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Autore: LoveRockMonckeys    17/11/2014    0 recensioni
Avril, una ragazza che adora i suoi idoli: i 5 Seconds Of Summer.
Che come tutte le altre fans ha un sogno: incontrarli.
Avrà quel briciolo di fortuna in più che le permetterà di realizzare i propri sogni?
Amore, amicizia, speranza, mistero e tanti colpi di scena!
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Clifford, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Prologue





 

 

‘No, non poteva essere, no, non poteva proprio essere!’ non la stavano indicando, no, era impossibile! Ma come le venivano in mente certi pensieri! ‘Stai calma, devi solo stare calma e respirare; stai vivendo il sogno della tua vita e neanche te ne rendi conto! non puoi permetterti di avere delle stupide allucinazioni!’ Continuò a rimproverarsi. Era il giorno più bello della sua vita; Finalmente stava assistendo ad un concerto dei 5 Seconds Of Summer, la sua band preferita; e lei, che faceva? Invece di godersi il concerto - l’unico concerto al quale avrebbe mai assistito in vita sua - , si faceva stupide idee mentali!

‘No, no e poi no!’ Ashton non la stava guardando, Michael non le stava sorridendo, Calum non la stava indicando, e Luke non stava spostando lo sguardo su di lei, per capire cosa Calum stesse indicando. ‘ La mia immaginazione malata!’

Si era quasi, completamente convinta della cosa, e ora poteva riprendere coscienza e continuare a godersi il concerto “come una persona normale”; che per lei, voleva dire: comportarsi in maniera esattamente opposta a come si sarebbe comportata una persona normale. Ma lei, si trovava ad un concerto, dei propri idoli per giunta, ed era pieno di gente – come lei – che per quelle due ore, avrebbe abbandonato la propria “normalità”, per sfogare tutto quello che provava verso la loro band preferita. E chissà quanto avevano aspettato quel momento! Ricominciò a cantare i testi a squarciagola; le corde vocali erano infiammate, la gola le faceva male Non era tanto alta, e per di più si trovava nel parterre, dove doveva stare in punta di piedi per avere una visuale che non comprendesse anche le teste delle tante fans urlanti. Ogni parte del suo corpo implorava aiuto: aveva l’emicrania, e di conseguenza la testa le scoppiava, e invece che dalle gambe, le sembrava di essere sorretta da due rigidi bastoncini molto fragili e sul punto di spezzarsi. I suoi occhi pulsavano dentro le orbite, andando a tempo con il ritmo del proprio cuore. Ma a lei tutto ciò non importava, era lì, era questo che davvero importava; solo questo. Avrebbe sopportato

questo ed altro, era pronta a pagare le pene dell’inferno. Non voleva perdere nemmeno un attimo di quel concerto.

Ormai, quella sensazione era sparita; non la guardava più nessuno dei componenti del gruppo. Se l’era solo immaginato. Ne era convinta al 100%.

La canzone terminò e prese la parola Ashton, il batterista. Alzò le braccia possenti e muscolose sopra la propria testa , mentre nelle mani stringeva le “magiche” bacchette della batteria – già, con quelle bacchette riusciva a fare magie vere! -. Era tutto imperlato di sudore, - come tutti gli altri del resto - e tutto ciò lo rendeva ancora più sexy ed attraente di quando già non fosse di suo. ‘ Chissà se puzza!’, pensò Avril fra sé e sé, ma pentendosene subito dopo con un risolino sulle labbra. ‘Era ovvio! Chi è che tutto sudato e per di più di sesso maschile in piena età ormonale non avrebbe emanato odori poco gradevoli? Nessuno!’ Però, ad essere sinceri il dubbio su Ashton e gli altri le era rimasto.

«E ora… pubblico della O2 Arena di Londra, fatevi sentire!!!» Esclamò il batterista sexy. E... una volta pronunciate quelle parole, come per magia, come incantata da un potentissimo incantesimo, la folla iniziò ad urlare, gridare ed a incitare il gruppo che ora avevano stampato nel loro volto, sguardi pieni di ammirazione e gratitudine. ‘Amano ciò che fanno’ pensò Avril mentre li guardava, fiera di essere una loro fan. A quel punto, prese la parola il ragazzo biondo con gli occhi azzurri come l’acqua del mare più cristallina e limpida al centro del palco, davanti al microfono e con la sua chitarra elettrica in mano: Luke.

«Manca una sola canzone alla fine dello show… saremmo davvero molto felici di invitare qualcuno di voi, qui, stasera sul palco per cantarla insieme a noi!» . Subito la folla fece un verso di disapprovazione, o delusione, perché il concerto stava per finire, e tutti i presenti sarebbero ritornati alla loro vita di sempre, avendo però, il ricordo di quell’esperienza, di quell’incontro cos’ ravvicinato con i propri idoli e che gli ricordava che per un attimo avevano abbandonato la quotidianità della vita e si erano aperti al mondo vivendo una serata magnifica, fantastica, che non avrebbero mai dimenticato. Tutti loro insieme, in quel momento erano come una famiglia con un solo scopo: divertirsi con i propri idoli una volta nella vita. Di colpo però, tutte le ragazze presenti nell’Arena – e credetemi, non erano poche – cominciarono ad urlare, saltare, a strapparsi i capelli l’una con l’altra, a spingersi a vicenda ma anche ad abbracciarsi e a guardarsi tra loro con gli occhi e la bocca spalancati.

«Sfortunatamente, solo una di voi potrà farlo.» continuò Calum, il bassista moro con delle ciocche biondo ossigenato - che gli stavano benissimo. «E noi, abbiamo già scelto colei che avrà questo grande onore!» Si girò verso la folla. La sua figura venne catturata dai megaschermi, come il suo sorriso soddisfatto.

Avril non faceva una mossa, se ne stava lì, imbambolata a pensare a quanto potesse essere fortunata la ragazza che sarebbe stata scelta! A lei non capitavano mai cose del genere; non ne valeva la pena, neanche stare lì a sperarci troppo.

Calum riprese a parlare, e stavolta per annunciare chi sarebbe stata la fortunata. « E’ da un po’ che ti teniamo d’occhio, vieni bellezza!» . Di scatto, Avril si girò per vedere chi stesse indicando. Dietro a lei c’erano parecchie ragazze; difficile dire chi era stata la prescelta. Poi però , si accorse di un particolare; le ragazze dietro di lei, quelle che stava fissando, avevano lo sguardo rivolto verso il palco. La ragazza, allora doveva essere per forza negli spazi davanti a lei. Ma allora, perché non l’aveva notata prima?

Si girò, e per poco non le prese un colpo! Tutte le persone davanti a lei la stavano guardando. Si sentì subito avvampare, ma poi capii. Tutto il pubblico della O2 Arena la stava guardando! ‘ No, non può essere!’ si disse per l’ultima volta. Alzò lo sguardo verso il palco . Calum la stava fissando in modo molto inquietante, ma mentre lo faceva, sorrideva. «Si, proprio tu! Come mai tanta indecisione? Non credi di essere bella? Credimi, lo sei eccome! Avanti, non fare la timida! E’ un’opportunità unica!» Si sentì mancare. No, non poteva succedere a lei! Lei, la sfigata a cui non gliene andava dritta una!

‘Si, può essere’ ripeté invece dentro la sua testa. Avvertiva uno strato vuoto dentro il petto; che il cuore avesse deciso di abbandonarla e scappare via? Probabile. Non ci credeva: stava per realizzare tutti e due i suoi più grandi sogni nel cassetto. Ed è questo che li rende probabilmente “irrealizzabili”, il fatto che siano rinchiusi in un cassetto e che non possano uscire e realizzarsi. – A meno che qualcuno non avesse deciso di fargli un favore e aprirglielo. - Lei poteva essere uno strappo alla regola? Ma si!

Due grossi omoni palestrati si staccarono dalle transenne vicino al palco e si fecero strada tra la folla per raggiungerla. La afferrarono per i polsi, ma delicatamente. S i posero ai suoi lati; uno a destra e uno a sinistra, per poterle evitare ogni contatto fisico con tutte le ragazze urlanti che cercavano di afferrarla

o magari semplicemente congratularsi con lei per la sua immensa fortuna. Immensa era dire poco! ‘Wow, allora è così che ci si sente ad avere delle guardie del corpo!’ si eccitò, ‘ Figoo!’.

Intanto che procedeva in direzione del palco sentiva dire dalle tante fans «Wow, che fortuna!» o «Vorrei tanto esserci io al suo posto!». Qualcuna si rivolgeva a lei esclamando «Brava! Complimenti! Sono molto felice per te!». Altri invece cercavano qualsiasi pretesto per spiegare l’inspiegabile – secondo loro – scelta dei 5 Seconds Of Summer azzardando un «Secondo me quella è raccomandata! Odio queste persone che tolgono opportunità agli altri solo perché hanno soldi!» Avril poteva sentire tutto, perché ora nell’Arena c’era uno strano silenzio; ma a lei non importava ciò che dicevano; stava per avere tutto ciò che avesse mai desiderato: incontrare i propri idoli – e magari anche parlarci – e salire su un palco e cantare davanti a un pubblico che non fosse composto da sua madre, suo padre e suo fratello – che non ascoltava mai lei, ma la musica emessa dal suo mp3, attraverso le cuffiette.-

Era sul palco ora, la vista era grandiosa, spettacolare, non aveva mai visto niente di più bello! Ora sapeva cosa provavano i ragazzi che le avevano conquistato il cuore, ed era semplicemente fantastico!

Calum le si avvicinò e le porse un microfono. «Allora dolcezza, come ti chiami?». Lei arrossì, ma nessuno sembrò accorgersene. «A-a-avr…Avril!» riuscì a dire dopo aver balbettato vocaboli monosillabici senza senso. Calum, riprese a parlare, e stavolta rivolto al pubblico. «Bene ragazzi, lei è Avril e stasera spaccheremo di brutto!!» Ci fu un incitamento generale, e intanto le prime note della canzone, risuonavano nell’Arena. Avril, era emozionatissima, stava per cantare. Non muoveva un muscolo; ma era certa che avrebbe aperto la bocca, serrata dalle sue pallide labbra e avrebbe fatto uscire i suoi sentimenti più profondi e più veri, per quella band che stava per realizzare i suoi sogni, il suo più grande scopo nella vita. Era il suo momento.

Ora…

La musica si arrestò. Il suono metallico degli altoparlanti risuonò nell’Arena.

«No! Non starai ancora fantasticando su quei quattro vero? Stai sprecando il tuo tempo Avril Gilbert!»

Aspetta… quella voce…Ryan! Se quella era la voce di Ryan, allora…era stato solo un sogno?

All’improvviso vide di fronte a sé la faccia divertita di suo fratello. «E’ il primo giorno di scuola, non vorrai fare tardi vero?» Ormai ne aveva la conferma, era solo un sogno, un bellissimo e lontanissimo sogno, infranto. Ma allora, perché era stato così dannatamente reale?

Indescrivibile fu la delusione che provò nell’ammettere come stavano le cose; e cioè che doveva tornare alla realtà. Pensò al suo ‘Si, può essere’, e a quanto fosse terribilmente sbagliato. Lei era solo, e sarebbe sempre stata Avril Gilbert, quella dei ‘No, non può essere. Non per te, almeno’. E si arrese. Un altro noiosissimo e orribile anno scolastico come quelli precedenti stava per iniziare. E si rese conto di una cosa: Poteva la sua vita essere più superficiale di quello che era? Assolutamente no, perché le cose per lei, erano appena iniziate!

Avete mai sentito l’espressione ‘Più pene passerai, meglio ti troverai?’ Bhè, è ovvio che no! L’ho inventata proprio in questo momento, ma sono convinta che la vita riservi sempre delle sorprese; belle o meno, ma è questo il bello di essa, ti sorprende sempre.

E se la vita ne riserverà molte brutte, allora vuol dire che dovrai avere pazienza e aspettare, perché poi te ne riserverà di bellissime, molte delle quali non potrai nemmeno immaginarle!




 

 
Ciao a tutti!

Questa è la prima storia che scrivo e pubblico.

Spero che la storia possa piacervi ed incuriosirvi.

Sarei molto felice se lasciaste qualche commento per farmi sapere che ne pensate o magari semplicemente per darmi qualche consiglio per migliorare.

Cecherò di aggiornare ogni settimana! Alla prossima!  :)
  
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