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Autore: JeckyCobain    15/11/2014    0 recensioni
Himeros è la passione del momento, il desiderio fisico presente e immediato che chiede di essere soddisfatto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Langdon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maybe I'm in love
So she said what's the problem baby // Quindi lei disse qual'è il problema, baby?
What's the problem I don't know // Qual'è il problema non lo so
Well maybe I'm in love // Be', forse sono innamorato
Think about it every time  // Ci penso tutto il tempo
[...]
How much longer will it take to cure this // Quanto ci vorrà per curare tutto questo
Just to cure it cause I can't ignore it if it's love // Solo perché non riesco ad ignorarlo se è amore
Makes me wanna turn around and face me but I don't know nothing 'bout love // Mi fa venire volgia di girarmi, ma non conosco nulla riguardo l'amore
[...]
Well baby I surrender // Bene baby, mi arrendo
To the strawberry ice cream // al gelato alla fragola
Never ever end of all this love // di questo amore senza fine
[...]

Come on, Come on // Andiamo, andiamo
Move a little closer // Muoviti più vicina
Come on, Come on // Andiamo, andiamo
I want to hear you whisper // Voglio sentire il tuo sussurro
Come on, Come on // Andiamo, andiamo

Settle down inside my love // Stai dentro al mio amore
[...]
We're Accidentally in love // Be', ci siamo accidentalmente innamorati
(Accidentaly in love - Countin Crows)

Elizabeth Bennet era la sua eroina, così come l'autrice che l'aveva creata. Non c'era nessuna ragazza, reale o fittizia che fosse, a cui Alice si sentisse più legata.

Non solo il modo di pensare, ma anche il carattere, così libero e intelligente, la rappresentavano in tutto e per tutto. Forse era per quello che Orgoglio e Pregiudizio era proprio il suo libro preferito. Forse per il suo spirito dannatamente romantico, che ostentava a nascondere, quel libro era il suo preferito. O forse, per il signor Darcy, il bello e dannato protagonista della vicenda. Così intelligente, orgoglioso, inafferrabile. E l'unica ad esserci riuscita era stata proprio Elizabeth, colei che mai avrebbe pensato trovare un uomo del genere.

Alice si sentiva simile a lei anche in questo: sperava che prima o poi arrivasse il suo signor Darcy, colui che l'avrebbe resa felice e indistintamente sicura di ogni sua scelta. Colui a cui non avrebbe avuto alcun dubbio a rispondere “sì” una volta che le avesse chiesto la mano.

Sperava che in qualche modo Robert potesse essere il suo signor Darcy in futuro, che nonostante tutte le donne che aveva incontrato, tutte le ragazze che lo ammiravano, lui avrebbe avuto occhi solo per lei. Questo era il suo più grande sogno ma, se da una parte sperava che ciò accadesse, dall'altra era consapevole che ciò non sarebbe mai accaduto. E ogni suo dubbio svanì in quell'istante nel quale si ritrovò a terra, vestita con poco, e con in mano proprio quel libro che tanto amava.

 

Robert, dal canto suo, non si era mai trovato in una situazione tanto imbarazzante. Gli era capitato molte volte che le sue studentesse facessero cose un po' strane per attirare la sua attenzione, ma quella che gli si presentava davanti era una scena oltremodo sconveniente.

Guardò la bionda ragazza, con i capelli legati dietro la nuca, seduta a terra, con indosso solo la sua giacca, quella che più preferiva. Il suo cuore accellerò di un battito, e non riuscì a tenerlo a bada: martellava così forte che ebbe paura potesse risuonare in tutta la stanza. Dovette reprimere il primordiale istinto di andare lì, sollevarla da terra e baciarla, o perché no, farlo anche sul pavimento stesso. Ma lui era un gentiluomo, e anche se tutto ciò che cercavano molte donne era solo sesso, lui non voleva questo, né per lui, né per loro.

Tremando leggermente si avvicinò ad Alice. Mai una situazione lo aveva tenuto così in panico, e in bilico tra felicità e la disperazione; nemmeno quando si era trovato a un passo dalla morte, si era sentito così fortemente sconvolto. Sperò che la ragazza non notasse il suo passo incerto e, non capendo più nemmeno lui cosa provasse per lei, si sforzò di essere il più tranquillo possibile.

Una volta più vicino vide un libro dalla copertina rosso acceso aperto, e sul pavimento sparpagliate una miriade di foto e cartoline. Ben presto, tutta la sua preoccupazione svanì. Le aveva trovate, e aveva la faccia di qualcuno che aveva fatto qualcosa che non doveva fare.

Sì arrabbiò non poco.

«Alice!» esclamò, furioso «Non avevi il permesso di leggerle!»

«Io... io...» la ragazza non riusciva a rispondere. Tremava, ma nonostante tutto si alzò in piedi. Robert fece un passo verso di lei, e Alice si ritrovò con le spalle alla libreria.

Spaventata si coprì il volto con le braccia, e girò la testa, pronta a tutte le parole che avrebbe immaginato le avrebbe urlato contro.

Ma lui, a un passo da lei, e con il viso così vicino da poter sentire il suo respiro, le afferrò semplicemente le braccia, e con gentilezza le accompagnò lungo il suo corpo. Alice lo guardò colpita: aveva immaginato addirittura che avrebbe alzato le mani su di lei, da quanto era furioso. Ma non lo fece, e sapeva bene perché. Lui era Robert Langdon, e nessun uomo era tanto gentile e puro d'animo come lui.

«Perché le hai lette?» le chiese soltanto. I suoi visi erano vicini, troppo vicini.

«Io...» le guance di Alice si colorarono di una tinta scarlatta, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Al contrario di Elizabeth sapeva bene di essere molto più sensibile, ed era facile farla piangere. «Io... non volevo, non era mia intenzione» disse scoppiando a piangere.

Robert avvicinò il viso di lei al suo petto, e cominciò ad accarezzarle la testa amorevolmente.

«Sssh, non preoccuparti» le sussurrò «Non occorre piangere»

«Ma eri così arrabbiato» per la seconda volta non si accorse che gli stava dando del tu «Mi hai spaventata enormemente» diceva lei tra i singhiozzi.

«Alice» rispose lui lasciandosi scappare una risata «Non serve piangere, ehi» le prese il volto tra le mani, e lo diresse a guardare il suo. I suoi occhi blu si specchiarono in quelli ghiaccio di lei, lucidi dal pianto e arrossati. «Guardami» le disse. «È acqua passata, non preoccuparti più di nulla, okay?»

Alice annuì leggermente. «Bene, e ora fai un sorriso». La ragazza, ancora con le lacrime agli occhi, non riuscì a trattenere una risata e Robert ne fu molto contento. Le diede un bacio sulla fronte, e i dubbi di entrambi svanirono completamente. «Mi dispiace essermi arrabbiato» le disse. Lei scosse la testa, e rimasero così in silenzio per qualche secondo.

«È meglio che cerchiamo qualcosa con cui cambiarti, che ne dici?» smorzò il silenzio Robert, leggermente imbarazzato. Alice si era dimenticata di come era vestita e, ancora più imbarazzata di lui, gli spiegò la faccenda del vestito.

Lui rise, e con garbo si affrettò a lasciare la stanza, alla ricerca di qualcosa da farle indossare. Prima però si chinò a raccogliere il libro che era a terra. «Tra tutti i libri proprio questo dovevi scegliere?»

«Le chiedo scusa» disse Alice, rossa in volto come lo era la copertina del libro «ero annoiata ed ero venuta qui alla ricerca di un libro con cui passare il tempo, quello è il mio preferito” lo guardò ancora una volta «Ha una rilegatura così affascinante! Non ne ho mai vista una tanto bella!» lo disse con un'aria così ammirata che fece saltare un battito al professore.

Robert se lo rigirò tra le mani. Prese le foto che conteneva e le gettò senza risparmiarsi sulla scrivania. Le porse poi il libro «Puoi tenerlo se ti piace tanto». Alice sembrava sconvolta: non solo aveva gettato senza ritegno le fotografie, abbandonate ora sulla scrivania, ma le aveva anche regalato quella meraviglia. Era così felice che gettò le braccia al collo del bel professore, e lo ringraziò con tutto il cuore. Quando si accorse, troppo tardi, del suo gesto, si tirò indietro. «Mi scusi, mi sono fatta prendere dalla gioia» disse, tirandosi indietro una ciocca di capelli che le era ricaduta sul volto.

Robert pensò che mai aveva visto un viso tanto grazioso: quegli occhi freddi contenevano un animo incandescente, e i capelli biondi lo portarono con la mente proprio alle pagine del libro che aveva in mano. “La considero una delle donne più belle che io conosca.” ripensò a queste parole, del signor Darcy, che nel momento nella quale aveva letto il libro, lo avevano colpito profondamente. Pensò che Alice assomigliasse tanto alla protagonista del libro, miss Elizabeth Bennet, in quanto a intelligenza, sicuramente, ma anche a carattere e bellezza non era da meno. I suoi pensieri corsero così in fretta da pensare addirittura “potrei mai essere il suo signor Darcy?”.

Si scosse da questi pensieri quando gli venne in mente ciò che doveva fare, incantato com'era dai suoi occhi, si dimenticò che indosso aveva solamente la biancheria e la sua giacca.

 

Tornò con una maglia piuttosto larga alla povera ragazza, ma se non altro ora era ben coperta. Alice lo ringraziò infinitamente, e fu molto felice di poter indossare gli abiti, seppur larghi, del suo amato.

Nonostante quanto fosse accaduto, parlarono per diverse ore, ormai non più imbarazzati, e Robert le chiese se voleva rimanere per un'altra notte ancora. Dopotutto, seppur la febbre le era passata, era ancora molto debole. Come non accettare? La ragazza era enormemente felice, anche se quando venne il momento di coricarsi fu molto agitata. Anche Robert lo era, poiché avrebbero dovuto dormire nello stesso letto. Ma fu molto meno imbarazzante di quanto avrebbero mai pensato, e anzi, si rivelò tutto molto dolce.

Una volta che le luci si spensero, Alice, che sentiva forse un po' freddo, si avvicinò con dolcezza alla schiena di Robert, appoggiandovi le piccole mani e la fronte. Lui all'inizio si sorprese di questo suo gesto, ma non poté rimanerne indifferente, così dopo pochi secondi di indecisione, si girò e afferrò le spalle della ragazza avvicinandola a sé. La strinse forte, mentre lei appoggiava le mani sul suo petto e scivolava lentamente nel sonno. Robert non prese sonno subito, ma rimase ad ascoltare il respiro di Alice che si faceva pian piano più profondo, e si rese conto di essere dannatamente felice, tanto che un sorriso fece capolino al buio sulle sue labbra. Fu in quel momento che capì che si era accidentalmente innamorato di lei. Non lo sfiorò nemmeno il pensiero di Vittoria, o di Sophie. Tutto ciò a cui riusciva a pensare in quel momento era la bellissima ragazza che stringeva tra le braccia. Sapeva cosa avrebbe comportato quella relazione, e tutti i conseguenti problemi, ma in quel momento non volle pensarci. Entrambi si sentivano profondamente felici.

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