19/11/2014
0 recensioniSe ognuno č bello a modo suo
nel mio modo di esserlo cč qualcosa che non va
-cmonjudgeme.tumblr.com
Rigiro la lametta tra le mani,sento i tagli pulsare,i miei polsi implorare pietā.
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Non so come mai,quel giorno di Settembre,mi ero ritrovata con la lama del temperino in mano.
Ero stanca di tutti gli insulti,troppo pesanti da tenere dentro. L'unico modo di sfogarmi era...tagliarmi.
Per essere la prima volta,mi feci un taglio molto profondo. Soddisfatta del risultato,abbassai la manica della felpa ed uscė dal bagno della scuola. Nessuno mi avrebbe scoperto.Era solo un taglio,a chi sarebbe importato?
Cercai su numerosi blog 'autolesionismo' : 'unico modo per sfogarsi' un 'dolore facile da sopportare'.
Alcuni sostenevano che fosse una malattia mentale. No,non sono pazza. Altri la definiscono una 'moda',una cosa da 'emo'. No,non seguo le mode.I giorni passavano,i tagli aumentavano.I miei tentativi di nasconderli erano vani,lei se ne accorse. Allora dovetti parlare.Dovetti spiegare come mi sentivo. Brutta,inutile,grassa,sola,triste,incompresa. Ma lei non capė.Da quel momento in poi,il nostro rapporto non fu pių lo stesso.Avevo perso una parte della fiducia che provavo per lei,la mia migliore amica.Mi controllava i polsi,tutti i giorni,davanti a tutti. Fortunatamente i numerosi polsini e braccialetti che indossavo rendevano l'impresa ardua,ed io potevo facilmente sfuggire alla presa.Ogni volta che qualcuno involontariamente mi guardava il braccio,anche se non riusciva a vederli,i miei tagli pulsavano,volevano uscire,urlare.
Lei sapeva che non volevo che nessun altro lo sapesse. Il suo modo di comportarsi mi feriva. Cominciai a tagliarmi sulle caviglie,cosė che lei non potesse vedere. Occhio non vede,cuore non duole,giusto? Perchč infondo lei ci stava male se io stavo male.Credette che avessi smesso,non trovando pių nuove ferite sul braccio.Lei non sa delle lacrime sotto la doccia,le urla soffocate dal cuscino.Le voglio troppo bene,non voglio farla soffrire. Smise di controllarmi,allora ripresi a tagliarmi sulle braccia e sulle mani. Qualche mese dopo mi prese la mano,mi guardō negli occhi e mi chiese se mi fossi tagliata di nuovo. Mi divincolai dalla sua presa,misi le mani in tasca e risposi un secco 'No',poco convinto. Mi guardō con uno sguardo compassionevole. Io non voglio la sua compassione,voglio essere solo lasciata in pace,voglio che mi capisca.Trovava sempre una scusa per sbandierare ai quattro venti il mio problema. Fortunatamente nessuno la prese mai sul serio.Come se non bastasse gli insulti aumentavano. "Ma sei maschio o femmina? No,perchč non si capisce" "Cicciona!" E questo a cosa porta? Tagli,sensi di colpa,depressione,tagli e cosė via...Dovrei parlarne con qualcuno,lo so. Quando stai fuori dalla situazione sembra facile parlare,quando diventi un'autolesionista anche guardare qualcuno negli occhi diventa difficile,senti come se quella persona potesse leggerti nel pensiero,sapere cosa fai a te stessa,quanto ti odi. Allora capisci che non troverai mai il coraggio di dirlo allo psicologo,o ai genitori. Hai paura.Tagliarti,ormai,č l'unico modo di sentirti viva. Tagliarmi fa parte di me ormai,č come se quello che stessi distruggendo non fosse il mio corpo. E forse č cosė,sto distruggendo qualcosa che non sento mio,che non mi piace,che odio con tutta me stessa
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SPAZIO AUTRICE.
Tratto da una storia vera, scritta il 13/04/2013 e il 14//4/2013
Grazie di aver letto.