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Autore: Anle    28/10/2008    7 recensioni
< < Sei solo un piagnone > > .
< < Non sono lacrime, queste > > .
L’Hatake sorrise, sprezzante. < < Fammi indovinare, ti è di nuovo entrato qualcosa nell'occhio? > > .
~[Team Yondaime][ObitoxRinxKakashi]
[Terza classificata al primo concorso sulla Menzogna indetto da Mala_Mela e Hipatya]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Obito Uchiha, Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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raindrops

<< Quelle sono-? >>

<< Mi è solo entrato qualcosa nell’occhio >> 

                                                                                               
                                                             
<< Una strategia del genere è un suicidio >>
<< Tranquillo, non mi esporrò a pedina sacrificale >>
 
 
Si staglia sulla collina, fiero: la pietra ancora viva, le incisioni ancora fresche.
Se non fosse per la sacralità del suo compito, verrebbe detto da tutti un bugiardo;
se avesse la parola, racconterebbe dell’intima fragilità degli uomini.
E nonostante riesca a sussurrare unicamente morte,
la solitudine è quella che fa piangere ogni suo visitatore.
 
 
 
<< Allora, ti è tornato il buonsenso? >>
<< Io non sono come voi >>
 
<< Oh, be’, è normale che non ti ricordi: è passato tanto tempo >>
<< Dopo tutto, sei ancora noiosa >> 
 
 
 
Raindrops
 
 
 
Remember me when I am gone away,   
Gone far away into the silent land;   
When you can no more hold me by the hand,   
Nor I half turn to go, yet turning stay.   
Remember me when no more day by day 
You tell me of our future that you plann'd:   
Only remember me; you understand   
It will be late to counsel then or pray.   
Yet if you should forget me for a while   
And afterwards remember, do not grieve:
For if the darkness and corruption leave   
A vestige of the thoughts that once I had,   
Better by far you should forget and smile   
Than that you should remember and be sad. 
 

 

 

 

 

È una bella giornata, pensi, con le mani in tasca e un sorriso sbilenco nascosto dietro la maschera.

Mentre rimani in piedi, gli occhi si soffermano sugli ideogrammi incisi con forza nella pietra, rimanendo ad osservarne alcuni in particolare.

In una tasca, il peso dell’Icha Icha paradise si affievolisce, mentre il pizzicore consueto all’occhio destro si fa più intenso.

Maledicendo, quindi,  il sole troppo forte e la reminescenza di ricordi ormai passati, la vista ti si offusca e il cuore diventa pesante.

 

 

 

<< Merda >>.

Il kunai schivò il bersaglio di qualche centimetro, andandosi a conficcare nella corteccia dell’albero.

Boccheggiò, e le ginocchia si andarono a scontrare contro il fango, le unghie presero a sanguinare.

Quando le lacrime cominciarono a sgorgare sul volto segnato dai tagli freschi, Obito si trovò ad imprecare per la seconda volta.

<< Dovresti inclinare di più il kunai >>. L’uchiha strinse i pugni, ingoiando la rabbia.

<< Fatti gli affari tuoi >>.

Kakashi fece una smorfia. << È un anno ormai che sei genin, e ancora non riesci a prendere la mira come si de- >>.

<< Sta’ zitto >>.

<< Sei solo un piagnone >>.

<< Non sono lacrime, queste >>.

L’Hatake sorrise, sprezzante. << Fammi indovinare, ti è entrato di nuovo qualcosa nell’occhio? >>.

<< Finiscila, ho detto! >>. Obito strinse i denti, le lacrime che premevano per uscire.

<< Dammi retta, dovresti cambiare maschera >> replicò invece, << questa non funziona un granché >>.

 

 

 

È ormai mezzogiorno, e la figura di Shikamaru fa capolino da dietro gli alberi: lo spiazzo illuminato dal sole, le ombre che, a tratti, gettano scuro su alcune macchie di prato.

Quando i loro sguardi s’incrociano, non sembrano stupiti di vedersi. Probabilmente, non è la prima volta.

Rimangono in silenzio, fino quando il Nara non tira fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette e lo poggia ai piedi del monumento.

Kakashi sorride. << Non hai mai veramente smesso di fumare, vero? >>.

Shikamaru ricambia, inarcando un angolo della bocca all’insù. << Macché, non l’ho mai sopportato, il fumo >> spiega, mettendo poi svogliatamente le mani in tasca. << Lo faccio solo in sua memoria >>.

L’Hatake rimane ora in silenzio, guardandolo socchiudere gli occhi. << Anche adesso, mi sembra di sentire bruciare gli occhi >> continua, cercando di mascherare l’emozione dietro un sospiro di fastidio.

Di nuovo, il jounin continua a non dire nulla.

<< Arrivederci, sensei >> riprende a parlare lui, molto dopo.

<< Stammi bene, Shikamaru >>.

 

 

 

<< Obito? >>.

La voce di Rin sovrastò per qualche momento i singhiozzi dello shinobi. << Lascia che ti medichi le ferite >>.

Obito strinse i pugni, e le ferite ripresero a sanguinare. << Voglio restare solo >>.

<< Ci vorrà un attimo, se solo mi->>.

<< Per favore >> ma per quanto cercasse di mascherare le proprie emozioni, il suono risultò più stridulo di quanto volesse in realtà.

La kunoichi si rabbuiò. << Stavo solo cercando di essere gentile >>.

<< Non è niente >> replicò, strofinandosi gli occhi con il braccio, a tentare di nascondere il pianto.

Rin fece qualche passo avanti, sedendosi accanto a lui. << Questo, fallo giudicare a me >>.

Obito, in risposta, tentò di coprire le ferite, scostando la mano che, con insistenza, cercava quella di lui.

<< Ho detto che sto bene >> si difese, quando le dita della kunoichi trovarono vittoriose i tagli e le contusioni.

Rin scosse la testa. << Sei un disastro >> lo rimproverò, malcelando un sorriso d’affetto.

<< So che non riuscirò mai a raggiungere il livello di Kakashi >> proruppe lo shinobi all’improvviso, << ma almeno io so preoccuparmi dei miei compagni >>.

La ninja-medico emise un sospiro, mentre cercava di fermare le emorragie. << Obito, rivelare le proprie emozioni non vuol dire essere deboli >>.

<< Già >> ribatté, il viso contratto da una smorfia di disappunto. << Eppure, a te piace Kakashi >>.

Rin arrossì. << Questo non c’entra nulla >> ribatté, cercando di cacciare via l’imbarazzo.

<< E poi >> aggiunse, guardando il compagno corrucciarsi, << anche tu mi piaci >>.

La kunoichi vide allora la fronte dell’Uchiha distendersi, mentre le labbra scoprivano i denti affilati.

<< Ora sei tu a mentire >> esclamò, lo sguardo timido rivolto ai propri piedi. Ma Rin non ribatté nulla in risposta, limitandosi a sorridere.

<< Grazie >> le disse infine, con sincerità; lei che continuava a medicargli le ferite, ricambiando il gesto di cortesia, cercando di fare il più delicatamente possibile.

 

 

 

<< Naruto mi ha detto di portarle i suoi saluti >>. Sakura è seduta ormai da un po’ accanto al sensei e nessuno dei due oggi sembrava particolarmente loquace.

Kakashi, per la prima volta da quando è arrivata, si gira verso di lei. << Gli hai detto che saresti venuta qui? >>.

L’Haruno scosse la testa. << No, probabilmente non sa neanche che sono qui >> spiega, anche se quest’affermazione sembra portare a qualcosa di molto più remoto. << Naruto me l’ha chiesto perché lui è sempre impegnato negli allenamenti e… >> scuote di nuovo la testa. << È solo una stupidaggine, lasci stare >>. Tra i due, vento che passa, ricordi che ritornano. 

<< Hai già rinunciato, Sakura? >> le domanda d’un tratto, chiedendosi solo ora come mai la sua allieva si trovasse lì, assieme a lui.

Lo sguardo di lei si rabbuia. << Sembra quasi di vederlo, il suo nome, scritto lì >> non gli risponde, e con il mento indica la pietra scura a pochi passi da loro.

<< Naruto ci crede ancora >> obietta il maestro, gli occhi di nuovo di fronte a sé.

La kunoichi ride, senza emozione. << Già >> ancora qualche strascico di riso nella voce. << Già >>.

Solo poi: << Arrivederci, sensei >>.

<< A domani, Sakura >>.

 

 

 

<< Obito! >>

La frana cede alle proprie spalle, e la voce – troppo debole – si confonde con il fragore dei massi contro il suolo.

<< Vieni via di lì, Rin! >>. La kunoichi, all’improvviso, si sentì afferrata per la vita e spinta verso l’alto.

Quando i piedi toccarono poi di nuovo terra, le gambe le cedettero e un gelo le s’insinuò lungo le ossa, facendola tremare.

<< Dannazione >> sibilò il compagno, conficcando i pugni tra le pietre. << Dannazionedannazionedannazionedann-! >>.

D’un tratto, le braccia di Rin si confusero con le sue, mentre lei cercava conforto in un abbraccio non ricambiato.

Gentilmente, Kakashi la scostò da sé, non lasciando sottintendere altro, se non fastidio. << Non è giusto, non è… Non possiamo >>.

La ninja-medico cominciò a singhiozzare. << Ti prego, io, io ne ho bisogno >>.

L’Hatake strinse i denti. << Io ti avrei lasciato indietro >> disse, la voce poco più di un sussurro. << Se sei viva, lo devi solo a lui >>.

<< Non m’importa >> replicò, gli occhi ancora più gonfi. << Non voglio, non voglio sape- >>.

<< Io non ti ho mai amato >> esclamò, con più enfasi di quanto avesse voluto. Si morse la lingua.

Altro singhiozzo. << È meglio così, credimi >> continuò, ignorando – in quel momento – non solo i suoi sentimenti, ma anche i propri.

 

 

 

È tardo pomeriggio, e il vento soffia forte, ormai. In un modo o nell’altro, si è trovato a passare l’intero giorno di fronte ad un dannato monumento ai caduti: una cosa davvero stupida, anche per uno come lui.

Chissà perché, la nostalgia di tornare indietro si accentua verso sera, ma, nonostante il forte desiderio, quel nome sulla lapide non ha intenzione di tornare pietra rozza.

Eppure, dopo tutto questo tempo, gli è difficile credere a qualcosa di così inanimato e permanente: il ricordo, di certo, è più veritiero della morte.

Infine, si alza, le gambe addormentate, gli occhi ancora volti al passato: la testa ad un futuro che mai sarà.

 

 

<< Rin >>.

L’erba era fresca, quella sera: le stelle più luminose del solito, e il vento più pungente di molte altre volte.

Il maestro Yondaime le si avvicinò, cercando di cogliere lo sguardo di lei, che, assente, era rivolto al cielo.

<< Gli allenamenti sono finiti, va’ a casa >> disse, mettendole una mano sulla spalla per riscuoterla dai pensieri.

La kunoichi fremette un poco al tocco del maestro, annuendo poi impercettibilmente.

<< Sensei >> lo richiamò, prima che l’uomo le voltasse di nuovo le spalle. << Perché non riesco a farmi amare da Kakashi? >> chiese, torcendosi le dita nervosamente.

Yondaime, colto alla sprovvista, dapprima non rispose, limitandosi a sederle accanto. << Ci sono ferite >> cominciò poi, sospirando piano, << che neanche voi medici potete guarire >>.

<< Questo cosa cent-? >>.

<< Nonostante tutto, Kakashi ha sempre voluto bene a Obito >> spiegò, incrociando le braccia, pensoso.

<< È normale che cerchi di allontanarti: ma questo non vuol dire che ti odi, Rin >>.

La ninja-medico strinse i lembi della veste, con rabbia. << E alle ferite dei medici, sensei, chi ci pensa? >> la voce incrinata, le labbra morse con insistenza.

A questo, Yondaime non sapeva dare una risposta. << Sii paziente, Rin >> replicò invece, eludendo la domanda. << Vedrai che col tempo imparerà a perdonarsi >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

 

 

Prima dei ringraziamenti et similia, alcune piccole note riguardo la storia. Per forza. ùù

Lo so cosa state pensando: vi amo anch’io.*smile*

N.o 1) Il sonetto che apre la fanfic è di Christina Rossetti, Remember me. Appena l’ho letta, ho capito che l’avrei dovuta utilizzare per qualche fanfic. xD Mi spiace solo che in questo momento l’autrice si starà – molto probabilmente rivoltando nella tomba. uu’’’

N.o 2) Avevo già in mente da un po’ di scrivere una shot sul Team Yondaime, e questo contest è stata l’occasione. Da una parte, sono soddisfatta del risultato, dall’altra mi sembra che un po’ il tutto sia rimasto in sospeso. Cioè, neanch’io so cosa Kakashi farà in futuro, come per gli altri protagonisti, e il fatto che sia rimasta tronca – Val docet! – è anche per questa ragione. Spero lo stesso vi sia piaciuta, anche se ho dato una mia visione personale dell’insieme.

N.o 3) In realtà, le note sarebbero finite, perciò inserite nei seguenti spazi vuoti ciò che vorreste ci fosse scritto:

-

-

 (o, se volete, lasciate perdere e ignoratemi xD)

 

Ora! Farfugliamenti-time:

Sinceramente? No, non me l’aspettavo.

Okay, suona molto ‘ipocrisia vita mia’, ma se Billy – il mio amico immaginario – fosse qui, e non a scorrazzare con Timmy – suo boyfriend, anche lui fatto di immaginazione – mi difenderebbe a spada tratta. Perché lui sa quanto ho urlato per la camera, da completa immatura, continuando a ripetere Nonvogliosapere, nonvogliosapere, e mangiando yogurt alla fragola per la tensione.

Quindi, adesso che avete compreso la mia condizione mentale, capite da voi che potrei aver detto la verità.

Ad ogni modo, vorrei ringraziare e dedicare questa shot a Tinebrella: lei sa perché(L). O forse no, ma tanto vale. xD

Come anche vorrei ringraziare le giudicesse, Hipatya e Mala_Mela, troppo pazienti e spaventosamente veloci. xD

In ultimo, faccio le mie congratulazioni a e Lee per i primi due posti, e alle altre partecipanti.

In ultimissimo – giuro! – posto il bannerino del concorso, che - personalmente - adoro. :3

Anle

 

 

  
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