Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: BluePhantomhive    19/11/2014    0 recensioni
[PRIMI CAPITOLI IN FASE DI RISCRITTURA]
Salve a tutto il Fandom Pokèmon!
Rieccomi tornata con una fic sempre dedicata a dei Pokèmon Leggendari (Ma dai .-. ndTutti).
Questi due Pokèmon sono Reshiram e Zekrom.
Allora... La storia è ambientata nel 1832 quando Unima era divisa in due schieramenti: lo schieramento degli Harmonia e quello dei Phoenix, due casati che sono sempre stati in conflitto. C'era stato un periodo di pace, ma poi tra loro scoppia una guerra che coinvolgerà, non solo gli esseri umani, ma anche i Pokèmon.
Dal Capitolo 1:
La festa era ormai incominciata. Ero pronto a chiudere le porte, visto che tutti gli invitati erano arrivati, ma qualcuno mi fermò. Io aprii la porta abbastanza per vedere chi fosse e fu allora che la vidi. Era una ragazza bellissima vestita con un lungo abito bianco che le lasciavano le spalle nude e un'apertura vertiginosa le scopriva quasi tutta la schiena. I capelli bianchi, quasi sull'argento, sciolti che le cadevano sulle spalle, il rossetto rosso le valorizzava le belle labbra carnose e la maschera bianca e argentata metteva in risalto il color rosso rubino dei suoi occhi.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 23: Soccorso

-Rose
Ponentopoli non esisteva più. La mia città, la mia casa... Era andata distrutta. Solo a pensarci mi veniva voglia di urlare. Perchè era successa una cosa del genere? Mi sarei aspettata un attacco dell'esercito che avrebbe arrestato i ribelli, invece... La Regina aveva preferito farci saltare in aria! In più la modalità non l'avevo compresa del tutto.
Cinque minuti prima vidi un gigantesco Pokèmon blu volare nel cielo e, cinque minuti dopo, Kai che si gettava su di me e mi proteggeva dall'esplosione. Anche se tutto era cessato, io e Kai rimanemmo l'uno accanto all'altra per un altro paio di minuti, come per assicurarci che non ci fosse una seconda esplosione. Quando ci staccammo, i suoi occhi verde acqua furono la prima cosa che vidi, ma non riuscirono a calmarmi. Ero ancora agitata per quello che era successo.
-Stai bene?-
Mi misi seduta e lui fece lo stesso, senza distogliere lo sguardo dal mio.
-Sì... Ma ancora un pò frastornata.-
Kai annuì sorridendomi.
-L'importante che stai bene.- disse e mi diede un bacio sulla fronte.
Questa mi tranquillizzò un pò.
-Kai... Ma è successo quello che penso? Ponentopoli è...- 
Mentre parlavo gli occhi mi si inondarono di lacrime. 
Mi prese il viso tra le mani e mi asciugò con il pollice quelle poche lacrime che erano riuscite a scappare dalle mie ciglia.
-Non ti preoccupare, va bene? Andrà tutto bene, ci sono io qui con te... Ti prometto che, quando si sarà tutto sistemato, ricostruiremo Ponentopoli e tornerà come prima!- 
-Non credo che sarà facile...-
Non mi ero accorta della presenza di Kaito. Io e Kai ci voltammo verso di lui contemporaneamente. Aveva gli occhi fissi a terra. Cosa intendeva dire che sarebbe stato complicato ricostruirla?
Kai, come se avesse capito cosa volesse dire, si alzò e si avvicinò a lui, guardando di fronte a sè. Ben presto la sua espressione si incupì. Incuriosita mi alzai e lo raggiunsi, ma Kaito mi fermò.
-Non credo che tu debba vedere...-
Lo allontanai e affiancai Kai. Quando vidi come era stata ridotta la mia città, il mio cuore perse un battito. Credevo che solo le case erano andate distrutte, invece davanti ai miei occhi c'era un unorme voragine, con gli alberi letteralmente sdradicati, corpi senza vita di persone che conoscevo disseminate tra le macerie. Caddi sulle ginocchia, soffocando un grido. Il Pokèmon che aveva generato l'esplosione doveva essere estremamente potente. 
-Perchè è successa una cosa simile?!- urlai, nascondendo il viso tra le mani. 
Volevo che tutto quello venisse cancellato e tornasse tutto alla normalità, con la speranza che fosse solo un brutto sogno.
-E' stata la punizione che Azula e Jhonny hanno voluto infliggere a chi ha osato mettersi contro di loro. Si può dire che abbiamo imparato la lezione... Mi dispiace.- mi spiegò Kaito, mettendomi una mano sulla schiena per consolarmi.
Mi asciugai le lacrime e mi rialzai in piedi. Dovevo affrontare la realtà. Non potevo cancellare quello che avevo davanti agli occhi. Incominciai a camminare tra le macerie, arrivando piano piano alla locanda, anzi, a quello che ne rimaneva. Le mie cose erano sepolte da quel enorme cumulo di macerie. All'improvviso mi vennero in mente i miei genitori. Sicuramente erano feriti da qualche parte e avevano bisogno di aiuto. All'improvviso incominciarono a levarsi delle grida. Era come se fino a qualche secondo prima il tempo si fosse fermato e solo in quel preciso momento fosse tornato in attività. Noi non ci eravamo mossi da lì nemmeno di un passo, però una signora che zoppicava si avvicinò a noi chiedendo aiuto disperatamente.
-Per favore, aiutatemi! Mio marito è intrappolato sotto un grosso albero!-
Kai e Kaito si scambiarono un'occhiata e corsero nel luogo in cui c'era il pover uomo. Dopo aver aiutato con successo l'uomo e accertato che potesse tornare a camminare, sentii pronunciare il mio nome. Mi voltai cercando di capire chi mi potesse chiamare, però non vidi nessuno. Tornai a concentrarmi su Kai e Kaito, che nel frattempo erano corsi in aiuto di un altro gruppo di persone. Ma quando risentii il mio nome, riconobbi la voce. Mio padre mi stava chiedendo aiuto. Seguii la voce per pochi metri, fino a fermarmi davanti a quello che una volta era la dimora del Signor Miro, un caro amico di mio padre.
-Padre!- lo chiamai, cercando di capire dove fosse precisamente e ricevetti come risposta un rumore provenire dal retro.
Mi precipitai e incominciai a scavare nel punto in cui speravo di trovarlo, pregando il Sommo Arceus che non si era fatto nulla di grave. Più scavavo, più mi facevo male alle mani, ma niente mi poteva fermare. Kai, che mi aveva raggiunto, si chinò accanto a me e mi aiutò a spostare i detriti.
Quando riuscii a rivedere il suo viso, venni travolta da una gioia improvvisa.
-Finalmente! Non riuscivo più a respirare!-
Togliendo i pochi cocci rimasti, lo aiutammo a rimettersi in piedi, ma mio padre, orgoglioso com'era, rifiutò il nostro aiuto e cercò di fare due passi, ma quando appoggiò la gamba sinistra al suolo, cadde per il dolore.
Io e Kai lo affiancammo, cercando di rimetterlo in piedi.
-Deve essersi rotto la gamba.- sentenziò Kai, rimettendolo di nuovo giù.
Mi fece segno di aspettarlo lì e andò a cercare qualcosa. Tornò dopo pochi minuti, con in mano una trave di legno e un mantello logoro. Con un coltello, che aveva estratto dal fodero che aveva attaccato alla cintura, tagliò il mantello e posizionò la trave vicino alla gamba rotta, fermandola con i pezzi del mantello.
Per la seconda volta Kai mi aveva sorpreso.
Lo rimise in piedi e camminarono, fino ad arrivare ad un tronco dove lo mise seduto.
-Rimanete qui. Torno ad aiutare Kaito.-
Annuii e lui corse ad aiutare l'amico, lasciandoci da soli. Tra me e mio padre cadde il silenzio. Tra noi non c'era mai stato un buon rapporto. Era sempre stato un tipo freddo ed io non avevo mai cercato di capire cosa facesse quando non era alla locanda.
-E' tutta colpa dei ribelli!- ringhiò mio padre, attirando la mia attenzione.
-Perchè pensa questo? Non sono stati loro a scatenare l'esplosione!- difesi i miei compagni, ma con così tanta enfasi che avevo paura che sospettasse di qualcosa.
Però lui non ci fece molto caso.
-Ma è colpa loro se la Regina Phoenix ci ha dato una simile punizione! Se non si fossero ribellati, tutto questo non sarebbe accaduto e tutte queste persone non sarebbero morte.-
Abbassai lo sguardo. Non aveva tutti i torti, ma nessuno di noi sapeva che sarebbe successa una cosa del genere... Non era colpa nostra. 
Poi mio padre fece un gesto che mi sorprese... E mi soprende ancora tutt'oggi soltanto a ricordarlo. Mi attirò a sè e mi abbracciò. In tuta la mia vita non avevo mai ricevuto un abbraccio da lui. Nemmeno un bacio. 
-Sono così felice che tu non ti sia unita a loro e, soprattutto, che tu sia viva!-
Mi si strinse il cuore. Doveva sapere che la sua bambina era una ribelle e che lo aveva deluso...
Incominciai a piangere.

L'esercito pagato da Kai e i Ribelli, feriti e non, tornarono il mattino seguente. Nel frattempo io mi accupavo di quelli che erano sopravvissuti, mentre Kai e Kaito prestavano prestavano soccorso a quelli rimasti prigionieri.
Cercavo di prestare ai feriti le prime cure, ma molti di questi erano feriti gravi e non sapevo dove mettere le mani. Fortunatamente Virizion era tornata e si occupò lei degli infortuni. Pensare che la prima volta che la vidi non mi diede l'impressione di una dottoressa. In più era molto brava! Sapeva gestire più di cinquanta feriti contemporaneamente avendo a disposizione pochi strumenti e pochissimi aiutanti.
Mentre io e Virizion ci occupavamo dei feriti in quelle che dovevano essere degli alloggi improvvisati, gli uomini andarono a soccorrere la popolazione rimasta. Molte delle persone che avevamo ritrovato morte le cancellavano dalla lista delle persone disperse e li seppellivano nel bosco. Ovviamente mia madre era su quella lista. Ero preoccupata per lei, quindi volevo andarla a cercare con il gruppo, ma sia Kai che mio padre mi sconsigliarono di andarci. Mi convinsi a rimanere con Virizion solo perchè Kai e Kaito mi promisero che l'avrebbero cercata loro personalmente e avvisata immediatamente se l'avessero trovata.
Rimasi tutta la giornata con la tensione a mille e ogni minuto che passava mi sembrava un'eternità.
Però verso sera, mentre accendevo le poche candele che ero riuscita a trovare, scorsi la figura di Kai e dell'amico che venivano verso di me. Inizialmente non li riconobbi, così rimasi al mio posto, ma quando riuscii a vederli, incominciai a correre verso di loro per sapere se l'avessero ritrovata.
-L'avete trovata?- chiesi, una volta raggiunti.
Loro si scambiarono uno sguardo triste e indeciso. Il mio cuore perse un battito. Non poteva essere vero.
-Senti, Rose...- iniziò Kai, prendendomi per le spalle, ma io indietreggiai.
Avevo lo sguardo fisso e scuotevo la testa come se fossi diventata pazza.
-Non può essere vero, vi prego!- mormorai, cercando di trattenere le lacrime.
-Purtroppo quando l'abbiamo trovata non abbiamo potuto fare molto. Era già morta da ore... Ci dispiace tanto.- spiegò Kaito.
Le lacrime incominciarono a rigarm le guancie. Mia madre non poteva essere morta... Era l'unica persona a cui volevo bene incondizionatamente. Però per qualche strano motivo dentro di me avevo sempre saputo che lei non c'era più, ma avevo sempre schiacciato quella sensazione, con la speranza che mi sbagliavo. Invece...
Incominciai ad urlare. Ne avevo bisogno. Se non fosse stato per quel Pokèmon, mia madre sarebbe stata con me. Specialmente nelle occasioni più importanti nella mia vita! Se non fosse per la Regina Phoenix che aveva dato quell'ordine, tutto quello non sarebbe successo.
Kai e Kaito cercavano in tutti i modi di consolarmi, ma continuavo a piangere e ad urlare. All'improvviso Kai mi prese il viso tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi. Smisi di colpo di sbraitare.
-Smettila di comportarti coma una bambina ottusa! Tua madre non c'è più e urlare non te la riporterà di certo indietro!-
Mi scostai da lui, liberandomi dalla sua presa, ma senza distogliere lo sguardo dal suo.
-Cosa ne sai, tu?- Molto probabilmente tua madre si trova in una bellissima casa, con la servitù, al sicuro! Puoi tornare da lei quando vuoi, potrai rivedere i suoi sorrisi e sentire la sua voce! Invece io l'ho persa per sempre! Per me sarà solo un ricordo!-
Di colpo il suo sguardo si incupì. I suoi occhi, così splendenti e gioiosi, si erano intristiti. Dovevo aver toccato un tasto dolente.
-E' vero... Io non so cosa si prova.- dissi, abbozzando un sorriso amaro.
Mi guardò per altri due secondi, poi si voltò, andandosene via. Rivolsi lo sguardo a Kaito, che fissava il terreno con uno sguardo che non sapevo se era triste o arrabbiato.
-Kaito io non...- dissi, ma lui mi fulminò con lo sguardo e se ne andò, molto probabilmente a calmare Kai, mentre in me la tristezza faceva spazio ai sensi di colpa.

-Kaito
Era passata una settimana dall'esplosione generata da Dialga, ossia Josh, ed eravamo riusciti a trovare quasi tutti i dispersi, quasi tutti vivi, sebbene i feriti gravi fossero numerosi.
Insieme a quelli che non erano feriti, costruii altri alloggi che poi assegnavamo a gruppi di tre persone a volta, in modo che tutti avessero un tetto sulla testa e un letto dove dormire. Kai aveva cercato di aiutarci, in modo da scacciare i brutti pensieri, scatenati dalle parole di Rose, ma non riusciva a combinare molto. Avevo cercato di parlare con lui dell'argomento, ma mi aveva risposto che stava bene e non ne voleva parlare.
Rispettai il suo volere, ma dal suo atteggiamento non stava per niente bene. In più evitava ad ogni costo Rose.
Rhue, invece, con le altre donne, si occupava della mensa. Era una cosa insolita per mia moglie che, per due anni interi, non aveva fatto altro che bruciare ogni pasto, ma con la scusa che avrebbe imparato qualcosa, andò ad aiutare le donne in cucina. Landorus e i gemelli si occupavano di trovare oggetti che ci sarebbero stato utili, ma proprio durante il loro giro d'ispezione, mi vennero a chiamare. 
Avevano trovato una carrozza lungo i confini della voragine. Avevano visto al suo interno e avevano notato una ragazza. Cercarono di aprire la portiera, ma era bloccata da un tronco e avevano bisogno di una mano per spostarlo.
Quando arrivai lì, ritrovai una decina di uomini intorno alla carrozza e che si stavano organizzando su come spostare il tronco che bloccava la portiera. Il conducente era morto sul colpo, infatti l'avevano coperto con un mantello.
Mi avvicinai a Landorus che era fermo di fronte all'abitacolo. 
-Cosa dobbiamo fare?- gli chiesi, fissando anche io lo sguardo sul tronco.
-Ci mettiamo tutti sotto al tronco e, contemporaneamente, lo alziamo. Tu sali sulla carrozza e mantieni il tronco, in modo tale da permettere ai gemelli di aprire la porta e far uscire la ragazza.-
Annuii e mi posizionai sull'abitacolo e, ad un cenno di Landorus, iniziammo ad alzare l'albero. Quando fu abbastanza in alto e si riuscì ad aprire la portiera, i gemelli si calarono all'interno e, dopo poco, portarono all'esterno la giovane donna.
Lasciammo la presa sull'albero e andammo vicino alla ragazza, per capire se era viva o morta. Quando la vidi, rimasi incantato dalla sua bellezza. Aveva la pelle nivea e candida, portava un bellissimo abito bianco con rifiniture in rosa, che richiamavano il colore dei capelli morbidi e fluenti. Era bella quasi quanto Rhue.
Landorus si avvicinò a lei e le controllo il polso e il respiro. Subito dopo ci guardò, sorridendo.
-E' viva, ma è meglio portarla da Virizion per escludere ferite gravi.- disse, rialzandosi. Poi, guardandomi, aggiunse: -Kaito, potresti portarla tu? Così io e i gemelli continuiamo il giro insieme agli altri.-
Annuii e presi la ragazza in braccio. Era incredibilmente leggera. Chissà quanti anni aveva?
Quando ero a pochi metri dalla zona dedicata ai feriti e ai malti, sentii un gemito provenire dalla donna. Forse stava sognando... Non ci diedi molto peso e tirai avanti per la mia strada, quando sulle sue labbra comparve un sorriso.
-Josh... Finalmente ti ho ritrovato...-
Mi fermai di colpo. Aveva pronunciato il nome di Josh, oppure mi ero sbagliato? Molto prababilmente era così. Non poteva conoscerlo. Josh era un tipo solitario, esattamente come il Generale Cobalion. In più si era rivelato un Pokèmon Leggendario! Come poteva una bella ragazza conoscere un tipo scontroso e arrogante come Josh?
Entrai nella tenda principale e mi guardai intorno alla ricerca di Virizion, ma incontrai per prima Rose. Con grandi falcate la raggiunsi.
-Ciao, Rose! Dov'è Virizion?- le chiesi, ma quando notò la ragazza svenuta tra le mie braccia si preoccupò.
-Cosa le è successo?-
-L'abbiamo trovata in una carrozza ai confini della voragine. Sta bene, è solo svenuta. L'ho portata qui per farla controllare da Virizion.-
Tirò un sospiro di sollievo.
-Meno male lei non si è fatta nulla. Vieni, nel frattempo la stendiamo su un letto.-
Rose mi condusse nella tenda affianco, dove c'era un piccolo lettino improvvisato. Adagiai lì la ragazza, aspettando lì l'arrivo di Virizion.
Arrivò qualche minuto dopo, seguita da Kai. Stavano discutendo su qualcosa, ma non feci in tempo a capire cosa che non appena ci videro smisero di parlare.
-Cosa ci fai qui, Kaito? Siete riusciti ad aprire quella carrozza?-
Annuii e guardai la ragazza, facendole capire che l'avevo portata lì con me. Virizion si precipitò a visitarla, mentre tra Kai e Rose c'era una strana atmosfera. Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare o di guardare l'altro.
Quando Rose tentò di parlargli, ma la ragazza stesa sul letto riprese i sensi. Lentamente riaprì gli occhi, mostrando due grandi iridi rosa che brillavano come due stelle, e si mise a sedere, aggiustandosi i capelli lucenti. Si guardò intorno strabuzzando gli occhi.
-Bentornata tra noi! Come si sente?- chiese Virizion con il suo solito sorriso cordiale.
-Leggermente spaesata... Dove mi trovo?-
Aveva la voce calda e dolce.
-Si trova a Ponentopoli o a quello che ne rimane. Ora è nelle tende allestite per accogliere i feriti.- spiegò Kai.
La ragazza si guardò intorno, annuendo.
-Mi scusa, ma lei chi è?- chiesi, curioso di sapere il suo nome.
Lei mi guardò, sfoderando un bellissimo sorriso. Sembrava un angelo.
-Giusto! Che maleducata! Il mio nome è Sakura e sono venuta qui ad Unima dalla lontana Inghilterra per cercare una persona di nome Josh!-

-Josh
Mi trovavo in una cella angusta nel palazzo dei Phoenix da ormai una settimana, ma era come se fosse passato un mese. Fortunatamente, dopo l'esplosione, Jhonny aveva avuto la delicatezza di farmi tornare umano. In più non mi aveva bloccato le mani con delle catene, avendo la rossocatena che mi inibiva fino al punto di non farmi alzare. Inoltre non mi faceva dormire oppure, quando riuscivo a chiudere gli occhi per un paio d'ore, facevo incubi in cui vedevo soffrire molte persone per colpa mia. 
L'ultimo incubo riguardava Sakura... Avevo sognato che lei si trovava a Ponentopoli nel momento esatto in cui l'ho distrutta con fragortempo, uccidendola insieme agli altri. Meno male che era solo un sogno e non si trovava davvero ad Unima... Se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato.
Chissà se aveva ricevuto la mia lettera? Da quando l'avevo spedita erano passate due settimane, quasi tre. 
In quei giorni, però, si stava diffondendo una strana diceria tra i soldati e, dato che la mia cella si trovava nella zona dedicata ai loro alloggi, sentivo tutto quello che dicevano e venivo a conoscenza delle cose che accadevano nel palazzo.
Azula e Jhonny si erano sposati da pochi giorni e già aveva attentato alla vita del nuovo Re. Tutti credevano che fosse stato qualche Ribelle che voleva vendicarsi dell'esplosione, ma io sapevo chi era stato. L'unica persona che poteva soffocarlo nel sonno, eccetto me, sebbene io preferissi avvellenare la gente, era una persona vicina a lui.
E chi poteva farlo se non la cara Regina? Ma non aveva capito che non si sarebbe liberata di Jhonny tanto facilmente. Lei era come un giocattolino nelle sue mani... Jhonny l'avrebbe usata per i suoi scopi, poi, una volta ottenuti l'avrebbe gettata via, come un vestito ormai rotto.
Ma quello che mi chiedevo era quali fossero le sue vere intenzioni. Mi aveva catturato ma non avevo ancora compreso per quale scopo... Se volevo solo uccidermi per diventare Dialga perchè diventare Re Phoenix? Non ce n'era alcun bisogno... Avrebbe potuto colpirmi quando voleva. Specialmente in quel periodo in cui ero stato a Unima, nel Regno Harmonia, senza Sakura. 
Proprio durante una di quelle sere in cui non chiusi occhio, qualcuno mi fece visita. Sapevo chi fosse, ma nonostante questo non gli rivolsi la minima attenzione. Sorrisi. 
Come erano prevedibili gli esseri umani.
-Guardami.- ordinò ed io, senza battere ciglio, alzai lo sguardo.
Azula mi fissava con aria stanca, ma dai suoi occhi percepii una nota di frustazione.
-Perchè sei venuta fin qui?- le chiesi seccamente.
Sbuffò, massaggiandosi le tempie con il pollice e l'indice.
-Come fai a startene così tranquillo in una stanza così piccola senza fare nulla?-
-Con gli anni ho imparato ad essere impaziente. E' una cosa positiva, soprattutto se sei il Signore del Tempo o, nei casi peggiori, a sopportare meglio l'oppressione provocata dalla rossocatena. Ma sicuramente non sei venuta qui per fare due chiacchere amorevolmente con me. Ho sentito del tuo vano tentativo di uccidere Jhonny soffocandolo nel sonno... Povera illusa! Credevi davvero che con una cosa del genere riuscissi ad uccidere uno come lui?!-
-Per questo sono qui! Solo tu puoi dirmi come ucciderlo! Sei o no il potente Dialga?!-
Amavo quando mi definivano "potente".
-Se sapessi come ucciderlo, non credi che l'avessi già ucciso da me? Inoltre non te lo direi mai.-
Molto probabilmente avevo gli occhi rossi, visto che la rossocatena aveva incominciato a mandare scosse più forti.
-Ma io devo liberarmi di lui! Non ce la faccio più! Nessuno dice alla Regina Phoenix cosa fare!- urlò.
Sospirai, rassegnato.
-Nessuno riuscirà mai a liberarsi di lui... Nè io, nè te. Rassegnati.-
Azula mi fissò per un paio di secondi.
-Eppure sono sicura che tu hai qualcosa che potrebbe ucciderlo... Ti prometto che ti darò tutto ciò che vorrai!-
Sbuffai. Perchè gli umani sono così caparbi?
-Ti ho già detto che non so come ucciderlo! Vuoi che te lo dica in francese?-
Lei si chinò di fronte a me, fissandomi negli occhi.
-Visto che con le buone non vuoi capire, passerò alle maniere forti. Ti conviene dirmelo se non vuoi che faccia del male a qualcuno a cui tieni tanto.-
Scoppiai a ridere, fregandomene dell'ora tarda e del pericolo che correvo svegliando i soldati. Io non avevo fatto nulla... Era lei che era venuta a cercarmi.
-Davvero vuoi usare la carta del ricatto? Certo che ti sei rammollita. Puoi farmi quello che ti pare, tanto sono un tipo che muore difficilmente. Non hai nessuna carta contro di me, perchè l'unica persona a cui tenevo è morta tanto tempo fa.-
Su quell'ultima frase sentii la voce spezzarmi in due. Ogni volta che parlavo di lui mi assaliva un enorme tristezza.
Azula scattò in piedi, senza però distogliere lo sguardo dal mio.
-Allora non mi resta che una cosa sola!-
-Cosa?- chiesi, sebbene sapessi già la risposta e non mi piaceva.
-Mi sembra ovvio, no? Fuggirò e tu verrai con me!-

-Rose
Kai non voleva parlarmi. Mi evitava come la peste. Avevo tentato svariate volte di chiedergli scusa, ma lui scappava o si inventava scuse per allontanarsi.
Volevo solo scusarmi! Avevo detto qualcosa che lo aveva ferito e volevo rimediare... Per una settimana intera mi aveva a tutti i costi evitato e, quando Kaito portò da Virizion la ragazza rimasta intrappolata nella carrozza, avevo avuto l'occasione perfetta per parlare con lui. Proprio quando, però, aprii bocca per parlargi, la ragazza, che si era presentata con il nome di Sakura, aveva rovinato tutto, facendo bruciare l'unica possibilità che avevo per chiarirmi con Kai senza che lui scappasse via. In più aveva nominato Josh e l'atmosfera si era appesantita ulteriormente.
-Dalle facce che avete fatto quando l'ho nominato, capisco che lo conoscete...- disse lei, scrutandoci con i suoi grandi occhi rosa.
-Esatto... Ma non è il momento e il luogo per parlare di Josh. Se vuole possiamo andare a parlare in un altro posto, ovviamente sempre se lei se la sente.- fece Kaito, gettandomi un'occhiata.
Non voleva parlare dell'argomento dell'esplosione davanti a me oppure voleva lasciarmi da sola con Kai?
-Kaito ha ragione. Molte persone si possono alterare sentendo parlare di colui che ha distrutto la propria città.- confermò Virizion e Kai l'assecondò con un cenno della testa.
La ragazza fece un profondo respiro e annuì.
-Capisco. Per me non c'è problema... Basta che mi dite dove si trovi Josh. Sono due anni che non lo vedo e non ricevo più sue notizie, quindi sono preoccupata per lui.-
Era vero... Dai suoi occhi si percepiva chiaramente che era preoccupata. Josh doveva essere una persona molto importante per lei.
Kaito le sorrise e insieme si diressero verso l'uscita, ma ben presto vennero fermati da un uomo alto quasi quanto Kaito, dai capelli e gli occhi color nocciola, che con passo svelto era entrato nella tenda, bloccando loro la strada.
Virizion non appena lo vide si illuminò.
-Terrakion!- esclamò, correndo da lui ad abbracciarlo.
L'uomo con un sorriso a trentadue denti, ricambiò il gesto d'affetto.
-Che bello rivederti, sorellina! Non appena ho letto la tua lettera non ho fatto a meno di venire qui a dare una mano.-
Quindi quell'uomo era fratello di Virizion?! Non si assomigliavano minimamente! A differenza della gioia emanata dalla dottoressa, Kai era sorpreso di quella visita, così come Kaito.
-Cosa ci fai qui, Terrakion? Se tu sei qui, chi si occupa di Tommy?- chiese Kai, avvicinandosi ai due, che, nel frattempo, si erano sciolti dall'abbraccio.
Chi era Tommy?
-Non ti preoccupare! Si occupano di lui le sue balie, mentre l'amministrazione l'ho affidata al Consilio dei Saggi. Ora, se non ti è di troppo disturbo, posso parlarti un attimo?-
Ecco che la mia occasione era andata in frantumi per la seconda volta.
Kai annuì e insieme andarono via, ma io li fermai. Dovevo assolutamente chiarirmi con Kai. Lo amavo troppo e non potevo perderlo per qualcosa che avevo detto. Avevo toccato un tasto dolente e volevo rimediare.
-Kai, aspetta! Devo parlarti di una cosa urgente!-
Lui mi rivolse, non solo la sua attenzione, ma anche uno di quei suoi sorrisi rassicuranti. Solo in quel momento capii quanto mi fossero mancati.
-Ne parliamo dopo, va bene? Se Terrakion mi vuole parlare vuol dire che è successo qualcosa di grave. Ci vediamo vicino al fiume dopo pranzo?-
Annuii, speranzosa, e lui tornò a dedicarsi a Terrakion.
Dato che non avevo nulla da fare, decisi di andare ad aiutare le donne in cucina. Tornare a cucinare e a servire ai tavoli mi rincuorava. Era come tornare per un attimo alla locanda, dove aiutavo mia madre con le faccende. Lavorando riuscivo a tenere la mente libera da brutti pensieri e, soprattutto, non pensare all'agitazione che man mano cresceva in me. Però uno strano discorso tra due donne, che riparlavano di ciò che era accaduto durante la spedizione, attirò la mia attenzione.
-Anche posso credere che la Regina ha avuto il coraggio di distruggere la nostra città... Non tiene minimamente al suo regno.-
-In realtà non è stata la Regina a dare l'ordine, bensì il Re. La cosa che più mi ha lasciato perplessa è il fatto che la Regina Phoenix conoscesse l'amico di Landorus, quello con gli occhi verdi.-
-Vero... L'ha chiamato pure Re Harmonia. Ma a questa cosa non ho creduto.-
-Nessuno ci ha creduto, ma mio marito ha chiesto conferma ad uno dell'esercito ausiliare e gli ha detto esattamente che era il Re Harmonia.-
Cosa?! Kai era il Re Harmonia? Non poteva essere vero... Se Kai era davvero un Re, me lo avrebbe detto... Giusto? 
Quel discorso mi innervosì, fino al punto da farmi scattare verso le due donne, interrompendo il loro discorso e spaventandole.
-Rose... Che ti prende?- 
-Come potete dire tutte queste falsità? Kai non può essere il Re Harmonia! E' una cosa assurda! Perchè il Re nemico dovrebbe aiutare i sudditi del suo regno rivale? Cosa ci guadagnerebbe? Quindi risparmiatevi questi discorsi, perchè non hanno fondamenta!-
-Guarda che abbiamo detto la verità... Sembra un'assurdità, ma ti assicuro che è così!-
-Invece no! Voi non conoscete Kai come lo conosco io! Lui non mentirebbe mai!- urlai e me ne andai, lasciando il mio lavoro a metà.
Per smaltire la rabbia e l'agitazione, incominciai ad errare per la città, fino a quando non decisi di andare da Virizion e sfogarmi con lei... Lei mi avrebbe ascoltato con calma. Quando arrivai nei pressi della tenda medica, vidi Kai e Terrakion che parlavano. Più precisamente, quello che parlava era l'uomo dagli occhi nocciola, mentre Kai lo ascoltava guardando il pavimento e annuendo ogni tanto.
Non feci a meno di fermarmi e ascoltare una frase del discorso.
-Capisco che vuoi aiutare queste persone, ma è ora di tornare a palazzo. Tommy ha bisogno di te... Me ne posso occupare io, ma con te sarà diverso. Tu sei il Re Harmonia, il popolo ha bisogno di te.-
A quelle parole, qualcosa in me si ruppe in mille pezzi. Non ero più arrabbiata... Gli occhimi si inondarono di lacrime.
Stavo per andare via, ma Kai alzò lo sguardo, notando la mia presenza a pochi metri da loro. Quando i nostri occhi si incontrarono, mi fu impossibile trattenere ulteriormente le lacrime, che come un fiume in piena, inondarono le mie guance.
Delusa, scappai via. Ma Kai non si fece intimorire e mi inseguì, fino a quando non arrivai nei pressi del fiume e mi fermò, prendendomi per un braccio.
-Rose, aspetta! Non è come pensi.-
Mi liberai dalla sua presa con uno strattone.
-Non è come penso?! Mi hai mentito! Avevo intuito che tu provenissi da una buona famiglia, capendolo dalla tua buona educazione, ma non avrei mai creduto che tu fossi un Re! Particolarmente il Re Harmonia! Ti ho addirittura difeso, attaccando due donne innocenti!-
Kai sospirò, dispiaciuto.
-Lo so... Te lo dovevo dire, ma non potevo. Se vi avessi detto fin da subito che ero il Re Harmonia, voi non vi sareste fidati di me! Inoltre essere nel regno nemico, a carte scoperte, sarebbe stato come andare incontro alla morte! Già è stato difficile convincere Kaito a mostrarsi apertamente, essendo un ricercato. Quindi cerca di capire un pò la nostra situazione.-
Aprii la bocca, per ribattere, ma le parole mi morirono in gola. Non aveva tutti i torti, ma ero ancora arrabbiato ancora con lui! Mi aveva molto delusa! 
Ricominciai a piangiare.
-Rose?- disse, cercando di accarezzarmi una guancia, ma io indietreggiai.
-Però potevi dirmelo... Avrei mantenuto il segreto se tu me l'avessi chiesto.-
Lui fece un sorriso, amareggiato e dispiaciuto.
-Lo so e mi dispiace tanto...-
Alzò gli occhi, incrociando il mio sguardo.
-Mi perdoni?- chiese, quasi implorandomi.
Senza rispondergli, me ne andai via.

-Josh
 Ad Azula era venuta la malsana idea di fuggire via e voleva farlo quella notte stessa. Ovviamente non ero d'accordo, perchè poi Jhonny ci avrebbe dato la caccia, trovati, fatto decapitare Azula per tradimento, avrebbe ordinato a me di farlo e, alla fine, torturato fino al punto di uccidermi, diventando così il nuovo Dialga.
Ma era anche vero che era un tipo indifferente a tutto e non amava inseguire i pesci piccoli, specialmente se non servivano ai suoi scopi.
-Vuoi scappare?! Voi umani cosa avete al posto del cervello? Sei una Regina! Non puoi abbandonare il tuo regno nelle mani di un folle psicopatico che non ha nulla a che fare con Unima e i suoi problemi! Inoltre non mi posso muovere da qui se non è Jhonny ad ordinarmelo.-
Sembravo un cane fedele al suo padrone... Che schifo.
-Lo so che a causa della Rossocatena non puoi muoverti a tuo piacimento, ma ho trovato una scappatoia al tuo problema...- disse con un sorriso malizioso.
Più passavo il tempo con quella donna, più mi convincevo che lei e Jhonny erano fatti l'una per l'altro.
Tirò fuori dalla manica del vestito una piccola boccetta di cristallo, contenente un liquido rossastro.
Era il sangue di Jhonny. Ecco cosa intendeva quando ha parlato di scappatoia.
La Rossocatena, secondo il progetto originale, doveva essere generato con un meteorite e forgiata usando il potere dei tre guardiani dei laghi di Sinnoh. Ma dato che avevo istruito Mesprit, Azelf e Uxie a non aiutare nessuno a crearla, Jhonny aveva pensato di usare, al posto del loro potere, il suo sangue.
Facendo in quel modo si era assicurato l'uso esclusivo dei miei poteri.
Peccato che non era morto dissanguato! Tutti i miei problemi si sarebbero risolti senza che io muovessi un dito.
Ora Azula con quelle poche gocce di sangue mi poteva comandare a bacchetta. Beh... Meglio lei che Jhonny. Essere usato da quello lì sarebbe stato un duro colpo per il mio orgoglio.
Azula aprì la porta della celletta ed uscì.
-Su, seguimi!-
La Rossocatena mi lanciò una scarica come per avvisarmi che dovevo alzarmi e seguirla.
Sospirando, mi alza e seguii Azula fino all'uscita degli alloggi, ma prima di lasciarli si fermò di colpo. Mi guardò dalla testa ai piedi.
-Non puoi uscire con quella cosa che brilla come mille diamanti. Dobbiamo coprirla. Anzi, dobbiamo coprirci, soprattutto se andiamo dove ho intenzione di andare.-
Azula si diresse verso alcuni mantelli marroni abbandonati su una sedia in un angolo. Me ne lanciò uno ed io me lo misi, coprendomi la testa con il cappuccio. Come odiavo essere succube della gente. 
Lei ne prese un altro e fece lo stesso. 
Una volta pronti, uscimmo dagli accampamenti, con passa svelto, in modo tale da andarcene il più velocemente possibile e cercando di fare meno rumore possibile, anche se molto probabilmente, anche urlando per tutto il cortile che stavamo fuggendo via, nessuno si sarebbe svegliato. 
Ci dirigemmo verso le mura di confine, ma proprio quando eravamo sul punto di varcare la soglia delle porte, venimmo scoperti. 
-Dove state andando?-
L'uomo incappucciato era a pochi metri da noi.
-Non sono cose che la riguardano.- disse Azula con estrema calma.
Era peggio di me... Non faceva trasparire alcuna emozione dalla sua voce.

-Certo che mi riguardano. Lei è la Regina. Inoltre noi abbiamo un accordo.-
Che accordo? Perchè quando le cose si facevano interessanti io dovevo sempre andare via?
-Ma ora le cose sono cambiate!- 
L'uomo incappucciato fece un passo in avanti.
-Mio fratello ha bisogno di quella medicina! Altrimenti morirà!-
Azula sbuffò, annoiata. L'incappucciato sospirò. Dalla sua voce percepii una nota di frustrazione.
-Perché è arrivato quello li, non è vero? E' solo per colpa sua e per la sua infantile paura della morte che gli ha permesso di entrare a palazzo e impostare il suo potere! Quindi affronta le difficoltà scappando?! È solo una vigliacca!-
Azula, a quella accusa, si girò di scatto, fulminando con lo sguardo.
-Come osi darmi della vigliacca?!-
-Dato che sta scappando via, mi posso permettere di dire questo ed altro! Lei è una vigliacca, Regina Azula! Non avrei mai dovuto accettare il suo accordo.-
Il viso di Azula, come per magia, si distese e comparve un sorriso malizioso. Stava per fare una cosa degna di lei... 
-È così che la pensi? Bene... Dialga!-
Quando pronunciò il mio nome, mi drizzai. Di li a poco avrei fatto una cosa che non avrei mai voluto fare.
-Uccidilo!-
L'incappucciato non si mosse dalla sua posizione. Non era intimorito dall'ordine impartitomi. Si vedeva che non mi conosceva molto bene. Ma proprio come Azula aveva trovato una scappatoia, l'avevo trovata anche io. Per ucciderlo dovevo colpirlo, giusto? E cosa mi vietava di colpirlo nel punto sbagliato? Tanto, avevo eseguito l'ordine...
Mi avvicinai all'uomo incappucciato con estrema calma.
Vedendomi arrivare verso di lui, incominciò a parlare.
-Vuoi farlo sul serio? Se vedranno il mio corpo senza vita, noteranno l'assenza di Dialga... È questo che vuoi?-
Aveva incominciato a dare del tu ad una Regina... Stava per essere ucciso dal Signore del Tempo e continuava a sputare veleno contro Azula?! 
Mi piacciono le persone di quel tipo.
Azula non disse nulla, aspettava che io lo facessi fuori.
Prima che lui se ne accorgesse e, soprattutto prima che contrattaccasse, lo colpii, affondandogli il pugnale dal manico bianco nella zona poco al di sotto del cuore.
Una volta colpito mi avvicinai di più a lui, sussurrandogli qualcosa nell'orecchio, con la speranza che avrebbe fatto recapitare il messaggio.
Se lo avesse fatto... Gli sarei stato grato per tutta la vita. Perchè da quella semplice frase dipendeva la mia libertà. 
Estrassi il pugnale e tornai verso Azula che, soddisfatta, mi aveva preceduto oltre l'uscio delle porte. 
L'uomo, subito dopo, cadde a terra, respirando a fatica e contorcendosi dal dolore.
Non si meritava una cosa del genere...
Prima di superare le mura, mi voltai di nuovo a guardare il corpo dell'incappucciato. Piano piano si stava formando una pozzanghera di un bel rosso vivo.
Sospirai. Un altro senso di colpa mi avrebbe attanagliato l'anima.
-Mi dispiace, Cobalion.-

-Kaito
Quello fu un giorno molto movimentato per me... Mi ero svegliato all'alba e, senza fermarmi un attimo, avevo aiutato i ribelli a costruire altri alloggi, in più, avevo salvato una ragazza che conosceva Josh e voleva parlare con me della situazione.
Non vedevo l'ora che la guerra finisse e di prendermi finalmente una vacanza!
Non appena arrivammo al fiume, nemmeno il tempo di sedermi, che Sakura iniziò a parlare.
Non mi sarei sorpreso se mi avesse detto che lei e Josh erano parenti... Nessuno dei due era paziente.
-Dall'espressione cupa che avete fatto prima ho capito che Josh vi ha fatto qualcosa di poco gradito, non è vero?-
La guardai. Alla luce del sole era ancora più bella. Inoltre aveva un aspetto innocente e indifeso... Ti veniva voglia di abbracciarla e difenderla.
-Sì. Si può dire così...-
-Vi chiedo scusa da parte sua... Ha un pessimo carattere, ma non fa mai qualcosa senza una ragione.-
Doveva conoscerlo molto bene...
-Lo so... Josh è una persona molto giudiziosa e fredda. Non si fa mai trasportare dalle emozioni. Comunque non è questo di cui vorrei parlare. Come mai sei venuta fino ad Unima? Non sai che siamo in periodo di guerra?-
Lei annuì, sedendosi su un grande masso di fronte a me.
-Certo... Ed è la ragione per cui Josh non mi ha detto dove fosse. Dopo gli avvenimenti di Napoleone in Francia, Josh, sapendo il mio astio verso ogni forma di guerra e il mio carattere pacifico e sensibile, ha deciso di mandarmi in Inghilterra, al sicuro da alcuni suoi amici. Ci siamo sempre scritti con regolarità. Però, alla fine degli anni '30, ho incominciato a ricevere sempre meno lettere, fino a non riceverne più. Preoccupata mi sono precipitata in Francia, ma l'amico che l'ospitava mi ha raccontato tutta la verità. Così sono corsa qui ad Unima per dargli un sonoro schiaffo!-
Sull'ultima mi venne quasi da ridere. Josh che riceveva uno schiaffo da una donna... Sarebbe stata una scena esilerante! 
-Quando mi avete detto che lo conoscevate mi sono sentita sollevata! Ora, per favore, dimmi dove si trova!- disse impaziente.
-Mi piacerebbe tanto dirtelo, ma non penso che sia una buona idea...-
-Ti prego! Ho bisogno di sapere se sta bene! Non voglio che gli accada qualcosa di brutto come qualche anno fa!-
Qualcosa di brutto? Cosa era successo a Josh? Non riuscivo ad immaginarlo pieno di ferite e sul punto di morire...
-La situazione è più complicata di quel che credi! Unima, come ti ho detto prima, è in guerra e il casato Harmonia e quello dei Phoenix si contendono il potere. Ora è arrivato Jhonny che con la Rossocatena ha catturato Josh a peggiorare le cose ulteriormente.-
Mi fermai di colpo, vedendo il suo viso sbiancarsi di colpo. Mi sporsi verso di lei, preoccupato.
-Ti senti male per caso?- chiesi, ma lei scosse la testa.
-Jhonny è qui ad Unima?!-
-Conosci anche lui?-
-Tortura la vita di Josh da quando esiste! Certo che lo conosco!- 
Nella sua voce c'era una nota di fastidio... Anche a lei non era molto gradita la presenza di Jhonny, a quanto pare.
Ora che ci facevo caso, Sakura era l'opposto di Josh... Lei lasciava trasparire ogni sua emozione, a differenza di lui. Come facevano a conoscersi e, soprattutto, ad andare d'accordo?
-Comunque anche Josh se l'è chiesto molte volte, ma non è riuscito a capire il perchè della sua presenza...-
-Hai detto che è stato catturato dalla Rossocatena, vero?-
Annuii.
-L'ho visto con i miei occhi. Jhonny, utilizzando il potere di Dialga, ha distrutto Ponentopoli radendola completamente al suolo.-
Sakura si alzò di colpo.
-Dobbiamo andare a salvarlo! Subito!-
La fissai, scioccato!
-Cosa? Sei impazzita? Inoltre sei rimasta svenuta una settimana intera, devi riposarti! Mi piacerebbe molto aiutarlo, ma ci sono persone che hanno molto bisogno di noi molto più di noi. Josh è una persona forte. Troverà il modo di salvarsi da solo.-
La ragazzaa scattò, diventando tutta rossa.
-Non puoi capire! Se terrà troppo a lungo la Rossocatena morirà! Questo è l'obiettivo di Jhonny! Ucciderlo per diventare il nuovo Dialga! Dobbiamo andare da lui! Non si può togliere la Rossocatena da solo, ha bisogno di qualcuno che gliela distrugga! Lo dico per esperienza...-
Scossi la testa, confuso.
-Come fai a dirlo per esperienza? Sei solo un'umana...-
Solo Dialga e Palkia potevano subire l'influsso della Rossocatena... Gli umani no.
Lei non rispose alla mia domanda e ci guardammo negli occhi per un paio di secondi, fino a quando non capii.
L'unica persona, o per meglio dire Pokèmon, che poteva sapere tutto quello era anche l'unica che, al di fuori di Dialga, poteva essere soggiogata dalla catena rossa...
La bellissima ragazza di fronte a me era Palkia.

Io e Sakura parlammo per tutto il pomeriggio. Non mi accorsi minimamente del tempo che era passato.
Più parlava, più mi convinceva del fatto che bisognava salvare Josh... E in fretta. Più volte aveva detto che poteva farlo benissimo da sola, ma io mi rifiutavo. Non potevo far combattere da sola una ragazza contro centinai di nemici. Inoltre Josh, ci crederete a stento, ma era mio amico e la guerra era soprattutto nostra. Lui si era solo offerto di aiutarci e guarda in cosa era capitato.
Verso il tramonto, decisi che era tempo di tornare indietro. Anche perchè, molto probabilmente, Rhue mi stava cercando. Non avevo passato nemmeno cinque minuti con lei... Sentivo la sua mancanza e lei la mia.
-Ci conviene tornare... Gli altri saranno preoccupati.- dissi, alzandomi.
Lei mi seguì e, insieme, tornammo verso la grande tenda riservata alla mensa.
-Con "altri" intendi tua moglie, giusto?- chiese lei, prendendomi alla sprovvista.
-Come hai fatto a capire che sono sposato?-
Lei sorrise.
-Dalla fede. E dalla fretta che hai di vederla.-
Cavolo... L'aveva capito semplicemente scrutandomi! Anche io potevo arrivare a certi livelli con un pò di pratica?
Entrammo nella tenda. Non c'erano molte persone... Solo le donne che si occupavano della cena. Prima ancora che la vedessi, Rhue mi abbracciò.
-Finalmente sei qui! Quando non ti ho visto con Kai, mi sono preoccupata da morire. Dove sei stato?- disse, guardandomi negli occhi.
Io mi spostai un pò per presentarle Sakura, che si trovava dietro di me.
-Sono stato a parlare con lei fino a cinque minuti fa. Per questo non sono venuto.- spiegai, ma gli occhi di mia moglie erano fissi sulla ragazza dagli occhi rosa.
Sembrava sul punto di volerla incenerire.
Sakura, educatamente, si presentò, facendo un inchino.
-Il mio nome è Sakura e vengo dalla regione di Sinnoh. Mi dispiace averle rubato il marito per tutto il pomeriggio, ma dovevamo parlare di una cosa abbastanza importante.-
Lo sguardo di Rhue non si addolcì minimamente... Adoravo quando faceva la gelosa.
-Io sono Rhue... Non ti preoccupare. In fondo sono stata occupata tutto il pomeriggio!- disse cercando di sorridere.
Sakura ricambiò il sorriso. 
Ora che le vedevo a confronto, mi erano molto più chiare le loro differenze. Rhue era affascinante, seducente, elegante... Era una Principessa a tutti gli effetti.
Sakura, invece, splendeva di luce propria, esattamente come il sole, raffinata e molto bella.
Se entrambe si sarebbero contese il trono di qualche regno, Sakura sarebbe diventata Regina senza battere ciglio.
Però non dovevo perdere altro tempo... Dovevo parlare con Kai e Terrakion, riferire loro le cose che mi aveva raccontato Sakura, in modo da decidere cosa fare. 
Quindi dovevo andare alla tenda medica, dove li avrei trovati di sicuro, e lasciare il campo di quello che si sarebbe trasformata in una lotta di gelosia.
-Rhue, senti, io dovrei andare...- dissi, attirando la sua attenzione.
Sembrava sul punto di saltare addosso a sakura e strapparle tutti i capelli.
Lei si voltò e  mi guardò con aria dispiaciuta.
-Perchè? Credevo che almeno stasera avresti passato un pò di tempo con me...-
-Certo, te lo prometto, ma prima devo sbrigare quest'ultima faccenda prima che cali il sole.-
Le diedi un bacio sulla guancia, salutai Sakura, che aveva deciso di rimanere ad aiutare le altre in cucina, con la speranza che la giovane ragazza di Sinnoh rimanga viva per il resto della giornata.
Con passo svelto mi diressi verso la zona medica, dove, a pochi metri dall'entrata, trovai Terrakion e Virizion che stavano parlando.
Virizion fu la prima a notarmi. 
-Ciao, Kaito. Dove sei stato fino ad ora?- chiese, con un sorriso.
-A parlare con Sakura, la ragazza che abbiamo salvato dalla carrozza. Però vorrei sapere dove si trova Kai. Voi l'avete visto?-
Terrakion sospirò.
-Vorrei tanto saperlo anche io. Se n'è andato nel bel mezzo del discorso e non è più tornato.- 
In quest'ultimo periodo non riuscivo proprio a capirlo...
All'improvviso si levò un forte brusio provenire dal centro della voragine. Curiosi di sapere cosa stesse succedendo, ci voltammo, cercando di vedere la causa di tanto vociferare.
Pochi secondi dopo, ci ritrovammo di fronte a noi l'uomo incappucciato.
Non appena lo videro, Terrakion e Virizion tirarono fuori le spade e gli andarono contro, ma lui indietreggiò.
-Fermi! Non voglio farvi del male.- disse, quasi bisbigliandolo.
Ora che ci facevo caso, tremava e gli gocciolava del sangue dal petto. Doveva essere ferito gravemente.
Virizion doveva averlo notato, perchè fu l'unica a ralletare la presa sulla spada.
-E cosa ci assicura che è solo una scusa per farci abbassare la guardia?- ringhiò Terrakion.
Questa volta, l'Incappucciato non rispose, si limitò a portarsi la mano libera sul cappuccio per la calarlo.
Capelli argentati e occhi blu cobalto... Quando vedemmo il suo viso, rimanemmo tutti basiti. Virizion, per la sorpresa, fece cadere la spada per terra.
-Mi credi adesso?-
Terrakion scuoteva la testa, incredulo.
-Non può essere vero.-
L'uomo sorrise, come per dire che invece era tutto vero, ma era un sorriso stanco, prima di accasciarsi al suolo prima di sensi.
-Cobalion!-
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: BluePhantomhive