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Autore: supersara    19/11/2014    3 recensioni
Seconda classificata al contest "NARUTO - the movie - La vita e l' amore" indetto da manga, sasuk8 e meryl watase.
Si tratta di un finale alternativo della vita di Kakashi, che invece di diventare Hokage e restare scapolo, si sposa XD anche per i ragazzi del team sette le cose non seguiranno esattamente il corso degli eventi di Kishimoto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Team 7, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Capitolo 2: Quello che è stato di noi.
 



Sakura si avvicinò all’albero di quercia ai confini del villaggio, senza riuscire a celare quel velo di tristezza che si impadroniva del suo viso ogni volta che si recava in quel luogo. Alzò lo sguardo e lo vide, sempre sullo stesso ramo, sempre nella stessa posizione.

“Sei ancora lì…” Mormorò.

Dopo interminabili secondi di silenzio Sasuke rispose atono: “e tu sei venuta di nuovo.”

“Te l’ho detto: verrò sempre a cercarti.” Rispose lei alzando il tono di voce.

Il moro si portò una mano fra i capelli tradendo una certa irrequietezza che non sfuggì a Kakashi, che aveva seguito di nascosto Sakura fino a quel momento. Non gli piaceva spiare le mosse dei suoi allievi, ma la situazione di Sasuke era importante per lui quanto lo era per loro. Voleva sapere cosa faceva e dove si trovava.

La sua capacità d’analisi gli fece notare degli evidenti cambiamenti in quel ragazzo: la sera prima Gai gli aveva rivelato che Sasuke non era ancora rientrato ufficialmente a Konoha, nonostante l’assoluzione datagli grazie a servigi resi all’alleanza – naturalmente nessuno del team sette aveva rivelato ad anima viva quelle che erano state le intenzioni dell’Uchiha subito dopo la sconfitta di Kaguya – il ninja verde inoltre aveva aggiunto che Sakura non aveva mai smesso di fargli visita regolarmente ogni giorno.

Kakashi riusciva a capire il desiderio della ragazza di non arrendersi, specialmente dopo che Sasuke aveva desistito dall’idea di rendersi artefice di una nuova pace fondata sul sangue dei cinque Kage e sulla paura, soltanto per salvarla da morte certa. In cuor suo, la kunoichi aveva sempre amato quel ragazzo.

L’Hatake non credeva minimamente che in quel modo sarebbe riuscita a conquistarlo, eppure c’era una differenza abissale fra quando avevano tredici anni e in quel momento: Sasuke era cresciuto, il corpo di bambino di un tempo era diventato quello di un uomo, anche se probabilmente sarebbe cambiato ancora; Sakura invece era una donna finita ormai, i seni di cui si preoccupava in maniera quasi ossessiva, alla fine si erano pronunciati – certo, la crescita non aveva fatto miracoli, ma comunque la differenza si notava – così come i fianchi e il volto più maturo.

Forse il Sasuke ragazzo non avrebbe abbandonato il suo modo d’agire per lei, ma il Sasuke uomo stava definitivamente per cedere.

Kakashi lo vide scendere dall’albero e avvicinarsi alla rosa. Quest’ultima fece un passo indietro sbigottita, e tale reazione fece intuire al suo maestro che quella era la prima volta in assoluto che le si avvicinava così tanto.

“Perché sei così fissata con me?” Le chiese veramente intenzionato a scoprirne il motivo.

La ragazza puntò i suoi occhi verdi all’interno di quelli neri del suo interlocutore, Kakashi non percepì né timore né esitazione in lei.

“Ci deve essere per forza un motivo… per amare qualcuno?” Chiese senza abbassare lo sguardo.

Quell’attrazione naturale che da che mondo è mondo lega l’uomo e la donna sembrava essersi impossessata di quella coppia di ragazzi, che per la prima volta stavano davvero cercando un confronto.

Sasuke si sentì avvolto da uno strano calore, un affetto che non provava più da tempo. Non era difficile intuire i suoi pensieri in quel momento, che probabilmente erano andati alla sua famiglia. Sakura, percependo quell’attimo di vuoto in lui, decise di andare a colmarlo, senza rendersi conto che in realtà ne stava approfittando: abbracciò il ragazzo senza malizia, senza desiderio, soltanto con tutta la tenerezza e l’amore del mondo.

“Immagino di no…” Mormorò Sasuke un istante prima di accogliere il bacio che Sakura gli stava dolcemente offrendo.

Kakashi, incredulo ma felice, tornò sui suoi passi, pensando che ormai non avevano più bisogno del suo aiuto per cavarsela. Persino Sakura che sembrava essere la più svantaggiata di tutti, alla fine era riuscita nella grande impresa a cui aveva sempre aspirato.

Era già ora di pranzo quando incontrò Karai per le strade di Konoha. L’adorata mogliettina gli diede anche una bella strigliata per essere sparito senza dire nulla. Per farsi perdonare, l’albino decise di portarla a pranzo in uno dei tanti punti di ristoro della città.

Senza neanche farlo apposta si ritrovò nel luogo favorito dal suo vecchio compagno Asuma e un pensiero affettuoso e nostalgico non poté non andare a lui. Fu piacevolmente sorpreso di trovare al tavolo in cui si sedeva sempre Asuma, la squadra Ino-Shika-Chou.

“Kakashi-sensei!” Fece Ino entusiasta per l’incontro.

Sai era al suo fianco e le stringeva teneramente la mano, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Al loro fianco Chouji stava sgranocchiando felicemente un coscio di pollo mentre Shikamaru e Temari sembravano abbastanza composti.

I cinque invitarono il maestro e sua moglie a prendere posto al loro fianco. Ino insistette per sapere qualcosa di più sul loro incontro e Kakashi dovette accontentarla.
“Il nostro primo incontro è stato in guerra, ma non si può affatto definire romantico.” Cominciò pensando a quel giorno.

FLASH BACK

“Tu! Idiota con la maschera! Coprimi mentre attraverso il campo!” Gli aveva urlato contro la sua finezza.

FINE FLASH BACK

“Poi è stata la mia guida al villaggio della nuvola e alla fine ci siamo affezionati l’uno all’altra.” Nonostante la spiegazione sbrigativa, Ino sembrò soddisfatta e cominciò a raccontare il modo in cui era sbocciato il suo amore per Sai.

Evidentemente non vedeva l’ora di farlo. Disse che ovviamente per prima cosa erano stati attratti l’uno dall’aspetto dell’altra, e che poi lei si era offerta di insegnargli a capire le donne. Da quel momento avevano fatto coppia fissa e a giudicare dal tono allegro della bionda, erano anche parecchio felici. Sai sorrideva e annuiva e nonostante la freddezza delle sue espressioni, per la prima volta, Kakashi scovò qualcosa di più in quella singolare curvatura delle labbra: sorrideva perché gli piaceva ascoltare il suono della voce di Ino e la sua risata.

Shikamaru e Temari sembravano molto meno entusiasti, ma infondo era una questione di carattere. Loro avevano cominciato con una competizione, e dopo essersi misurati come avversari era nata una sorta di stima reciproca che li aveva uniti fino al momento in cui non avevano deciso di mettersi insieme. Sembrava quasi fossero stati predestinati per fare coppia, anche perché non erano molte le ragazze che avrebbero potuto sopportare la pigrizia e la flemma di Shikamaru, così come non erano molti i ragazzi che in grado di gestire il carattere dominante di Temari.

Dopo aver passato un po’ di tempo in compagnia di quell’allegro gruppetto, i coniugi Hatake si alzarono e salutarono.

Kakashi riconobbe nella figura della cameriera che si stava avvicinando, la kunoichi della nuvola di nome Karui. Si era trasferita definitivamente a Konoha da quanto sapeva. La ragazza sparecchiò il tavolo per poi rivolgersi a Chouji dicendo: “fra cinque minuti stacco, se ti va possiamo andarci a prendere un gelato!”

“Ma certo! Ti aspetto qui!” Fece il ragazzo sorridendo.

Lei si chinò e gli diede un bacio sulla guancia.

“Ci vorrà poco!” Concluse tutta contenta per poi dileguarsi lasciandolo rosso in volto.

E bravo Chouji! Pensò Kakashi ricordando quel ragazzino impacciato e timido di un tempo.

Una volta usciti dal ristorante, Karai prese la mano del suo compagno sorridendo soddisfatta.

“C’è qualcosa di divertente?” Le chiese.

Lei scosse la testa dicendo: “ti vedo felice, quindi sono felice anche io!”

Il ragazzo le lasciò la mano per andare a cingerle la vita e continuare a camminare. Era circa un anno che stavano insieme, ma non si era ancora abituato ad avere acconto una persona con cui dividere tutto, persino la felicità.

“Ti amo!” Le sussurrò all’orecchio.

“Anch’io!”

Le sorprese piacevoli non erano finite, infatti, quella stessa sera, venne festeggiato l’arrivo della primavera a Konoha e Kakashi vide lungo la strada Naruto e Hinata, stretti nei loro yukata sorridenti e colmi d’amore. Lui si era sporcato il viso con il curry del riso che avevano appena mangiato e lei, con disinvoltura e delicatezza lo ripuliva con un fazzoletto. Nell’assistere a quella scena l’Hatake non poté far altro che pensare che erano fatti per stare insieme: lui bisognoso di un affetto che purtroppo gli era sempre mancato e lei piena di una dolcezza e uno spirito che Kakashi aveva sempre ammirato, già da quando Hinata era una ragazzina, l’aveva sempre immaginata come una donna che sarebbe stata in grado di occuparsi egregiamente di una famiglia. Non poteva sperare di meglio per lui.

Quella notte Kakashi dormì sereno come non era da anni, gli sembrò di essere tornato un bambino. Non immaginava che al risveglio la sua vita sarebbe cambiata definitivamente.

Verso le sei del mattino un grido lo fece destare dal sonno e senza pensarci troppo si alzò dal letto e fece per correre verso il bagno – luogo da dove proveniva quel suono – inciampando nelle coperte che gli si erano attorcigliate intorno alle gambe.

“Karai!” Gridò facendo il suo ingresso nel bagno.

Gli arrivò addosso uno strano oggetto a forma di termometro. In una frazione di secondo capì che si trattava di un test di gravidanza, positivo oltretutto. Sempre in quel brevissimo lasso di tempo, la sua capacità di analisi gli permise di vedersi a distanza di poco tempo ad allettare un bambino con il biberon, poi dopo pochi mesi a fargli muovere i primi passi, in seguito a insegnargli ad impugnare un kunai. Non riuscì a continuare il quadro futuro della sua vita perché cominciarono a volargli addosso spugne, spazzole, profumi, bagno schiumi, saponette, eccetera, mentre Karai gridava con una nota di terrore: “non posso diventare madre! Io non ho neanche un briciolo di istinto materno! È tutta colpa tua Kakashi!”

Quando finalmente non ebbe più nulla da lanciare, si posò entrambe le mani sul ventre e guardò il soffitto mormorando solennemente: “devo crescere il mio erede!”

L’Hatake aveva dubitato più volte della sanità mentale di sua moglie, ma in quel momento si limitò a dare la colpa agli ormoni e corse ad abbracciarla.




  
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