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Autore: Heilig__    19/11/2014    6 recensioni
Il giovane si ritrovò a sorridere tra sé e sé, soddisfatto del suo regalo, ma un improvviso e forte rombo lo scosse dai suoi pensieri ed egli portò gli occhi al cielo, che si era fatto plumbeo, preannunciando pioggia.
Maledizione, si disse il ragazzo, corrugando la fronte e pregando che il tempo reggesse almeno fino alla fine dell'incontro.
Sospirò, distogliendo lo sguardo e si preparò ad entrare. Deglutì, timoroso e, con qualche esitazione, allungò la mano fino ad afferrare il pesante cancello in ferro ormai arrugginito per poi aprirlo e lasciare che si chiudesse alle sue spalle con rumore metallico che si propagò nel cortile vuoto.
Sospirò una seconda volta, cercando d'infondersi coraggio, ed avanzò a passo lento, mentre la ghiaia che ricopriva il terreno scricchiolava sotto i suoi piedi.
Camminò piano, senza fretta, e poco dopo la raggiunse: Devonne era lì, di fronte a lui.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tom si aggiustò il nodo della cravatta scura, stringendo la presa attorno al mazzo di orchidee, i fiori preferiti di Devonne. Il giovane si ritrovò a sorridere tra sé e sé, soddisfatto del suo regalo, ma un improvviso e forte rombo lo scosse dai suoi pensieri ed egli portò gli occhi al cielo, che si era fatto plumbeo, preannunciando pioggia.
Maledizione, si disse il ragazzo, corrugando la fronte e pregando che il tempo reggesse almeno fino alla fine dell'incontro.
Sospirò, distogliendo lo sguardo e si preparò ad entrare. Deglutì, timoroso e, con qualche esitazione, allungò la mano fino ad afferrare il pesante cancello in ferro ormai arrugginito per poi aprirlo e lasciare che si chiudesse alle sue spalle con rumore metallico che si propagò nel cortile vuoto.
Sospirò una seconda volta, cercando d'infondersi coraggio, ed avanzò a passo lento, mentre la ghiaia che ricopriva il terreno scricchiolava sotto i suoi piedi.
Camminò piano, senza fretta, e poco dopo la raggiunse: Devonne era lì, di fronte a lui.
Tom si sentì mozzare il fiato e per un attimo smise di respirare.
Fece ancora qualche passo, fino ad arrivare ad un soffio da lei. Sorrideva, sorrideva come non mai, e i suoi bellissimi occhi azzurri sembravano traboccare di gioia, mentre i lunghi capelli scuri le incorniciavano il volto.
- Ciao Dev- disse Tom a bassa voce - Guarda cosa ti ho portato, sono i tuoi preferiti- aggiunse poi, mostrando con orgoglio le orchidee.
Dopo qualche istante di silenzio, Tom s'inginocchiò, fino ad arrivare ai piedi della lapide.
- Li metto qui- disse. Con un solo gesto della mano scostò le foglie secche e fiori appassiti che si erano accumulati lì e al loro posto vi mise le orchidee.
Alzò lo sguardo, fino ad incontrare quello di Devonne che lo osservava dalla foto che lui stesso aveva fatto apporre sul quel pezzo di marmo freddo.
- Sei bellissima- si lasciò sfuggire dalle labbra.
Accarezzò il nome della giovane, inciso in stampatello a caratteri dorati, soffermandosi poi sulla data di morte. Quel maledetto giorno in cui le era stata strappata via dalle braccia, lasciandolo solo.
Ma ciò che più lo tormentava era il fatto che niente e nessuno avrebbe potuto ridargli Devonne, la sua Devonne.
Una prima lacrima solcò il suo viso, seguita da un'altra e poi un'altra ancora.
Si sedette sul terreno freddo, piangendo, per poi poggiare la schiena contro lapide, mentre un profondo e lancinante dolore al petto sembrava quasi squartarlo a metà.
- Mi manchi, Dev- sussurrò.
Poco dopo un altro, fragoroso tuono ruppe il silenzio surreale in cui il luogo era avvolto e pochi istanti più tardi iniziò a piovere, ma Tom sembrò non curarsene, nemmeno quando la pioggia iniziò ad essere battente, diventando sempre più fitta.
Alzò il viso al cielo, lasciando che le gocce d'acqua si mischiassero alle sue lacrime fino ad essere un tutt'uno.
Non si preoccupò di coprirsi: avrebbe lasciato che la pioggia portasse con sé tutti i suoi pensieri, le sue riflessioni, i suoi ricordi, il suo dolore, fino a che quel pianto non fosse diventato soltanto una goccia. Una tra le tante.











Spazio autrice:

*rullo di tamburi* Heilig is back.
So che avevate perso le speranze, ma ebbene sì sono tornata. E vi chiedo umilmente perdono, Aliens. Non mi dilungo in chiacchiere e vi prometto che mi scuserò meglio quando pubblicherò il terzo capitolo della mia longfic, Gegen Jedes Gesetz. Per ora ringrazio chi ha ancora la bontà di leggere quel che scrivo. Grazie, davvero.
Spero che questa OS un po' malinconica sia stata di vostro gradimento. Aspetto le vostre recensioni!
Un bacio,
Heilig (che adesso che è tornata non andrà più via, xx)
   
 
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