Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: Sabu_chan    20/11/2014    0 recensioni
Una favola ideata durante un corso di arte terapia per bambini e dedicata a qualcuna in particolare, lei e il suo omino col sacchetto di sabbia che fa grattare forte forte gli occhi facendola addormentare.
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’OMINO DEL SACCHETTO DI SABBIA

 

In un piccolo villaggio vicino al mare si narrava ai bambini, che non volevano andare a dormire, la storia di un folletto dei sogni. Era così piccolo che poteva stare nel palmo di una mano, aveva le manine grassocce dalle dita corte, i piedi piccini e un grosso naso. Vestiva con una tunica tutta blu e si portava appresso un sacchetto più grande di lui. Quando i bambini non ascoltavano le loro madri e volevano stare svegli fino a tardi, il folletto estraeva dal suo sacco una manciata di finissima sabbia bianca e la soffiava delicatamente negli occhi dei piccoli che, strofina strofina quella fastidiosa sabbiolina, prendevano sonno e dormivano fino all’indomani.

L’omino del sacchetto di sabbia faceva contenti tutti i genitori che, non essendo più costretti a raccontare le stesse interminabili fiabe e aspettare che i loro figli si addormentassero, potevano finalmente andare a riposarsi per affrontare la dura giornata di lavoro la mattina dopo.

Ogni giorno l’omino si recava alla spiaggia vicina al paese e raccoglieva con attenzione i migliori granelli di sabbia, studiandoli attentamente e scegliendo solo la sabbia più bella e fine. La raccolta durava tutto il giorno e alla sera iniziava il lungo giro per le case del paese, a far addormentare ogni bambini capriccioso che non voleva andare a dormire.

Un bel giorno, i folletti dei sogni lo chiamarono a gran voce: avevano sentito che, nella grande città poco distante dal mare, vivevano due ragazze con diversi problemi di sonno e che era richiesto urgentemente il suo intervento. L’omino del sacchetto di sabbia partì subito verso il luogo dove era necessario intervenire, svolazzando con la magia attraverso grandi e alte case di cemento e metallo, un luogo abbastanza insolito visto che aveva sempre vissuto al mare.

Atterrò a notte fonda sul balcone della casa che gli era stata segnalata. La prima stanza che visitò era quasi completamente buia e dal letto proveniva un rumore assordante: una delle due ragazze russava beatamente, rannicchiata per bene sotto le pesanti coperte. Non gli sembrava avesse problemi nel dormire… anzi!

L’omino proseguì verso la stanza successiva, dopo aver aperto silenziosamente la porta della camera da letto. Fu investito da una forte luce proveniente da una lampada e dal televisore: sul divano del soggiorno c’era la seconda ragazza che guardava lo schermo ben sveglia, tutt’altro che stanca!

L’omino del sacchetto di sabbia decise di osservare in silenzio le due ragazze per qualche giorno, appollaiato in diversi angoli dell’appartamento. Quella che aveva visto dormire lavorava per metà giornata, mentre l’altra sbrigava le faccende di casa e si dedicava al divertimento. Eppure non si spiegava come mai la prima dormisse sempre, a qualsiasi ora del giorno dopo il lavoro, mentre l’altra non accennava segni di stanchezza anche se riposava pochissime ore.

Indaga indaga, scoprì una piccola fessura nell’armadio della camera da letto. Da quel buco, due piccoli occhietti lo osservavano divertiti. «Cosa sei venuto a fare in questa dimora?» disse un nero esserino che sfregava continuamente le zampette. «Sono il folletto della stanchezza e in questo posto comando io, va via!»

«Io sono l’omino del sacchetto di sabbia e controllo il sonno degli esseri umani. Stai forse facendo i dispetti a queste due ragazze?» disse il buon omino vestito di blu. Il folletto nero della stanchezza ridacchiò e con una tenue scia di luce andò a colpire la schiena della prima ragazza. Era pieno pomeriggio, ma questa iniziò a sentirsi fiacca e i suoi occhi si chiudevano sempre di più ad ogni passo, finché questa non andò a riposarsi sotto le coperte. La seconda ragazza ovviamente si lamentò: non era possibile che ogni giorno non riusciva a giocare con l’altra perché andava a dormire!

L’omino del sacchetto di sabbia osservò ancora i movimenti del suo avversario. In piena notte, la seconda ragazza era ancora sveglia e pur facendo di tutto non riusciva a prendere sonno: giocava, dipingeva, leggeva noiosi libri e infine si stravaccava sul divano sperando che la televisione le stancasse gli occhi. Niente da fare, andava sempre a dormire triste alle prime luci dell’alba, mentre il folletto nero della stanchezza saltellava trionfante in un angolo della casa.

Una notte l’omino del sacchetto di sabbia decise di intervenire: si avvicinò quatto quatto alla seconda ragazza e… oh no! Quando era partito dal suo paese di mare, forse aveva dimenticato di riempire il suo sacchetto di sabbia, perché non ce n’era più! Non poteva far addormentare la ragazza che stava sveglia tutte le notti!

Disperato, si mise a cercare per tutta la casa, sperando di trovare qualche granello di sabbia. Uscì per la città ma non vi era altro che terra e cemento, proprio inadatti per svolgere il suo lavoro, e tornare fino al suo paese di mare gli sarebbe costato un viaggio molto lungo. Doveva trovare una soluzione al più presto.

Tornò dunque alla casa delle due ragazze e, con immenso stupore, vide il folletto nero della stanchezza che soffiava una grande quantità di sabbia negli occhi della prima ragazza. Questa si addormentò immediatamente, dopo essersi strofinata con vigore i grandi occhi azzurri. «Quel maledetto! – esclamò l’omino del sacchetto di sabbia con la sua vocina- Mi ha rubato tutta la sabbia appena sono arrivato, mentre osservavo la situazione! Povero me, come farò adesso a risolvere il loro problema di stanchezza?»

L’omino del sacchetto di sabbia si rifugiò nella cucina dell’appartamento e si mise a piangere chiuso dentro la dispensa, tra biscotti e grissini. Che vergogna, era stato beffato dal suo avversario, che usava la sua sabbia per fare del male alle due umane!

Iniziò a singhiozzare disperatamente nel buio della dispensa, quando all’improvviso si sentì toccare la spalla. Dietro di lui, in piedi, c’era un gruppo di fatine tutte colorate: le loro ali emanavano un lieve bagliore e i loro vestitini fosforescenti illuminavano l’interno dell’armadietto del cibo. «Perché piangi, piccolo omino?» chiese una delle fatine.

«Il folletto della stanchezza mi ha preso in giro! Ha rubato tutta la mia sabbia e ne fa quello che vuole, mentre io non posso più aiutare quelle due ragazze!» disse disperato l’omino, mostrando il sacchetto vuoto.

Le fatine si radunarono e iniziarono a bisbigliare tra loro, poi alcune di loro salirono sul piano superiore della dispensa e tornarono ognuna con un sacchettino tra le mani. «Ci dispiace molto per quello che ti è successo, - dissero in coro – il folletto della stanchezza non ha amici e si comporta in malo modo, ma noi ti aiuteremo a sconfiggerlo!»

Così in una notte prepararono decine e decine di tortine a forma di cuore, con tanti buchetti in cui misero dello zucchero a velo. Li misero sul tavolo del soggiorno, cosicché le due ragazze potessero trovarli e assaggiarli.

La prima fu la ragazza che tornava da lavoro: era già molto stanca ma desiderava giocare un po’ prima di andare a dormire. Subito apparve il folletto nero della stanchezza che, con un raggio, le fece venire subito sonno. La ragazza però, prima di andare a letto, posò la giacca in soggiorno e notò con stupore il vassoio pieno di dolcetti. Ne assaggiò subito uno e come per magia la stanchezza era passata, anzi era piena di energie e si mise a fare tante cose fino a sera.

Ma la prova più dura era far addormentare la seconda ragazza: era passata la mezzanotte da un po’ di tempo e non era affatto stanca. Le fatine, in silenzio, avvicinarono il piattino coi dolcetti in sua direzione ma sembrava non notarli affatto. Il folletto nero della stanchezza già cantava vittoria, cosa si poteva fare?

All’omino del sacchetto di sabbia venne improvvisamente un’idea: raccolse un po’ di zucchero a velo da sopra le tortine, si avvicinò quatto quatto al viso della ragazza e… puffff… le soffiò in faccia tutto lo zucchero. Subito lei si strofinò gli occhi per il fastidio e questi divennero pesanti, non riuscivano a stare aperti, tanto che decise di andare a dormire. Era fatta!

Ogni sera, per un certo periodo, l’omino del sacchetto di sabbia e le fatine prepararono i dolcetti per le due ragazze, che finalmente ritrovarono il giusto equilibrio tra star sveglie e riposarsi, finché non impararono a regolarsi da sole.

Giunto quel momento, l’omino del sacchetto di sabbia (che ora era pieno di dolce zucchero a velo) dovette salutare le fatine che l’avevano aiutato e tornare al suo villaggio sul mare. Prima di andarsene, però, fece un ultimo saluto anche al suo avversario, il nero folletto della stanchezza che era tutto triste nel suo angolino, e gli regalò tanti dolcetti perché anche lui sorridesse e capisse che il suo lavoro era molto importante… ma ci voleva anche molta dolcezza nel farlo!

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: Sabu_chan