Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Poison96    19/11/2014    0 recensioni
"Non ho mai creduto nelle coincidenze, nel caso, né tantomeno nel destino. Ho sempre sostenuto che se le cose accadono, c’è una ragione. È inutile quanto tu provi a evitarle, a scappare da esse, troveranno sempre un modo per tornare a tormentarti e non farti dormire la notte."
* * *
"Io ho sempre amato i sapori forti,quelli che ti lasciano un segno dentro di te; quelli che non ti scordi e che ti lasciano un retrogusto amaro. Come una sigaretta. "
* * *
"Le strade di New York sono affollate, proprio come me le ricordavo. Manhattan, il centro della vita newyorkese forse è ancora più bella. Con i negozi e i bar sempre aperti, le strade sempre affollate con coppie che si tengono per mano, gente in carriera con una valigia in mano vestiti di tutto punto, figli di papà con milioni di buste in mano"
* * *
"per quanto siate sbagliati, per quanto non riusciate a stare nella stessa stanza senza urlarvi contro per più di un paio d’ore, la sua vicinanza ti fa stare talmente bene che diventa quasi una droga."
Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Strangers in the Night

http://www.youtube.com/watch?v=hlSbSKNk9f0
 
Non ho mai creduto nelle coincidenze, nel caso, né tantomeno nel destino. Ho sempre sostenuto che se le cose accadono, c’è una ragione. È inutile quanto tu provi a evitarle, a scappare da esse, troveranno sempre un modo per tornare a tormentarti e non farti dormire la notte. Soffrirai, ti pentirai delle tue scelte e cercherai di prenderne altre che forse saranno anche peggio, ma mai arriverai alla fine col pensiero avrei potuto fare di più. Crescerai, ti spezzerai sempre un po’ di più ad ogni passo che farai e poi risorgerai dalle tue stesse ceneri come una fenice.

Io ho sempre amato i sapori forti,quelli che ti lasciano un segno dentro di te; quelli che non ti scordi e che ti lasciano un retrogusto amaro. Come una sigaretta.

Ecco, Dylan è come una sigaretta. Intensa, forte e ti crea dipendenza.
Potrei dare la colpa a me stessa per la mia situazione, ma sarebbe commiserazione; potrei dare la colpa a lui, ma gli starei scaricando la colpa. E allora do la colpa a New York, a quanto questa città renda speciale qualsiasi cosa o persona ci sia al suo interno. Do la colpa alle strade di questa città che me l’hanno fatto incontrare; alle sue luci che hanno reso i suoi occhi ancora più belli. Azzurri, come il mare, indescrivibili perché con le parole li rovinerei. Mi hanno guardata e studiata, in ogni mio più piccolo movimento.

Come stanno facendo ora. Li sento su di me, mentre io sono seduta su una poltrona a guardare le strade di New York che riprendono vita alle 7.45 di mattina con la sua camicia addosso, una tazza di caffè in una mano e una sigaretta nell’altra.

-inizi presto a rovinarti i polmoni?

-mi hai insegnato tu a farlo …

Mi volto e lo guardo, con la sua stessa intensità. Si avvicina, prende la mia tazza di caffè e la finisce in un sorso.
Mi prende per mano, mi guida come fossi una bambina verso il letto ed improvvisamente siamo di nuovo nudi. Le mani esplorano le une il corpo dell’altro, non stancandosi mai, le labbra si divorano e arriviamo a toccarci quasi l’anima.

Mi chiamo Ashlee e il mio problema è di aver incontrato il ragazzo sbagliato al momento sbagliato, peccato che si presentò con un sorriso bellissimo e sue occhi da perdere il fiato.
 
Le strade di New York sono affollate, proprio come me le ricordavo. Manhattan, il centro della vita newyorkese forse è ancora più bella. Con i negozi e i bar sempre aperti, le strade sempre affollate con coppie che si tengono per mano, gente in carriera con una valigia in mano vestiti di tutto punto, figli di papà con milioni di buste in mano ero così simile a loro una volta … già … Sembra una vita fa, e invece è passato a malapena anno. Non sono più la ragazzina viziata che ero un tempo, e New York già la sento casa mia. Familiare.

Però se non stai attenta, New York può farti sentire tremendamente sola. Come questa sera, dove un moto di tristezza e solitudine mi ha scosso l’anima. Così ho messo il cappotto, ho preso la borsa e sono uscita.

Sono seduta in una delle panchine di Central Park, con lo sguardo perso a fissare il vuoto. Un qualcosa (o meglio un qualcuno) attira la mia attenzione. È un uomo. È seduto poco distante e come me (a differenza di tutte le altre coppiette o gruppi di amici che sono qui) è solo. È intento a guardarsi intorno, scrutando ogni più piccolo particolare di questo parco, finché i suoi occhi non si posano nei miei. Cambio sguardo imbarazzata nell’essere stata beccata a fissarlo, mentre un leggero rossore mi imporpora le guance.

Quando torno a guardarlo, noto che i suoi occhi sono puntati ancora su di me. Stavolta però non torno indietro. Continuiamo a fissarci per un po’, incuriositi l’uno dall’altra, finché non si alza e inizia ad avvicinarsi. Lo guardo in preda al panico, alternando lo sguardo dal terreno a lui

- Ciao

- Oh, ehm… ciao…

- Posso? – dice indicando la panchina su cui sono seduta.

- S-si certo – mi sembro una vera e propria imbecille in questo momento – non avresti una sigaretta? E, anche un accendino?

- Certo …  sai, non ti facevo una fumatrice – lo guardo interrogativa e lo sconosciuto continua – per via del viso dolce e quegli occhioni.

Alzo gli occhi e li punto nei suoi. La luce del sole che sta tramontando dietro le mie spalle li illumina, e per un attimo trattengo il respiro, quasi per paura di rovinare la perfezione di questo momento. Sono … non credo di aver visto occhi più belli. Azzurri con sfumature più chiare e altre più scure. Sembra un mare nel pieno di una tempesta, e io come un marinaio non posso fare altre che annegarci dentro. Rimango imbambolata a fissarlo con la sua sigaretta e l’accendino in mano quando una sua battuta mi riporta alla realtà: - allora, la accendi o no questa sigaretta?

Distolgo lo sguardo imbarazzata per figuraccia che ho appena fatto, ma lo sento sorridere. Mi accendo finalmente la sigaretta e mi godo la sensazione che porta al mio corpo. Sento improvvisamente un moto di calma e sollievo invadermi e mi rilasso all’istante.

- Ci voleva eh?

- Assolutamente

Siamo rimasti le ore a parlare in quella panchina, di tutto e di niente. Abbiamo parlato di New York, delle nostre vite, del parco, e abbiamo persino parlato del tramonto! È bello Dylan, da star male quasi. Con i capelli corvini, ribelli al suo controllo, in contrasto con la pelle chiara. Vestito prevalentemente di nero fatta eccezione per la maglietta grigia. In tutto questo tempo che siamo stati insieme ha sorriso davvero pochissime volte, il resto sono stati solo sorrisini ammiccanti e sogghigni.

Quando ci salutiamo sono già le 10 di sera e nessuno dei due si era reso conto che fosse passato tutto quel tempo. Si avvicina e non stacca i suoi occhi dai miei nemmeno un attimo. Mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio

- Sei davvero bella

Quando mi bacia, non è come me l’ero immaginato, è anche meglio. È un bacio casto, dolce, e quando si stacca e poggia la sua fronte sulla mia, lo prendo per il colletto e lo attiro ancora più vicino a me. Al diavolo la solita storia della ragazza che deve aspettare l’uomo. Probabilmente, anzi, sicuramente non l’avrei mai più incontrato, quindi al diavolo tutto.
 
È strano come la vita possa cambiare in poco tempo. Un giorno incontri una persona, ci passi un pomeriggio che è stato il più stravolgente della tua vita.

Pensi di non incontrarla mai più, pensi che quelle sensazioni che hai provato in quel pomeriggio non torneranno mai più. Poi scopri che in realtà quello è il migliore amico della tua migliore amica.

Assurdo vero?

Gli incontri diventano all’ordine del giorno, e tu non ne puoi più fare a meno, perché per quanto siate sbagliati, per quanto non riusciate a stare nella stessa stanza senza urlarvi contro per più di un paio d’ore, la sua vicinanza ti fa stare talmente bene che diventa quasi una droga.

Non si hanno mezze misure con Dylan, o lo ami o lo odi, eppure sembra che la vostra “relazione” sia un continuo altalenarsi di amore e odio. Ti consuma dentro, e ti arriva fino all’anima.

Ma va bene così.

Va bene perché quell’amore così totalizzante non l’hai mai provato.

Va bene perché senza torneresti a essere quella ragazzina impaurita e malinconica.

Va bene perché con lui sei stata capace di ritrovare la donna che avevi dentro di te e che avevi perso.

 E allora, al diavolo tutto.
*Spazio Autrice*
Ciao a tutte! eccomi qui con una nuova storia! è un pò più lunga delle altre che ho pubblicato fin ora, perciò spero non vi siate annoiate! Grazie a tutte di cuore per aver letto le mie storie, ma davvero apprezzerei ancora maggiormente che mi facciate capire quello che ne pensate, così che mi possa davvero rendere conto di quello che pensate!
Riguardo la storia, questa sera non riuscivo a dormire, e allora mi sono detta "perchè no?" così eccomi qui a pubblicare alle 11 e mezza di notte (quando invece dovrei già stare a dormire visto che domani mattina devo svegliarmi presto), a pubblicare! Qui vediamo una donna che manda al diavolo tutto per un uomo che secondo lei ne vale la pena. Lo dice lei stessa: le sono sempre piaciuti i sapori forti. e lei ha questo con Dylan e per quanto siano un disastro insieme lei non vuole rinunciarci. Spero che vi sia piaciuta e spero che ci sentiremo alle recensioni. Un bacio, sempre vostra
Fallen in Love
 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Poison96