, mentre Derek continua a scrutarmi con occhi attenti, aspettando che io dica qualcosa.
Faccio per domandargli il motivo di questa stupidata quando mi ricordo di una cosa detta da mio padre prima di uscire per il turno di notte.
"Stiles, io vado, esco prima, perché con questo diluvio è tutto bloccato, e per arrivare in centrale ci metterò un secolo"
Mi si ferma il respiro e non riesco più a connettere nulla, riesco solo a pensare che Derek, il burbero licantropo, si sia fatto la strada dal suo loft fino a qui di corsa, sotto la pioggia e nel bosco, solo per venire a sentire cosa avevo da dirgli, evitando la macchina per arrivare il più in fretta possibile.
Dio, sono innamorato di lui.
Non penso neanche ora, agisco di istinto, mentre avanzo in fretta verso di lui, che ora mi fissa preoccupato.
Non mi rendo minimamente conto dell'azione idiota che sto per compiere, so solo che voglio farlo.
Sono sempre più vicino a lui, e quando mancano pochi passi vedo Derek aprire la bocca per domandarmi qualcosa probabilmente, ma io non gli do il tempo di fare nulla.
Questo perché mi slancio in avanti, appoggiandomi alle sue spalle bagnate, per chiudergli la bocca con le mie labbra, muovendole impacciato, non sapendo bene che fare, spinto solo dal bisogno e dal desiderio di essergli vicino.
Derek è immobile sotto le mie labbra, probabilmente troppo stupito e scioccato per fare altro, e quando faccio per staccarmi, pronto a subire la sua vendetta e a venir sbattuto contro il muro, lo sento improvvisamente riprendere vita per tirarmi con forza in avanti, così che possa sentire il suo corpo tonico, che mi stringe con le mani dietro la schiena, spingendomi contro di lui.
Non so bene come spiegare quello che succede dopo, ma di una cosa sono sicuro.
E'... bagnato. 
E' bagnato il corpo che mi stringe a sé, con i suoi abiti inzuppati di pioggia, che lentamente e poco a poco sta bagnando anche me.
E' bagnato il bacio, un complesso e intricato incontro di labbra, denti e lingue, in cui mi perdo volentieri, seguendo lui, molto più esperto di me, in questa danza umida e da capogiro.
Quando dopo un tempo che a me pare infinito ci separiamo, si separano le nostre labbra, lentamente ed in maniera sensuale, con le sue che ancora aleggiano sulle mie, anche se ora siamo separati. 
Lo fisso con le palpebre socchiuse, le labbra aperte in cerca del respiro che mi è stato negato durante il bacio, rosse e bagnate, ora unico ricordo del calore di prima, umide di me e di lui insieme.
Sono in stato penoso, e lo fisso come un ubriaco, ma mi riprendo in fretta, vedendo quegli occhi ora verdi fissarmi con qualcosa che assomiglia alla rabbia.
Mi stacco definitivamente da lui, mettendo una una certa distanza tra di noi, e lo fisso cercando le parole per esprimermi.
Non faccio in tempo a parlare, semplicemente perché lui mi precede.
<< Perché? >> chiede con voce atona, una sola parola, che però io so contenere significati reconditi, troppi.
Perché l'hai fatto? Perché hai dovuto rovinare tutto? Perché hai dovuto cambiare questo rapporto che iniziava a funzionare? Perché proprio io? Perché, solo Perché.
Ed io a questi perché non ho una risposta, almeno non una risposta compiuta, per il semplice fatto che quello che ormai sono sicuro di provare per lui non ha una risposta.
Almeno non una sola.
Lo fisso con le labbra strette, cercando di mettere in questo sguardo tutto quello che provo per lui, tutto ciò che al momento sto avendo il coraggio di mostrare.
Perché, anche se io parlo sempre, so che a volte gli sguardi valgono più mille parole, e che gli occhi sono lo specchio dell'anima.
Non mentono.
Sopratutto per me, che non sono in grado di mentire, e che ora di parole non ne ho.
Non ne ho io, che del parlare ho fatto la mia difesa, la mia arma più potente.
In questo momento sono solo ed inerme davanti a lui, senza nessuna difesa, come non mi capitava da anni.
Senza nessuna parola a distrarre dalla verità.
Solo io e i miei sentimenti per lui.
Che a quanto pare non bastano.
Vedo il suo sguardo adombrarsi in fretta, capendo quello che voglio da lui, ma non basta, non basta e non basterà, non a lui che è rimasto scottato troppe volte da chi avrebbe dovuto proteggerlo.
Si volta senza una parola, silenzioso, apre la finestra ed esce, lasciando entrare l'acqua piovana.
Da quel bacio ho capito una cosa, anche Derek mi vuole, per qualche strano motivo, per la buona volontà del karma, Dio e chi ne ha più ne metta, mi vuole.
Ma ha paura, e la paura di essere nuovamente ferito, lo rende codardo.
Senza pensarci più di tanto dico la prima cosa che mi viene in mente, una citazione pronunciata dal nuovo professore di letteratura.
Ci vuole coraggio, nell'amore e nella vita, il coraggio è una costante fissa.
<< Per essere felici ci vuole coraggio, Derek >>dico, e sono sicuro che l'ha sentito con il suo udito da licantropo.
Rimango fermo a guardare l'acqua che entra dalla finestra, per poi riscuotermi e chiuderla.
Mi butto sul letto e chiudo gli occhi, solo questo.
 
Dal bacio rubato nella mia camera sono passati quattro giorni, quattro giorni nei quali Derek è sparito, non solo per me ma anche per Scott e Deaton.
Tutti sembrano essersi resi conto che qualcosa non va, anche se io ho il mio perenne sorriso e la mia parlantina pare essersi sciolta ancora di più, le persone che mi sono vicine fanno pressioni per capire.
Mio padre è preoccupato, e stranamente non fa storie sulla dieta, non cerca neanche di contrattare, lasciandomi fare, senza mettere bocca o lamentarsi.
Vuole solo sapere cosa succede.
Allison e Lydia, capendo che qualcosa di grosso è in ballo mi si sono attaccate, cercando di estorcermi informazioni, senza riuscirci, ottenendo solo parole inutili e frasi che le confondono ancora di più.
Scott è quello che mi preoccupa di più.
Lui pur non sapendo ciò che è accaduto a casa mia, è consapevole di quello che provo, almeno in parte per Derek.
E non ci metterà molto a fare due più due, pur essendo non esattamente una cima in queste cose.
Ma prima o poi ci arriverà ed ho paura delle conseguenze.
Con un sospiro leggero, sposto lo sguardo verso la cattedra, dove il nuovo professore di letteratura sta spiegando un capitolo di non so quale libro.
La mia testa è da tutt'altra parte, impegnata in un mondo tutto suo a pensare dove possa essere finito il mio bel licantropo.
Perché sì, nella mia mente Derek è mio, anche se mi ha rifiutato pesantemente e in maniera inconfondibile.
Ho provato diverse volte a chiamarlo al cellulare, ma non risponde, lascia squillare a vuoto.
Sicuramente non vuole sentire le mie scuse.
Anzi, probabilmente non vuole nemmeno vedermi.
Sono pronto a scommettere che per impedirmi di andare a trovarlo si sia trasferito in Sud America dalla sorella, in modo da mettere quanta più distanza da me, il ragazzino logorroico.
Che per la cronaca non può fare a meno di sognarlo ancora la notte, e di eccitarsi per quegli stupidi sogni.
Il solo ripensare a quello che il mio incoscio mi spinge a sognare, sento il cuore aumentare i battiti e il sangue salire al viso, fino a far diventare rosse persino le orecchie.
Sono un maniaco, è assoldato.
Potrei scrivere un porno e girarlo con tutto il materiale che ho sognato in questi giorni.
Distratto dai miei pensieri dall'atterrare di qualcosa sul mio banco, abbasso lo sguardo, fissando la pallina di carta ferma davanti a me.
Guardando intorno vedo Scott fissarmi, e capisco che è il mittente del foglietto.
Lo apro e leggendo ciò che c'è scritto sopra divento se possibile ancora più rosso.
 
Tutto bene?
Amico, stai male?
Sei veramente rosso.
 
Annuisco convinto in direzione del mio migliore amico, ma lui non se la beve, e con un gesto veloce mi fa capire che è arrivato il momento di parlare, parlare veramente.
Capendo di non poter più fuggire dalla verità mi abbasso sulla sedia, annuendo questa volta rassegnato.
Passo il tempo che mi separa dal suono della campanella cercando di pensare a un discorso sensato per spiegare a Scott il più semplicemente possibile la situazione.
E va male, la spiegazione, va dannatamente male, sia per colpa mia, che straparlo più del solito, dicendo cose inutili e particolari che a quanto pare Scott non vuole sentire, ma anche per colpa sua, che sapendo il modo in cui Derek mi ha lasciato in camera, vuole andare a parlagli.
<< Hey amico... tranquillo, nessun problema, non è nulla, dopotutto non è la prima volta che Stiles Stilinski viene rifiutato. Diamine, Lydia lo ha fatto per anni, e non mi sembra di aver avuto problemi, tutt'altro.
Il rifiuto di Derek non mi cambierà la vita. Forza, muoviti, dobbiamo andare a lezione, in modo che io possa infastidire un pò di gente per passare il tempo. >> mentre dico queste parole mantengo sul volto il sorriso che ha fatto per anni disperare i cittadini di Beacon Hills, fingendomi allegro e spensierato, per nulla toccato da ciò che è successo, quando invece dentro mi sento in tutt'altro modo.
Mi sento oppresso, come se qualcosa dentro di me marcisca lentamente, e l'oscurità onnipresente nel mio petto si estenda, un pezzo per volta, rendendomi difficile respirare.
Come una bestia sotto pelle, è sempre stata lì, pronta a farsi avanti nel momento in cui sarei crollato, per uscire fuori e travolgere tutto.
Non mi sentivo così da anni, da quando mia madre è morta.
E' anche peggio.
E Scott lo capisce, lo percepisce, lui che è la mia ombra dal nostro primo incontro, il mio migliore amico, la persona che insieme a mio padre mi ha tirato fuori dal baratro in cui ero caduto dopo la morte di mia madre.
La persona che come me ormai ha un cuore di tenebra.
Lo capisce ma non dice nulla, rispettando la mia volontà e dandomi una semplice pacca sulla spalla, per darmi il sostegno di cui ho bisogno.
Mentre ci dirigiamo verso l'aula di matematica sento la mano di Scott stringere leggermente la spalla.
<< Fa sempre male quando qualcuno se ne va >> dice semplicemente, ed io non posso a fare a meno di chinare la testa, trattenendo le lacrime che da quando Derek se ne è andato premono per uscire.
Lo so Scott.
Fa dannatamente male.
 
Una settimana esatta dal nostro bacio ed il tempo è lo stesso di quella maledetta sera.
Stesse nuvole cariche di pioggia, scure e gonfie, stessi tuoni rombanti e stessa quantità industriale di fango.
Tutto sommato il mio cervello iperattivo continua ad inviarmi di notte i soliti sogni a luci rosse, con protagonista il licantropo scontroso, i suoi addominali e del sesso selvaggio nel fango.
Credo di aver sviluppato un imbarazzante feticismo per il fango, e sono abbastanza onesto da ammetterlo con me stesso.
Dopotutto è grazie a lui che la mia libido si è risvegliata, a lui che si abbina dannatamente ben con gli addominali di Derek.
Non posso fare a meno di pensare a lui in questi termini, anche se mi ha scaricato in maniera definitiva.
Diamine, sono un adolescente con gli ormoni in perenne stato di agitazione, è impossibile non fantasticare su un corpo del genere.
Penso a tutto questo mentre cerco di portare a termine il tema di economia, anche se dubito che le schifezze che ho scritto possano essere considerate legali.
Mio padre mi dovrebbe arrestare solo per aver scritto cose del genere.
Il coach Finstock si dovrà accontentare, almeno non ho scritto nuovamente un saggio sulla circoncisione maschile, dovrebbe essermi grato solo per questo.
Continuo a scrivere le cose più disparate quando il suono sordo di qualcosa che sbatte contro la finestra mi fa sussultare violentemente, rischiando di farmi cadere dalla sedia.
Mi volto e quasi mi prende un'infarto vedendo la figura scura accovacciata fuori dalla finestra.
Il mio primo istinto è quello di aprire all'anima pia all'esterno, che al momento sta affogando.
Quando la figura a me familiare si alza in tutta la sua altezza, non posso trattenere un singulto.
<< Derek? >>  sussurro scioccato,aspettandomi chiunque, e con chiunque intendo tutto l'allegro branco e Peter risorto, ma non lui.
Questa scena mi è familiare, fin troppo, lui bagnato fradicio che entra dalla finestra ed io davanti a lui.
Solo che spero non andrà a finire come l'altra volta.
Il mio piccolo cuore non è pronto per essere calpestato.
<< Che ci fai qui? >> chiedo fissandolo attentamente, mentre lui non apre bocca, continuando a fissarmi imperturbabile.
Comincio ad irritarmi, avendolo qui di fronte a me in silenzio, che non dice nulla.
Perché si è presentato qui sapendo quello che io provo per lui?
<< Ho trovato il coraggio >>  ammette continuando a fissarmi negli occhi, fermo nella sua posizione stoica.
Trattengo il respiro, sperando e pregando che tutto questo sia reale, e non un sogno ad occhi aperti.
<< Per cosa? >> chiedo piano, andando con i piedi di piombo.
Lo sto trattando come una belva feroce, a buon ragione, avvicinandomi lentamente e sperando che sia lui a venire da me, questa volta.
<< Per essere felice >> ammette.
<< Avevi ragione >> sembra dire queste parole a fatica, ed io so che è così.
Sento l'oscurità che lentamente si ritira, ritornando a rintanarsi in quel luogo buio, il suo posto, mentre Derek si affida a me, si fida di me fra tutti.
<< Ero arrabbiato con te perché avevi scosso tutto, come tuo solito, sei arrivato, ti sei insinuato nella mia vita con prepotenza e quando ho cominciato a tollerarti hai deciso di cambiare tutto, di nuovo... >> la sua voce è sempre più bassa, un sussurro roco e sensuale, che mi fa venir voglia di saltargli addosso << Ti sei imposto nella mia vita, diventando una costante. >> distrae per un momento lo sguardo, corrugando la fronte e cercando le parole.
<< Ho deciso di darti fiducia, anche se sei una ragazzino e potresti cambiare idea, in fretta. >>
Lo fisso sbattendo le palpebre freneticamente, incredulo per ciò che ha detto, per ciò che ha ammesso.
Muovo la testa a destra e a sinistra in modo convulso, dicendogli con il corpo che no, non cambierò idea.
Sento le labbra tirare in modo stupido verso l'altro, in un sorriso idiota e imbarazzante, così comico che persino a lui scappa un leggero sorriso, un semplice arricciarsi sbilenco delle labbra.
<< Questo è il discorso più lungo che tu mi abbia mai fatto. >>
E come al solito, ho sparato la prima cosa che mi è passata per la mente.
Lo vedo scuotere sconsolato la testa, per la mia brillante risposta al suo discorso.
Strizzo gli occhi, già pronto per sentirlo andare via, o per lo meno essere sbattuto contro il muro, quando sento delle dita fredde alzarmi il mento.
E poi sento le sue labbra sulle mie, in un bacio leggero che si approfondisce con lentezza.
Non penso a nulla, mi lascio andare a tutto ciò che ha da darmi.
 
Accarezzo assorto i pettorali di Derek, mentre stiamo sdraiati nel mio letto, completamente rilassati.
Finalmente ho potuto constatare che i suoi addominali sono sodi come sembrano.
Non è neanche l'alba, ma so che fra poco lui se ne dovrà andare, per evitare che la nostra relazione, iniziata a malapena da sei ore, venga brutalmente interrotta da mio padre di ritorno dal turno di notte e la sua pistola di ordinanza.
Questa notte ho perso il conto di quante volte gli ho sussurrato il mio amore, nascondendo il viso arrossato sotto i cuscini, nella sicurezza del buio, dove anche lui si è lasciato andare.
Appoggiandomi con il viso sulle braccia, lo fisso interessato, semi sdraiato su di lui, mentre con un dito accarezzo la linea della mascella e la leggera barba che la ombreggia.
<< Sto per dire una cosa stupida. >> avverto Derek, sollevando un angolo della bocca, in un ghigno leggero.
Lui inarca un sopracciglio, in attesa.
<< Voglio andare a fare un angelo di fango, dopotutto è grazie a lui se io mi sono accorto che sotto sotto il sourwolf è un uomo splendido. >>
Sento Derek sbuffare, mentre sento un "idiota" imbarazzato è divertito in sottofondo.
<< Hey, guarda che è vero, se quel Golem di fango non ti avesse mangiato e poi risputato io probabilmente non mi sarei reso conto dello splendido e adorabile uomo nascosto sotto strati di acidità. Probabilmente avrei parecchio materiale per diventare il miglior sceneggiatore porno al mondo. Tu con del fango sparso ovunque saresti un soggetto niente male su cui filmare. Anche se poi dovrei bruciare tutto. Sai, sono un tipo geloso, io. >>
Mi guarda come se fossi un idiota, che al momento sta farfugliando sciocchezze, ma io convinto apro la bocca, pronto a esibirmi in uno dei miei sproloqui infiniti su quanto su lui sia assolutamente perfetto ed eccitante, quando lui mi prende per il mento e mi avvicina a lui.
<< Stai zitto Stiles. >> sussurra prima baciarmi dolcemente e lentamente, chiudendomi la bocca.
Essere zittito non è mai stato più bello.




Bè, non ho molto da dire su questa storia, tranne che è partecipante ad un contest.
Fatemi sapere le vostre opinioni.
Un ultima cosa : La Sterek è cosa buona e giusta.
daisys
   
 
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