A/N: ehm, salve. Mi affaccio timidamente a pubblicare le mie malattie anche in questo universo, abbiate pietà. E' una flashfiction, la tortura quindi dura poco, portate pazienza e non aspettatemi al varco pronti a tirarmi i pomodori marci :')
Tanto amore per voi che leggerete, se sarete così buoni da dirmi cosa ne pensate, avrete un premio speciale (?)
 

ALL I NEED IS THE LOVE YOU BREATHE

La pelle nell'incavo della sua gola é morbida, così morbida. La prende tra i denti, senza neanche troppa delicatezza, la stuzzica, la tortura.
Harley ride - lei ride sempre - la sua risata è come quella di una bambina, una bambina sperduta, spezzata, persa, una bambina che vede cose proibite, una bambina prigioniera di una stanza bianca senza cielo, allucinata e distrutta.
La sua risata è distorta e sbagliata, rovinata, e proprio per questo lui la adora.
Sorride, sulla sua pelle, e la morde ancora, le sue mani sciolgono i suoi codini ormai sfatti, lei ride di nuovo.
Si stacca dalla sua gola per chinarsi sul suo viso.
La sfiora, la respira, ma non la bacia - non la bacia ancora - la osserva.
Lei spalanca gli occhi e poi sorride, e a quel punto - solo a quel punto - lui assaggia quel sorriso che sa di innocenza spezzata, che può deformarsi nella più sadica delle smorfie. Perché Harley é psicotica, e perversa, e malata. Si é ammalata di lui.
Lui l'aveva avvertita, - se cerchi di capirmi impazzirai - ma lei é ostinata, testarda, ossessionata ed innamorata, lei  è entrata nella sua mente - dice che é piena di specchi rotti - si é ferita in quel labirinto di cocci, ed é impazzita, é diventata esattamente come lui.
E insieme loro uccidono, manipolano, creano atrocità sempre più perversamente malvagie, in nome di una vendetta che a lei non appartiene nemmeno, ma Harley vuole vendicare il dolore del suo mad love.
 E dopo hanno bisogno di possedersi, di consumarsi.
Le labbra di Joker non le lasciano respiro, le sue mani stringono la sua gola, -lei trema, e brucia- lui vuole farle male, vuole avere tutto, e sa di poter prendere tutto, perché lei é sua, fino all'ossessione. 
Poi la lascia, scompare, lascia che si polverizzi nelle stanze vuote della sua follia, la lascia ammalare ancora di più, che la sua crudeltà diventi sempre più spietata, che il suo amore per lui diventi ancora più tossico, un pericoloso delirio.
Ma alla fine tornerà -lui torna sempre- perché lui la vuole, la desidera, la ama, perché lei riempie tutti i vuoti del suo puzzle incompleto, lo guarda e lo vede, e perché tutto ciò che nella sua mente é devastato e distrutto, tutto il dolore a cui lei gli ha ripetutamente chiesto di dare un nome, l'ha portato al suo amore per lei, un amore che spesso é altro dolore, è follia e disperazione, ma é sempre amore.
Harley gli offre, senza esitazione, non vede l'ora che lui giochi con lei, le é mancato, ma adesso é lí, in quel momento tutto é dove dovrebbe essere.

"Bentornato Mr. J."