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Autore: Nyctophilos    17/11/2014    3 recensioni
Dal testo:
Non avresti mai lasciato che nessuno le facesse del male. Ma non potevi salvarla da sé stessa.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Com'era bella... la era in modo inconsapevole, puro. Non se ne rendeva conto, abituata ad esserla.
Rideva di una risata genuina, un po' troppo acuta forse: chiudeva gli occhi e gettava indietro la testa, la bocca contratta in una smorfia buffissima. E quando riapriva gli occhi... erano luminosi, emanavano una gioia inaspettata e vera, ti rendevano partecipe di quella felicità genuina.
Tu la osservavi, da lontano, con un piccolo sorriso sulle labbra, rapita da quella spontaneità. Nel tuo sguardo si poteva leggere l'istinto di protezione che provavi nei suoi confronti.
Non avresti mai lasciato che nessuno le facesse del male. Ma non potevi salvarla da sé stessa. Non potevi farlo, nessuno avrebbe potuto. Sono inutili i ripensamenti, i rimpianti: ormai lei e la sua risata non ci sono più, se non nella tua memoria. E quello è il luogo in cui dovrai preservarli per sempre.
Si vede che la pensi, che la pensi continuamente: nei tuoi occhi, in fondo, c'è sempre una patina di tristezza. Quella eterna, costante, di qualcuno che sa di aver perso qualcosa per sempre. Quella che non andrà mai via.
Hai perso qualcosa di vitale, e si vede. Si vede da ciò che fai. Dal fatto che hai toccato tante altre ragazze, dopo di lei, anche a fondo, ma non ne hai mai più baciata una. O dal fatto che un pomeriggio alla settimana ti fai tutta la salita fino al cimitero per parlare con lei. O dal fatto stesso che le parli, come se ci fosse, come se fosse il ad aspettarti.
Non la rimpiazzerai mai più, e lo sai. Lo sanno tutti. Voi eravate qualcosa di inscindibile. Nonostante tutte le vostre distrazioni, tutto ciò che agli altri sembrava scandaloso. Ma qualcosa è andato male, vero? Non eri lì con lei, quando ha preso una lametta e si è incisa i polsi, o sbaglio? Non eri lì quando, perfettamente cosciente, ti scriveva quella lettera, vero? Non eri lì nemmeno quando, agonizzante, chiamava il tuo nome, con voce prima flebile, poi spenta dalla disperazione e dalla presa di coscienza che tu non saresti arrivata. Nessuno c'era, quando avrebbe voluto fermare il sangue, perché aveva visto il tuo profumo sul lavandino. No, lo sappiamo solo perché lo scrisse sul muro: "non dimenticherò il tuo profumo". Era sola, ma amava il tuo profumo. Amava te, ma non bastava... Tu non bastavi. E adesso te ne rendi conto. Te ne rendi conto ma ormai è tardi.
È tardi e non l'avrai mai più.
È tardi e non la vedrai mai più.
È tardi, ma la amerai per sempre.
Per sempre.
   
 
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