Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: sakura182blast    27/10/2008    8 recensioni
Primo Aprile. E' il compleanno di Sakura e Shaoran le ha preparato una misteriosa sorpresa per festeggiarlo a dovere, ma l'improvvisa punizione impostale dal padre romperà le uova nel paniere ai due ragazzi. Però, come si dice: a mali estremi, estremi rimedi. * Dedicata alla mia tesora, Bea-chan, per il suo quattordicesimo compleanno!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fujitaka Kinomoto, Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Touya/Toy | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Konbanwa a tutti!
Ecco… Lo so che sono secoli che non mi faccio viva, ma ho dei seri (e stavolta sono davvero SERI) problemi di ispirazione. All’inizio credevo si tratasse del solito calo, chi qui non ne ha mai sofferto? Ma, andando avanti nel tempo, ho scoperto che la scrittura e CCS proprio non vogliono più andare di pari passo…
Perciò temo che questa mini FF (che volge al termine con questo capitolo) e quella vampironzola saranno le mie ultime due… A meno che qualcuno non si decida a farmi tornare una sorta di ispirazione. Che periodo di magra TT_____TT sono tristissima!
Anche perché non riuscirò a portare a termine il mio progetto “regali di compleanno”, dato che le idee mi sono finite sotto la suola delle scarpe…
La colpa è di Kingdom Hearts XD (e, soprattutto, di Roxas ed Axel >///////<)
Ok, ma bando alle ciance… Vi lascio alla seconda –ed ultima- parte!
Riguardo all’altra FF… Spero di aggiornare presto anche quella.

Capitolo 2





Era forse un’ora che viaggiavano… O comunque vi mancava poco.
Avevano abbandonato da un po’ la tangenziale ed ora proseguivano diritti su delle impervie strade di campagna.
Sakura fu tentata dal chiedergli quanto mancasse all’arrivo, ma poco prima che si preparasse ad urlare Shaoran svoltò poco dolcemente e sinistra e la fece cozzare contro la sua giacca.
“Scusa!” Le disse ad alta voce mentre cominciava a dar tregua alla manopola dell’acceleratore.
La ragazza approfittò di quella tregua per portare a termine il suo intento. “Manca molto all’arrivo?”
“No, tranquilla!” La rassicurò lui continuando a decelerare.
Stavano facendo più o meno i cinquanta all’ora quando Li girò nuovamente a sinistra e si immise in un parcheggio completamente deserto. Lì spense la moto e si tolse poi il casco, risistemadosi i capelli disordinati con dei colpetti della mano destra.
Anche Kinomoto lo imitò, più che felice di liberare la sua nuca dalla soffocante ed ovattata morsa del casco; una volta liberato il capo lo fece oscillare lievemente e lasciò che i suoi capelli color miele, ormai di media lunghezza, prendessero un po’ di aria.
L’aria… Ora che poteva respirarla più nitidamente si accorse che aveva qualcosa di strano: era densa, molto più densa rispetto a quella di città, ed aveva uno strano odore… Salmastro?
Cercò di voltarsi, ma il ragazzo la bloccò prima che potesse ruotare il busto anche solo di qualche grado. Le prese poi il viso fra le mani e lo pose così prossimo al proprio che tutto ciò che i grandi occhi verdi di lei potevano guardare era solo il volto statuario di Li.
“Eh no, signorina, non eluderai la sorpresa!” Esclamò allora il giovane, ghermendo il volto di lei con una sola mano mentre, con l’altra, prese a cercare qualcosa all’interno di una tasca dei suoi jeans scuri.
Un ricordo poco piacevole, però, riaffiorò nella mente di Sakura, precisamente legato a quel pomeriggio.
“Non mi piace che mi si chiami signorina con quel tono canzonatorio!” Sbuffò scocciata mentre osservava con un pizzico di curiosità il ragazzo estrarre dai pantaloni un foulard azzurro.
“Ora chiudi gli occhi. Se li apri e rovini la sorpresa giuro che ti lascio!” Minacciò scherzosamente il cinese, ma la giovane non sembrava essere d’accordo con quella finta intimidazione.
“Ehy!” Esclamò stizzita mentre contro voglia chiudeva gli occhi e lasciava che Shaoran la voltasse nella direzione opposta. “Non sono cose carine da dire queste, sai?”
Li parve quasi non ascoltarla; annodatole il fazzoletto davanti agli occhi ed agitatale una mano dinnanzi al viso per appurare che non vedesse nulla, le diede un bacio accanto all’orecchio e le circondò la vita con le braccia, intimandole di camminare in una data direzione.
“Ora, piano piano, cammina con me…” Le sussurrò all’orecchio, provocandole un piacevole brivido che le scosse la spina dorsale. “E sta’ attenta a dove metti i piedi… Ti conosco, sai?”
Shaoran si mise a ridere e questo fece sorridere anche la ragazza, che prese ad accarezzare le mani di lui strette attorno al suo grembo.
D’improvviso un suono abbastanza familiare le giunse alle orecchie, risvegliandola da quel leggero stato di intormpidimento nel quale era caduta. Sembrava quasi uno scroscio, e poi un risucchio.
Improvvisamente un’illuminazione. “Ma… Questo rumore…”
Il cinese, lesto, spostò le sue mani dal ventre alle orecchie di lei, impedendo l’accesso ad ogni lieve rumore.
“Non devi nemmeno origliare.” Sorrise il giovane, parlandole a voce un po’ alta. “Non è corretto da parte tua, sai?”
D’improvviso il ragazzo si fermò, costringendola a bloccarsi lì, dove si trovava. Le tolse le mani dalle orecchie e le sussurrò nuovamente qualcosa.
“Togliti le scarpe, adesso.”
Kinomoto obbedì senza fare repliche e fece scivolare via sia scarpe che calze, restando a piedi nudi.
E si rese conto solo allora di tutto. Tastando attentamente con essi la superficie sulla quale si trovava riconobbe ciò che stava caplestando, ed improvvisamente identificò l’origine di quello scroscio che udiva poco distante.
Sabbia e onde… Si trovavano al mare!
Completamente attonita, la giovane si portò entrambe le mani sul viso e fece lentemente scivolare la benda lungo i lineamenti del suo volto per appurare che la sua intuizione fosse esatta.
Una volta che i suoi occhi furono liberi, la ragazza osservò senza parole lo scenario dinnanzi a sé: l’oscuro manto del cielo era tempestato di piccole stelle, la luna splendeva, alta e fiera, stagliandosi all’orizzonte mentre le onde, andando e venendo ritmicamente, quasi stessero danzando una precisa coreografia, riflettevano i suoi candidi raggi sulla frastagliata superficie del mare. Fissò poi lo sguardo a terra e sorrise, guardando la fresca sabbia color avorio solleticarle la pianta dei piedi.
Le scappò un risolino, che fece molto felice il giovane accanto a lei.
“Buon compleanno, amore mio.” Esalò il castano ponendosi accanto a lei e cicorndandole la vita con un braccio.
Kinomoto si voltò verso di lui e gli regalò uno dei suoi sorrisi più dolci. “Grazie, Shaoran.”
Il cinese ricambiò il sorriso, ma infine si allontanò bruscamente da lei. “Mi stavo dimenticando una parte importante della serata!” Esclamò, prima di correre nuovamente verso il proprio mezzo di trasporto.
Una volta giunto lì, Sakura lo osservò prendere una borsa fissata al serbatoio che prima non aveva minimamente notato e tornare a passo spedito verso di lei.
“Spero tu abbia fame!” Le disse il castano prendendole una mano e trascinandola verso un punto della spiaggia più prossimo all’acqua.
Più si avvicinavano al mare e più quel forte odore di salsedine le pizzicava il naso, ma in quel momento la ragazza asseriva di non aver mai sentito profumo più buono. Era davvero commossa da quanto ancora quel bel ragazzo dai lineamenti cinesi fosse in grado di sorprenderla; era arrivato addirittura a percorrere quasi novanta chilometri di notte pur di farle una così bella sorpresa.
Tomoyo poco sbagliava quando asseriva che lei era stata così tanto fortunata a trovare un ragazzo come Shaoran.
“Qui va bene?” Le domandò improvvisamente Li, risvegliandola dai suoi pensieri.
“S-sì, è perfetto!”
Il bel castano le sorrise di nuovo per poi lasciarle la mano; si chinò sulla sabbia e posò accanto a sé lo zaino, cominciando a rovistarvi all’interno. Tirò fuori per prima cosa un grande telo azzurro, che subito posò a terra; seguirono poi due piatti di cartone, due calici di plastica e due forchette, anch’esse in plastica.
Poi il ragazzo pose entrambe le mani nel ventre dello zaino e rimase per qualche attimo immobile. “Ed ora il vero e proprio pezzo forte… Se si è rovinata per colpa del viaggio scaravento quel trabiccolo in mezzo all’oceano!”
Con uno scatto estrasse dalla borsa una scatola di cartone di media grandezza e la posò sul telo, tutto sotto lo sguardo curioso di Sakura. Con mani tremanti aprì la confezione e ne ispezionò il contenuto, abbandonandosi ad un sospiro di solleivo subito dopo.
“Uff… Tutto a posto, per fortuna!” Proferì passandosi una mano sulla fronte in un gesto plateale.
Kinomoto, inginocchiatasi dirimpetto a Li, si sporse curiosa verso la scatola per scoprirne il contenuto e, per l’ennesima volta durante quella giornata, rimase senza parole.
Si trattava di una piccola torta al cioccolato, guarnita con delle deliziose roselline bianche di zucchero, alcune delle quali si erano purtroppo staccate dalla glassa di cacao ed erano finite alla deriva all’interno della scatola.
“So che quella al cioccolato è la tua preferita.” Disse Li mentre, dalla borsa, estraeva una bottiglietta di spumante più piccola del solito e la poggiava accanto alla torta.
“Addirittura lo spumante?” Chiese maliziosa Sakura, prendendo la bottiglietta di vetro e facendosela rigirare fra le mani. “Non vorrai mica ubriacarmi per farmi dire di sì ad ogni tua richiesta?”
Il ragazzo rise, mentre, con un coltello, cominciava a dividere la torta in fette. “Non mi pare che per quello mi serva l’alcohol.”
Anche la castana esplose in una risata divertita, mentre con una mano cercava di far saltar via il tappo in sughero dalla bottiglia di spumante.
Dopo qualche tentativo andato a vuoto, il cinese allungò le mani verso di lei e le strappò la fredda bottiglia dalle mani, riuscendo con un solo colpo secco a stapparla e mettendosi poi a fissare Kinomoto con aria di superiorità.
“Ma che bravo… Tu sei un uomo, però!” Esclamò la giovane mentre voltava il capo di lato, stizzita.
“E tu sei una donna molto, ma molto carina.” Ammiccò il ragazzo afferrando uno dei calici in plastica e riempiendolo di frizzante spumante, per poi porlo alla giovane.
“E’ già l’ora del brindisi?” Chiese lei ridente, lambendo con due dita il bordo del bicchiere. “A cosa brindiamo?”
“Fammi pensare…” Proferì il castano insicuro mentre si versava dello spumante. “Ecco! Brindiamo ai tuoi diciassette anni! Che siano pieni di gioia, di belle notizie e, soprattutto, di me!”
Il giovane alzò in alto il bicchiere, intimando a Sakura di fare lo stesso.
“Non stai un po’ monopolizzando la tua figura?” Gli domandò Kinomoto, divertita.
“Figuriamoci!” Le rispose Shaoran con lo stesso tono.
Infine i due fecero cozzare lievemente i calici, producendo un rintocco nemmeno lontanamente paragonabile al dolcissimo suono che due veri bicchieri di cristallo avrebbero prodotto, ma alla ragazza andava bene comunque.
Consumarono la dolcissima torta che Li aveva fatto preparare appositamente per lei e rimasero poi seduti sulla sabbia, ascoltando il dolce suono delle onde che si infrangevano sulla battigia.
D’improvviso, però, la castana si alzò, avvicinandosi al mare e prendendo a rincorrere l’acqua che andava e veniva, andava e veniva con un movimento quasi preciso. Infine si fermò e lasciò che un’onda la bagnasse fino all’altezza dei polpacci, facendola rabbrividire per l’improvviso contatto con l’acqua.
Shaoran la osservava intenerito; l’espressione che lei aveva dipinta sul volto gli pareva quasi quella di una bambina entusiasta che vede il mare per la prima volta. Ma la sua dolce espressione si tramutò in una maschera di perplessità una volta che vide Kinomoto prendere a svestirsi.
“Sakura!” Esclamò allora il cinese, alzandosi in piedi per raggiungerla. “Ma cosa fai?!”
“Non si vede?” Domandò l’altra con naturalezza, mentre faceva scivolare i pantaloni lungo le gambe. “Mi svesto per fare un bagno, no?”
“M-ma… Non è ancora arrivato il tempo per fare il bagno! L’acqua è ancora fredda, ti prenderai un malanno!” Ribattè il ragazzo preoccupato.
“Di sera l’acqua è più calda. E poi la temperatura non è male!” Asserì energica la castana mentre si toglieva la felpa.
“Ma potrebbe essere comunque pericoloso!” Le rispose a tono Li, più ansioso che mai. “Per favore, lascia perdere!”
“Non ci penso nemmeno!” Dichiarò Sakura facendogli una linguaccia, cominciando poi ad avanzare nell’acqua con indosso solo la biancheria intima fino a quando l’acqua non le giungeva al ventre. “E se vuoi fermarmi c’è una sola cosa che puoi fare…”
“Quale sarebbe?” Proferì il castano allarmato, allungando una mano verso di lei.
[E qui parte la canzone – All Saints, Pure Shores]
“Rincorrermi! Logico, no?” Rise la ragazza, gettandosi poi con un piccolo tuffo sotto alla superficie dell’acqua.
Li non poteva crederci… Davvero la ragazza si era gettata nel mare in quel periodo della stagione?
Allibito, prese a spogliarsi alla velocità della luce rimanendo in soli boxer e si lanciò all’inseguimento della giovane, tuffandosi pochi istanti dopo di lei. Kinomoto, nek frattempo, era già arrivata a forse una cinquantina di metri dalla riva ed osservava divertita il proprio ragazzo sbracciarsi come un forsennato pur di raggiungerla prima che le potesse accadere qualcosa.
“Sakura, dannazione!” Esclamò il cinese nuotando velocemente verso di lei; finalmente gli anni di corso di nuoto che sua madre lo aveva costretto a frequentare cominciavano a dare i loro frutti. “Torna subito a riva!”
La castana, vedendolo farsi pericolosamente più prossimo, si gettò nuovamente sott’acqua e prese a nuotare a rasoterra, sfiorando il fondale sabbioso con il corpo. Fortuna che sott’acqua era perfettamente in grado di tenere gli occhi aperti, questo le garantiva un vantaggio su Shaoran. Non aveva affatto voglia di tornare sulla spiaggia, anzi; voleva divertirsi un po’ facendo dannare il suo ragazzo, almeno si sarebbe presa una piccola rivincita per tutte quelle volte in cui lui si era coccolato la sua moto.
Diede una rapida occhiata dietro di sé e notò stupita che il giovane le era già alle calcagna, e non solo: anche lui sott’acqua era in grado di tenere aperti gli occhi. Ecco come poteva averla raggiunta così presto!
L’aria cominciò a mancarle, così si diede una spinta con i piedi contro al fondale e riemerse in superficie, respirando un’abbondante boccata d’aria. Ora i suoi piedi non raggiungevano più il fondo, così era costretta a continuare a muovere le gambe per non affondare.
Shaoran fece lo stesso, riemergendo un paio di metri distante da lei, e le si avvicinò celermente con sguardo severo.
“Sakura!” Esclamò su tutte le furie, mentre la ghermiva per un braccio. “Senti l’acqua quanto è fredda?! Sbrigati, torniamo a riva prima che tu faccia una congestione!”
“Dai, restiamo ancora un po’!” Si lagnò invece la ragazza, supplicandolo. “L’acqua in fondo non è poi così ghiacciata.”
“Ma sei stai tremando?!” Le fece notare poco cordialmente il ragazzo, accarezzandole una guancia.
Kinomoto cercò, invano, di bloccare il tremolio del suo corpo. “Non ha importanza!”
“Senti Sakura, non voglio che tu ti prenda un malanno, perciò…”
Li avrebbe voluto continuare a sgridarla, ma uno schizzo d’acqua fredda lo raggiunse in pieno viso e lo constrinse a smetterla con la ramanzina.
“Ora mi schizzi?” Domandò allibito alla ragazza che, per tutta risposta, gli schizzò nuovamente dell’acqua sul volto.
Shaoran si ritrovò improvvisamente a riflettere; in fondo aveva ragione, l’acqua non era poi tanto fredda…
In men che non si dica i due avevano ingaggiato una lotta di schizzi e risate nella quale nessuno sembrava aver la meglio sull’altro, era una perfetta lotta ad armi pari.
Stancatasi di tutte quelle spruzzate, Sakura si rituffò sotto la superficie dell’acqua e prese a fuggire di nuovo per gioco, venendo di nuovo inseguita dal cinese. Ma la castana notò che l’espressione del viso di lui stavolta non era rabbuiata e severa, bensì divertita.
Dopo una breve fuga Kinomoto dovette fermarsi dato che Li era riuscito a raggiungerla e ad afferrarla per un braccio, portandola più prossima a sé.
La ragazza tentò un minimo di resistenza per gioco, infine, dolcemente, liberò le mani dalla sua presa portandole sul volto di lui ed infilandole poi fra i suoi capelli, scossi dalla leggera corrente marina. Shaoran la strinse a sé ed avvicinò il suo volto a quello di lei, posando delicatamente le labbra sulle sue per un tempo infinito fino a quando, entrambi senza fiato, furono costretti a risalire in superficie per riprendere aria.
Continuarono a schizzarsi e baciarsi, immergersi e rincorrersi fino a quando Li, seriamente preoccupato dai sempre più frequenti starnuti di lei, non le intimò nuovamente di tornare a riva.
“Dai, Sakura.” Insistette il ragazzo, questa volta senza la minima voglia di tornare sulla sua decisione. “Ci siamo divertiti abbastanza, no? E poi chissà che ore sono… Dobbiamo tornare a casa prima che i tuoi si sveglino!”
La castana sembrò rifletterci su un istante, infine assentì. “Hai ragione.”
I due nuotarono fino alla riva e lì si sedettero, attendendo pazienti che i loro indumenti intimi e la loro pelle si asciugasse. Shaoran frugò in una tasca dei suoi jeans scuri e da lì estrasse il proprio cellulare, realizzando che in fondo non era molto tardi.
“Sono le due passate.” Asserì, osservando incuriosito Kinomoto disegnare insensati ghirigori sulla fredda sabbia. “Se adesso aspettiamo di asciugarci credo che saremmo a casa per le tre e mezza. Siamo fortunati che domani è domenica, vero?”
“Già…” Proferì distrattamente Sakura, parendo molto concentrata su quello che stava facendo.
“Ti vedo pensierosa…” Constatò il cinese, facendosi più prossimo a lei e passandole una mano fra i corti capelli umidicci. “Che succede?”
“Nulla.” Dichiarò lei, voltando il capo.
“Dai, forza, scommetto che qualcosa c’è.” insistette il ragazzo, sfoderando un sorriso incoraggiante. “non ti va di dirmi di cosa si tratta?”
Sakura voltò di poco il capo nella sua direzione, quel tanto che bastava per poterlo fissare con la coda dell’occhio.
“Ecco…” Cominciò, un po’ titubante. “Io vorrei ringraziarti per la meravigliosa sorpresa che mi hai fatto…”
“E lo fai con quel broncio?” Le chiese Shaoran prendendole il mento con una mano e costringendola a voltarsi del tutto verso di lui. “Preferirei come ringraziamento un bel sorriso, sai?”
Li tentò di essere convincente, ma ancora la ragazza non sembrava riprendersi da quella malinconia. Reso anch’egli depresso da quell’aria mogia che circondava, il giovane le diede un bacio in fronte e la spronò a dirgli che cosa non andasse.
“Allora?” Insistette nuovamente.
“Io…” Mormorò lei, insicura. “Io… Mi sento totalmente disarmata vedendo tutto ciò che tu fai per me, e mi chiedo… Ecco, mi chiedo se anch’io riesco a dimostrarti quanto ti ami proprio come fai tu…”
Shaoran, dapprima serio, scoppiò improvvisamente in una tenue risata, turbando la ragazza che aveva affianco.
“Che c’è?” Gli domandò, spaesata. “Perché ora ridi? La mia è una questione seria!”
Il cinese smise di sghignazzare e si avvicinò a Sakura quel tanto che gli bastava per farla sentire improvvisamente piccola dinnanzi ai suoi occhi ambra.
“Sì, la questione è seria…” Proferì, passandole una mano fra quei capelli quasi castani, abbuiati dalla loro umidità. “E’ il tuo dubbio ad essere relativamente stupido.”
Sakura dischiuse la bocca, nel tentativo di ribattere qualcosa, ma tutto ciò che le riuscì di fare fu sospirare e desiderare che le labbra di lui, così pericolosamente vicine al suo viso, serrassero le sue in uno di quei baci mozzafiato come lui era capace.
“Sciocchina!” Disse il castano in tono scherzoso, accarezzandole le labbra con il dito indice. “A me basta guardarti negli occhi per capire tutto quello che pensi o che provi. Non hai bisogno di dimostrarmi niente, capito?”
“Sì…” Mormorò lei, sentendo l’impellente bisogno che lui la baciasse.
Li, quasi avesse percepito il desiderio di lei, avvicinò ulteriormente il suo viso a quello della ragazza, così tanto che già le loro labbra si sfioravano.
“Brava la mia bambina… Lei capisce sempre tutto.” Constatò Li ridente, poco prima di eliminare qualsiasi distanza tra i loro volti.
Rimasero sdraiati a baciarsi su quella fredda sabbia per un lasso di tempo indefinibile, fino a quando Shaoran, fra una carezza e l’altra, non si era accorto che Sakura si era quasi del tutto asciugata.
“Non sei più bagnata, sai?” La informò, mordicchiandole il lobo di un orecchio.
“Nemmeno tu…” Proferì per tutta risposta Kinomoto, allontanandolo con poca forza da sé. “Ma questo l’ho notato già da un po’!”
Il castano, perplesso, fece perno sulle braccia e si puntellò, fissando la ragazza sdraiata sotto di sé con sguardo malizioso.
“E perché non mi hai avvertito prima che eravamo già asciutti?” Le chiese, cercando di farle un po’ di solletico con una sola mano. “Avremmo potuto levare le tende già da un po’, allora!”
La giovane rise, dando dei colpetti a Shaoran intimandogli di smetterla di pizzicarle i fianchi per farla ridere e dimenare. “E chi ti dice che aveva voglia di avvisarti?”
Li scattò a sedere immediatamente e l’additò. “A-ah! Lo sapevo!” Rise. “Ho ragione a darti della piccola ninfomane!”
“Almeno quanta ne ho io di darti del maniaco!” Se ne uscì l’altra, alzandosi in piedi e facendo la linguaccia al proprio ragazzo.
Il cinese la vide avvicinarsi ai propri vestiti e darsi delle leggerre pacche sul corpo, cercando di levare la sabbia che, nell’asciugarsi, le era rimasta attaccata addosso.
Infine si vestì velocemente, fissando con malinconia il mare che si stagliava nell’oscurità nero come la pece dinnanzi a sé.
“Che peccato… Già bisogna tornare…” Proferì la castana mentre si allacciava il bottone dei jeans.
Anche Shaoran si alzò, avvicinandosi a lei. “Potremmo restarcene a dormire qui.” Gli uscì in tono scherzoso.
“Già, e chi li sente domani i miei?” Ridacchiò Sakura, porgendogli i suoi abiti. “Nemmeno questa notte sarei dovuta uscire, ricordi?”
Entrambi finirono di prepararsi, raccogliendo anche tutto ciò che avevano abbandonato sulla spiaggia, e si recarono nuovamente alla moto di Li, entrambi non molto entusiasti di farlo.
“Questa notte è stata davvero la più indimenticabile di tutta la mia vita.” Proferì Kinomoto mentre si avvicinavano al parcheggio, stringendo una delle mani di Shaoran con la propria. “Grazie.”
Il castano arrossì di botto, distogliendo lo sguardo da lei per evitare di farglielo notare. “D-di niente…”
La ragazza abbassò gli occhi, dando un calcio ad una pietra che rotolò poco distante. “Più o meno che ore sono?”
“Sono le tre, ho controllato poco fa.” Le rispose lui, frugando in una tasca dei pantaloni con una mano alla ricerca delle chiavi della moto. “Abbiamo perso un po’ di tempo.... Asciugandoci.”
Ovviamente la giovane colse l’acuto sarcasmo che aveva caratterizzato le parole di Shaoran.
Si limitò a fissarlo di sottecchi, sospettosa.
“Certo che a volte le cose possono cambiare davvero tanto…” Le uscì detto poi, mentre con gli occhi guardava lontano, verso l’orizzonte. “Guarda noi, per esempio.”
“Che intendi dire?” Le chiede di rimando lui, un po’ confuso.
La castana inspirò profondamente. “Pensavo che, almeno fino a quattro anni fa, non ci sarebbe mai venuta un’idea pazza come quella di scappare di casa per stare un po’ insieme.”
“Beh…” Intervenne il cinese, estraendo le chiavi del mezzo dalla tasca posteriore dei propri jeans scuri, trionfante. “Fino a quattro anni fa tu non ti saresti mai e poi mai spogliata davanti a me come hai fatto prima solo per farti un tuffetto fuori stagione.”
“E tu non avresti nemmeno preso in considerazione l’idea di guidare una moto…” Proferì Sakura bloccandosi d’improvviso, volgendo poi allarmata lo sguardo su Li. “Sono cambiate così tante cose… Noi stiamo crescendo e persino i nostri pensieri ed i nostri modi di fare mutano con noi… Pensi che anche i nostri sentimenti potranno cambiare?”
Shaoran la fissava perplesso: la castana aveva uno sguardo davvero preoccupato. Le mise, poi, un braccio intorno alle spalle e l’avvicinò a sé, baciandole la fronte.
“E’ vero, hai ragione. Tante cose sono cambiate.” Constatò il giovane, fissandola serio. “E sicuramente tante altre ne cambieranno ancora. Ma ciò che mai muterà sono i miei sentimenti; per te nutrirò sempre lo stesso sentimento che sto provando ora, qui, su questa spiaggia. Non temere il futuro.”
La ragazza si strinse a lui, rincuorata da quelle parole. “So che non devo averne paura dato che accanto a me ci sei tu.”
Giunsero davanti alla moto; quello era definitivamente il momento dell’ultimo addio a quella bella spiaggia, testimone di una delle notti più belle di tutta la loro vita.
“Torneremo presto, vero?” Domandò malinconica Sakura mentre si infilava il casco portole da Shaoran e saltava sul sellino posteriore del mezzo, sorretto dal ragazzo.
“Ci conto, Sakura!” Esclamò il ragazzo sorridendo poco prima di montare sulla moto ed abbassarsi la visiera, stessa cosa che la castana fece.
“Tieniti forte, mi raccomando!” Le disse ad alta voce mentre girava la chiave nel quadro. “Fra un’oretta circa saremo a casa.”

Li aveva detto un’oretta, ma il viaggio di ritorno le parve molto più corto di quanto quello di andata non fosse stato.
Erano giunti davanti a casa sua e nemmeno se n’era accorta.
Smontò dal mezzo con un’agilità che ancora impressionava il bel cinese e si levò il casco, porgendolo poi al ragazzo che lo mise al sicuro, tra il suo addome e lo zaino sul serbatoio.
“Grazie ancora per la bellissima nottata!” Esclamò ridente la giovane Kinomoto.
“Di niente.” Rispose Shaoran, togliendosi il casco. “Mi sono divertito molto anch’io, nonostante il tanto improvviso quanto inaspettato bagno!”
La castana rise a quel ricordo: l’espressione che Li aveva assunto quando lei aveva preso a spogliarsi per entrare in acqua era stata a dir poco esilarante. Ma bloccò la sua sincera risata sul nascere solo per avvicinarsi al ragazzo e baciarlo di nuovo, aggiungendo un ulteriore ringraziamento per la serata.
Infine la giovane si allontanò da lui, raggiungendo a passi svelti il vialetto di casa.
“Ti chiamo domani pomeriggio.” Le disse Shaoran osservandola avvicinarsi alla porta di casa e chinarsi accanto allo zerbino, estraendo da lì sotto una chiave.
“D’accordo.” Rispose Sakura aprendo l’uscio ed entrando, stando poi sulla soglia per salutare il proprio ragazzo. “A domani, grazie ancora.”
Detto questo si richiuse la porta alle spalle, sparendo oltre l’ingresso.
Il cinese sorrise scuotendo lievemente la testa; voltò poi la moto ed accese di nuovo il motore per tornare a casa, ma qualcosa lo trattenne dal partire immediatamente. Un urlo.
“Shaoran! FERMO!!”
Quella… Non era la voce della sua ragazza?
Voltò lesto il capo, preoccupato dall’ansia che il tono di lei tradiva.
La vide correre fuori di casa come una furia e fiondarsi in strada, saltando poi con uno scatto felino sulla sella posteriore del suo mezzo.
“Ma che succede?!” Domandò allarmato il castano, impensierito dall’espressione sconvolta di Sakura.
“PARTI! PARTI!” Lo esortò invece lei, senza degnarlo di una spiegazione.
Li avrebbe voluto chiedere nuovamente un chiarimento, ma improvvisamente i fatti si esposero da soli, con qualcosa che valse più di mille parole.
Tutto d’un tratto, dalla porta di casa, era uscito un Touya urlante tutto assonnato armato di pantofola.
“DANNATI MOCCIOSI!” Urlava, mentre correva, un piede scalzo ed uno no, verso Shaoran e sua sorella. “VE LO INSEGNO IO AD ANDARVENE IN GIRO ALLE QUATTRO DI NOTTE!”
Il cinese non riusciva a realizzare cosa stesse succedendo.
“Ma cosa…?”
“Mi stava aspettando alzato!!” S’affrettò a chiarire la giovane. “Stanotte s’è svegliato e si è accorto che non c’ero… ORA PARTI PERO’!!”
Il castano non se lo fece ripetere due volte; poco prima che il maggiore dei fratelli Kinomoto li potesse raggiungere Li aveva celermente accelerato, scampando per un pelo alla furia omicida del moro.
Touya, profondamente offeso per esserseli lasciati scappare, scagliò la propria pantofola verso i due che si allontanavano veloci e prese ad urlare nel bel mezzo della strada.
“SE VI ACCCHIAPPO VI DISINTEGRO!” Schiamazzò, portandosi le mani fra i capelli per il nervoso. “DANNATA SAKURA, DOVRAI TORNARE A CASA PRIMA O POI!”


Poco più di un chilometro dopo Shaoran si fermò sul ciglio di una strada deserta, togliendosi nuovamente il casco.
“Tuo fratello è una cosa incredibile…” Proferì dunque, profondamente sconcertato.
“E questo non è nulla…” Riflettè Sakura, rabbrividendo. “Pensa a quando domani lo racconterà a mio padre… Sarò in punizione fino all’età pensionabile…”
“Perciò stanotte spassiamocela!” Scherzò il castano. “Dove si va?”
Kinomoto sorrise, stringendosi poi saldamente alla schiena di lui mentre socchiudeva gli occhi e vi poggiava sopra la testa. “Casa tua va più che bene.”
Il cinese ridacchiò, inserendo la marcia. “D’accordo. Quindi casa mia sia!”


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Evvai, qualcosa portato a termine finalmente!
Poi in questo periodo la mia testa viaggia altrove, altro che scrittura! XD Sto pensando che sabato sono al Lucca Comics a divertirmi con le mie tate *________*
Non vedo l’ora di incontrarvi, finalmente becco qualche colleguzza di EFP!! La Shele, la Marcy e la Roby sono sicure… Spero che venga anche l’amora, ha detto che c’era una possibilità TT^TT daaiii Bea-chan, vieni anche tu!!!
Quindi venerdì sera, quando ci saluteremo su MSN, non diremo “ci sentiamo domani” bensì “ci vediamo domani!” O_________O ZIIIIIIIIIIIIIIIIII! Ok, sono stra-euforica per questa cosa!!!
Pensare che ho già in testa il cosplay per l’anno prossimo *____* Sora-kun, Sora-kun! Nee, Shele-pon? *.* perché l’anno prossimo parteciperemo al contest!!!
Demo… C’è una cosa che leggermente mi preoccupa *crow* mi è venuta in mente oggi e dovevo dirla alla Shele, ma stasera non c’è… ^^’’ te la spiegherò su MSN perché è curiosa come faccenda! (Le foto dei cosplay mi preoccupano… O__O spero che nessuno l’anno prossimo faccia Riku con noi… Ecco, ho già detto anche troppo!)
Ok, basta, ora devo proprio dileguarmi!
Ringrazio Dany92, xxsakura94xx, sakura93thebest, Katy 92, Sakura bethovina, Fantastic Paul e P_A_O_L_A per aver recensito lo scorso capitolo!
Ah… A proposito di recensioni… Prometto che mi metterò in regola anche con quelle, ricomincerò a recensire le storie che seguo al più presto possibile, promesso!
Sayonara!

   
 
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