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Autore: Artifact    17/11/2014    1 recensioni
Rimango inerme, davanti a te e non me ne vergogno.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Amo come mi fai sentire, amo il tuo sorriso quando mi guardi.
Ma ho questa paura che non va mai via dentro di me: oggi siamo migliori amici, oggi stiamo insieme. Ma un domani noi due che saremo?
C’è un filosofo che nella sua teoria, nel suo pensiero, crede ed afferma che per essere ora non devi più essere quello che eri ieri e per essere domani non devi più essere quello che sei ora.
Odio il mio corpo, com’è ora, lo odio con tutto il mio cuore, non c’è una parte di me che reputo decente, che sia bella o che amo.
Però. Però quando sono con te, quando mi accarezzi o quando passi in modo leggero, quasi a sfiorarmi, le tue dita sulla mia pelle, lì, in quel momento quasi dimentico del mio corpo, quasi dimentico quanto lo detesti e la mia mente si riempie di te, dei tuoi occhi che mi guardano, che sembrano ardere dalla passione.
Vedo umettarti le labbra con la punta della lingua e mi vengono i brividi, sulla schiena. Voglio mordere le tue cazzo di labbra perfette per sentire il tuo sapore, ma tu mi tieni giù, inchiodata alle lenzuola. Non me lo imponi con la forza, ma le tue carezze sulla mia pancia, sulle mie costole e gambe, e dio se sono meravigliose le tue dita sul mio corpo che, anche se la voglia di baciarti è tanta, non ho la forza di reagire.
Rimango inerme, davanti a te e non me ne vergogno.
Io non sono perfetta, non eccello in tutto, anzi eccello in poco e niente. Non sono una normale ragazza, non sono chi voglio essere. Sono solo una strana ragazza che ama sognare.
No, prima ho sbagliato, prima non avevo realmente capito. Ho trovato la mia parte perfetta e al tempo stesso ho trovato persino la tua.
La parte migliore di te è che non sei me, ma la parte migliore di me sei te.
Tu che mi dai sicurezza, tu che giri in casa in boxer senza farti alcun minimo problema per il tuo corpo o per altro, tu che urli a squarciagola cantando tutto ciò che ti passa per la mente sotto la doccia o che fai finta che il soffione della doccia sia un microfono e mi dedichi così una canzone mentre ci laviamo.

E qui ti ringrazio.
Ti ringrazio di essere come sei, di essere la mia persona.
Ti ringrazio di farmi dimenticare anche solo per un secondo il mio corpo pieno di imperfezioni, ma che tu dici di non vedere perché non esistono.
Ti ringrazio di essere qui nel presente facendomi sperare nel nostro domani.
  
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