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Autore: Marzio C    16/11/2014    2 recensioni
Ho cercato, in 27 capitoli, di continuare la storia di Chuck e Sarah. Incontreranno momenti belli e momenti difficili. Tutti i capitoli sono intrecciati l'un l'altro, ognuno è il seguito del precedente. Non essendo io uno scrittore, anzi mi considero solo uno scribacchino, non sempre sono riuscito a mantenere i personaggi nelle loro caratteristiche per cui me ne scuso e non mi rimane che affidarmi al vostro buon cuore ed alla vostra sensibilità critica. Gradirei conoscere i vostri pareri e le vostre recensioni, per uno scribacchino sono importanti anche se negative.
Grazie et buona lettura.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                             Capitolo 26
 
 
 
Anchors, accecato dall’odio, camminava circospetto, la prudenza non era mai troppa.
 
Per pura fortuna era riuscito ad evitare lo scontro con i governativi. Qualche ora prima si era allontanato con un volo privato per raggiungere L. A.
Era atteso da degli emissari di una potenza straniera, possibili acquirenti dei segreti trafugati all’intelligence. Per finanziarsi li aveva messi in vendita.
 
 
Naturalmente la notizia dell’attacco era arrivata anche all’orecchio dei compratori che si erano subito ritirati dalla trattativa, troppo pericoloso. Diedero appuntamento ad Anchors fuori dal territorio americano, in Canada.
Prima di raggiungerli in quella nazione, aveva ancora una cosa da fare.
 
 
Pareva che il mare si stesse calmando, il cacciatorpediniere raggiunto il peschereccio portoghese si apprestava al trasbordo dei superstiti.
 
 
I marinai avevano messo a loro disposizione delle morbide e calde tute. Arrivati a bordo, George si presentò al comandante della nave e chiese cosa
sapesse dell’aereo e del direttore Bartowski.  Le notizie erano frammentarie e vecchie di qualche ora. Dovendo osservare il silenzio radio anche in bassissima frequenza non potevano mettersi in comunicazione con il resto della flotta.
 
 
Nell’infermeria della nave appoggio i medici continuavano a tenere in osservazione il direttore, il suo fisico era sottoposto ad una terapia antibiotica. Erano un po’ alti i valori della bilirubinemia e delle gamma globuline.
 
 
La temperatura si era stabilizzata così pressione e battito cardiaco. Il fatto che il paziente non avesse ancora ripreso conoscenza non destava preoccupazione, era una cosa normale. Di sicuro l’attività cerebrale non era stata compromessa, anzi, il movimento sottopalpebrale dei bulbi oculari ne evidenziava un’intensa serie.
 
“Bryce Larkin, che ci fai qui? E’ un piacere poterti salutare, quanto tempo… lasciati abbracciare amico mio. Non sei cambiato per niente non una ruga e guarda li neanche un capello grigio ma come fai? Raccontami di te.”
 
 
“Ciao Chuck, non ho novità da raccontarti. Ho saputo che ti sei sposato con Sarah, io l’avevo previsto. Tu sai che lei doveva partire in missione con me, invece, al matrimonio di Ellie ha cambiato idea. Non voleva e non poteva lasciarti. Fidati di me voi due siete un tutt’uno.
A proposito i miei più sentiti complimenti per i vostri tre figli”
 
 
“Cosa? Ma va la, chi te lo ha riferito ha sbagliato, abbiamo solo due figli.
 
 
Bryce dove diammine ti sei cacciato ma… ma lo sai che sei un bel tipo sei nuovamente  sparito…   No, no no c’è qualcosa che non mi quadra, il mio amico è morto alcuni anni fa… accidenti perchè mi fanno così male la schiena ed il fianco? Ma dove sono?...  l’aereo, l’acqua stavo annegando”…
 
 
Chuck aprì gli occhi era tornato alla realtà. Era legato al lettino con delle cinghie. Pensò di essere stato catturato ed iniziò a dibattersi per liberarsi.
 
 
“Direttore Bartowski, fermo per carità, io sono il dottor Frenzen ed il mio collega è il dottor Tredstone della marina militare aspettiamo che il mare si calmi per asportare chirurgicamente lo spezzone metallico che ha conficcato nella schiena.
.
 
Era stanco e dolorante, se fosse sopravvissuto avrebbe smesso, lo doveva ai figli, lo doveva a Sarah. Quanto gli mancavano!!!
 
 
Volle avere notizie di George e degli altri, gli fu detto che probabilmente si erano salvati.
 
 
Chuck chiese di poter comunicare urgentemente con la sua famiglia, non sapeva che le navi stavano osservando il silenzio radio ancora per due ore. Comunque prima del collegamento dovevano operarlo.
Dalla nave appoggio “Montana” sarebbero arrivati un chirurgo toracico ed un neurochirurgo.
 
George scalpitava, non avere alcuna notizia lo rendeva nervoso, irascibile.
Non sapeva niente di Chuck e non poteva parlare con Vonnie, una cosa frustrante. Per ingannare il tempo si era messo ad insegnare al piccolo Peter il nome in inglese degli oggetti in cabina.
 
 
Morgan attendeva l’arrivo di Zach, aveva parcheggiato in divieto di sosta. Un poliziotto con fare borioso lo apostrofò poco educatamente ordinandogli di spostare l’auto. Grimes sorrise, mostrò i suoi documenti e chiese al poliziotto nome, cognome e numero di matricola. Sicuramente gli avrebbe fatto rapporto. Questi iniziò a balbettare e chiedendo scusa ammise di essersi fatto prendere la mano. A volte indossare una divisa fa brutti scherzi.
 
 
L’aereo atterrò puntuale, Zach, abbracciò lo zio e salì in macchina. Prima di accompagnarlo a casa doveva passare dal castello per recuperare dei documenti.
 
 
Anchors passò davanti alla casa dipinta di bianco con la porta rossa, finalmente l’aveva trovata. Fece il giro dell’isolato e trovò una posizione da cui poteva spiare gli abitanti della casa, senza essere a sua volta notato.
 
 
Una parte della sua vendetta si stava per compiere. Puntò il binocolo inquadrando le finestre, le tende erano aperte. In quello che doveva essere uno studio vide Sarah appoggiata alla scrivania che parlava concitatamente al telefono. La fortuna gli stava sorridendo, lei era sola.
 
 
Dopo tre ore l’equipe di medici aveva terminato l’intervento, non rimaneva che “ricucire” la pelle. Avevano incontrato delle difficoltà nella sutura del parenchima renale, cosa abbastanza difficoltosa. Fu una fortuna che il dottor Tredstone fosse un urologo. Anche una base polmonare era stata ferita, niente di serio. Gli alveoli erano intatti.
 
 
Non rimaneva che attendere il risveglio del paziente.
 
 
Nel castello Morgan stava sbrigando la sua incombenza quando gli cadde l’occhio sul tavolo di Sarah: “Strano, tua madre ha dimenticato la sua Beretta forse è meglio se gliela portiamo”.
 
“Si zio, andiamo.”
 
 
Anchors decise di agire, prese la sua 357 magnum e si avviò a piedi verso casa Bartowski. Con un sorrisino di compiacimento stampato sul viso si avvicinava sempre più.
 
 
Dovette nascondersi per qualche minuto in un anfratto, arrivavano delle persone e lui non poteva permettersi il lusso di farsi notare.
Le sentì allontanarsi. Proseguì nel suo intento.
 
 
Nella parte posteriore del giardino una porta finestra era aperta, entrò silenziosamente, le scarpe dalla suola speciale non facevano il minimo rumore.
 
 
Udì un fruscio, si acquattò nell’ombra e attese. Falso allarme, si appoggio al muro e stette in ascolto, la voce di Sarah proveniva dalla sua destra, era ancora nello studio.
Lentamente aprì la porta, lei era di spalle, sentì che diceva con la voce rotta dall’emozione “Grazie a Dio è vivo, sono tutti vivi”
 
 
Puntò l’arma e risuonarono due colpi.
 
 
 
                      Continua…                                                               Marzio C.
 
 
 
 

   
 
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