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Autore: Alesdon    17/11/2014    0 recensioni
Una lettera personale di una ragazza che parla in prima persona dell'amore che provò all'inizio della sua adolescenza.
Genere: Malinconico, Poesia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi parlavano spesso dell’amore da bambina, io lo immaginavo come l’amore fra mamma e papà, che con tutti i litigi che affrontavano alla fine era sempre l’amore a prevalere. Infatti immaginavo tutto come un paesaggio estivo al tramonto. I miei primi anni da adolescente, li ho passati da sognatrice, vedevo coppie in giro, e le sognavo anch’io! Ma ahimè, fino all’età di quindici anni, ho provato solo “amori” non corrisposti.
Speravo in qualcosa di magico, ma non arrivava mai, ed è così che aspettai, piena di sogni e speranze.
 
Non ricordo bene che giorno fosse, forse ero uscita da scuola, presi il solito autobus per tornare a casa, ma improvvisamente frastornata dalla gente che avevo attorno, notai uno sguardo. Sì, quei sguardi che all’inizio non capisci, che prendi alla leggera, e solo dopo pochi minuti pensandoci, ti fanno quell’effetto strano. Chi bussava alla mia porta? Chi era quel dolce sentimento che stava entrando dentro la mia mente e dentro al mio cuore? Le domande erano così tante, che non ci pensai molto, andai alla ricerca di quel ragazzo, quel ragazzo che mi aveva fatto provare un brivido, non so neanch’io cos’era, forse un colpo di fulmine pensai! Tramite dei messaggi, tramite delle uscite, degli sguardi, io mi innamorai con poco. Sapete, descrivere tutto è strano, perché potreste pensare che sto scherzando, che non può essere vero. Ma giuro, i colpi di fulmine esistono, e non è difficile passare all’amore. Perché se conosci una persona, se la comprendi, se inizi a capire se quel brivido è stato reale, è tutto perso. Perso perché quasi quasi non sai neanche spiegare ciò che provi in quei momenti, e quindi ti assale una tale confusione che non riesci neanche a comprendere le parole che dici, i gesti sono sempre più spontanei, il cuore batte così forte che non riesci a stare tranquilla e a calmarti. Dopo due settimane circa, siamo usciti nuovamente, ma sentivo qualcosa dentro di me. Qualcosa di diverso, chissà cosa mi aspettava. Non lo vedevo da quattro giorni e non potrete mai immaginare il mio sguardo appena lo vidi, e quell’abbraccio..chissà se lo scorderò mai. Ricordo poco delle prime ore, parlammo molto, ma non so cosa accadde la sera verso le sette, si avvicinò alle mie labbra, i miei occhi si chiusero involontariamente, tutto era mescolato da emozioni che non avevo mai vissuto prima. Eh si, da allora il mio amore divenne sempre più forte, è da lì che cominciò la mia tanto attesa storia d’amore.
Tornai a casa la sera, che si notavano da chilometri i miei occhi a cuoricino, si proprio quell’emoticon che conoscete su whatsapp, facebook. Ero contentissima, vivevo realmente dentro una favola, la mia favola. Passavo giorni con lui indimenticabili, quasi come vivere in un sogno, si perché per me era veramente il mio sogno, ciò che aspettavo da tempo. Non so descrivervi le tante ore passate accanto a lui, ma posso dirvi che ogni bacio, ogni abbraccio l’ho vissuto. L’ho vissuto con tutta la mia sincerità, perché era ciò che desideravo da tempo, e non scherzavo con i sentimenti.
I giorni passavano. Concordo con molti, non è stato facile portare avanti questa relazione, litigavamo spesso, ma lo amavo, e lui sembrava corrispondermi. Ma come uno schiocco di dita, passò quasi un mese. Mancavano due giorni al grande festeggiamento. Ricordo che il tempo non era dei migliori, nuvoloso, quasi volesse piovere. Avevo notato da un bel po’ che lui era un po’ menefreghista, volevo farglielo notare, ma era strano, sembrava capire per poi sbagliare nuovamente. Lo avevo già perdonato tante, tantissime volte. Ma ero arrivata ad un punto che non accettavo di dare tante attenzione e tanto amore a una persona che molte volte mi accusava di essere paranoica, lo ero, si. Ma ci tenevo, avevo paura di perdere la persona di cui mi ero innamorata. Eh si, proprio due giorni prima, lo lasciai. Non voglio descrivervi il mio stato d’animo, voglio lasciarvelo immaginare, la mia sofferenza di aver lasciato una cosa tanto importante era estremo. Però il giorno dopo non so cosa mi prese. Forse era l’euforia del gran giorno. Ma avevo capito che lui si era pentito di essersi comportato da menefreghista. Lo avevo compreso da alcune parole. Così ripresi in mano la situazione, volevo tornare assieme a lui. Volevo vivere il giorno dopo assieme a lui, e non con le lacrime pensandoci. Siamo tornati assieme, abbiamo vissuto il nostro primo mese con dolcezza e tanto amore.
Ed ecco arrivati a ciò che tutt’ora mi fa male. Il giorno dopo del nostro primo mese, ricominciammo a litigare, iniziò ad essere menefreghista, non mi pensava più, ero come un estranea. Ero stanca, non volevo più saperne niente, ma lo amavo. Continuavo a farlo con tutte le ferite addosso. Lui sembrava rassegnato, non voleva più litigare, ma non capivo. Perché era menefreghista e allo stesso tempo stanco delle nostre continue litigate? Perché non faceva niente per far vedere che anche lui mi amava?. Son domande a cui mai più avrò una risposta. Dopo quattro giorni, ho scoperto che il giorno prima pur avendomi detto che non potevamo vederci per problemi familiari, lui era uscito. Ho scoperto che mentre si stava divertendo con i suoi amici, doveva vedere una ragazza. Purtroppo tutto ciò l’ho scoperto tardi, il dolore pervase la mia mente e il mio cuore. Il tramonto che più di un mese prima avevo visto nei suoi occhi si era trasformato in una bufera, in una tempesta. Chiusi una volta per tutte. Lui negava, ma io ero sicura di ciò che aveva fatto, sapevo la verità e lui ha sempre negato. Anzi all’inizio avevo paura anche di aver creduto a voci passeggere. Invece era tutto vero, passai giorni a piangere, a scuola, davanti ai miei amici, ai miei compagni. Era tutto inutile, si era trasformato in un'altra persona. O non è mai stato quella persona che ho amato per così tante settimane? Quello sguardo era soltanto un illusione? E perché io non me ne sono mai accorta? Perché ho creduto a situazioni impossibili?
Ebbene, la colpa me la son presa in gran parte io. Ma che idiota ero diventata?
Mai più vidi il suo sguardo illuminato da quel bellissimo tramonto, mai più sentii quel sogno dentro alla mia mente e al mio cuore. Mai più vidi i suoi meravigliosi occhi, quegli occhi di cui me ne ero perdutamente innamorata, quegli occhi che sapevano di amore. Rimasi con un vuoto dentro, con una confusione tale che ogni volta che uscivo avevo la paura di vederlo e sentire quel brivido illusorio. L’illusione di una ragazza, che andando avanti col tempo porterà una ferita permanente, e anche se il dolore svanirà poco a poco, niente cucirà quel vuoto che provò quel giorno in cui tutte le speranze e tutti i sogni si ruppero assieme al suo dolore. Il dolore di un amore. Un amore indimenticabile.
 
  
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