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Autore: Iaiasdream    15/11/2014    1 recensioni
Venus Rupestri frequenta il collegio Amoris, rinomato in tutta la regione.
innamorata da tre anni del figlio del preside si ritroverà ad essere ricambiata da quell'amore, per lei, impossibile. Ma, quando finalmente pensa di aver trovato la vera felicità, qualcuno giunto da lontano le stravolgerà la vita. Chi sarà? cosa nasconde, ma soprattutto cosa vuole da Venus?
Genere: Drammatico, Erotico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Debrah, Debrah, Dolcetta, Nathaniel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Baka Time: Ciao ragazze!!... come al solito, mi scuso per il mio increscioso ritardo. Questa nota doveva far parte del primo capitolo, ma ovviamente il mio cervello lo ha dimenticato. Per il momento non so cosa dirvi, anzi, qualcosa avrei da dire: innanzitutto ringrazio chi ha inserito questa storia tra le preferite, e chi l’ha recensita (GRAZIE DI <3 ); poi vorrei avvisarvi che q     uesta mia, non sarà come le altre, nel senso che il ragazzo non si innamorerà subito della sua anima gemella e via discorrendo, diciamo che la storia seguirà un filo lungo lungo… e ora è meglio fermare i polpastrelli, altrimenti scriverò troppo.
Spero che vi appassioni. Non preoccupatevi continuerò tutte le altre storie, e… un bacione a tutte, e alla prossima!... Ah! Naturalmente fatemi sapere cosa ne pensate, fa sempre piacere :-*
 



AVVERTIMENTI, O...
 



- Mi piaci - lo aveva detto di nuovo, e di nuovo, quegli occhi cenere avevano sorriso quasi beffardi, sbirciando dietro alcune librerie distanti da quella dov'erano i due. Non persero neanche un attimo di quella scena che si faceva più scottante, infatti, dopo che la ragazza aveva espresso i suoi sentimenti quasi con supplica, il figlio del preside, le aveva sorriso, e senza darle alcuna risposta le aveva riafferrato il volto fra le mani, tirandola a se e facendo incontrare una seconda volta le due labbra. La ragazza dapprima sembrò titubante, poi però si concesse a quel bacio, abbracciando il ragazzo.
Fu in quel momento, che il proprietario degli occhi tempestosi, distolse lo sguardo rendendosi conto che non era il caso di continuare ad osservarli. Aspettò un po'  per non fare rumore e attirare così l'attenzione. Quando sentì: - Mi piaci anche tu -, sorrise e se ne andò senza farsene accorgere.
Non appena fuori, a qualche metro di distanza incontrò il preside che lo chiamò a gran voce.
- Allora, Giordani, la biblioteca è stata di suo gradimento?
- Non l'ho visitata tutta - rispose il giovane, atteggiandosi a smarrito.
- E perché, aveva tutto il tempo a sua disposizione...
- Beh, ecco... diciamo che c’erano alcuni allievi intenti a studiare e non ho voluto infastidirli - mentì spudoratamente, lasciandosi scappare un lieve sorrisetto ironico. Il panciuto preside, non si accorse di nulla, e continuò il suo brontolare.
- Vorrei tanto sapere che fine abbia fatto mio figlio... in questo modo non ha potuto iscriversi al club di letteratura.
- Oh, non si preoccupi, signor preside. Non ho assolutamente intenzione di iscrivermi a nessun club - intervenne Castiel senza esitazione, mantenendo quel sorrisetto.
- Come? - chiese il preside allibito - che significa? Suo padre è stato categorico...
- Mio padre adesso non c'è - lo interruppe diventando serio - è riuscito a internarmi qui dentro, ma non comanderà nient'altro. Se dovessi trovare qualche club di mio gradimento, allora si vedrà -. Detto questo, si congedò lasciando il preside più allibito di prima. L'uomo panciuto non fiatò, non poteva farlo, d'altronde  allievi di quel rango, non dovevano essere contrariati, dato che il collegio sopravviveva grazie alle loro generose donazioni.
Il signor Giordani, quando iscrisse suo figlio, aveva accennato che Castiel si era rifiutato più di una volta di frequentare quel lussuoso collegio, ma il volere del padre, non lo si poteva ignorare, così adesso frequentava quel istituto, essendo però, libero di fare ciò che desiderava.
Non voleva iscriversi a nessun club? Poco contava. L'importante era che suo padre, offriva quel denaro e non si tirava indietro nel farlo.
 
***
 
- Volevo tanto sapere dov'è andata a finire quella ragazza! - esclamò Debrah sbuffando scocciata, seduta sulla panchina del grande giardino del collegio, mentre osservava gli allievi che le passavano davanti. Non appena vedeva qualche ragazzo, portava istintivamente le mani ai capelli lisciandoli e sfoderando il sorriso più bello nel caso in cui uno di questi le rivolgeva uno sguardo.
Dopo qualche minuto dovette interrompere quella mania di corteggiamento, ché la sua attenzione fu catturata da striduli femminili che si ammassavano tutti in una parte, volse lo sguardo verso quei rumori, e vide in lontananza un gruppetto in gonnella che circondava un'alta figura maschile. Debrah dovette allungare il collo per vedere meglio di chi si trattasse, e la prima cosa che la catturò fu il colore dei capelli: nero corvino. I battiti del cuore iniziarono ad accelerare, le guance avvamparono di calore, e la saliva si solidificò nella gola impedendole di deglutire.
Era la prima volta che un ragazzo la faceva sentire in quella maniera: che si fosse innamorata per davvero?
Si accorse che il nuovo arrivato si stava avvicinando, seguito da quella processione di ragazze che gli sbavavano come cani affamati.
Debrah distolse lo sguardo affondando la testa nelle spalle e stringendo i pugni sulle ginocchia.
- Ciao - sentì dire a un certo punto, non riconoscendo la voce, alzò gli occhi d'istinto, incrociando quelli del giovane, che le sorrideva. Debrah si guardò intorno per capire se il nuovo arrivato ce l'avesse veramente con lei. Il gruppetto di fans che si era formato, per lodare la bellezza del ragazzo, se ne stava distante alcuni metri, pestando il pavimento invidioso. Riguardò Castiel, e capì che ce l'aveva per davvero con lei.
- C...ciao - balbettò sorpresa.
- Se non sbaglio tu frequenti la mia stessa classe?
- S...sì.
- Come ti chiami? - chiese avvicinandosi di più, facendola indietreggiare con la schiena verso la spalliera della panchina.
- De… Debrah Witch - rispose lei senza distogliergli lo sguardo di dosso.
- Stai aspettando qualcuno Debrah?
- No! - mentì quasi esclamando e non capendone il motivo.
- Allora posso chiederti di farmi da guida? Sono ore che giro per trovare il dormitorio, ma senza alcun successo.
La ragazza si alzò di scatto dalla panchina, e senza farselo ripetere due volte, e scordandosi della sua amica, accettò la richiesta del bello e dannato, incamminandosi insieme a lui verso i dormitori maschili.
 
***
 
Venus aveva ancora le dita poggiate sulle labbra, quando uscì dalla biblioteca. In quel momento si trovava nel viale colonnato da quelle aste di metallo, e sorrideva ricordandosi di ciò che era accaduto minuti prima.
Non riusciva ancora a credere che anche Nathaniel la voleva. Fino all'ultimo aveva pensato di arrendersi a quei sentimenti, ma ringraziò se stessa per non averlo fatto, anche se era convinta che, in caso contrario, non sarebbe mai riuscita a scordarsi del figlio del preside.
Nathaniel le aveva consigliato, per il momento, di mantenere nascosta quella loro neo relazione, ché sapeva la reazione del padre se solo l'avesse scoperto.  Venus, sarebbe stata espulsa, e lui avrebbe dovuto allontanarsi dal collegio per sempre, ché quella relazione tra il vice amministratore della scuola  e una studentessa, avrebbe portato lo scandalo nella famiglia Fiume, nonché nell'intero istituto, anche se i ragazzi erano coetanei.
Tutto questo a Venus non importava, mancava solo un anno al suo diploma, avrebbe potuto aspettare pazientemente, dato che aveva atteso per tre anni, prima di confessare il suo amore per Nathaniel.
Nel frattempo si sarebbero accontentati della biblioteca, facendola diventare il rifugio segreto del loro amore. Con la punta della lingua leccò la parte superiore delle labbra, convinta di poter assaporare il rimanente gusto di quel bacio, il suo primo bacio. Sorrise ancora una volta, poi tirando un sospiro di sollievo, si incamminò a passo svelto verso il giardino, dove Debrah la stava aspettando.
Debrah. Chissà quale reazione avrà quando scoprirà che Nathaniel ha già fatto la sua scelta. Si disse diventando seria. In quel momento si sentì un'egoista, ma non poteva e non riusciva più a reprimere i suoi sentimenti, infondo, quelli di Debrah erano fasulli, lo sapevano entrambe, ma Venus, aveva lo stesso paura di una sua possibile, negativa, reazione.
Dovette subito sfumare quei pensieri, dopo aver visto una scena che non doveva essere guardata da nessuno, soprattutto dal preside.
Debrah stava dirigendosi verso il dormitorio dei maschi ( cosa assolutamente proibita ), seguita dal nuovo arrivato.
- Possibile che debba essere sempre così avventata? - mormorò iniziando a sudare freddo e a guardarsi intorno, speranzosa che nessun altro li stesse osservando. - Ma cosa l'è saltato in mente di fare?
Senza esitare si incamminò velocemente per raggiungerli e non appena fu a qualche passo da loro, mormorò con la sua più totale compostezza: - Debrah? -. Quest’ultima si girò di scatto allibita, e anche il nuovo arrivato la guardò.
- Venus, che ci fai qui?
- Veramente dovrei fartela io questa domanda!
Debrah storse le sopracciglia. Venus non poté fare a meno di guardare anche il giovane che sembrava impassibile.
- Debrah - continuò la mora - lo sai che a noi ragazze è vietato aggirarsi per i dormitori maschili? Così come per i ragazzi in quelli femminili?
Debrah dapprima rimase seria, poi però sgranò gli occhi come folgorata da quella rivelazione.
- Oh, cavolacci! - sbottò, colpendosi la tempia con un pugnetto - Come ho potuto dimenticarlo? - poi volgendosi verso il ragazzo, continuò  unendo le mani a mo' di preghiera - Castiel, scusami tanto, ma adesso devi proseguire da solo. Sono solo un'irresponsabile!
Castiel sbuffò un sorriso volgendo lo sguardo verso Venus - Non preoccuparti, Debrah. Ti ringrazio lo stesso...
- Cosa ci fate voi qui? – intervenne, però, una voce alle loro spalle. Debrah e Venus si ghiacciarono dalla paura, soltanto Castiel rimase impassibile guardando la persona di fronte a lui, e di spalle alle ragazze.
- Siamo fregate Ven! - mormorò a denti stretti la castana.
Venus non fiatò, deglutì soltanto, ma con fatica.
- Sei tu il nuovo arrivato? - chiese la voce rivolgendosi a Castiel.
- Sì - rispose questo - con chi ho il piacere di parlare? - continuò ignorando le due ragazze.
- Sono il figlio del preside. Nathaniel Fiume.
Venus fu la prima a sospirare di sollievo chiedendosi come aveva fatto a non riconoscere la voce del suo ragazzo. Si girò preparandogli un sorriso, ma questo non la guardò nemmeno. Anche Debrah si girò sospirando rumorosamente.
- Che spavento! Nathaniel, la prossima volta facci prendere un infarto!
- La prossima volta non fatevi più trovare in giro da queste parti. Per il momento faccio finta di non avervi viste.
- Grazie mille, Nath! - esclamò amichevolmente Debrah avvicinandosi a lui e dandogli un colpetto sull'omero.
Venus, fu l'unica a rimanere in silenzio, oltre a Castiel. Guardava il giovane Nathaniel, desiderosa di essere ricambiata, ma questo non si decise a donarle quegli occhi che minuti fa l'avevano divorata.
- Andiamo Venus? - intervenne ad un tratto Debrah. La ragazza trasalì, volgendo lo sguardo verso l'amica e annuendo con un sorriso.
Si accinse a incamminarsi e lì Nathaniel la fermò.
- Venus?
- Sì? - chiese la ragazza con un filo di voce.
- Hai dimenticato il libro in biblioteca, se vuoi puoi passare a prenderlo - rispose il biondino, parlando diversamente con gli occhi, facendole intendere che desiderava vederla. Venus capì al volo, e non poté fare a meno di sorridere contenta, poi disse:- Va bene, signor Fiume, andrò dopo lezione -. Detto questo, diede un ultimo sorriso al ragazzo e se ne andò.
L'unico che si accorse di quegli strani comportamenti, dato che sapeva già a quale scopo, fu Castiel, che non appena la ragazza se ne fu andata, sbuffò un sorriso, divertito.
 
***
 
Venus camminava davanti a Debrah, e quest’ultima, da dietro, la fissava con aria titubante. La mora le sembrava un po’ troppo contenta, eppure, quando l’aveva vista con il nuovo arrivato, l’era sembrata imbronciata, e allora, come mai in quel preciso istante aveva cambiato repentinamente espressione?
Si fermò e incrociò le braccia al petto, storcendo le sopracciglia. Venus, non sentendo più i suoi passi si volse, rivelando un sorriso che faceva invidia ai raggi del sole.
- Cosa c’è? - chiese.
- Mi sembri alquanto strana – rispose Debrah guardandola sottocchio.
- Perché? – ribatté Venus.
- Prima sembravi offesa da qualcosa, ma non appena ce ne siamo andate, pare che la felicità ti abbia investita.
Il sorriso di Venus scomparve subito dal suo volto, la ragazza iniziò a sentirsi smarrita, non sapendo cosa rispondere.
-È che… avevo paura che Nathaniel ci avrebbe punite, dato che eravamo in un posto in cui non dovevamo essere… - balbettò ansiosa.
-Mhm… sarà! – rispose Debrah dubbiosa. Continuò a camminare, e passandole di fianco, si fermò di scatto portandosi l’indice sul mento, dandosi due colpetti – a proposito… come mai Nathaniel ti parla?
Venus, trasalì. Che abbia inteso qualcosa? si chiese. 
- Beh, ci incontriamo qualche volta in biblioteca, e allora… poi oggi, ho dimenticato un libro…
- Lascia perdere – rispose con una smorfia.
Venus tacque allibita. Che cosa le passava per la mente? Non riusciva a capirlo.
- Sai, quel ragazzo mi ha stufata.
- Chi?
- Nathaniel!
- N… non ti piace più? – chiese Venus balbettando. L’amica curvò le labbra verso il basso, poi sorrise.
- Castiel è molto meglio. Quando oggi l’ho visto per la prima volta, mancava poco che il mio cuore mi scoppiasse in petto! E poi dovevi vedere la faccia con cui mi ha chiesto di accompagnarlo al dormitorio… sono sicura che gli angeli in cielo siano invidiosi della sua bellezza.
Debrah parlò di quel ragazzo con il cuore, e a Venus non restò che ascoltarla felice, ché finalmente ebbe la convinzione che la sua amica, avesse dimenticato Nathaniel. Avrebbe tanto voluto dirle quello che era successo tra quest’ultimo e lei, ma qualcosa nel suo cuore, le consigliò, quasi con costrizione, di tacere, e tacque. Non parlò per niente, neanche dopo la lezione. A quel punto fu Debrah che si allontanò da lei senza dare alcuna spiegazione, e Venus, facendo spallucce, si diresse verso la biblioteca, dove per la seconda volta incontrò il suo amato Nathaniel.
Prima di comportarsi da innamorati, i due, si resero conto che la stanza fosse vuota, poi, non appena ne ebbero la conferma, Nathaniel prese il sopravvento abbracciando la giovane e stringendola a se. Parlarono a lungo, e a lungo, assaporarono, uno le labbra dell’altra.
Quando il sole illuminò di tramonto la biblioteca, i due amati si ritrovarono seduti, appoggiati di spalle alla libreria e la ragazza che teneva poggiata la sua testa sull’omero del giovane.
- Mi stavo chiedendo se questa attesa non ti farà stancare – mormorò lui accarezzandole una ciocca di capelli. Venus scosse la testa.
- Ti ho amato per tre lunghi anni, in segreto, come posso stancarmi adesso che finalmente so di avere il tuo amore… - rispose sorridendo.
- Spero solo che quest’anno passi in fretta.
- Io invece spero solo che questa biblioteca custodisca il nostro segreto, come fa con tutti questi libri.
Nathaniel la guardò e sorrise, poi accarezzandole la guancia sibilò – sei bellissima, Venus – e la baciò.
L’orologio del cortile suonò i sei rintocchi che decretavano il ritorno degli studenti nelle proprie camere. I due ragazzi si salutarono controvoglia, e la prima ad uscire fu Venus.
Nathaniel rimase ancora un po’ per non dare nell’occhio. Si recò alla sua scrivania, e mise in ordine il registro, quando ad un tratto sentì dei rumori, provenire in fondo alla biblioteca.
- Venus? Sei tu? – chiese, cercando di non andare in panico, immaginandosi già, di essere stato scoperto. – Venus?
- Ti piacerebbe se fosse ancora lei, vero? – risuonò una voce in lontananza.
Nathaniel indietreggiò sconfitto, vedendosi il mondo crollargli addosso e immaginandosi già su un treno in partenza per chissà dove, diviso dalla sua Venus.
- Chi sei? – chiese con voce soffocata.
- Ma come chi sei? – ribatté la voce che si faceva più vicina – ci siamo presentati poche ore fa – continuò uscendo allo scoperto e rivelando quegli occhi grigi sorridenti.
- C-Castiel?... Tu, tu hai…
- Sentito tutto? Vediamo, ho sentito quanto basta per capire che la tua segreta fidanzata ha la stoffa per diventare una scrittrice: “spero solo che questa biblioteca custodisca il nostro segreto, come fa con tutti questi libri” – disse imitando la voce della ragazza.
- E adesso, cos’hai intenzione di fare? – chiese Nathaniel con voce tremante.
- Non farti strane idee – rispose bruscamente Castiel indurendo lo sguardo, che gli ultimi raggi del sole, penetravano complici – non mi interessa la vostra storia.
- Quindi, lo terrai per te?... ti ringrazio…
- Perché lo fai? – chiese Castiel beffardo.
- Cosa?
- Ringraziarmi… perché?... se vuoi il mio silenzio, in cambio tu…
   
 
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