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Autore: fraviaggiaincubi    19/11/2014    2 recensioni
(La OS è ispirata più al film che al videogioco, essendoci Alessa, ma se siete curiosi ho immaginato come sia nato Piramid Head)
Noia, creiamo un altro mostro, uno veramente cattivo, pensò divertita. Una regina deve avere il suo custode, sarà re sul sangue e sulla vita di questi vermi, custode della mia anima nera e carnefice di Silent Hill; il capolavoro di questa vendetta!
Una nuova risata dalla bocca pallida, così infantile e allo stesso tempo immonda, e Alessa plasmò la sua punta di diamante, il massimo capolavoro della sua mente erosa dalle fiamme dell’odio.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alessa Gillespie, Pyramid Head
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Custode e carnefice
 
 
Fiamme e morte, erano due parole perfette per descrivere ciò che Silent Hill era diventata. Fuoco e polvere, era quello che scorreva anche nella sua anima.
Alessa fissò la silenziosa cittadina di fronte a lei. Il nero delle tenebre si stava prendendo ogni singola porzione di terra, pietra e anima di ogni cosa che il suo sguardo nero fissasse avido. Un tempo Silent Hill era bellissima, soleggiata, nascondeva il  marcio che si annidava nei suoi abitanti e che l’aveva trasformata nella loro Mietitrice.
Alessa, un tempo un angelo di bambina, ora il demone dei loro incubi, regina di una città intrappolata sotto i suoi capricci, divorata dal fuoco del suo odio e popolata dalle tenebre e dai mostri vomitati dalla sua mente. Per fare un demone basta strappare le ali ad un angelo, basta togliere ogni goccia di ciò che di buono ha, strappare tutto quello che lo rende ciò che è; ed ecco che anche una bambina diventa l’incarnazione della morte che non è mai definitiva, e una bellissima città il palco per muovere i suoi incubi.
La bambina rise danzando sotto l’eterna pioggia di cenere. Davanti a lei ogni cosa bruciava lentamente come la prima volta e Silent Hill toglieva ancora una volta la maschera, ghignando e ruggendo, bruciando e consumando ogni cosa. Dalla terra emersero i mostri di Alessa, spinti dalla bruciante sete di uccidere che un tempo lei aveva cresciuto nella sua mente, pronti a uccidere ogni cosa si muovesse e che avesse vita. Non avrebbero risparmiato nessuno, nemmeno chi avesse osato entrare a Silent Hill per sbaglio, finendo col rimanerci.
Aveva due volti la città marcia: cenere e fuoco, silenzio e mostri da incubo. Alessa gli amava entrambi, aveva creato tutte e due le Silent Hill e ci regnava come una regina.
“Brucia Silent Hill, come bruciai io!” urlò ridendo e la cenere le si appiccicò ai capelli neri, sulla pelle candida, come ragnatele sulle ciglia che contornavano gli occhi vuoti.
Noia, creiamo un altro mostro, uno veramente cattivo, pensò divertita. Una regina deve avere il suo custode, sarà re sul sangue e sulla vita di questi vermi, custode della mia anima nera e carnefice di Silent Hill; il capolavoro di questa vendetta!
Una nuova risata dalla bocca pallida, così infantile e allo stesso tempo immonda, e Alessa plasmò la sua punta di diamante, il massimo capolavoro della sua mente erosa dalle fiamme dell’odio.
La figura si delineò nella sua mente e infine nacque. Davanti a lei c’era la sbozzata figura di un uomo altissimo, il corpo muscoloso guizzante di vene bluastre in rilievo. Alessa ci girò attorno felice, tessendo con un dito pallido una lunga gonna fatta di pelli umane, le cuciture rosse di sangue. Fissò la testa della creatura, ancora sbozzata, e arricciò il labbro. “No, non mi convinci, non fai paura, devi essere la perfezione..” si bloccò ispirata. La perfezione per quella feccia era il tre, simbolo potentissimo, per lei fuoco, cenere e odio. Si, ecco…i suoi occhi neri si aprirono e Alessa batté le mani mentre una pesantissima piramide in ferro si formava sulla testa della creatura, la punta affilatissima appoggiata contro il petto immenso.
La bambina demone fissò ammirata il suo capolavoro mentre l’ultimo tocco, una lunghissima e pesante lama, si creava nella mano del suo mostro, la punta che strusciava terra. “Non creerò mai più una cosa così bella” urlò sfiorandolo e il mostro sussultò, come attraversato da una scarica elettrica.
Alessa lo fissò impaziente: “Come ti chiamerò? Vuoi un nome serio, o hai già in mente qualcosa?” domandò trepidante, ma nessuna risposta rimbombò nell’aria invasa dalle tenebre.
La bimba lo fissò confusa. “Eih, che fai, sei muto?” chiese ridendo. Si zittì incerta e uno sguardo rabbioso si delineò sul viso pallido. “Avevo detto chiaramente che dovevi essere perfezione, se non parli, sei difettoso”. Lo liquidò con la mano. “Sparisci, vai a seminare distruzione come tutti, ho fallito.” concluse e si voltò, ma il rumore di qualcosa di metallico che strisciava la fece voltare. Il mostro si bloccò sotto il suo sguardo e Alessa agitò la mano: “Via ho detto! Non ho bisogno di un custode muto…” le parole le si bloccarono in gola. La creatura si era chinata e disegnava con un dito nella cenere. Alessa si avvicinò incuriosita e lesse le due semplici parole, un sorrisino di scherno si delineò sulla sua faccia. “Piramid Head, fantastico, ora sparisci!”. Si girò per andarsene quando qualcosa si mosse, scattando verso di lei. Si voltò per vedere cosa fosse, ma un corpo solido come roccia le si strinse contro e una lama gigantesca si parò tra lei e il grosso sasso che stava per colpirla, facendole da scudo.
La bimba demone sbatté gli occhi confusa e Piramid Head si sciolse dal suo abbraccio mulinando la lunga lama con destrezza. Lo fissò affascinata, emanava potere e desiderio di distruzione come lei. Il corpo gonfio di muscoli si contrasse e l’immensa piramide brillò cupa come la lama. Lo vide voltarsi per fissarla un attimo e poi allontanarsi con passo pesante, lontano da lei. Le aveva appena salvato la vita, il custode muto che credeva difettoso, ma che emanava l’incarnazione della sua sofferenza; anche il suo odio era cresciuto senza voce. Si lanciò verso di lui  e urlò imperiosa: “Piramid Head, fermo!”
La creatura si voltò minacciosa e Alessa avvertì un brivido piacevole. Sarà così che lo vedranno, fa paura, è perfetto!
Ma è muto!
E allora? Anche la mia vendetta agisce senza voce. Silenzioso e potente, sarà il mio custode.
Fissò la figura imponente. Si, aveva creato la perfezione.
“Sei il mio custode, dove vai? Ho cambiato idea”. Si avvicinò e sfiorò la piramide sulla punta tagliente. Sentì il respiro della creatura fermarsi un attimo mentre si chinava, appoggiando la spada dietro di lei, come un abbraccio di metallo che gli unisse per un istante. Alessa sorrise e fissò Silent Hill che usciva dalle tenebre. Presto i suoi abitanti infedeli avrebbero ripreso a camminare liberi fino alla prossima ondata dei suoi incubi. Un sorrisetto si disegnò sul suo viso e Alessa si appoggiò contro la figura del suo custode. La creatura non ricambiò, ma avvertì che era pronto a proteggerla e questo le bastava.
Alla prossima ondata delle tenebre, Silent Hill avrebbe conosciuto il suo nuovo carnefice, la perfetta reincarnazione della loro eterna punizione. Il nuovo, incontrastato terrore della città di cenere e fuoco.
Piramid Head.
  
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