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Autore: saitou catcher    16/11/2014    18 recensioni
"È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo largamente provvisto di beni debba sentire il bisogno di ammogliarsi. Da ciò ne consegue che nessun uomo simile dovrebbe mai trovarsi nelle vicinanze di un luogo come Netherfield, a meno di non essere pronto ad incappare nella più grande rottura di scatole che possa esistere nei paesini dell'Inghilterra ottocentesca: una ragazza in cerca di marito."
Una parodia spietata e dissacratoria del famoso romanzo di Jane Austen, che non risparmia assolutamente nulla e nessuno. Se non amate vedere i vostri idoli massacrati, non leggete qui.
E mi racconamdo, recensite!
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo largamente provvisto di beni debba sentire il bisogno di ammogliarsi. Da ciò ne consegue che nessun uomo simile dovrebbe mai trovarsi nelle vicinanze di un luogo come Netherfield, a meno di non essere pronto ad incappare nella più grande rottura di scatole che possa esistere nei paesini dell'Inghilterra ottocentesca: una ragazza in cerca di marito.

Proprio perché sapeva questo, Fitzwilliam Darcy si era opposto con tutte le sue forze all'idea di venire a trovare a Netherfield il suo amico Bingley. La vita si era già abbastanza accanita su Darcy, dandogli il nome di Fitzwilliam e il cognome di una delle Trix, quindi il nostro disgraziato giovine benestante non aveva nessuna voglia di rimanere invischiato in una storia d'amore che avrebbe ricordata per la trama -o meglio, per l'assenza di essa- un romanzo di Jane Austen.

Ovviamente se avesse saputo che a Netherfield avrebbe incontrato Elizabeth Bennet -per chi non la conoscesse, la ragazza più rompipalle, sputasentenze e presuntuosa di tutta Netherfield- avrebbe immediatamente girato i tacchi, e così nessuno di noi sarebbe stato costretto a sorbirsi quello scassamento di cabbasisi che è la loro non- storia.

Tutto cominciò ad un ballo dato da Bingley per festeggiare il suo arrivo a Netherfield, dove Darcy, come del resto era suo sacrosanto diritto, si tenne in disparte, poiché era terrorizzato dall'idea che qualcuno potesse scoprire che, in realtà, il suo stile di ballo ricordava molto quello di un cane ubriaco affetto da una grave disfunzione degli arti posteriori, e anche perché il fatto di chiamarsi Fitzwilliam aveva di gran lunga pregiudicato il suo atteggiamento verso il resto del mondo.

Ad un certo punto, il caro Bingley si avvicinò a Darcy. -Vieni, Darcy- disse, tirandolo per un braccio – non mi va che tu stia lì a far da tappezzeria.

-Non vedo perché, visto che mi sta riuscendo benissimo- rispose Darcy. -Eppoi, mi sembra che l'unica ragazza carina della sala ce l'abbia tu.

-Se intendi Jane Bennet, laggù c'è una delle sue sorelle, molto carina e anche molto simpatica- ribatté Bingley, voltandosi ad indicare Elizabeth Bennet.

Dopo averla osservata per qualche momento, Darcy si voltò di nuovo verso Bingley, e rispose:- È passabile, ma non tanto bella da sedurmi, e in ogni caso, non ho nessuna voglia di ballare, perciò puoi anche smetterla di scocciarmi.

Non l'avesse mai detto! A quelle parole, la suddetta signorina Bennet -intelligente, di mente aperta, e sopratutto del tutto incurante dell'opinione altrui- se la prese a morte e giurò odio imperituro al nostro povero Darcy, il quale non poteva sapere di stare andando incontro ad una rottura di balle che sarebbe durata di lì a tutta la vita.

La serata passò senz'altri incidenti, e così anche le settimane successive, almeno fino a quando Jane, che si era recata in visita dai Bingley, prese la febbre, rimanendo così costretta a soggiornare a casa loro. Elizabeth, perciò, si recò anche lei a casa dei Bingley per assistere la sorella, e, trovandola per niente ristabilita, decise di rimanervi finché non si fosse rimessa, con grande diletto di Darcy, il quale , senza nessun motivo e senza ragione di continuità, aveva cominciato a sentirsi attratto da Elizabeth.

Quella sera, mentre Jane era a letto, nel salotto le sorelle di Bingley si misero a suonare al pianoforte. Darcy allora, si avvicinò ad Elizabeth.

-Non sarebbe disposta, signorina, a ballare un reel?

La ragazza sorrise, ma tacque. Darcy ripeté la domanda.

-Oh!- rispose ella- avevo sentito la domanda, ma non sapevo decidere cosa rispondere. Lei desiderava, lo so, che io dicessi di sì per avere il piacere di disapprovare i miei gusti; ma io mi diverto quando riesco a scombussolare queste premeditazioni e a confondere la gente che pensa di pungermi. Perciò preferisco dirle che non ho nessuna voglia di ballare un reel; e ora mi mostri ancora il suo disprezzo, se osa.

Darcy, la cui mente si era persa dopo i primi due passaggi del discorso, la fissò a lungo, sbattendo le palpebre. -Credo che il mio cervello sia morto... -mormorò, e se ne andò in cerca di Bingley.

-Bingley!- gli ringhiò prendendolo da parte. -Ho appena chiesto a Miss Bennet di ballare un reel!

-E allora?- rispose Bingley.

-E allora lei ha risposto che non voleva ballare, perché sapeva che gliel'avevo chiesto solo perché volevo dimostrare quanto volgari fossero i suoi gusti!- sibilò Darcy. -Io volevo solo ballare un reel! Un cazzo di reel! Ma che problemi ha quella?!

-Beh, Darcy, scusa se te lo dico, ma non puoi pretendere che sia contenta di ballare con te, dopo che tu l'hai definita brutta davanti ad un'intera sala da ballo- rispose Bingley.

A quella risposta, Darcy lo fissò con gli occhi sgranati, visibilmente irritato dal fatto che Bingley fosse riuscito ad elaborare un ragionamento che implicava l'utilizzo di più di due neuroni, e, sopratutto, che tale ragionamento avesse un senso.

-Taci, Bingley- borbottò- Tu sei il mio fedele cagnolino, e devi obbedirmi in tutto e per tutto. Del resto- aggiunse con un sorrisino sprezzante- non sembra anche a te che il tuo cognome evochi proprio l'idea di una razza di cani? 'Che cane hai tu?' 'Io un labrador' 'Io un cockier spaniel' 'Io un bingley'.

-Non sei carino, Darcy...- provò a obbiettare l'amico.

-A cuccia, Bingley- fu la scortese risposta.

 

Passarono circa un paio di settimane di monotonia totale, prima che Jane finalmente si rimettesse e tornasse a Netherfield. Ovviamente, non lasciò la casa in cui era stata curata senza rimpianti: il suo cuore, adesso, apparteneva al caro Bingley,e quello di Bingley a lei, ed essi sarebbero già volati nel loro paradiso di unicorni e arcobaleni, se le immancabili sorelle rompipalle di lui non si fossero messe in mezzo, ottenendo così l'effetto di allungare il romanzo di qualche altro centinaio di inutili pagine.

Alla separazione dei due infelici amanti contribuì anche il povero Darcy, il quale voleva, forse, far subire a Bingley il suo stesso destino, ovvero quello di rimanere intrappolato nella trama di un romanzo stucchevole e noioso.

Nel frattempo, un evento inaspettato minacciava di stroncare il nascente amore di Elizabeth e Darcy: l'improvvisa entrata di scena di WICKHAM, un fatuo seduttore, il quale sedusse Marianne, la sorella di Elinor e poi l'abbandonò, lasciandola...

Ah, no, scusate. Quello è Ragione e Sentimento. Capite, dopo un po' uno si confonde.

Wickham raccontò ad un'indignata Elizabeth di aver già conosciuto il signor Darcy, e di essere stato privato da lui di un'importante eredità: Elizabeth, così intelligente e matura, gli credette subito, dimostrandoci ancora un volta che tutta la sua noncuranza per il giudizio degli altri non era altro che una montagna di balle. Troppo inviperita dal giudizio velenoso che Darcy aveva espresso nei suoi riguardi, non dedicò un solo pensiero al fatto che, essendo cresciuto oberato dall'ingrato nome di Fitzwilliam ,era più che naturale che Darcy nutrisse un certo qual astio nei confronti di un dandy coi baffetti che era EVIDENTEMENTE un idiota... ma che almeno portava un nome normale.

Ma la nostra Elizabeth era troppo intelligente per intuire, come chiunque altro avrebbe fatto, che tutta la massa cerebrale di Wickham era finita sui suoi orribili baffetti.

Così, il suo odio per il povero Darcy crebbe e crebbe ancora, mentre cresceva nello stesso tempo in lei il fascino per quell'idiota di Wickham.

Ma in mezzo a tutte queste insulsaggini, un orribile disgrazia si abbatté sulle nostre eroine: Bingley infatti partì per Londra, senza salutare e senza più mantenere i contatti. Jane ne fu addoloratissima, e nacque in lei la convinzione che Bingley non avesse più intenzione di sposarla (supposizione assolutamente illogica, ovviamente: chi non farebbe i salti di gioia all'idea di unirsi per la vita ad una creatura senza personalità e completamente fuori dal mondo, con la consapevolezza poi di doversi pure accollare la sorella rompipalle?).

Jane era disperata, ma la pronta intelligenza di Elisabeth le fornì rapidamente una soluzione: era ovvio che tutta la faccenda non fosse altro che una diabolica macchinazione del perfido Darcy, il quale, avendola dichiarata brutta, doveva certamente possedere tutti i vizi e le aberrazioni del genere umano.

Successivamente, le due sorelle si separarono: Jane si recò dagli zii, a Londra, mentre Elizabeth partì per visitare una sua vecchia amica. Qui, la nostra giovane ospite fece la conoscenza dell'unico essere al mondo più insopportabile di lei: Lady Catherine, zia di Darcy, donna odiosa, impicciona, e pure brutta, nonché così antipatica da far sembrare Elizabeth quasi normale (quasi). Durante questa visita, Elizabeth ebbe spesso modo d'imbattersi in Darcy, il quale, alla fine, ardendo di passione, non riuscì più a trattenersi e le dichiarò il suo amore. Non l'avesse mai fatto! Elizabeth lo respinse con le parole più fredde e più ostili che si potessero trovare, e gli fece chiaramente intendere che non avrebbe mai acconsentito a sposare un uomo che aveva rovinato la vita non solo a Wickham, ma pure a a sua sorella Jane. Ma, quando noi stavamo già per tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, Darcy decise di inviarle una lettera, nella quale le spiegava chiaramente il suo comportamento verso Wickham. Elizabeth ne fu molto stupita, e per la prima volta cominciò a pensare che forse- ma dico forse, eh- potesse essersi sbagliata.

I suoi sentimenti avevano appena cominciato a cambiare, che lei e Darcy si erano già separati: col preciso intento di non pensare a lui, Elizabeth partì in vacanza con gli zii.

Per alcuni giorni non successe nulla.

E poi nulla.

E poi ancora nulla.

E poi nulla ancora...

E dopo dieci pagine di questa manfrina al lettore erano già cascate le palle.

E andò così, almeno fino a quando-ATTENZIONE! COLPO DI SCENA!!!- Elizabeth (che oltre che antipatica era pure poco sveglia) decise di recarsi nella tenuta di Darcy, convinta che lui fosse altrove. Ma, poiché Darcy aveva la brutta abitudine di soggiornare a casa propria, essi si ricontrarono nuovamente.

Nel momento in cui si rincontrarono, dopo molti mesi in cui non si erano rivisti, i loro sguardi s'incrociarono per rimanere avvinti, ed essi si fissarono, sentendo il cuore battere più forte, e si mossero l'uno verso l'altro, occhi negli occhi, l'amore che traspariva da ogni loro movimento...

Ma erano i protagonisti di un romanzo della Austen, e quindi tutto quello che fecero fu scambiarsi poche parole e una frigida stretta di mano.

Elizabeth tuttavia notò che i modi di Darcy si erano fatti assai più gentili: il giovane infatti aveva riflettuto a lungo, giungendo finalmente alla conclusione che non era colpa del mondo se lui si trovava oberato dell'ingrato nome di Fitzwilliam, e che quindi lui non aveva il diritto di sfogare la sua sventura su degli innocenti. La ragazza si trovò così sempre più costretta ad ammettere di avere avuto torto, cosa difficilissima da ammettere, essendo lei così intelligente.

A questo incontro si susseguì un'altra serie di eventi piuttosto inutili( Darcy conosce i parenti di Elizabeth, Elizabeth conosce la sorella di Darcy e la trova simpatica-insomma, non ci interessa) fino a quando non giunse un altro... COLPO DI SCENA!!!

E... e... e poi...

Scusate, mi ero commossa.

Comunque. Arrivò ad Elizabeth la notizia che sua sorella Lydia era fuggita con l'orrido Wickam. Rovina, e scandalo, e sciagura! La nostra eroina non riuscì a nascondere la verità al caro Darcy, il quale prontamente intervenne, pagando profumatamente Wickam affinché acconsentisse a sposare Lydia (che l'abbia fatto per amore, o che invece il suo obbiettivo non fosse invece quello di incastrare Wickam con un'arpia, è ancora tutto da dimostrare). Nel momento in cui venne a sapere di ciò che Darcy aveva fatto per lei, Elizabeth si rese finalmente conto di amarlo.

Sveglia, la ragazza, non c'è che dire. Adesso che ci sei arrivata, magari ci farai anche il favore di confessarglielo, così poniamo fine a tutta questa inutile pappardella?

E invece no, visto che dobbiamo assistere al colloquio di Elizabeth con la mostruosa zia di Darcy, scena nel quale non succede nulla di particolarmente interessante, sennonché, per la prima volta in tutto il romanzo Elizabeth si comporta da brava persona.

Venuto a sapere della volontà di lei di non rifiutargli la sua mano, qualora lui gliel'avesse chiesto, Darcy, rinfocolato nell'ardore della sua passione corse da lei per dichiararle che nulla era cambiato. E così, dopo quasi trecento pagine di dialoghi inutili, riportati parola per parola, e letti semplicemente per arrivare al punto della loro dichiarazione, la Austen se la sbrigò con poche, asciutte righe, semplicemente assicurandoci che Elizabeth gli rispose di ricambiare i suoi sentimenti, mentre da qualche parte risuonavano i lamenti dello spettro del romanticismo brutalmente soppresso.

E così, come in ogni favola, tutti vissero felici e contenti: Jane e Bingley, riuniti, presero il volo verso il loro magico mondo di nuvolette di zucchero, Wickam e Lydia vissero come una normale coppia infelice, esternando il loro affetto tramite lanci dell'argenteria, e Darcy ed Elizabeth convolarono a giuste nozze. Qualche tempo dopo, Darcy, resosi conto di aver sposato la donna più insopportabile di tutta l'Inghilterra, fuggì verso il Brasile con una ballerina portoricana e si unì ad un circo intinerante, ma questa è una parte della storia che la Austen non ha ritenuto opportuno raccontarci.

 

Salve a tutti, gente! Pomodori in arrivo?

Premetto che questa mia parodia non voleva assolutamente risultare offensiva nei confronti di tutti coloro che amano l'opera della Austen. Semplicemente, dopo aver letto Orgoglio e Pregiudizio quasi due anni fa per via della scuola, devo confessare di essermi annoiata a morte. È scritto bene (anche se, a mio parere, non è niente di eccezionale, ma ripeto, è la mia opinione) ma non riesco a tollerare la sua assoluta mancanza di trama. Inoltre, ho detestato tutti i personaggi, ad eccezione di Darcy e di Mr. Bennet: in particolare, come credo abbiate capito, non sopporto Elizabeth (trovo assai fastidioso che sostenga ogni due per tre di non curarsi dell'opinione altrui e poi tolga il saluto a Darcy perché lui non la giudica bella). Ho deciso quindi di esporre queste mie opinioni in maniera scherzosa, e spero di esserci riuscita.

Sotto con le recensioni!

Un bacio a tutti,

Saitou

 

 

  
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