La Terza Notte
Il vento soffiava più forte del solito quella notte e gli spifferi sibilavano sinistri per la stanza.George era rannicchiato sotto le coperte, le manine premute contro le orecchie. Con uno sforzo enorme uscì dalle lenzuola dicendosi: “Ormai ho cinque anni, sono grande! Non devo avere paura del buio.” ma appena portò lo sguardo verso la finestra, vide una sagoma bianca stagliarsi nell'oscurità e fissarlo con occhi assassini. “Accidenti a Charlie e alle sue storie di paura!” Era tornato sotto le coperte: ora aveva anche serrato gli occhi e tremava come una foglia. No, non poteva proprio passare la notte in quel modo! Si alzò velocemente e attraversò la stanza, stando attento a non guardare verso la finestra, e si fermò di fianco al letto del gemello, che dormiva beato. -Fred, Fred!- lo chiamò piano George scuotendolo. -Che c'è George?- chiese Fred con voce impastata dal sonno. -C'è un uomo che mi guarda alla finestra, come quello che diceva Charlie ieri sera!- Fred spostò appena gli occhi assonnati verso il vetro per poi sospirare e dire:-Scemo! Quello è lo gnomo che ha lanciato Percy ieri! Lo sai che è una frana a lanciarli.- e si voltò dall' altra parte. -Ma Fred!- ricominciò George scuotendolo -Ci sono gli sfifferi dappertutto!- -Si dice spifferi e poi se hai freddo prendi una coperta! Ora lasciami dormire.- George si zittì e rimase in piedi accanto al lettino con la testa abbassata. -Fred- chiamò George con voce spezzata -Ho paura.- Fred si voltò lentamente e guardò per un po' in silenzio il viso spaventato di George: calde lacrime gli rigavano le guance mentre sosteneva lo sguardo seccato del fratello. Il gemello allora sbuffando si fece da parte e aspettò che George fosse entrato nel letto prima di rimettere a posto le coperte. -Ma è l'ultima volta!- sentenziò accigliato voltandogli la schiena.
La seconda notte cominciò una tempesta: la pioggia batteva forte sui vetri leggeri, le imposte sbattevano come impazzite e lampi improvvisi inondarono la piccola stanza scura di una luce spettarle, che rendeva le ombre stranamente tremolanti, quasi urlanti al rombo dei tuoni.
George corse verso il fratello, tremando e praticamente in lacrime. -Fred! Fred!- chiamò disperato il bambino, tentando di salire sul letto, ma il gemello lo ricacciò indietro; George lo guardò confuso. -No! Questa notte dormi da solo!- disse Fred con decisione girandosi verso il muro. -Ma Fred! Le ombre non mi fanno dormire! Non senti quanto urlano?- tentò George indicando i mobili e le sedie della stanza, ma suo fratello non rispose. -Fred! Dai!- riprovò con voce spezzata scuotendolo, ma l'altro continuava a rimanere zitto. “Accidenti! Oggi le lagne non funzionano!” pensò amaramente. Si avviò verso la fine del letto del gemello, gli prese i piedi da sotto le coperte e tirò. Fred imprecò arrabbiato quando si ritrovò disteso a terra e guardò infuriato George che stava in piedi davanti a lui ricambiando lo stesso identico sguardo. -O mi fai dormire con te o io ti faccio i dispetti tutta la notte!- minacciò George. I due si fissarono a lungo in cagnesco poi Fred, sbuffando, si alzò da terra e disse seccato:-Va bene!- Entrambi entrarono nel lettino, Fred il più lontano possibile da George. Anche quest'ultimo cercava di tenersi distante, ma un tuono fortissimo lo spaventò a tal punto che si avvinghiò velocemente al petto del fratello. Quasi smise di respirare dalla paura. Quando si riprese aveva il batticuore e il respiro irregolare, le dita che artigliavano ancora il pigiama del fratellino e che non intendevano spostarsi da lì! Non gli importava se Fred era arrabbiato con lui. Adesso aveva paura, tanta paura, dei tuoni dei rumori, delle ombre, del buio... a Fred potevano anche non spaventare, ma lui ne era terrorizzato.
Rimase stupito, quasi sconvolto, quando Fred passò un braccio intorno alla sua vita stringendolo un po' più a se. George alzò appena la testa per guardarlo, ma l'altro aveva già gli occhi chiusi. Sorridendo riabbassò il capo sul cuscino e si addormentò.
La terza notte il cielo era limpido, l'aria ferma e si sentiva solo il lontano cicaleggio delle cicale e dei grilli e ogni tanto lo stridere di qualche civetta.
George stava dormendo beatamente nel suo letto, quando sentì qualcuno chiamarlo e scuoterlo. Si voltò assonnato: in piedi di fianco a lui stava Fred, che si stava fissando nervoso le manine. -Cosa c'è?- chiese George sbadigliando. -Posso dormire con te?- -Perché?- -C'è troppo silenzio, non riesco a dormire, e le ombre non si muovono e ho paura che stanno nascoste per mangiarmi.- George guardò divertito il fratello e si spostò per lasciarlo sdraiare. Fred si accoccolò vicino a George, che disse piano:-Uniamo i letti domani?-
Un ringraziamento speciale alla Bea che mi ha fatto da beta per questa storia!!! e un immenso grazie a tutti coloro che pigeranno qualche letterina sulla tastiera^^