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Autore: HOPE87    26/10/2008    8 recensioni
Un cielo pieno di stelle... e la consapevolezza di non appartenere a nessuna di esse. Quanto luminosa può essere la strada di chi sa di dover brancolare nel buio totale?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Mu, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Virgo Shaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II Capitolo

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Porca… mise… riaccia!!! Ma come diavolo mi è saltato il mente di portarmi tutta ‘sta roba??

FLASHBACK…

-         Mi raccomando figliola, equipaggiati per bene, in questo periodo nello Jamir le temperature sono molto basse! - .

Grazie, maestro Shin. Grazie davvero. Allora com’è che sto camminando con uno zaino pesante quanto un quintale con addosso solo un paio di pantaloni alla pescatora ed un top senza bretelle… e sto sudando??

È il secondo giorno di cammino… e dovrei cominciare ad intravedere il palazzo di Mu attraverso la nebbia che è solita calarsi quando è in avvicinamento qualcuno.

No, non chiedetemi della nebbia… è un mistero anche per me.

La prima volta che sono stata in Jamir, pensavo si creasse per via delle temperatura umida che è tipica del posto, ma mi sbagliavo. É uno dei tanti misteri che avvolgono il palazzo di Mu… come l’ubicazione di quest’ultimo, per dirne una.

Lo Jamir è una regione formata prevalentemente da territori montuosi… affascinante per certi versi e triste per altri.

Il sole, quando ovviamente il cielo è sgombro di nuvole, non arriva se non verso l’ora di pranzo e scompare ancor prima dell’inoltrarsi del tardo pomeriggio… il palazzo di Mu, poi! Un punto strategico migliore per vivere in solitudine non poteva trovarselo! È situato esattamente al centro delle catene montuose, su una delle pochissime fasce pianeggianti della regione, collegata ad un’altra fascia pianeggiante tramite un ponte che dà su uno strapiombo che da tempo immane funge da cimitero per tutti gli sventurati che non sono riusciti a superarlo.

Paesaggio lugubre… perfetto per passarci Halloween, non certo per viverci. Ma Mu, ahimè, ci vive, anche se mi son sempre chiesta come ci riesca. Io sarei già impazzita da tempo! Automaticamente verrebbe da pensare che Mu abbia qualche rotella fuori posto e, lo ammetto, è stato il primo pensiero che ho formulato quando ho messo per la prima volta piede qui.

Ho pensato che fosse pazzo e vecchio, vecchio perché… cavoli! qui è un mortorio, gente!... Quando il maestro Shin me ne ha parlato, mi ero immaginata un tipo più o meno della sua età…  invece mi ero completamente sbagliata.

Innanzitutto è giovane, ha all’in circa tre o quattro anni più di me e non è per niente pazzo, tranne quando mi fa da coach ovviamente. Dispone di una calma impressionante… è da sette anni che lo conosco e, credetemi, non l’ho mai visto arrabbiarsi una volta!

Supero l’ennesimo monte che ho davanti, ritrovandomi finalmente sulla lingua pianeggiante che dovrebbe condurmi al fatidico palazzo.

“Dovrebbe”… perché puntualmente sbaglio strada e mi perdo! No che non abbia senso dell’orientamento… è che questi monti sono tutti uguali…

Ok, non ho senso dell’orientamento, lo ammetto.

Ah! Questa volta ce l’ho fatta!!! Ecco il palazzo!! Ed ecco ovviamente la nebbia…

Mi avvicino al ponte con cautela, tastandolo prima con un piede per constatare se, nonostante gli scricchiolii sinistri, sia ancora relativamente affidabile o se sia il caso di lanciare un urlo a Mu per farmi venire a prendere.

Il ponte scricchiola ma non sembra cedere… così m’incammino, stando bene attenta a dove metto i piedi e percorrendolo tenendomi ben aggrappata alle corde laterali, evitando accuratamente di guardare giù, nel caso in cui la sfiga decidesse di venire dalla mia parte…

Avevo parlato di sfiga?

Improvvisamente il ponte traballa senza un apparente motivo… mi volto e vedo una delle due corde cedere… cedere??? Eh no, maledizione!! Sono quasi a metà strada!!

Lascio le corde laterali e mi metto a correre, come se avessi un demone alle costole, verso l’altra estremità del ponte...

Proprio mentre sto per fare l’ultimo passo che mi consentirebbe di essere al sicuro, il ponte cede, costringendomi ad aggrapparmi al bordo della superficie pianeggiante. Fiuw… c’è mancato un pelo! Mu potrebbe anche fare qualche lavoro di ristrutturazione di tanto in tanto!

Adesso il problema è un altro… come diavolo faccio a salire?? Tutta colpa di questo dannatissimo zaino!!! Forse se provassi a sfilarmelo tenendomi con una mano per volta… PESSIMA MOSSA!!! Si è sgretolata la parte a cui ero aggrappata, sto precipitando nel vuoto!!!

Improvvisamente mi sento afferrare per un braccio… avvertendo successivamente un brivido lungo la schiena e una sensazione di vuoto nello stomaco… Chiudo gli occhi per la strana sensazione e resto in attesa di risentire il terreno sotto ai piedi.

-         Adesso puoi anche aprirli! – esclama una vocina tanto familiare. Apro quindi gli occhi, trovandomi davanti il buffo ragazzino dai capelli rossi e gli occhi verdi a cui avevo associato la voce.

Tiro un altro sospiro di sollievo, portandomi una mano al petto per la paura appena provata, mentre Kiki comincia a sbellicarsi dalle risate.

E continua… ma sentitelo come si diverte!!

Decido quindi di sfilarmi finalmente il dannato zaino e di mettermi seduta con le gambe e le braccia incrociate, aspettando che la smetta di prendermi in giro… solo dopo un po’ si ferma un istante, saltandomi letteralmente addosso e abbracciandomi, riprendendo poi a ridere successivamente contro la mia spalla.

Non resisto e scoppio a ridere anch’io, scompigliandogli i capelli e schioccandogli un bacio sulla guancia.

-         Divertito?? – gli chiedo con un tono di rimprovero finto. Lui annuisce, continuando a ridere.

-         Avevi una faccia così buffa! – esclama con le lacrime agli occhi e automaticamente fa ridere anche a me. Beh… in effetti non devo aver avuto una bella cera, specie quando mi ha teletrasportata… non ho mai retto il teletrasporto! Mi ha sempre fatta sentire strana…

-         Grazie per aver evitato di farmi sbriciolare… - gli dico dopo un po’. – Avrai un bel premio… -.

-         Preparerai una delle tue torte?? – mi chiede ansioso, spalancando i suoi occhioni verdi.

Io assumo un’espressione pensierosa, portandomi una mano al mento per rendere il tutto più realistico.

-         Vedremo… - dico, osservando i suoi occhi che si spalancano di più alla mia risposta, trovandomelo un secondo dopo di nuovo tra le braccia.

-         Al cioccolato, al cioccolato, al cioccolatooooooo! - . Scoppio a ridere, non avevo dubbi che me la chiedesse di quel gusto.

-         E cioccolato sia – gli rispondo, alzandomi subito dopo con lo scricciolo ancora incollato addosso, mentre prendo con una mano lo zaino, trascinandomelo verso il palazzo.

-         Il tuo fratellone? – chiedo a Kiki, al che lui si stacca da me tentando di nascondermi un’espressione triste ora che ho il suo volto ben in vista.

-         È via – mi risponde, lasciando intendere dal tono la parola che ha mancato di pronunciare. È “ancora” via.

Kiki è il fratellino acquisito di Mu. E con quest’affermazione potrei chiudere questa parentesi così come l’ho aperta, perché è l’unica informazione certa che ho sul loro conto. Quando incontrai per la prima volta Mu, Kiki mi arrivava più o meno alle ginocchia e trotterellava ancora in modo ancora poco stabile sulla gambe paffutelle… sapeste com’era dolce!!! Era un fagotto tenero a prova di baci e coccole di cui ho sempre adorato gli occhioni! Li ha sempre avuti di quel colore meraviglioso… erano così belli che m’inducevano a strapazzarlo più del dovuto, portandolo a farlo ridere sull’orlo delle lacrime, tanto che Mu era costretto a sottrarmelo se non voleva che glielo scatenassi! Cosa che non posso più fare… gli occhi belli ce li ha ancora… ma ogni volta che gli racconto di quand’era piccolo, lui arrossisce e sta ben attento a specificare, senza “ferirmi”, che adesso “non può più fare quei giochi perché è grande”… un vero ometto, non c’è che dire!

Ed ecco che mi perdo di nuovo in ricordi… dov’eravamo rimasti? Ah sì, la parentela tra Mu e Kiki… beh… non saprei proprio. Ogni volta che, in passato, ho provato ad indagare più a fondo, Mu mi ha sempre risposto con brevi frasi dal contenuto semi soddisfacente che mi hanno fatto pensare che forse non ne voleva parlare…

FLASHBACK…

-         È tuo figlio? – chiesi a Mu la prima volta che c’incontrammo, mentre, sorpresa dalla scoperta di un fagotto dagli occhi grandi e vispi avvolto in una coperta in una culla in legno all’interno del palazzo, ci giocherellavo, mettendomi ad accarezzargli una guancia con un dito.

Sentì Mu tossire animatamente. Stava strozzandosi col the che aveva appena bevuto dalla tazza ancora fumante. Ed era arrossito.

     -    No – rispose, mettendosi poi a ridere.

-         Allora è tuo fratello – affermai io, più che chiedere, imperterrita, voltandomi verso di lui.

-         No… ma è come se lo fosse – mi rispose col suo solito tono pacato e gentile, sorridendomi.

-         Però vi somigliate tanto! – esclamai, un po’ perché realmente lo pensavo, un po’ perché volevo indagare più a fondo.

-         Sì – mi rispose Mu sorridendo. – La nostra razza ci caratterizza per tratti somatici molto simili gli uni agli altri. - .

-         La vostra razza? - . Allora avevo una faccia tosta molto meno diplomatica di quella di ora. Mu annuì, senza rispondermi, sorseggiando ancora il the, ormai diventato freddo. Restai in silenzio, aspettandomi un continuo che non arrivò mai.

Evitai di proposito di ritornare sull’argomento… evidentemente non voleva parlarne… e so bene quanto possa essere fastidioso sentirsi chiedere cose che si desidererebbe solo dimenticare.

-         Vai! – esclama Kiki, staccandosi da dosso e osservandomi con un sorriso sornione. Spiritoso! Come se non sapesse che non ci riesco…

-         Kiki… - .

-         Ma devi imparare! – esclama allora il birbante, sorridendo quando vede la mia faccia disperata.

Il punto è questo. Che il palazzo di Mu non ha porte.

Sì, avete capito bene, non ci sono porte d’entrata… è un palazzo alto comprendente cinque o sei piani, pieno di finestre e senza nemmeno una porta.

Come si entra? Esattamente nel modo in cui Kiki sta incitandomi a fare… col pensiero. Dovrei concentrarmi e teletrasportarmi all’interno come fanno lui e il fratello. Un giochetto da ragazzi insomma… se solo sapessi farlo! E adesso lo scricciolo ce la sta mettendo tutta per farmi sentire una nullità…

-         Dai, chiudi gli occhi! - .

Ok. Ci provo. Tanto di questo passo non mi teletrasporterà mai all’interno di sua spontanea volontà… tanto vale provare.

Chiudo gli occhi… estraniandomi completamente da tutto ciò che mi circonda… un attimo e non sento più nulla intorno a me… perfino il vento sembra essersi fermato…

Focalizzo il palazzo all’interno dei miei pensieri… immaginando esattamente di trovarmici all’interno… così come mi ha sempre suggerito di fare Mu e…

-         Non così - .

Spalanco gli occhi terrorizzata.

Cazzo, Mu!!! Volevi farmi venire un infarto?? Ci sei andato vicino!!!

Kiki ride, così tanto da arrivare a mantenersi la pancia, mentre i miei occhi, ancora spalancati per la paura, si soffermano sulla figura gentile del ragazzo che mi è arrivato affianco senza che me ne accorgessi. Poco dopo sento un rumore assurdo provenire dal palazzo… è.. caduto… ??? Oh cielo, l’ho sollevato!!!

-         Mu… - riesco solo a dire, finalmente espirando. – Mi hai spaventata! - .

-         Buongiorno anche a te, Reiko – mi dice pacatamente lui, sorridendomi e afferrando il mio zaino come se avesse sollevato un cuscino, portandoselo su una spalla. – Devi concentrarti su te stessa, non sul palazzo - .

-         Ma… - cerco di contestare io, ma lui mi sorride di nuovo, arretrando di un passo.

-         Coraggio, riprova – m’incita, riportando il palazzo in posizione eretta coi suoi poteri, al che io, senz’altra scelta, mi concentro di nuovo, richiudendo gli occhi.

 

Fortuna che si è deciso a portarmi dentro lui… sono distrutta!!! Dopo il quarto tentativo fallito, Mu ha deciso di graziarmi, afferrandomi una spalla e teletrasportandomi con lui all’interno del palazzo.

Adesso sono spaparanzata sul divano del salotto… lui è in cucina a preparare del the per entrambi, mentre Kiki sta bevendo della cioccolata seduto a terra, poco distante da me.

Sono in estasi… credo che i miei piedi, se sapessero parlare, mi ringrazierebbero per averli liberati dalle scarpe… scalare i monti non è mica una passeggiata! Certo, per una persona allenata non dovrebbe essere una tale tragedia, ma se la persona in questione… che so… magari non avesse senso dell’orientamento e si fosse vista costretta a scalare più monti del solito per trovare la giusta strada, forse i piedi farebbero bene a lamentarsi…

Ed ecco arrivata la parte delle giornata in cui deliro… sto cominciando ad immaginare i miei piedi litigare su chi debba stare uno sopra l’altro…

Li separo per precauzione, non vorrei che prendessero vita sul serio…

E mentre la mia mente è impegnata in tali elucubrazioni, arriva Mu con in mano due tazze fumanti di… dall’odore sembrerebbe the verde.

Già, da quando conosco Mu, ho imparato a distinguere l’aroma di ogni tipo di the presente sulla faccia di questo pianeta.

Diciamo… che Mu ne è un appassionato… o un ossessionato, come preferite. Fatto sta che, ogni qual volta mi sia trovata alle prese con la sua dispensa perché in preda ad un raptus di fame, mi son sempre trovata a fare i conti con svariati tipi di the di ogni genere… deprimendomi tantissimo, scovando, solo alla fine, praticamente in fondo alla dispensa, qualcosa che somigliasse anche solo lontanamente a qualcosa di commestibile: riso, biscotti e qualche conserva di legumi.

“Solo lontanamente”… perché io non sono abituata a mangiare… così. Dal fisico non si direbbe, perché sono piuttosto mingherlina, ma divoro quantità industriali di cibo… quindi capirete che sofferenza atroce è per me soggiornare da Mu per periodi piuttosto lunghi!!!

Ma mi adatto… in fondo, se ci riesce lui, alto più di un metro e ottanta e col fisico ben piazzato… perché non dovrei riuscirci io?

Ho pensato anche che sia quel tipo di alimentazione a donargli quegli splendidi capelli che si ritrova. Sono lucidi e lunghi. E con questo ho detto tutto… anch’io ho i capelli lunghi, solo che i miei non sono per niente lucidi… sono solo indomabili!!!

-         Grazie – gli dico, afferrando la tazza fumante, constatando, con amarezza, che non mi sbagliavo sul tipo di the. Lanciò un’occhiata a Kiki, invidiandolo mentre si bea della sua cioccolata.

-         Preferivi la cioccolata? – mi chiede Mu, cogliendomi in fallo. Brava Reiko, iniziamo con le figuracce!

-         No no – mi affretto a rispondere, scuotendo una mano come a sottolineare la risposta, mentre lui ne beve un primo sorso, sorridendo sornione.

Ne bevo un sorso anch’io, constatando che in fondo non è poi così male. Deve essersi ricordato di aggiungere del dolcificante al mio. A volte mi ritrovo a pensare a come sarei se non mi allenassi… una mucca probabilmente!!! O simile a qualcosa di altrettanto grosso, se non di più.

Benedetti siano gli addominali e gli esercizi spacca schiena che mi consentono ancora di mantenere un corpo decente.

-         Sei in anticipo – mi dice Mu, distraendomi dai miei pensieri deprimenti.

-         Beh… sì, scusami – gli rispondo, ricordandomi improvvisamente il motivo che mi ha costretta alla pseudo fuga improvvisata, aggrottando poi la fronte.

-         È successo qualcosa? – mi chiede preoccupato, poggiando la tazza sul tavolino in legno poco lontano e facendosi serio.

-         Vorrai dire… cosa “non” è successo!!! – esclamo io, ripensando agli avvenimenti delle ultime settantadue ore, innervosendomi a tal punto da stringere la tazza con una forza tale da frantumarla e scottarmi col contenuto ancora caldo. Sembra proprio che la nuvoletta nera che mi ha perseguitata in India non ne abbia avuto ancora abbastanza…

-         Mi dispiace… - dico mortificata, dopo aver lanciato un mezzo urlo per essermi ustionata e per avergli bagnato il tappeto tibetano. Che qualcuno mi faccia fuori adesso… prima che mi faccia fuori Mu perché incapace di sopportarmi!

Lui non si scompone, si limita solo a farsi materializzare tra le mani uno straccio della cucina per soccorrermi la mano sanguinante. Non mi ero nemmeno accorta di sanguinare…

-         Che disastro… - dico, mentre osservo i vari cocci della tazza sparsi per terra, mentre Kiki, armato di un altro straccio, li raccoglie uno per uno con cautela, sollevando con la psicocinesi quelli più piccoli e apparentemente più affilati per non farsi male, per poi sparire in cucina.

-         Scusami – mi dice improvvisamente Mu, non alzando i suoi occhi verdi dalla mia mano lesionata. Io lo guardo stralunata. Devo essermi persa qualcosa.

-         Avrei dovuto accorgermene dall’emanazioni del tuo spirito che qualcosa non andava… e ti ho posto la domanda meno adatta - .

Sì, certo… io ho fatto irruzione nella sua terra in anticipo senza averlo prima avvertito… io gli ho rotto la tazza, io gli ho sporcato il tappeto tibetano di the, io gli ho rovinato uno straccio di cucina imbrattandolo di sangue… e lui si scusa per “avermi posto la domanda meno adatta”!

-         Mu… guarda che quella che dovrebbe sentirsi in colpa qui, sono io… - cerco di fargli capire, spostando il mio sguardo dalla mano al povero tappeto ormai non più tale.

Lui mi sorride, mettendosi poi a liberarmi le mani dallo straccio diventato di un rosso vivo. Apre una sua mano, portandone il palmo sulle mie ferite che, dopo aver bruciato un pò, si cicatrizzano, scomparendo poi definitivamente, come se non me le fossi mai procurate.

Chiudo e riapro le mani più volte, girandomele e rigirandomele verso il volto.

-         Poi me lo insegni? – gli chiedo procurandogli una risata.

-         Quando avrai imparato l’abc – mi risponde, alzandosi poi dal divano per riportare lo straccio in cucina.

-         Quindi mai – rispondo, mettendo il broncio.

Lo sento ridere di nuovo… e rido appena anch’io.

È incredibile il modo in cui riesca a sentirmi qui, nonostante non sia la mia casa.

Ho detto di conoscere Mu da sette anni, da premettere, però, che ci ho passato insieme massimo tre o quattro mesi all’anno, il periodo necessario per fare una full immersion in allenamenti psicocinetici e via, di nuovo in India ad allenarmi col maestro Shin. Eppure… nonostante le poche parole confidenziali scambiate durante tutto questo tempo… si è instaurata una bella amicizia.

-         Reiko! – esclama improvvisamente Kiki, correndo verso di me con uno sguardo triste.

-         Cosa c’è, Kiki? – gli chiedo, piegandomi sulle ginocchia per portarmi alla sua altezza.

-         Non c’è la cioccolata! - .

Scoppio a ridere senza ritegno. Aveva una faccia da funerale… perché manca la cioccolata!! Ma io l’adoro!!!

Mu è rientrato nel salone e ci sta guardando con un grande punto interrogativo stampato in viso. Mi alzo, avvicinandomi a lui.

-         Ma tu la spesa non la fai mai?? – lo rimprovero, facendogli poi una linguaccia ed entrando in cucina per raggiungere la dispensa che, ahimè, già so che troverò vuota.

-         Reiko preparerà una torta! – sento dire Kiki a Mu con tutta l’enfasi di cui dispone, ma non riesco a sorridere. Lo scenario che mi si è parato davanti agli occhi non appena ho aperto le porte della dispensa è molto simile ad un paesaggio desertico. Con tanto di cactus, palla di fieno rotolante ma senza oasi. Ma come si fa a campare così??? Che tristezza!

-         Mu, sei un criminale! – gli urlo, mentre tento, già lo so, invano, di trovare qualcosa che possa soddisfare le papille gustative.

Lo sento ridere mentre si avvicina.

-         Cosa ti serve? – mi chiede, appena mi è più vicino.

-         Praticamente tutto! – esclamo ormai rassegnata, richiudendo la dispensa e mettendomi a braccia incrociate verso di lui… che è arrossito.

-         Contavo di rifornirmi entro domani… - dice, evitando il mio sguardo, mentre sogghigno maleficamente dentro di me.

Questa è un’altra caratteristica di Mu, s’imbarazza facilmente, facendomi sentire meno idiota quando sono io ad arrossire perché incapace di fare gli esercizi da lui impartitimi. Almeno siamo pari.

-         Potresti avere un po’ di pietà almeno per questa povera creatura che vive con te! – esclamo melodrammatica, mentre poggio una mano su una spalla di Kiki, che si è avvicinato.

Mu sorride, afferrandomi lievemente un braccio… ma non ci teletrasportiamo

Lo guardo interrogativamente fino a che non capisco… e tocca a me arrossire. Appunto, che vi dicevo?

-         Tu la torta non la vuoi, vero? – lo minaccio facendolo scoppiare a ridere, mentre la stanza intorno a me si fa sfocata fino a scomparire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice…

 

Posso esordire con una sola parola: WOW!

Grazie mille ad anemone333 e sabri92 per aver aggiunto la mia storia tra le preferite e a coloro che hanno recensito *__*:

-         YamaMaxwell: Mi ha fatta ridere pensare che ti piace pronunciare “Shaka”… effettivamente è un suono gradevole XD Dovrai aspettare un po’ per il TUO scricciolo dagli occhi verdi… ma ci sarà, sarà compreso nella storia u__ù;

-         Mon-chan: Lo sapevo che Reiko ti sarebbe piaciuta! XD Ebbene sì… lo ammetto… Hyde mi ha aiutata MOLTO a creare Reiko… e poi dai, come hai potuto vedere anche lei, a sorpresa, ha un lato romantico… ;

-         Stellina_8787: Eh sì che mi è venuto un infarto! E chi si aspettava una tua recensione!! XD Chissà fino a che punto mi seguirai… Naaaa… Reiko certamente mi somiglia molto, ma non è me… poi ad ognuno la sua interpretazione XD;

-         Roxrox: O___O Sta tranquilla che quel capitolo a se stante non è la fine della fan fiction, non avrebbe avuto senso scrivere una fan fiction rendendo noto già il finale! Quindi abbi fede… e, se sei ancora interessata, fammi sapere se ti sorprenderò XD Shaka… un nome un progetto… le cose non sono mai come sembrano… non posso dirti altro >___< Beh, sì! Da quel che avrai capito leggendo questo capitolo lo scricciolo è Kiki! Spero alla prossima XD Ciao! ;

-         Sabri92: Grazie mille ^  ^ Sia per la recensione che per aver messo la storia tra i preferiti ^  ^.

Ed ora alcune note che avrei dovuto aggiungere dal primo capitolo ma che per mancanza di tempo e calata delle palpebre incombente (poiché ho postato il capitolo a mezzanotte passata), non ho aggiunto.

Dunque u__ù In questa storia intendo usare i nomi originali e i colori dell’anime. Non me ne vogliate, ma ho fatto queste scelte per puro gusto personale >__< Riguardo la parentela tra Mu e Kiki… avrete capito che ho mischiato le due versioni, dell’anime e del manga per intenderci ma, sempre per scelta personale, ho preferito instaurare la loro “parentela” in questo modo, ossia attenermi alla versione del manga, in cui Mu e Kiki non sono effettivamente fratelli ma quest’ultimo è stato cresciuto dal primo, e facendo comunque chiamare “fratello” Mu perchè considerato da Kiki tale.

Per il momento è tutto. Nel caso in cui dovessi fare ulteriori precisazioni, troverete tutto in quest’angolino, che sarà presente in ogni capitolo.

Per finire, ringrazio anche tutti coloro che leggono in silenzio senza recensire!

 

HOPE87

 

 

 

 

   
 
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