Come sempre il locale era vuoto, non valeva nemmeno la pena di pulire. La maggior parte della carne per i pasticci era andata a male.. Ma tanto? Sarebbe andata a male comunque... Nessuno comprava i pasticci di Mrs. Lovett da anni, nemmeno quando Albert era in vita, a lui piaceva ingozzarsi, era una meraviglia vederlo mangiare a quel modo. Ma ormai era morto, e nessuno mangiava con il suo appetito, l'emporio era inondato di scarafaggi e insetti vari che non si facevano pregare per entrare dentro l'impasto dei pasticci. Un cliente doveva essere DAVVERO affamato per venire lì. Ma tanto c'era la signora Moony a fare la concorrenza, tutti andavano da lei per mangiare, oh, se avessero saputo che carne usava... Mrs. Lovett aveva accennato qualcosa alla gente che andava a mangiare da lei, ma le rispondevano dicendole che voleva solo allontanarli da quel posto e avvicinarli al proprio emporio di "scarti". Poi ad aiutare la situazione c'era una barbona che urlava alla gente di passaggio che in quell'emporio di pasticci avariati viveva la moglie del diavolo, ah! Quella povera pazza. Eleonor la conosceva benissimo, si.. La conosceva. Quando ancora era una bella donna sana di mente, con i lunghi capelli dorati e gli occhi grandi e azzurri.. Era per il suo aspetto che quel Barker si era innamorato di lei. Mrs. Lovett era innamorata segretamente di lui, da tanto, lo voleva per sé. Ma quella donna dai capelli d'oro c'era riuscita per prima. Ora Barker era in prigione, non sapeva bene il motivo, dicevano per la sua stoltezza... Eppure a prima vista era un buon uomo che si prendeva cure della moglie e della figlia, che ora era in mano al giudice Turpin. La nuova infornata di pasticci insipidi era pronta, Nellie distolse lo sguardo dalla finestra e aprì il forno estraendo il vassoio con sei cosi tondi sopra. Puzzavano. Avevano una leggera sfumatura di verde chiaro al centro, la stessa Lovett non osava assaggiarli, ogni tanto canticchiava una canzoncina mentre preparava l'impasto, "i peggiori pasticci di Londra, signori!". «Ancora non so nemmeno perché cucino questi cosi...» Si disse ad un certo punto appoggiando i gomiti sul tavolo da lavoro fissando i pasticci con aria sognante; cominciò a parlare fra sé come avrebbe voluto vivere.. Avere una casa in riva al mare, tanti bei abiti e soprattutto avere quel Barker... Doveva distrarsi da quei pensieri, non doveva pensare a quelle cose. La sua vita era in quel modo e doveva accettarla per quello che era, non era nel mondo delle favole dove tutto finiva a lieto fine, era nella dura realtà. Punto.