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Autore: Marzio C    19/11/2014    4 recensioni
Ho cercato, in 27 capitoli, di continuare la storia di Chuck e Sarah. Incontreranno momenti belli e momenti difficili. Tutti i capitoli sono intrecciati l'un l'altro, ognuno è il seguito del precedente. Non essendo io uno scrittore, anzi mi considero solo uno scribacchino, non sempre sono riuscito a mantenere i personaggi nelle loro caratteristiche per cui me ne scuso e non mi rimane che affidarmi al vostro buon cuore ed alla vostra sensibilità critica. Gradirei conoscere i vostri pareri e le vostre recensioni, per uno scribacchino sono importanti anche se negative.
Grazie et buona lettura.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fine sesta stagione
 
                         Capitolo 27
 
Comodamente sdraiato sul suo letto, Casey stava pensando a quanto era cresciuto professionalmente Chuck. Gli venne in mente la prima volta che si conobbero, meno male che c’era anche Sarah se no l’avrebbe ucciso.
 
Col passare del tempo divennero amici, formavano una squadra affiatata, compreso quel flanellone di Morgan suo prossimo genero. Mancava poco e lui sarebbe diventato nonno.
 
 Gertrude entrò in camera e gli chiese perché stesse sorridendo. John le fece cenno di avvicinarsi, la catturò ed iniziò una finta lotta corpo a corpo fatta di baci, di carezze e di amore. Sfiniti rimasero abbracciati.
 
“Gertrude, non ti sembra che i Bartowski abbiano subito troppe batoste dalla vita? Hanno avuto tanto ma ritengo che abbiano subito di più.
 
Sono felice che Chuck se la sia cavata ancora una volta, tra l’altro con le sue informazioni abbiamo riportato dei buoni risultati nella lotta al terrorismo. L’unica cosa che non mi va giù è che abbia partecipato all’azione.
 
Il direttore capo dell’intelligence non può e non deve esporsi in prima persona”. 
 
“John lo sai come è fatto, vuole ridurre al minimo il rischio per i propri uomini, mai e poi mai avrebbe inviato Sarah in missione. A proposito Walker aspetta un bambino”
 
Casey cominciò a tossire gli era andato di traverso la spremuta d’arancia che stava bevendo.
 
“Ma Chuck lo sa?”
 
“No, fino a quando non è stata visitata neppure lei lo sapeva”
 
Mentre attendevano il risveglio di Chuck i medici decisero di immobilizzargli le gambe con un tipo di gesso speciale. La frattura bilaterale non era peggiorata per cui da quel punto di vista non necessitava di un ulteriore intervento chirurgico.
 
George era stracontento, entro due minuti avrebbe avuto il collegamento con la CB, avrebbe parlato con la sua famiglia e con Vonnie e poi la grande notizia, Chuck era salvo.
 
A Washington, il presidente era in riunione con la Beckman, mancava Casey non era stato convocato per un disguido della segretaria. Lo stavano rintracciando, era indispensabile anche la sua presenza.
 
Arrivò tutto trafelato e neanche in divisa. Una camicia a quadri ed un vecchio paio di jeans. Tenuta alquanto disdicevole. Però, nonostante fosse un suo generale, era pur sempre un componente di quegli spostati del team Bartowski per cui decise di soprassedere dal redarguirlo.
 
Praticamente, tutti i servizi interessati avevano perso le tracce di Anchors, erano alla disperata ricerca di un indizio che li riportasse sulle sue piste.
 
Una voce all’interfono avvisò il presidente che era pronto il collegamento con il cacciatorpediniere.  Apparvero le prime immagini, vide il figlio George e fu preso dalla commozione, riuscì a dissimularla molto bene.
 
“Contento di vederla in salute tenente, rapporto prego”
 
“Grazie signore, piloti e famiglia Pettegeen salvi, come anche il direttore Bartowski. Non è difficile stabilire il tipo di esplosivo usato per abbattere l’aereo, dall’ odore era C4. Per nostra fortuna hanno commesso un errore ne hanno adoperato troppo poco”.
 
“Perfetto tenente, passi sull’altra linea che ci sono sua madre, sua sorella e la sua fidanzata che vogliono parlarle. Figliolo ti aspettiamo a casa”
 
“Signor presidente…papà non vedo l’ora di riabbracciarvi, grazie signore”.
 
Inutile dire che al solo vederlo le tre donne, emozionatissime, fecero fatica a trattenere lacrime di gioia. Vonnie gli chiese di suo padre, voleva essere rassicurata al 100%. George le riferì che era salvo, ferito ma salvo.
 
Chuck aveva la bocca impastata, erano almeno due giorni che non beveva, anche l’appetito non era niente male.
 
Era ancora imbragato ma, libero da quel maledetto pezzo di alluminio che lo stava portando alla morte. Come vide uno dei medici chiese da bere e del cibo. Il dottor Tredstone riferì che stavano già provvedendo. Dopo il collegamento con la CB dalle cucine sarebbe arrivato il suo pasto.
 
Entrò in infermeria un marinaio con una brocca di spremuta d’arancia allungata con dell’acqua minerale. 
Posizionarono uno schermo ed iniziò il collegamento.  Fu informato che le forze speciali avevano sgominato i terroristi e distrutto i depositi di gas nervino e di antrace.
 
 Chuck chiese di parlare con sua moglie, convinto che fosse a Washington, non potè in realtà lei era a LA. Vedendo i partecipanti alla riunione chiese il motivo di quest’ultima: “Anchors è introvabile” disse il presidente.
 
Chuch cercò di alzarsi dal letto, il medico lo bloccò. Si mise ad urlare: “Sarah è in pericolo, qualcuno vada in suo aiuto!!! John, Diane ordinate ai vostri uomini di L A di raggiungerla e di proteggerla”.
 
A Zach parve di vedere l’ombra di un intruso che all’interno della casa si muoveva guardingo.
 
Disse a Morgan di rimanere fuori a coprire il perimetro esterno.
 
Entrò e seguì il malintenzionato senza che costui se ne accorgesse. Dovette stare molto attento a non farsi udire, ripassò mentalmente gli insegnamenti della sua sensei. Fece un leggero rumore, gli si bloccò il respiro. Accidenti era stato maldestro. Stette immobile per un tempo che a lui parve eterno, poi  riprese il silenzioso inseguimento. Lo vide aprire la porta dello studio e puntare l’arma su sua madre.
 
Estrasse la pistola di Sarah, l’angolo di tiro era ridottissimo, sparò lo stesso due colpi, uno dei quali colpì Anchors ad una mano.
Il mercenario rimase spiazzato, aveva perso il revolver e sanguinava dalla mano destra ma, essendo perfettamente addestrato a sopportare il dolore con la mano sinistra cercò di estrarre da una tasca un’altra arma.
 
Non aveva tenuto conto della velocità di reazione della Walker. Un pesante tagliacarte gli si conficcò in gola un lancio rapidissimo e preciso, Sarah doppiò il tutto con un calcio, un perfetto Axe kick portato con tutta la sua forza che gli spezzò il collo. Il mercenario era definitivamente terminato. “La missione Anchors” era conclusa.
 
Abbraccio e baciò suo figlio, neanche il tempo di dirgli grazie che dovette correre in bagno a vomitare. Certo che l’esserino che stava crescendo in lei era già un bel tipino…
 
Qualche giorno dopo a Washington, sul prato nella parte sud della Casa Bianca stava atterrando l’elicottero presidenziale. Sarah coi figli, il presidente e famiglia aspettavano con ansia che il portellone si aprisse, il primo a comparire fu George, non appena egli scese dalla scaletta Vonnie scattò come un centometrista e le buttò le braccia al collo. Entrambi erano al massimo della felicità.
Due infermieri scesero trasportando su una barella un imbronciato Chuck, gli dava fastidio che lo vedessero in quelle condizioni.
 
Sarah lentamente si avvicinò al marito, appoggiò le labbra alle sue e bagnandoli il viso con le proprie lacrime gli sussurrò:
 
”Non ti uccido perché tu sei la mia splendida vita, non ti uccido perché voglio che la creatura che porto in grembo conosca suo padre. Da oggi in poi o molliamo tutto o vita da ufficio, missioni basta. Non voglio più vivere nel terrore di rimanere vedova. Ti prego giuramelo!!!”. 
 
“Sarah, amore mio, sarò papà un’altra volta? Oh mio Dio!!! No, no mai più missioni, mai più pericoli, non posso permettermi di perdervi, siete la mia esistenza. Lasciami guarire e se ti sentirai bene ci prenderemo una lunga vacanza. Andremo dove vorrai tu”. 
“Chuck voglio stare a casa con te e con i ragazzi. A proposito quando i gemelli si sposeranno lasceremo a loro la nostra casa che è molto grande, che la suddividano come meglio crederanno. Ho saputo che avresti voluto comprare il nostro vecchio appartamento di Burbank… beh tesoro l’ho acquistato io ed andremo a viverci noi con la nuova vita che è in arrivo”.
 
Non poterono dirsi altro, Chuck fu circondato da tutti i presenti che, festanti, si felicitavano con lui, i suoi occhi però continuavano a fissare Sarah ed i gemelli.
 
Pianse, ma non si vergognò di farlo. 
 
                                         
                                                                                Marzio C.   
       
 
Nota dell’autore: Per cortesia fatemi sapere se vi è piaciuto oppure no. Grazie
 
     
 
 

   
 
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