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Autore: Uptrand    20/11/2014    8 recensioni
Un vecchio nemico si fa avanti minacciando nuovamente la galassia, intanto su Noveria, sotto il ghiacciaio di Barbin i lavori procedono. Olivia Williams Shepard sarà ancora chiamata in azione per cercare di risolvere la situazione.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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-Ascolto era il sistema di rivelazioni dell'energia oscura. Costruito in segreto dal Consiglio,  utilizzando le reti di comunicazioni come sensori per il sistema, era in grado di “vedere” l'energia oscura, forza che copre l'intera galassia, come un oceano e rivelare qualsiasi “onda” prodotta da nave, portale o altro che la utilizzasse, incluse la Normandy SR2 e SR3 in occultamento. Non si può “nuotare senza fare onde in un oceano”. Inizialmente abbandonato dal Consiglio stesso quando il progetto risultò funzionare anche troppo bene, fu la chiave che permise di affrontare la minaccia dei “grigi”.
I Grigi, nomignolo dato ad un'antica razza aliena, ideatori della tecnologia alla base dei portali, le loro astronavi erano in grado di muoversi senza l'ausilio di essi. I loro motori sono in grado di proiettarle ovunque vogliano, avendo le stesse capacità di un portale. Tale spostamento avviene solo in linea retta, per altre manovre ricorrono a un tipo di navigazione convenzionale. Quando furono mietuti dai Razziatori nel loro ciclo, parte del loro popolo riuscì a salvarsi salendo a bordo di un enorme astronave che li portò oltre quello che viene definito il “bordo” della galassia, in una zona di spazio oscuro e fuori dalla portata dei razziatori. Estremamente intelligenti, sapevano che se fossero ritornati sarebbero stati sterminati, per questo rimasero in attesa lasciando dietro di se un progetto per le future civiltà che avrebbe dovuto portare alla distruzione dei razziatori.
Il progetto era conosciuto, dall'unico ciclo che lo completò, con nome in codice di “Crucibolo”. Quando venne attivato i razziatori furono distrutti, ma fu anche un enorme segnale per i “grigi” da innumerevoli cicli in attesa che il lungo progetto era completato e per loro era il momento di riprendersi ciò che avevano perso.
Nel 2214, lanciarono un attacco contro l'intera galassia ma non con un esercito, ma tramite un dispositivo che distorceva l'energia oscura, l'alterava, impedendo la formazione di campi FTL stabili quindi la navigazione delle navi e togliendo energia a qualsiasi cosa fosse alimentata dall'eezo. Vale a dire a tutto, le vittime più numerose furono causate quando all'attivazione del dispositivo ogni
astro-auto si spense precipitando al suolo.
Ma Olivia Williams Shepard, primo tenente di flotta dell'Alleanza e comandante della Normandy SR3 riuscì a sventare la minaccia, grazie anche all'aiuto di Dasha Weaver e Isabella due criminali senza scrupoli. Isabella era una biotica eccezionale, ma fu solo dopo alcuni test sulla Grissom che si scoprì che i suoi poteri erano dovuti alla presenza nel suo corpo di un raro isotopo dell'eezo, il numero 19. 

L'energia oscura prodotta da questo elemento ha proprietà uniche come il conferire ai biotici che ne erano dotati un'energia illimitata negli scontri, se un biotico normale ha bisogno di un certo intervallo di tempo nel lancio tra due poteri Isabella no, altra proprietà interessante conferita da questo elemento è il poter annullare, quando due poteri biotici si scontravano, l'altro attacco. Nel caso di Isabella il termine corretto era tagliare, indottrinata a essere un phantom combatteva usando fendenti biotici lanciati dalle sue spade che come una lama “tagliavano” qualunque potere colpendo il bersaglio.
Era risultata importante contro i grigi perché eezo 19 non risentiva dell'alterazione del resto dell'energia oscura e questa informazione permise di trovare una soluzione. Isabella era anche l'arma migliore che avessero contro delle unità meccanizzate messe in campo da quell'antica razza. Realizzati in materia oscura, la densità della loro corazza era tale da richiedere un cannone da corazzata per essere sfondata. Ma come l'energia dell'eezo 19 tagliava quella derivata dal normale eezo, così tagliava anche la corazza di materia oscura condividendo con l'energia oscura un origine in comune.
Al termine della minaccia Olivia Williams Shepard fu lo spettro di più recente acquisizione del Consiglio e Dasha Weaver scomparve per riapparire al grande pubblico come la presidente della Noveria Corps. Un'azienda e gigante economico capace di fare il bello e cattivo tempo a suo piacimento e dettare condizioni anche ai governi.”-


Olivia finì di leggere l'articolo dal datapad, in qualche modo c'era stata una fuga di notizia su extranet. Il problema era che venissero menzionate i Grigi, Dasha, Isabella e l'eezo 19, tutti argomenti su cui il Consiglio preferiva mantenere il riserbo. Per i grigi era riuscito a nascondere la loro minaccia prendendo la teoria più valida fornita da sedicenti esperti e l'aveva avvallata, fornendo al pubblico la risposta che essi stessi avevano suggerito, il fatto stesso che alcuni non ci credettero servì solo ad avvalorarla.
Riguardo a lei e alla sua squadra il Consiglio aveva pubblicamente riconosciuto i loro meriti nel risolvere la crisi, ottenendo nuovi eroi da dare in “pasto” al pubblico. Fortunatamente era apparso su un sito di teorie complottistiche e non dava nessuna prova, avrebbe provveduto subito e ringraziò che non ci fosse una vera emergenza come allora.
Sei anni erano passati da quei fatti, durante il quale il Consiglio conscio che i Grigi rimanevano una potenziale minaccia aveva proseguito nella costruzione di una rete di sensori oltre il”bordo” della galassia per Ascolto, sulla scia della rete realizzata da John Shepard per cercare di localizzare il nemico.
Nonostante le risorse messe ancora molto del “bordo” era scoperto, ma anche così un oggetto sconosciuto in avvicinamento da oltre la galassia venne segnalato. Gli operatori si misero in allarme per calcolarne la rotta. Il risultato fu Noveria, ma prima che potessero dare l'allarme l'oggetto fu nell'orbita del pianeta ghiacciato.


*****

La bambina rise felice quando sua padre la sollevò in aria. Laudat era soddisfatto della propria vita mentre teneva la figlia tra le braccia. Aveva quasi quarant'anni, occhi e capelli neri inseriti in un viso comune ma era in buona salute, nonostante tutte le cicatrici che la vita gli aveva lasciato. Per anni era stato solo un mercenario, poi aveva lavorato per la Noveria Corps e improvvisamente tutto era andato per il meglio. La compagnia pagava meglio di chiunque e dava benefit non indifferenti.
Tenendo la figlia, una bambina di tre anni piuttosto paffuta, stretta a se guardò verso la casa che occupava. Era di proprietà dell'azienda, ma avrebbe potuto occuparla per tutto il tempo che voleva fintanto che avesse lavorato per loro.
Una piccola casa in legno a due piani con un giardino attorno, tutto molto semplice ma per lui un bene ineguagliabile. Da una delle finestre vide Libby, sua moglie, una donna con numerosi tatuaggi sulle braccia, con occhi e capelli come i suoi tranne che questi erano portati lunghi e raccolti in un treccia, intenta in alcune faccende domestiche, anche lei dipendente della Noveria Corps con un passato prima da prostituta, impiegata ora in un reparto spedizioni.
Come coppia avevano messo insieme i propri benefit e da quando, dopo la guerra di Omega, lui era l'ufficiale della propria squadra dopo la morte del suo predecessore questi erano anche aumentati, permettendo a loro di ottenere quella casa.
Addestrati dalla vita sapevano di non doversi fare illusioni, consci che avrebbero perso tutto se avessero abbandonato la compagnia o se fossero stati licenziati. Anche così, tornado a guardare davanti a se gli piaceva quello che vedeva, aveva visto molti dei posti peggiori della galassia e la Noveria di Dasha Weaver era un posto civile in cui vivere.
Sul pianeta non c'era un governo eletto o altro, ma un Consiglio di amministrazione e a capo di esso Dasha Weaver. Di fatto era una dittatura e i dipendenti potevano solo accettare quello che veniva deciso o licenziarsi e lasciare il pianeta. Esisteva un ufficio reclami per le piccole cose, ma se si faceva troppo rumore si veniva buttati fuori da Noveria senza problemi.
Anche così lo reputava un buon posto in cui stabilirsi. Tutti sul pianeta erano dipendenti della Noveria Corps requisito obbligatorio per non essere scacciato, ovviamente anche chi non era dipendente poteva scendere sulla superficie ma a patto che fosse per affari e che una volta terminati si partisse subito. Su questo la sicurezza interna era inflessibile. Il motivo era semplice, in un mondo di affari le spie abbondavano e le informazioni andavano protette, controllare il flusso delle persone in entrata e uscita dal pianeta era un buon modo di farlo.
Il risultato finale era che non esisteva disoccupazione e povertà, così come nessuno si sarebbe definito povero, lui stesso non si sentiva ricco ma agiato quello si. Ma anche un posto dove non c'era criminalità, non circolavano droghe e sapeva che se avesse lasciato la porta di casa aperta nessuno sarebbe entrato a rubare.
Altro modo era garantirsi la fedeltà dei propri dipendenti e in questo dovette ammettere che la società non lesinava. Non sapeva quanto quella spesa pesasse tra le voci della compagnia, ma di sicuro avevano ottenuto la sua, pensò andando con lo sguardo fino alla vetrata della grande cupola che copriva il loro modulo abitativo.
L'ultima impresa della Noveria Corps era stata proprio su Noveria. L'azienda aveva iniziato da mesi la costruzione di moduli abitativi destinati normalmente alla colonizzazione di corpi spaziali senza atmosfera.
Essendo la procedura più semplice su un pianeta abitabile e richiedendo minor numero di attrezzature, il risultato finale era stata la costruzione di un'area con molto più spazio a disposizione rispetto a quelle nello spazio cosmico, con la possibilità di ospitare duemila persone a cupola con in più il lusso di poter destinare parte dello spazio a uno scopo non funzionale come il giardino di casa di Laudat.
Il piccolo centro abitato era costruito come un piccolo paese della Terra, case come la sua percorrevano tutta la via in cui abitava, negozietti davano il modo di acquistare qualsiasi cosa ci fosse bisogno, in centro si trovavano l'ufficio dell'amministrazione che si occupava di tutte le pratiche della piccola comunità, uno o due edifici di culto.
Una perfetta ricostruzione di un paese terrestre in cui esponenti di ogni razza aliena vivevano assieme, lui aveva scoperto le gioie e i dolori di vivere in una piccola comunità e di avere dei vicini di casa.
Non gli era sfuggito che qualsiasi cosa volesse comprare era prodotta dalla Noveria Corps, avrebbe potuto richiedere un prodotto di una determinata ditta volendo ma su questo sarebbero stati applicati numerosi costi aggiuntivi. I dipendenti della Noveria Corps andavano a costituire un bacino di consumo personale dell'azienda, riversando in esso gli stipendi che l'azienda pagava a loro. Ne aveva parlato con alcuni conoscenti, ma nessuno ne era stato infastidito e neanche lui che reputò questa un'ottima idea della loro presidentessa.
La figlia gli si agitò in braccio, voleva ancora giocare. La alzò nuovamente in aria, salutando con un cenno del capo due agenti della sicurezza interna che passavano li nel loro solito giro di pattugliamento. Questi risposero allo stesso modo.
Laudat aveva pensato di chiedere un trasferimento dalle scorte dei cargo alla sicurezza interna, impiego sempre ben pagato ma se lo avesse fatto avrebbe perso parte dei benefit di cui godeva e la compagnia l'avrebbe trasferito dalla loro attuale residenza a un appartamento senza giardino, decisamente più piccolo. Aveva quindi rinunciato, rimanendo nelle scorte dei cargo con il compito di proteggere le navi mercantili della compagnia nei loro viaggi, costringendolo a stare diversi mesi lontano da casa. A lui non sarebbe importato avere o no un giardino, ma a sua figlia piaceva e questo gli sembrava la cosa più importante.
Alzò nuovamente la figlia sopra la testa che rise felice, quando un puntino rosso nel cielo, poco a sinistra dell'orecchio di lei, attirò la sua attenzione. L'allarme risuonò annunciando a tutto il personale di sicurezza di raggiungere le rispettive posizioni.
Sua moglie uscì di casa trafelata correndogli incontro, visibilmente preoccupata e con una pistola in mano. Aveva imparato a essere prudente. « Che succede? » Chiese
« Non lo so. » Disse passandole la bambina. « Resta in casa, prepara tutto il necessario nel caso che devi evacuare,  i complessi sotterranei sono un rifugio perfetto se qualcuno dovesse dirigersi qui. » Le disse e corse via salendo sul primo mezzo della sicurezza che passava di li.
Riuscì ancora a sentire sua moglie che diceva alla figlia che aveva incominciato a frignare « Tranquilla piccola, il tuo papà e lo zio Satrone uccideranno tutti i cattivi. Staremo tutti bene. »  Quella frase gli fece sentire uno strano calore in corpo, per una volta, per qualcuno non era lui il cattivo e la voglia di piantare un proiettile in corpo, a chiunque fosse venuto a disturbare la sua pace domestica.
Libby guardò il mezzo partire e il marito allontanarsi, non era dispiaciuta per il modo un po' freddo in cui si era allontanato, sapevano entrambi quando era il momento o no per il romanticismo. Entrò in casa e mise la bambina nel box, aprì un armadio estraendone uno zaino militare e controllandone il contenuto. Dentro c'era tutto il necessario nel caso avesse dovuto abbandonare di punto in bianco la propria casa, con soddisfazione notò che era tutto a posto.
Si chiese se non fosse il caso di recarsi subito ai complessi sotterranei, decise di no. Questi erano la parte interrata dei complessi industriali sparsi su tutto il pianeta, scavati nella dura roccia delle montagne di Noveria per una maggior protezione dal gelo, molti erano collegati fra loro da tunnel sotterranei a cui era possibile accedere anche dalle cupole abitative e usati tipicamente per andare al lavoro.
La raccomandazione del marito di recarvi, era dovuta al fatto che non erano certi di cosa la compagnia avrebbe scelto di proteggere tra i suoi impianti e le cupole abitative, perché queste non erano progettate per resistere al fuoco nemico. Gli impianti industriali possedevano invece una buona protezione contro qualsiasi attacco, erano facile da difendere anche con forze ridotte e l'intera popolazione del pianeta vi avrebbe trovato posto. D'altronde era quello che capitava quasi ogni giorno, quando il 95% degli abitanti di una cupola la abbandonava per recarsi al lavoro e passare quasi tutto il giorno in quegli stessi ambienti sotterranei.

*****

Dalla sala di comando del massiccio roccioso di Caninea, all'interno di una sala riunioni Dasha Weaver osservò l'oggetto sullo schermo entrare nell'atmosfera del pianeta senza rallentare circondato da un alone rosso dovuto all'attrito con questa. Dentro di se sperò che andasse in pezzi. Le ricordava un punteruolo, aveva un'estremità lunga, sottile e appuntita che poi si allargava terminando infine in una superficie liscia  e concava.
« Abbiamo il luogo d'atterraggio. » - Affermò Tetrius vicino a lei, dopo che ebbe letto l'ultimo rapporto. - « Il ghiacciaio di Barbin, proprio sopra al sito alpha. »
Dasha avrebbe voluto essere sorpresa, ma non lo era « Forse è proprio un punteruolo per il ghiaccio. »
« Come? »
« Niente generale. Ha carta bianca ma il sito alpha non deve cadere e speriamo che il Consiglio mandi rinforzi. Lo stile di quella “cosa”...ho una mezza idea di chi siano e lei?»
« I Grigi indubbiamente, questo spiegherebbe anche il loro interesse per il sito alpha. Se posso permettermi, Isabella e le ragazze sarebbero utili in questo momento. »
 « Sono alla Grissom generale, in ogni caso troppo distanti per poter essere d'aiuto. Spero che i milioni che ho speso in sicurezza valgano di più di quattro phantom? »
Tetrius non rispose, fece il saluto militare tipico del suo popolo e usci dalla saletta privata raggiungendo Naomi Takara, sua vice per la sicurezza, che lo aggiornò sulla situazione.
Dasha rimase seduta, odiando il fatto di dover rimanere in attesa e il Consiglio, che l'aveva costretta ad accettare la loro richiesta per evitare ulteriori problemi per aver messo insieme un esercito privato con cui aveva invaso Omega.
Quando l'astronave atterrò o per meglio dire si schiantò, la parte acuminata penetrò di diverse decine di metri nel ghiaccio. La parte che affiorava più larga, arrotondata e liscia incominciò ad aprirsi in quattro sezioni che si inclinarono verso l'esterno fino a stendersi completamente.
Un'intensa luce blu scuro percosse la parte inferiore conficcata nel ghiaccio che per la prima volta da millenni incominciò a sciogliersi e ad evaporar in pochi istanti, anche se la temperatura del pianeta non superava i meno dieci gradi. La nave, lentamente, prese ad affondare.

*****

Botho Roy, un omaccione con la testa rasata, era orgoglioso dei propri uomini e di essere il comandante della 2° compagnia corazzata del pianeta, solo altre sei persone potevano vantare lo stesso grado, una per ognuna delle sette compagnie di mezzi blindati a guardia di Noveria. Studiato per il clima freddo e il terreno nevoso il carro Huscky dotato di due cannoni ad accelerazione di massa, di cingoli larghi il doppio del normale per diminuire il peso sul terreno e di nano deflettori sulla corazza che ne aumentavano la resistenza al pari di una più spessa senza aumentarne il peso, si muoveva con la velocità di un carro veloce, la corazza di uno medio e la potenza di fuoco di uno pesante.
Non era stato contento quando i suoi superiori gli avevano ordinato di non uscire da Caninea, prima che gli ingegneri terminassero di modificare l'armamento dei suoi carri, 80 blindati per compagnia. Due ore erano state necessarie a completare l'operazione, durante le quali, lui e il resto dei suoi uomini, erano stati istruiti sul loro nuovo armamento.
Normalmente non avrebbe prestato attenzione, ma quando a spiegare era il vice-capo Takara c'era poco da scherzare.
Quando finalmente le possenti porte del QG della Noveria Corps, sotto il massiccio roccioso Caninea, si aprirono otto navi militari per il trasporto truppe partirono dirette verso il polo nord del pianeta, in direzione del ghiacciaio di Barbin, scaricandoli al limite di un'area ritenuta sicura.
Roy, fuori dalla torretta, al centro della formazione guardava dal suo carro comando valutando la situazione. Volendo avrebbe potuto fare lo stesso dall'interno grazie ai sensori esterni tridimensionali, ma sapeva che una visuale diretta era sempre la cosa migliore, con piacere vide che anche gli altri comandanti di carro esporsi fuori dai mezzi facendo lo stesso. Dietro di loro venivano i mezzi di trasporto della fanteria.
Osservò il cielo notando come il clima di Noveria sembrasse collaborare, non c'erano tempeste di neve in arrivo. Per la prima volta il trasporto aereo gli era sembrato decente.
Parlò nel comunicatore rivolgendosi ai propri uomini « Qui carro comando Icerberg, raggiungeremo il nemico tra quarantacinque minuti, manterremo questa formazione fino a quando la nave nemica non sarà a portata dei nostri cannoni. Se necessario ci apriremo a formazione aperta, in caso di cannoni pesanti un singolo colpo potrà colpire solo un mezzo. In alto l'orgoglio e potenza nei cingoli. » disse concludendo con il motto della 2° brigata. Rientrò felice nel carro, il freddo di Noveria si faceva sentire anche attraverso la corazza che indossava.
« Luciana che mi dici del nostro nuovo cannone? » Chiese all'artigliere del carro, una donna dai capelli bruni e corti, con occhi castani scuri e di carattere coraggioso e ottimista. Con lui erano tre le persone come equipaggio, normalmente sarebbero servite cinque persone ma la tecnologia aveva permesso di ridurre il personale necessario.
« Mi sembra di essere in un libro di storia. Ho visto munizioni dotate di innesco e bossolo solo nei musei, hanno un aspetto strano, occupano spazio, hanno un peso maggiore da trasportare e possiamo portarne di meno visto il volume maggiore. »
« Secondo i nostri capi funzioneranno meglio di quelle classiche. »
« Peccato che saremo noi a testarle e non loro. Io dico che se nessun arma usa proiettili di questo tipo da più di due secoli un motivo c'è. È ridicolo questo salto indietro e non mi piace scendere in battaglia se prima non le l'ho testate personalmente. »
« Abbiamo solo questo, quindi cerca di usarle al meglio. Del sistema di caricamento che mi dici? »
« Semplice, non mi aspetto problemi se qualcosa non si rompe. Non si preoccupi signore, se questa anticaglia che ci hanno dato farà il suo dovere io farò il mio. »
« Bene. » Rispose Roy
« Ehi Luciana! Se sei così preoccupata per il peso che trasportiamo, forse non dovevi mangiare due fette di dolce a mensa. » Disse ridendo Jaron, il pilota dal carro. Un uomo di colore con capelli molto crespi. I tratti del viso lo facevano assomigliare a un furetto, ma anche il corpo era piuttosto esile. Un tipo più svelto di lingua che di cervello. La sua postazione era quella più in basso, dietro di lui più in alto vi era quella del comandante del carro e spostata alla sua destra in una posizione più bassa rispetto a quella del comandante quella dell'artigliere.
Aiutata dalla posizione Luciana non ebbe problemi a colpirlo in testa con la suola dei pesanti stivali militari che indossava.

*****

Laudat sul trasporto truppe, con la propria squadra, studiava l'arma che gli avevano consegnato. Aveva il classico fucile d'assalto ma oltre a quella ogni soldato aveva ricevuto un arma che a lui sembrava del ventesimo secolo, niente clip termiche ma munizioni con bossoli. Le avevano ricevute con l'unica spiegazione che se una non funzionava contro il nemico di usare l'altra, passando il resto del tempo studiandole.
Si chiedeva chi diavolo fosse il nemico? La sua prima idea era stata quella di un gruppo di pirati, ma gli sembrava impossibile ora, aveva pensato a qualche scherzo dei salarian vicini di casa non troppo entusiasti ma ne dubitava. In entrambi i casi armi standard sarebbero bastate. Di una cosa però era sicuro, questa volta odiava veramente il nemico e per una semplice ragione, aveva disturbato la sua pace domestica.
« Preoccupato? » Chiese Sartrone, un batarian suo amico e in squadra con lui fin da quando lavorava per la Noveria Corps.
« Perché? Non saremo noi a prenderlo nel culo. » Disse divertito. I suoi uomini ridacchiarono a quella semplice battuta. Non ne era del tutto convinto, ma il morale doveva rimanere alto.

*****

Sulla strada per la nave nemica Roy prese un datapad deciso a sfruttare il tempo rimasto per valutare l'andamento dell'operazione.
Gli ordini impartiti ai reparti corazzati relativi alle prime fasi dell'avanzata prevedevano, allo scopo di renderla il più veloce possibile, che in nessun caso si sarebbe dovuto prestare soccorso ai carri armati colpiti od in avaria, e che i carri avrebbero dovuto avanzare verso l'obiettivo finché fossero stati in condizione di muoversi e, in caso fossero stati danneggiati e impossibilitati a muoversi ma ancora in condizioni di sparare, avrebbero dovuto continuare ad effettuare "tiri di appoggio" da fermi e lo schema d'attacco delle divisioni corazzate prevedeva l'utilizzo di semicingolati con a bordo le truppe di fanteria.
Prime di giungere a quello però un attacco missilistico avrebbe preceduto l'intervento delle divisioni corazzate, se tutto fosse andato bene loro sarebbero stati lo “scalpello” che avrebbe terminato il lavoro.
Roy sorrise tra se, il bello di lavorare per un'industria che aveva nelle armi una buona fetta del mercato di queste era che non poteva rimanerne senza.
I carri della Noveria Corps si prepararono al contatto col nemico disponendosi in formazione a cuneo rovesciato: due compagnie ad aprire la strada, la compagnia comprendente il carro di Roy a dirigere l'azione dietro di esse, e una quarta compagnia di fanti di riserva nella retroguardia. Avevano raggiunto rapidamente il ghiacciaio di Barbin dopo lo sbarco, e stavano attraversando una zona limitata  da crepacci sulla sinistra e creste ghiacciate a destra.
All'improvviso una striscia di luce bluastra attraversò l'aria verso uno dei mezzi di testa. Il blindato esplose in una vampata, l'equipaggio non poteva essere sopravvissuto. Frasi confuse e irritate riempirono le comunicazioni. Roy prese il comunicatore e gridò qualche ordine. Il carro più vicino a quello distrutto fece fuoco, da oltre quattrocento metri più indietro Roy vide qualcosa emergere da sotto dei mucchi di neve. Gli sembrarono due mech.
Due figure sui tre metri d'altezza, la loro corazza totalmente liscia rifletteva come specchio la luce del sole e il riverbero della neve. Si distingueva una forma umanoide con una testa, due gambe e braccia. Roy non aveva mai visto un mech come quello, sempre fosse un mech. Gambe e braccia di forma umana, ma davano l'impressione di poter distruggere qualsiasi cosa tanto erano grosse e quello che doveva essere il volto, aveva solo due fessure paragonabili a degli occhi. Non erano visibili armi o altro.
« Là, unità nemiche!» - gridò Roy - « Usate il cannone! »
Il blindato fece ruotare la torretta e sparò verso il bersaglio. L'unità nemica non aveva subito danni. Vide uno di quei mech puntare quello che poteva essere definito il palmo della “mano” verso uno dei carri, di nuovo una luce blu illuminò l'ambiente e  il mezzo esplose in una palla di fuoco. Era come se l'armatura dei blindati non ci fosse.
I carri non desistettero continuando ad attaccare le due unità, ma queste ad ogni attacco distruggevano un paio di carri, risultando invece indifferenti a quelli che subivano. Poi un razzo quasi accecò Roy, che si ergeva a mezzo busto fuori dal blindato per valutare meglio la situazione, tanto passo vicino alla sua torretta, colpendo un mech nemico che ne uscì nuovamente salvo.
La fanteria coperta dai carri era entrata in azione e armata di armi leggere e lanciarazzi affrontava il nemico.
Roy vide nuovamente la strana luce blu, ma questa volta era diversa, se prima era un raggio concentrato adesso era diffusa. Per un attimo fu sollevato nel notare che nessun carro era andato perso ma solo dopo si accorse, di una decina di fanti rimasti sul terreno.
La loro armatura sembrava essersi fusa e ciò che rimaneva dei loro copri era orribile da vedersi, un odore di carne bruciata lo fece tossire. La neve e il ghiaccio intorno a loro si erano sciolti lasciando una vasta pozzanghera.
« Cazzo! » Urlò qualcuno. Lui si voltò e vide un fante accovacciato dietro al suo carro, un batarian e altri soldati che gli erano affianco.
Il soldato lo vide, aveva i gradi da caposquadra, « Pare che quando si concentrano su noi fanti, le loro armi non funzionino su voi carristi. »
Roy aveva pensato la stessa cosa « Anche così non risolviamo il problema.»
« Ho intenzione di farlo, ho una figlia e una moglie a cui tornare. » fece un cenno col capo e corse via seguito dalla sua squadra. Roy gli augurò buona fortuna e rientrò nel mezzo chiudendo lo sportello.
Dalla mappa tattica poteva vedere che lo scontro non stava andando bene a anche se era appena incominciato. L'intero attacco era stato fermato da sole due unità nemiche, i carri sparavano senza fermarsi per non costituire un bersaglio facile ma anche così una decina di mezzi erano già in fiamme. Crepacci e creste limitavano lo spazio a loro disposizione.
Roy si rivolse a Jaron « Sulla destra c'è uno spazio,  fra quelle due creste di ghiaccio. Infilati in mezzo, se  passiamo prenderemo quei “cosi” alle spalle! »
Jaron diede la massima velocità ai cingoli, sfruttando alcuni mezzi in fiamme come copertura
«  Accelera! » - Lo esortò Roy - « Il resto della squadra ci segue e anche dei semicingolati della fanteria, se riusciamo a portaci dietro di loro possiamo farcela. »
Il blindato rombò avanti. Appena fuori dallo stretto corridoio di ghiaccio « Gira a destra! » Ordinò Roy.
Jaron ubbidì, intravedendo  uno dei mech nemici. Gli dava le spalle, dedicandosi solo ai carri che aveva davanti.
« Fuoco!» Gridò Roy.
« Fuoco.» Gli fece eco Luciana. L'arma sparò, il blindato oscillò per il rinculo.  Il mech umanoide, colpito, fece mezzo giro su se stesso ma non si fermò.
Ma prima che potesse reagire razzi della fanteria lo colpirono ripetutamente. Fu allora che il braccio sinistro del mech si crepò come fosse di cristallo ed esplose, seguirono altri colpi e il fenomeno si ripeté. Crepe si formarono su tutto il “corpo” metallico che detonò.
L'altra unità cadde poco dopo nello stesso modo. Roy uscì dalla torretta urlando come un indiano, ma il grido gli si spense in gola quando tre blindati esplosero in sequenza.

*****

Laudat si tuffò nella neve evitando la figura che lo sorpassò di slancio ma senza smettere di spararle contro. Questa atterrò sulla neve con le quattro zampe, una raffica di colpi sparata da Satrone la colpì sul muso che esplose con scintille e fiamme.
Laudat ringraziò l'amico e fisso la figura metallica così simile a una tigre e che a lui ricordava un grosso gatto metallico. Dopo aver perso una dozzina di carri e una sessantina di fanti erano riusciti ad avere la meglio contro due unità nemiche, ancora non sapeva chi fossero, non aveva mai visto niente di simile.
Ma prima che l'avanzata potesse riprendere alcune unità che assomigliavano a dei enormi gorilla meccanici con un cranio decisamente sproporzionato li avevano attaccati. Alcuni aggredendo i blindati a “mani nude”, riuscirono con solo la forza delle loro braccia meccaniche a stritolare i mezzi su cui si avventarono.
Laudat aveva visto la gente morire in molti, ma non avrebbe augurato quel tipo di morte a nessuno. Altri portavano in spalla dei lanciamissili e bombardarono ripetutamente la loro posizione.
Inizialmente in una brutta posizione le truppe della Noveria Corps scoprirono che quei mech erano  più facili da distruggere, ma anche così ci furono perdite.
Per i fanti e Laudat il momento peggiore fu quando quei “ gatti metallici” irruppero nel campo correndo armati con una mitragliatrice, montata sulla schiena, che lanciava gli stessi misteriosi raggi blu facendo scempio dei fanti nemici.
Scudi e corazza erano inutili, così come le armi. A Laudat sembrava che niente servisse, poi sentì un ordine nel comunicatore, lasciò perdere il suo fucile d'assalto e impugnò quello che gli avevano consegnato. Concentrò il fuoco della sua squadra contro singoli bersagli e finalmente i “gatti” metallici cominciarono a cadere. Le munizioni in vecchio stile funzionavano.
Anche i carri si erano tirati fuori d'impiccio grazie a un aiuto esterno. La squadra d'assalto “Grandine” formata da 21 cannoniere era entrata in azione.
Prima di risalire sul trasporto Laudat si guardò attorno e non gli piacque quello che vide, troppi rottami e corpi erano rimasti sul terreno.
Si chiese se potevano farcela considerando che la Noveria Corps aveva messo in campo quattro compagnie, tre delle sette di mezzi corazzate di cui disponeva e una di fanteria. 80 carri per compagnia per un totale di 240 blindati e 500 fanti.
Tuttavia contro le due unità umanoide avevano perso 24 carri e 90 fanti a cui andavano aggiunti i 48 carri persi contro i gorilla, 50 fanti e 4 cannoniere. Era un veterano, era sicuro che non ci fossero stati sbagli eppure le perdite erano insolitamente alte, vista la superiorità numerica dei mezzi della Noveria.
Sul trasporto in movimento, « Guardate!» Disse un suo soldato con  la faccia appiccicata a uno dei finestrini. Laudat si sporse a guardare e subito dopo corse ad aprire il portellone superiore del mezzo e batté un pugno sulla corazza per la soddisfazione di quello che vide.
Il cielo sopra di loro era solcato da centinaia di missili e in lontananza poteva ancora udire un suono simile a quello dei tuoni, ma prolungato. L'artiglieria era entrata in azione e non aveva ancora finito.
Guardò nella direzione in cui erano diretti i razzi e finalmente vide l'astronave nemica conficcata nel ghiaccio, gli ricordò un fiore con quelle quattro braccia che si estendevano dal centro. Molto presto sarebbe dovuto ritornare in azione. Stava per rientrare, quando vide di nuovo quella luce blu scuro. Un singolo raggio partì dalla nave nemica solcando e descrivendo un cerchio in cielo che si riempì di esplosioni. Un solo colpo aveva fatto fallire l'attacco missilistico.
Quella luce tornò a brillare subito dopo e Laudat la fissò scoprendo che le stava venendo incontro.
*****
Luciana si lasciò cadere dalla carcassa  in fiamme del carro, crollando su neve e ghiaccio sotto di lei. Non vide nessuno, solo i ruderi dei blindati della sua e della altre compagnie. Un solo colpo aveva distrutto qualunque possibilità di vittoria, attorno a lei sembrava che un gigante si fosse divertito a schiacciarli con un dito, lasciando un profondo solco nel ghiaccio.
Si accovacciò nella neve, sapeva che non doveva farlo, avrebbe dovuto camminare e cercare di rimanere al caldo e cosciente, ma su tutto il corpo aveva bruciature, con qualsiasi cosa fossero stati colpiti era talmente calda da arroventare in pochi secondi un carro e fonderne la corazza.
Nell'immergere le mani nella neve incominciò a piangere, sapeva che stava per morire, non era sopravvissuta a un bel niente. La sue armatura era distrutta, presto il freddo del pianeta l'avrebbe uccisa e anche se fosse stata capace di muoversi per andare dove? Sul ghiacciaio di Barbin non c'erano stabilimenti e quello più vicino era il QG da dove erano partiti, impossibile da raggiungere in quelle condizioni.
Si sdraiò nella neve e chiuse gli occhi.
Un dolore bruciante a una guancia le fece aprire gli occhi, un batarian era chino su di lei.
« Un altro colpo così e la uccidi Sartrone. » Disse un umano alle spalle del batarian
« Chi siete? » Chiese Luciana, sembravano essere nella sua stessa situazione
« Io sono Laudat.» disse l'umano presentandosi «Lui è Sartrone.» - dichiarò indicando il batarian - «Fanteria della Noveria Corps. Tu?»
« Sono...ero il cannoniere del carro comando della seconda compagnia. »
« Dobbiamo andare. Riesci a camminare? » Chiese Laudat.
« Andare dove? Non c'è niente, anche con le armature integre il freddo ci ucciderebbe o avete un mezzo? » Per un attimo la sua voce si fece speranzosa.
« No.» Rispose seccamente il batarian.
« Però ho un piano, un mio amico mi ha detto che nelle vicinanze la compagnia dovrebbe avere un impianto segreto. Venendo qui dal trasporto mi è sembrato di vedere un condotto energetico, voglio trovarlo e vedere dove conduce. Scusa se lo dico, ma se non sei in condizione di camminare rimarrai qui, noi non ti porteremmo, non ne abbiamo le forze. Sartrone andiamo.»
Il batarian la appoggiò delicatamente contro un rottame e si alzò raggiungendo l'amico.
« Aspettate…voglio provarci...almeno...» Disse Luciana e a tentoni cercò di rimettersi in piedi
Sartrone tornò indietro e con gentilezza la aiutò.
« Ci sono altri superstiti? »
« Non lo so, non lo so veramente. » Mormorò guardandosi attorno.

*****

Due astronavi entrarono nell'orbita del pianeta, la Normandy SR2 e la Normandy SR3.
John Shepard guardò preoccupato l'immagine sul video, era sicuro che la telemetria fosse esatta.
Lo schermo mostrava un enorme palla di fuoco che si stava dissipando, ma non la gigantesca nuvola di fumo che s'era alzata dal suolo.
Questa torreggiava nel cielo e aveva la forma di un fungo. Secondo i dati si innalzava per almeno per venticinquemila chilometri.
In comunicazione con la SR3 « Olivia confermi il sito dell'esplosione? » Non che nutrisse dubbi sulla strumentazione di bordo, ma sua figlia una volta si era recata a Caninea e sperava in una risposta negativa.
« Si...il sito è...era...Caninea.»
   
 
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