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Autore: ciaoux    15/11/2014    2 recensioni
"i nostri sguardi si incrociano continuamente, credo si vogliano dire molte cose, che però in questo momento rimangono sopite e sospese nei nostri pensieri."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Hey ragazzino vieni, ti porto in un baretto che conosco molto bene,ti piacerá' dico con un filo di ironia a Mika prima di uscire dagli studi.

Siamo tutti e quattro stanchi, io e gli altri giudici, ma, come sempre, non ho assolutamente voglia di andarmene a casa, cosí decido di chiedere al più giovane di venire a bere qualcosa con me. La cosa assurda è che accetta, immediatamente di 'accompagnarmi' in quel posto terribile a Malpensa, dove l'unico cliente al giovedì sera sono proprio io (anche durante il resto della settimana), e devo dire, mi fa molto piacere.
Una volta saliti in macchina ci avviamo in là, lui accende la radio che in quel momento passa musica pop, che a lui chiaramente piace molto.
'Dov'è questo posto, Morgan? Io comincia ad avere sonno!' Si lamenta il giovane
'Davanti a te ragazzino, non ti lamentare sempre' gli rispondo, indicandogli quella sorta di bettola che ci si presentava davanti. In realtá quel posto mi piaceva, mi sentivo tranquillo e lontano dagli occhi indiscreti delle persone.
Una volta entrati ed ordinate due birre, io e Mika cominciamo a parlare, del più e del meno, del programma, di Londra, degli album. E' una persona semplice lui, non come me, o almeno è quello che vuole far credere. Sto bene con lui, perchè alternando un po' di inglese con un po' di italiano riusciamo sempre a comunicare, non solo parole, ma anche emozioni.
E questo mi piace.
Ad un certo punto, non so come, iniziamo a parlare di Asia, la mia ex compagna e di lei, mia figlia, e del suo amore per la musica, per il rock e per tanti altri generi musicali, di cui mi diverto sempre a parlarle.
'Tu devi volere molto bene a tue due ragazze' mi dice improvvisamente Michael.
'Molto Mika, e sempre gliene vorrò, ad entrambe..ma lo capirai quando anche tu avrai..' Non proseguo per ora il discorso, perchè in realtà non so se Mika sia realmente interessato ad avere una famiglia.
' Ah' , accenna ad una risata, ' beh non so, mi piacerebbe un giorno, magari quando avrò meno impegna..'
'Bene, intanto, una relazione, so che stai riuscendo a farla funzionare' facendo riferimento al suo rapporto con Andy
'Beh, non è così semplice Morgan..'
A questo punto decido di cambiare discorso, perchè leggo nei suoi occhi un velo di tristezza.
'Comunque si dice impegni..' Dico
'Cosa?' Mi risponde Michael con una faccia incuriosita.
'No, dico, prima hai detto che quando avrai meno IMPEGNA ci penserai, ma si dice IMPEGNI'
'Oh, fuck off! Mi dovrestipi insegnare un po' di italiano' mi risponde il giovane.
(In realtà viene tutti i giovedì a casa mia e oltre a lezioni di musica italiana, facciamo sempre un po' di grammatica)
'Ok ragazzino'.

Dopo svariati giri di birra e di bicchieri di vino decidiamo di andare a casa perchè non eravamo più nelle condizioni adatte a rimanere fuori a quell'ora.
Si erano fatte le due e adesso mi trovavo davanti a casa di Mika, che non stava certamente meglio di me. 
Per tutto il viaggio di ritorno abbiamo 'urlato' con le note di Bowie, Reed e dei Depeche Mode. Sembravamo due bambini, due ragazzini. Due ragazzi felici.
Come già detto, sono davanti a casa di Mika e lui è davanti a me che mi sta ringraziando per la serata, o meglio, sta cercando di fare una frase di senso compiuto.
'Grazie', mi dice 'io mi trovo molta bene con te Marco, ci vediamo dom..'
Non riesce a concludere la frase che si appoggia completamente a me, anzi tra la macchina e me, fino a scoppiare in una grossa risata.
'Ragazzino, te l'avevo detto di non esagerare, non sei abituato'
'No, io..e'..ha sonno..' Risponde farfugliando qualcosa
'Ok, dammi le chiavi, ti accompagno su..' 

Così feci, lo portai su, ormai conoscevo la casa, quindi entro sicuro e lo appoggio sul divano.
Tutto sarebbe andato bene, se non fosse per il fatto che era rimasto con le braccia attorno al mio collo, e mi guardasse con quegli occhi curiosi. Quegli occhi innocenti di un ragazzino che mi avevano rapito sin dal primo istante.
Ci guardiamo per qualche secondo, ma sembra un'eternità, riesco a sentire il suo respiro, riesco a percepire il suo battito.
Cosa sto facendo? 
Mi stacco immediatamente, in un modo anche un po' burbero, lo saluto ed esco, dicendogli solo questo: 'A domani'.


Ed in effetti il giorno dopo arrivò.
Ci vediamo nel loft, dovevamo preparare i brani per il quarto Live. 
Non che mi ricordassi tutto della sera prima, ma quello che 'fondamentalmente non era successo' mi aveva un po' turbato, ma come del resto faccio spesso, faccio finta di niente.
Quando Michael arriva mi fa cenno con la mano di vederci dopo,al quale io rispondo annuendo.
Intanto io lavoro con i miei ragazzi, assegno loro brani molto particolari, ma in fondo é questo che a me piace, sperimentare, o meglio, far sperimentare loro, renderli parte di un mondo a loro sconosciuto ed al quale si ha accesso solo tramite il suono.
Una volta finito l'ascolto dei brani, vado nel camerino, dove trovo. Mika aspettarmi all'ingresso.
'Finalmente' mi dice, ridendo.
'Ragazzino, ho da fare, 'mica' come te' gli dico, accorgendomi della battuta orribile che avevo appena fatto.
'Ah, ah, molto spiritoso, dai entriamo' risponde ironicamente.
'Ok, dimmi, cosa mi devi dire?'
'Volevo chiederte scusa se ieri ti ho..how can i say, rotta?..vabbè comunque, sorry'
'Di nulla ragazzino, non mi dai mai fastidio' gli rispondo
'Forse ho bevuto un po' troppa, ma devo dire che quel bar..it was terrible!' 
'Ah! Ingrato, è bellissimo, e' il mio rifugio ragazzino..' gli rispondo strappandogli una risata.

Pov Mika


Gli ho chiesto scusa, ho fatto finta di niente, ma lui non sa che ricordo perfettamente tutto della serata,o meglio, tutto no, ma ricordo perfettamente quel momento in cui il nostro sguardo si é incrociato, e ricordo perfettamente la sua reazione.
Di questo però non gliene parlerò, farò finta di niente, non voglio perderlo, gli voglio troppo bene e poi non so nemmeno che cosa significhi, magari nulla, magari ci penso troppo. 
Quello a cui voglio pensare adesso è di costruire un bel rapporto con gli altri giudici e di svoglere bene il mio lavoro divertendomi. Ah, prima di tutto, voglio siutare i miei ragazzi a vincere questa competizione.


Tuttavia passano i giorni, i live,io e Marco non abbiamo più parlato di quella sera ed il nostro rapporto diventa ogni momento più bello. Anche i miei litigi con Andy, crescono a vista d'occhio, aumentano sempre di più.
Finalmente (per i ragazzi all'interno della competizione), e purtroppo per me, che mi sono affezionato a troppe persone, arriva la semifinale, nella quale dovrò fare una cosa che mi è stata annunciata proprio ieri: canterò con Marco sul palco di X Factor.

Ok, potrebbe sembrare una cosa banalissima duettare con un altro artista, ma non se questo artista si chiama Morgan.
Abbiamo già provato a fare un singolo insieme, quindi la cosa mi tranquillizza, ma, credetemi se vi dico che sembra un bambino pazzo, alle prese con un pianoforte. Quando il suono invade la sua mente lui entra in un'altra dimensione.
Lui la musica la sente, la vive, lui e' musica.
Comunque, arriva il giorno delle prove, e mentre sono in camerino, sento qualcuno che mi salta sulla schiena. Non ho dubbi su chi possa essere, perciò subito,
Dico: 'Morgan, sei in orario, i can't believe that!'
'Ah, molto simpatico ragazzino, muoviti che di là ci aspettano' risponde con la sua voce rauca, che ogni volta mette i brividi (a tutti credo, ma a me personalmente!)

Iniziamo le prove, i nostri sguardi si incrociano continuamente, credo si vogliano dire molte cose, che però in questo momento rimangono sopite e sospese nei nostri pensieri.
Arriva il live e tutto quello che è avvenuto nelle prove, quegli sguardi, quelle mani che si sfiorano, tutto si ripete, ma adesso davanti a milioni di spettatori.
Questo, devo dire, è stata la serata più emozionante, e non serve nemmeno che spieghi il motivo.

Arriva la finale, una finale molto sudata da ogni singolo concorrente, che vede vincitore Michele, il ragazzo di Morgan. Al momento dell'annunciazione del vincitore, leggo negli occhi di Marco una gioia, una soddisfazione senza precedenti, un sorriso che mi piacerebbe vedere sempre su quel volto, purtroppo segnato da tante maschere, da tante preoccupazioni e da altrettante emozioni.
Un sorriso che però viene in parte allentato, quando gli domla notizia della mia partenza. Si, devo immediatamente prendere l'aereo per Los Angeles, domani avrò un impegno con la mia casa discografica e devo partire. Avrei voluto festeggiare con lui stasera, con Marco, con l'uomo che ho conosciuto da poco, ma che già mi provoca molte emozioni, forse troppe emozioni, e forse troppo intense.

Siamo nel mio camerino e gli do la notizia.
'Ah così te ne vai' mi dice, rompendo il silenzio che si era venuto a creare.
'Ehm, si, ma ti prometto che ci vediamo, presta' gli rispondo, ma la voce comincia già a tremarmi.
'Beh,si, lo spero..'
Premesso che siamo soli, nel camerino, fuori non c'è quasi più nessuno, perchè siamo rimasti nel loft a festeggiare fino a tardi ed in molti se ne sono già andati a casa, compresi gli altri giudici, adesso la mia mente comincia ad elaborare una serie di pensieri, su di me, su Marco, su di noi.
Lo guardo, lui mi osserva, appoggio la mia fronte alla sua, sfioro il suo naso con il mio. Stiamo così per un po', lui non si sposta, mi sussurra parole, poco chiare anche per lui e che non riesco ad interpretare.
'Mika, hai l'aereo, muoviti' mi urla il mio manager.
'Devi andare Michael, dico solo che mi dispiace.' Dice con una voce tremante.
'Perchè, perchè ti dispiace,di cosa?' Gli chiedo un po' confuso
'Di non averti detto tutto.'
E con queste parole, mi bacia la guancia, con una tenerezza che da lui non mi sarei mai aspettato,e mi saluta, andandosene e portando con sè una parte del mio cuore.
Questo è quello che io definisco, o che lui chiama 'amore assurdo'.




   
 
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