Era il 1989, pochi giorni prima della Vigilia di Natale, a Memphis - piccola cittadina dell'America - che la vita di Damon cambiò per sempre.

Damon era un bambino di 5 anni, come tutti i bambini era solare, gioioso, vivace.
Era un bambino che si faceva amare. Un bambino come tutti.
In quei giorni d'inverno, dove tutti i bambini sono in trepidazione dell'arrivo del loro eroe, dei loro sogni, dei loro desideri, quella magia per Damon si ruppe.
Vi chiederete perché... Il perché è semplice.
Tre giorni prima della Vigilia di Natale, i genitori di Damon, morirono travolti da un tir, alla sua guida un povero anzino stanco, che non era riuscito a mantenere stabile il suo veicolo, colpa anche del ghiaccio che vi era su quella maledettissima strada notturna che faceva ritorno a Memphis.
Tutti i sogni e i desideri di Damon svanirono. L'unica cosa che desiderava era solamente che i suoi genitori tornassero a casa.
Proprio in quei giorni venne mandato con lo zio Trevor, unico parente disposto a mantenere il piccolo.
Di lui, i suoi genitori, avevano sempre parlato bene. In realtà tutti parlavano bene di Trevor, tutti lo amavano, lo stimavano e sembrava quasi fosse un uomo perfetto privo di difetti.
Con la tristezza e il dolore che Damon custodiva nel suo piccolo cuore, riuscì a sorridere allo zio Trevor, quando quest'ultimo andò a prenderlo nella casa in cui viveva.

Trevor: << Hey cucciolo! Tutto ok?>> Chiese dolcemente poggiandogli la sua grande mano sulla sua piccola testa.
Damon: << Shi tio>> Pronunciò lui innocentemente, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
Salirono in macchina e partirono alla volta di Denver - Colorado - dove Trevor possedeva un rance grandissimo e bellissimo, ottimo per altro ad ospitare un bambino come Damon.

La tratta Memphis - Denver era lunga, ma passo in fretta.
Arrivati a destinazione, Trevor, mostrò la stanza a Damon e gli promise che non appena avrebbe finito di sistemare le sue cose nella nuova camera, avrebbero esplorato il rance insieme.
Entusiasta Damon entrò in camera sua, portò dentro le proprie cose e chiudendosi la porta alle spalle corse a vedere cose si vedesse dalla sua finestra.
Si affacciò e vide un enorme distesa verde. ''Bellissimo'' Pensò.
Poi però riprendendosi dall'estasi ricordò che doveva sistemare le sue cose.

Mise i vestiti nell'armadio, i giochi nel baule davanti al suo letto, il suo Jackie re di tutti gli orsetti coccolosi sul suo letto e per finire l'immancabile e inseparabile foto dei suoi genitori sul comodino accanto a lui.

Trevor tornò e si stupì del lavoro fatto da Damon. Come promesso lo portò in giro per il rance.
Lo portò a vedere la stalla e tutti i cavalli, il campo d'allenamento di essi, la piscina olimpionica, i campi e tutto quello che agli occhi di un bambino sembrava bello.
Finita l'esplorazione tornarono a casa e Trevor preparò un purè buonissimo accopagnato da una bella bistecca.
Mangiarono in tutta tranquillità e risero di gusto, poi Trevor disse a Damon di andare a mettere il pigiama poiché si era fatta l'ora di andare a dormire.
Damon salì in camera sua, si mise il pigiama, lavò i denti e tornò giù per salutare lo zio.

Trevor era seduto sulla poltrona, nel salotto. Era davanti al camino e teneva in mano una bottiglia di whisky.
Damon disse semplicemente: ''Buonanotte tio!''
Lui si alzò e con tutta la rabbia che aveva in corpo, sferrò sul visino candido e puro di Damon un ceffone che lo fece cadere a terra dolorante.
Il bimbo non capì, si raggomitolò in un angolino piangendo e domandandosi: ''Perché?''.

Quello fu uno dei tanti episodi che visse Damon. Quello fu l'inizio di un incubo senza fine...