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Autore: kishal    28/10/2008    4 recensioni
Le chiamavano le Terre Emerse. Due immani blocchi di terra, poco distanti l’uno dall’altro, uniti da un malandato ponte magico. Le Terre Emerse dall’Inferno doveva essere il suo nome per intero. Ed Inferno portarono sulla Terra quando, quel maledetto giorno, da essa si sollevarono, andando a cozzare con il cielo. Una sfida a chi vive Lassù, forse? Già. Una dichiarazione di guerra vera e propria. Ed a farla era stata lei, la regina dei dannati, la lady oscura cresciuta nel silenzio e nell’ignoranza di tutti, allevata da infime creature, e con nel sangue il Male puro.
Genere: Romantico, Dark, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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The Dark Lady

 

 

Londra

Le chiamavano le Terre Emerse. Due immani blocchi di terra, poco distanti l’uno dall’altro, uniti da un malandato ponte magico.

Le Terre Emerse dall’Inferno doveva essere il suo nome per intero.

Ed Inferno portarono sulla Terra quando, quel maledetto giorno, da essa si sollevarono, andando a cozzare con il cielo. Una sfida a chi vive Lassù, forse?

Già.

Una dichiarazione di guerra vera e propria.

Ed a farla era stata lei, la regina dei dannati, la lady oscura cresciuta nel silenzio e nell’ignoranza di tutti, allevata da infime creature, e con nel sangue il Male puro.

Hermione Granger, nuovo Ministro della Magia, era stata ben attenta, insieme ai suoi collaboratori più stretti, a tenere nascosta quella tragica novità. Nessuno, se non lei e l’Ordine della Fenice, era venuto a sapere di quei due piccoli blocchi continentali emersi al di là delle coste settentrionali della Gran Bretagna, né degli abitanti che vi vivevano. Nessuno, tranne la cinquantina di persone che abitavano nei pressi delle terre Emerse e che erano state prontamente sterminate.

Come bestie al macello.

Le loro carni erano state dilaniate quando ancora il sangue ribolliva caldo al suo interno, e da un più pronto esame di laboratorio, le loro anime erano tenute prigioniere da potenti incantesimi di magia nera.

Nessuno doveva ancora sapere… perché nessuno, in verità, era ancora pronto per sapere. Sebbene fossero passati quasi venticinque anni dalla distruzione di Voldemort, nessuno era pronto a vedersi portar via quella pace tanto duramente conquistata.

I pochi che conoscevano speravano di poter risolvere in breve la questione, senza che questa diventasse necessariamente di dominio pubblico.

Hermione, affacciata ad una delle finestre del suo studio al Ministero della Magia, sospirò affranta, fissando il cielo cupo.

Era inutile sperare che non piovesse.

Le nubi nere portavano sempre tempesta.

 

 

Hogwarts

 

La conosceva da troppo tempo per non capire cosa avesse, per non scorgere, anche da quella distanza, la curva triste assunta dalle grandi labbra, il capo mestamente chino in avanti, le spalle incurvate, quasi sulla difensiva. La vide prendere le sue cose e uscire dalla sala della festa, e non appena riuscì a liberarsi di tutti gli amici che lo attanagliavano, la seguì.

Ovviamente, una volta ritrovatosi nei bui corridoi dei sotterranei, non la trovò. Sospirò, avviandosi verso i piani alti, pensando dove potesse essersi rintanata.

Sicuramente non era tornata in dormitorio: quando era triste per qualcosa, Lily tendeva ad estraniarsi dalla massa, a stare da sola, possibilmente in qualche posto all’aria aperta, che le consentiva di tranquillizzarsi più velocemente.

Ma era notte fonda, non poteva essere uscita fuori, aveva paura del buio.

Sbuffò di nuovo, dirigendosi verso il terzo piano: non poteva che essere andata nella Stanza delle Necessità… e questo significava tanti, noiosissimi e faticosi gradini da salire. Dannata ragazza!

Quando vi giunse, e oltrepassò la porta che, con il ben conosciuto movimento di piedi, gli era comparsa davanti, si ritrovò in una stanza vuota, grigia, grezza… ma perfettamente illuminata da calda luce dorata.

Dirimpetto a sé, seduta spalle al muro e gambe incrociate, c’era lei, in attenti, con i grandi occhioni azzurri che lo fissavano. Rimase un po’ a guardarlo, per poi alzarsi e corrergli incontro, buttandosi fra le sue braccia muscolose.

Scorpious la strinse a se, accarezzandole i morbidi capelli d’autunno mentre le poggiava un leggero bacio rassicurante sulla tempia.

“Stasera alla festa ho litigato con Marcus… lui aveva bevuto tanto, come al solito, e voleva che andassimo in camera sua per… per fare…” Iniziò lei, tremante, avvicinandosi di più a lui e facendo aderire perfettamente i loro corpi.

Mmm… vai avanti…” Sussurrò il ragazzo, beandosi di quel profumo di fiori che le apparteneva e che era abituato a sentire fin da quando era piccolo, ma prestando estrema attenzione alla narrazione, mentre il vago pensiero che quella notte avrebbe rotto il muso a Marcus Nott gli passava per la mente.

“Io gli ho detto che non volevo… e lui ha iniziato a dare di matto, a dire che lui era un ragazzo, che aveva dei bisogni, che io non potevo rimanere vergine per sempre…. Poi se n’è andato, ed io l’ho lasciato stare.

Ho passato la serata con Rose e le altre ragazze, e poco fa le ho mollate per andare un attimo al bagno…. E l’ho trovato lì… Non so con chi fosse… ma si baciavano, lei aveva il vestito tutto tirato su, lui i pantaloni abbassati e…

“E sei scappata via.” Concluse lui, immaginando quanto la ragazza potesse essere scioccata e sognando ad occhi aperti il momento in cui avrebbe dato una lezione memorabile a colui che aveva osato farle un torto del genere.

“E’… squallido” Sussurrò lei, tremando, mentre lui la coccolava per tranquillizzarla.

“Lo so…

“Trovo sempre ragazzi così… perché? Perché sono così sbagliata?!

“Non sei tu ad essere sbagliata Lily. E’ lui. E vedrai che prima o poi tutto quello che fa gli si ritorcerà contro.” Le sussurrò, sorridendo sadicamente senza che lei, col capo immerso fra la sua spalla e il suo collo, se ne accorgesse.

Lei sospirò, non del tutto convinta: se tutte le sue storie andavano male, non poteva essere sempre colpa degli altri, probabilmente centrava anche lei.

“Posso dormire con te stanotte?” Gli chiese, allontanandosi un poco per fissarlo negli occhi. Le sue iridi argentee accolsero le sue azzurre con un sorriso.

“Certo.”

Non… disturbo?”

“Non c’è nessuna fanciulla fra le mie coperte questa notte, se è questo che intendi.” Ammiccò maliziosamente, facendola arrossire e ridendo della sua abituale reazione. Lily era la ragazza più pudica e innocente che conoscesse. Ma non ingenua, questo no, grazie all’intelligenza strepitosa che aveva e che le permetteva di cogliere il senso più nascosto delle cose.

“Beh, sai com’è, tu sei sempre occupato…” Si lagnò lei, nascondendo di nuovo il capo nel suo petto.

“Non per te.” Le ricordò con una nota ovvia nella voce: per lei c’era sempre, di qualsiasi cosa abbisognasse poteva stare certa che lui sarebbe stato lì a procurargliela, soprattutto se questo qualcosa era il puro affetto di un grande amico. In fondo, glielo doveva: se aveva ancora un’anima, e soprattutto, se aveva ancora un cuore lo doveva solo a lei. “Andiamo” Aggiunse, sentendola sbadigliare “mi sa che per te è arrivata l’ora di dormire!”

 

Dopo aver dato a Lily un suo pigiama, con la scusa che il suo migliore amico, Robert Zabini, gli doveva parlare, l’aveva lasciata sola nella sua grande e lussuosa stanza da prefetto.

Furioso come poche volte lo era stato, si era diretto col suo veloce ed elegante passo felpato verso la sala della festa, ormai semi-vuota, e non appena aveva individuato Marcus Nott lo aveva raggiunto e preso a botte, senza spiegazioni.

Sentiva la rabbia divorargli il cuore, muovergli le membra, annebbiargli la mente. Non nutriva mai troppa simpatia per i ragazzi che giravano attorno a Lily, e ancor meno ne nutriva per quei pochi con cui lei era uscita; sapere che uno di questi aveva osato farla stare male giocando coi suoi preziosi sentimenti lo faceva uscire di testa.

I pochi presenti ovviamente, scioccati per l’improvviso evento, si erano avvicinati e avevano tentato di dividerli, ma c’erano riusciti solo quando ormai Nott era steso a terra coperto di escoriazioni e lividi, e Malfoy, già stanco e affaticato, aveva deciso che così poteva bastare.

“Che cosa è successo?” Fu la domanda che molti gli posero. Ma solo ad una persona rispose. L’unico che gli interessava sapesse.

James Sirius, il fratello maggiore di Lily, che, fermo davanti a lui con la fronte corrucciata, attendeva una risposta di cui immaginava il contenuto.

“Ha fatto il coglione con Lily.”

“Cosa le ha fatto?!” Chiese immediatamente quello, entrando in allarme.

“Lei gli si è negata, e lui s’è scopato la prima che ha trovato. Lily li ha visti insieme al bagno.”

Cazzo… gliel’avevo detto di non frequentarlo…” Esclamò, innervosendosi.

Anche io. Ma non da mai retta a nessuno, è cocciuta come ogni Potter esistente sulla faccia di questo globo.

James si grattò la testa, ridacchiando fra se e se mentre pensava a quanto fossero veritiere quelle parole. “Dov’è ora?” Chiese poi. “E’ da un po’ che non la vedo in giro.”

“In camera mia, dorme con me stanotte.” Disse senza guardarlo negli occhi, voltandosi e andandosene.

Il moretto deglutì amaramente a quelle parole, ma decise di non ribellarsi a tale imposizione. Tra i Malfoy e i Potter non era mai corso buon sangue, e non correva tutt’ora… perfino lui mal sopportava la prepotenza di quel biondastro dagli occhi serpentini…  ma purtroppo non poteva ignorare il forte  legame che c’era fra Scorpious e Lily. Sapeva quanto lui ci tenesse a lei, quanto le volesse bene e la rispettasse… perfino ora l’aveva dimostrato, difendendola da colui che aveva ferito il suo dolce animo. E non poteva che fidarsi ciecamente sapendola al suo fianco… anche se si trattava di un Malfoy.

Con rassegnazione si diresse verso le sue stanze, raggiunto ben presto per via dagli amici che parlottavano e ridevano ricordandosi i memorabili momenti di quella lotta mozzafiato.

 

 

Quando arrivò nella stanza, la trovò semi illuminata dalle abat-jours accese ai lati del lettone. Lui non le aveva mai usate, preferendo la fioca oscurità appena rischiarata dal bagliore lunare che proveniva dalle finestre… le aveva poste là solo perché sapeva che Lily, nei momenti di nostalgia, andava da lui, e lei non riusciva a dormire al buio.

Lentamente si avvicinò al letto, scoprendo la figura della ragazza distesa sotto le coperte, comodamente rilassata e ad occhi chiusa.

Aveva il suo pigiama. Le stava gigantesco, e la faceva sembrare quasi ancora più bambina di quel che normalmente appariva.

Le lunghe onde dei suoi capelli color mogano, lasciati liberi, si erano sparse per tutto il cuscino… sicuramente quella notte il suo sonno sarebbe stato allietato dal loro profumo primaverile.

Si diresse silenziosamente verso l’armadio, iniziando a spogliarsi con lentezza. Quando oramai, in boxer, si stava infilando il pigiama di seta verde bosco, lei lo chiamò con la voce impastata dal sonno.

Scorpius?”

mmm?” Mugugnò, stringendosi i pantaloni alla vita.

“Hai trovato Robert?”

No… probabilmente doveva essere già in camera sua, in buona compagnia.”

“Che pervertiti…” Disse, sorridendo lievemente. Poco dopo il biondo, tutto vestito, era sdraiato al suo fianco, sotto le coperte, e la abbracciava di spalle dopo averle dato un bacio sulla tempia.

“Stai bene?”

“Un po’ stanca… Domani sarò in forma.”

Mmm.”

Lei rimase in silenzio per un po’, tesa. Poi si voltò fra le sue braccia, e i loro occhi si incontrarono, distanti appena pochi centimetri. “Scorp, grazie ancora… so che non dovrei farlo… non dovrei chiederti ogni volta di stare con me…

Lily…

“So di essere una lagna

“Finiscila qui Lily. Non dire niente. Non mi devi dire niente.”

Ma

“Va bene così. Lo sai. Dormi ora.” Le disse, facendola adagiare sul suo petto, e sentendo finalmente quel grazioso profumo che la caratterizzava solleticargli le narici.

Lily si addormentò poco dopo, lo capì dal rilassarsi del suo corpo sul proprio e dal suo respiro tranquillo. Era l’unica ragazza ad essere mai riuscita a dormire con lui. Tutte le altre le cacciava via subito dopo l’amplesso, per nulla desideroso di avercele ancora vicino.

Robert spesso lo prendeva in giro, dicendogli che in verità lo faceva perché l’unica cosa che gli interessava di loro era il corpo, e una volta avuto quello non rimaneva nient’altro. Mentre di Lily, sebbene apprezzasse molto la bellezza fisica, amava di più lo spirito. Ad essere sinceri, non sapeva quanto l’amico scherzasse quando diceva queste cose… Zabini aveva l’abitudine di dire le cose importanti con leggerezza, giusto per instillare negli altri il dubbio senza però colpire subito nel profondo con una verità che, magari, sarebbe stata dura da sopportare.

Probabilmente, a parer suo, lui era davvero innamorato di Lily.

Sospirò.

Non gli piaceva ammetterlo, ma dentro se sapeva perfettamente di non poter fare a meno di quella ragazzina dagli occhi azzurri che, fin da quando era bambino, aveva illuminato i suoi giorni bui.

 

 

   
 
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