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Autore: WhiteLF    16/11/2014    0 recensioni
A Sara sembra una mattina come tutte le altre, l'unica cosa fuori routine è la chiusura della scorciatoia per arrivare a scuola... invece no. Durante il tragitto fa uno strano incontro e da lì parte un viaggio verso un posto abbandonato, dove, tra lacrime, ferite e sangue, la vita di Sara cambierà.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina mi svegliai presto, prima che suonasse la sveglia. Eppure ero andata a letto molto dopo la mezzanotte, era strano svergliarsi alle 6.00. Mi alzai e cominciai a prepararmi; alle 7.20 mi misi lo zaino in spalla e mi incamminai verso la scuola, dato che papà non c'era e la macchina di mia madre era rotta. Era presto, è vero, ma non sapevo cosa fare a casa, non potevo immaginare quel che mi aspettava. La strada era stranamente tranquilla, c'erano poche auto in circolazione, ma non ci feci troppo caso. Mentre camminavo, ad un tratto, mi sembrò che qualcosa mi toccasse i capelli; mi girai, ma non vidi nessuno. Ero un po' perplessa, ma tornai a camminare. Non ero neanche a metà strada che, svoltando, vidi che la via che usavo di solito, quella per arrivare prima, era bloccata. A quel punto potevo solo fare il giro lungo, Quando ricominciai a camminare avevo avuto la senzazione che qualcuno fosse divertito da questo fatto e mi sentii osservata. Ero sola sulla strada quando sentii un fruscio e una risata soffocata proveniente dai cespugli sulla destra. Ero accigliata e a quel punto mi stancai: raggiunsi la siepe a grandi passi e cominciai a frugare. Qualcosa mi graffiò la mano ed ero sicurissiama che non si trattasse di un ramo o di una spina. Chiesi a gran voce chi fosse e cosa volesse. Aspettai ferma, in silenzio con le mani lungo i fianchi, per cinque minuti. Cominciai a sentirmi una perfetta idiota e feci per andarmene, quando sentii di nuovo il fruscio, stavolta più forte. Mi voltai lentamente. Era un bambino. Non potevo credere di aver sprecato tempo prezioso per una sciocchezza simile. Cercai di nascondere il mio disappunto quando gli chiesi che cosa volesse e perché mi stesse infastidendo. Lui fece un sorriso da psicopatico che mise in evidenza le piccole ferite sul viso, che immaginai fossero state causate dai cespugli. Non disse nulla. Lo guardai per un po', dopodiché alzai gli occhi al cielo e me ne andai. Non ci misi molto a capire che mi seguiva, mi girai e gli chiesi il perché. Notai i suoi vestiti logori e i capelli sporchi. Aveva ancora quel sorriso, poi si portò un dito sulle labbra facendomi segno di stare in silenzio; mi indicò i cespugli e li raggiunse. Lo guardai mentre ci s'infilava dentro e mi fece cenno di seguirlo. Esitai, guardai lo schermo del mio cellulare e valutai il tempo rimasto; sarei arrivata in tempo se avessi continuato a camminare, ma ero troppo curiosa e decisi di seguirlo. Il bambino sorrise e mi fece strada. Dopo dieci minuti circa ricevetti un messaggio da un'amica che mi chiedeva dove fossi. Come avrei dovuto rispondere? Stavo camminando nell'erba alta con un bambino malconcio mai visto primaverso un posto sperduto; una mattinata normalissima, insomma. Improvvisamente il bambino si fermò, lo imitai. Eravamo accovacciati dietro delle rose. Mi indicò l'edificio di fronte, trovai un varco e guardai meglio. Era enorme grigio e triste; l'avevo paragonato a un riformatorio o cose simili. Gli chiesi spiegazioni: era un manicomio abbandonato. Grande, ho sempre sognato di andare in un posto così! Il bambino mi toccò la spalla, poi cominciò a camminare. Trovammo un varco abbastanza grande per passare oltre le rose; ero troppo presa dalla situazione per badare alle spine. Lui corse verso l'edificio, lo seguii. Aggirammo il manicomio e trovammo l'ingresso. Avevo i miei dubbi, ma lo seguii dentro. Era spaventoso, sembrava il set di un film horror. Le pareti erano rovinate, sedie a rotelle e contenitori di medicinali sparsi dappertutto, sangue sui muri e sul pavimento, macchinari fuoriuso... Trovavo ingiusto che della povera gente dovesse subire tutto ciò. Raggiungemmoil primo piano e il bambino mi guidò verso una stanza. Il cuore mi batteva all'impazzata ed ero nervosa. Entrammo e sussultai. C'era una donna in piedi affacciata alla finestra, ridotta peggio del bambino, che la guardava, triste. Allora capii: Mi aveva portato lì perché voleva che l'aiutassi. Ero molto disorientata. Non sapevo bene cosa fare, così agii d'impulso: la raggiunsi e le misi una mano sulla spalla. Tremava. Si girò lentamente verso di me, con gli occi spalancati, da cerbiatta. Ebbi un tuffo al cuore quando mi accorsi che poteva avere sedici anni. Le lacrime le solcavano silenziosamente le guancie. Ero sconvolta, triste, furiosa, perplessa... Feci per abbracciarla, ma lei si ritrasse urlando. Mi scusai, invano, cisto che lei cominciò a tirarmi contenitori addosso gridandomi di andare via. Il bambino cominciò a sussurrare qualcosa; sembrava terrorizzato, poi scoppiò a piangere disperatamente. Che fare? Non mi persi d'animo e tentai di avvicinarmi, nonostante i colpi. Man mano che avanzavo, la ragazza indietreggiava, sempre più spaventata. Mi tirò la lampada in testa. Non ci capii più niente. Ero nella confusione più totale, ma continuavo a camminare. Non c'erano più oggetti da lanciarmi addosso, così si schiacciò contro la parete e le sue urla si abbassavano sempre più di volume, diventando singhiozzi. La raggiunsi. Riuscii a riorientarmi, per quanto fosse possibile. La guardavo e, nonostante la lampada in testa, volevo ancora aiutarla. L'abbracciai; un abbraccio forte, sincero e carico di compassione. Lei scoppiò a piangere e a urlare. Anche il bambino piangeva. Io cercavo di trattenermi e la consolai. Lì dentro le avevano sottratto l'anima. Quando si calmò le presi la mano e la portai fuori, insieme a quello che doveva essere suo fratello minore. Inutile dire che quel giorno qualcosa cambiò in me. Li ricondussi verso la città verso la città, dove si sarebbe sistemato tutto.



Nota dell'autore:
Questa storia è un mio compito in classe di italiano, fatto per un concorso di scrittura creativa all'ultimo minuto. Non ho vinto, ma ho voluto pubblicarla, aggiungendo qualcosa, perché mi piace e vorrei qualche parere esterno. Grazie per la visualizzazione :)

  
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