Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: _Heartland_    19/11/2014    1 recensioni
{ | One-Shot di 770 parole | Originale | Drammatico, Generale, Triste | }
| Dalla storia |
❝ L’imprenditore sbuffò, portandosi la mano libera al volto, come a cercare di catturare il sonno che si era impadronito di lui e scacciarlo via. « Nulla, nulla. Adesso mi potrebbe spiegare perché ho ricevuto una chiamata a mezzanotte? »
[ ... ]
Sul volto dell’uomo si dipinse una forma di stupore e rabbia al tempo stesso. Una donna lo chiamava a mezzanotte senza un motivo apparente e non sapeva spiegargli il perché della sua chiamata? Pazzia.
Gli occhi cerulei del signor Tanner andarono a vagare per la stanza buia, al cui interno filtrava solo un mesto e timido raggio di luna che era riuscito a farsi spazio oltre le leggere tende color blu cobalto.
[ ... ]
« Signorina, se non le dispiace, riattacco. » sbottò, secco, mentre sentiva già la stanchezza e il nervosismo impadronirsi di nuovo di lui. Il giorno dopo avrebbe avuto un appuntamento alle otto di mattina, e solo al pensiero un’ondata di nausea lo travolse.
Aveva già allontanato il cellulare dall’orecchio, l’ombra del dito già pronta per pigiare il pulsante per riattaccare, quando la voce della donna uscì ancora dal telefono, stavolta molto più urgente. « No, aspetti! ».
Trasmetteva fretta. ❞
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Silenzio.
 

 
  Il silenzio fa sì che le immagini del passato non suscitino desiderio ma tristezza, una enorme sconsolata malinconia.
———  E. M. Remarque
 


Fu il rumore della familiare suoneria a svegliarlo dal suo dormiveglia, scuotendolo dal suo solito torpore. L'uomo alzò il capo di malavoglia, cercando a tentoni il cellulare sulla superficie del tavolo in mogano. Quando finalmente riuscì a trovarlo, le sue dita vi si strinsero attorno e il suo pollice andò istintivamente a cliccare il pulsante dal colore verde.
« Pronto, c'è il signor Tanner al telefono? »
« Qualcosa di simile » rispose, la voce ancora impastata dal sonno.
« Mi scusi? » dall’altra parte, la voce di una donna trasmetteva perplessità.
L’imprenditore sbuffò, portandosi la mano libera al volto, come a cercare di catturare il sonno che si era impadronito di lui e scacciarlo via. « Nulla, nulla. Adesso mi potrebbe spiegare perché ho ricevuto una chiamata a mezzanotte? » domandò, con il tono leggermente impregnato da una punta d’irritazione. D’altronde, lui, grande uomo d’affari, aveva sempre un gran da fare, e nelle poche volte in cui poteva permettersi qualche ora di sonno tranquillo voleva goderselo, ma neanche quella volta era riuscito nel suo intento.
« Ecco, vede… » dall’altra parte del telefono, l’interlocutrice si prese una pausa. Come spiegarlo, in fondo? « Lei… lei è diventato… » seguì una serie di sillabe incomprensibili.
Sul volto dell’uomo si dipinse una forma di stupore e rabbia al tempo stesso. Una donna lo chiamava a mezzanotte senza un motivo apparente e non sapeva spiegargli il perché della sua chiamata? Pazzia.
Gli occhi cerulei del signor Tanner andarono a vagare per la stanza buia, al cui interno filtrava solo un mesto e timido raggio di luna che era riuscito a farsi spazio oltre le leggere tende color blu cobalto.
« Signorina, se non le dispiace, riattacco. » sbottò, secco, mentre sentiva già la stanchezza e il nervosismo impadronirsi di nuovo di lui. Il giorno dopo avrebbe avuto un appuntamento alle otto di mattina, e solo al pensiero un’ondata di nausea lo travolse.
Aveva già allontanato il cellulare dall’orecchio, l’ombra del dito già pronta per pigiare il pulsante per riattaccare, quando la voce della donna uscì ancora dal telefono, stavolta molto più urgente. « No, aspetti! ». Trasmetteva fretta.
William Tanner sbuffò per l’ennesima volta. « Allora? »
Dall’altra parte giunse soltanto un profondo rantolo. L’uomo cominciò a tamburellare le dita sul tavolo, sempre nello stesso identico e regolare tempo, scandito ed accompagnato dal ticchettio dell’orologio che era appeso in alto alla parete, vicino alla finestra.
« Signore, sua moglie è stata ricoverata in ospedale. »

 
  Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso. 
——— A. Di Pietro
 

Ricoverata? Lei? Il signor Tanner non riusciva a spiegarselo. A causa del lavoro, l’ultima volta l’aveva vista circa nove mesi prima e l’aveva lasciata che era completamente in forma. Ricordava ancora il dolce sorriso della sua amata, Emily, incorniciato dai boccoli biondi, che spiccava a perfezione sul viso candido. Certo, si erano sentiti spesso tramite computer e telefoni, ma non era certo la stessa cosa. Fu mentre era travolto dai suoi pensieri, che l’uomo si rese davvero conto di quanto sua moglie gli mancasse.
« E mi dica » riprese l’uomo. « E’ qualcosa di grave, di brutto? »
« Non esattamente. » rispose la donna, incerta. Dare una notizia del genere per telefono ad un uomo che non aveva saputo assolutamente nulla era piuttosto rischioso, a dire il vero. « Anzi, io-… io la trovo molto bella. »
Come poteva essere bella se Emily era stata ricoverata in ospedale? Non riusciva a spiegarselo. Ciò nonostante, dovette ammettere che era parecchio sollevato. Eppure doveva proprio cavare le parole di bocca alla donna, per ricevere informazioni più dettagliate. « E dunque? »
L’altra deglutì. « Le piacciono le bambine, signor Tanner? »
Che razza di domanda era? E, soprattutto, che c’entrava? L’uomo scosse la testa, incredulo. No, sinceramente non gli piacevano i bambini in generale. Portavano via troppi soldi, combinavano troppi pasticci, richiedevano troppe attenzioni.
L’infermiera, sentendo il silenzio che regnava dall’altra parte del telefono, decise di proseguire. « Crystal Sylvia. » annunciò. « E’ un bel nome, no? »
William Tanner sbuffò. Quella donna era riuscita davvero ad irritarlo. Perché gli faceva delle domande del genere nel pieno della notte? Che situazione stramba ed assurda. « Qualcosa del genere. »
La donna deglutì. « Crystal Sylvia Tanner. »
Il signor Tanner si bloccò con le parole a mezz’aria e, lentamente, il suo cervello cominciò a collegare tutti i puntini della situazione. La moglie ricoverata in ospedale. Una cosa bella. Nove mesi. Una chiamata a mezzanotte. Bambine. Nomi per bambine. Crystal Sylvia Tanner.
« Signor Tanner, lei è divenuto padre. »
L’infermiera rimase in ascolto, in attesa di una risposta. Dall’altra parte del telefono, però, giunse solo il silenzio.

 
  L'unico tiranno che accetto in questo mondo è la voce silenziosa dentro di me. 
——— M. Ghandi


 

{ Angolo Autrice  }
 
 
  Il silenzio non è uno stato di quiete, ma una tensione, quella di un gorgo in cui i suoni si avvitano attratti verso il fondo.
——— E. De Luca

Ebbene sì, oggi vi riempio di citazioni, dato che sono fin troppo belle.
Questo scritto in realtà era nato come l'inizio di una biografia per un OC, un mio personaggio inventato, ma mi piaceva così tanto che ho deciso di pubblicarlo. Magari un giorno se ne potrebbe anche estrapolare una storia(?), ma dipende anche da voi, quindi lasciatemi anche un'opinione su quest'idea nelle recensioni!
Ehilà! Sono qui che recensisco il 7 dicembre 2014, informandovi che un continuo c'è! Ho deciso di scrivere sette oneshot - più un prologo - che raccontino i momenti d'infanzia di Crystal, li potete trovare nella raccolta "She was just like a Rainbow".
E, mi raccomando, continuate a tenervi pronti, perchè le avventure del signor Tanner e di sua figlia - che finalmente potremo conoscere - non finiranno lì!

Adesso però recensite, prometto che risponderò a tutti!
Non lasciatevi sopraffare dal silenzio come è accaduto al Signor Tanner, recensite!


Vostra,

Heart.

  Il silenzio è una delle grandi arti della conversazione. 
——— W. Hazlitt
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: _Heartland_