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Autore: Gloria Bennet    20/11/2014    3 recensioni
- Ciao, sono Bonnie, lasciate un messaggio-
- Beh, che dire? Perché dovrei avere voglia di sentire la voce di una streghetta fastidiosa...- chiuse gli occhi.
- E che che cos'è questa fastidiosa sensazione alla bocca dello stomaco che sembra svanire solo mentre sento queste 6 parole? 6 insignificanti parole pronunciate da te, solo da te... eppure sono tutto quello a cui mi appiglio adesso. Sei libera di non credermi, o almeno lo saresti, se potessi sentire questo messaggio, mentre ti dico che farei qualsiasi cosa per tornare indietro, per restare li, con te. Solo con te.
Seconda storia scritta da Michela e me (:
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera! *-*
La mia amica Michela ha scritto un'altra storia e mi ha chiesto di modificarla e perfezionarla...
Quindi, eccovi il nostro prodotto finale (:
Un po' di sano Damon in versione riflessiva (è sempre Bonnie a farlo riflettere!) e un po' di altrettanto sano e prezioso Defan.



Only you


 

Damon era tornato ormai da 5 giorni.

Era tornato per Stefan, per Elena, ma Lei aveva preferito dimenticarsi di lui durante la sua assenza.

Okay, stava soffrendo, ma per qualche motivo Damon non riusciva a vederla come una giustificazione.

Quel vuoto che sentiva non era per Elena, avrebbe dovuto essere per lei, ma non era così.

Era un vuoto che non si colmava quando la vedeva, e non c'era stato per quei 4 mesi in cui gli era mancata tanto.

Camminava avanti e indietro, senza sapere bene che cosa stesse cercando. Prese il telefono ed entrò in rubrica, forse per chiamare Elena, o forse per chiamare Stefan, non se lo ricordò più mentre la sua mano scorreva da sola sulla lettera B.

BONNIE.

Fu lì che si fermò, involontariamente, senza rendersene conto.

Era possibile che quel vuoto insopportabile, che non riusciva a colmare, riguardasse lei?

Fu automatico per lui pigiare sul tasto “chiama”.

- Ciao, sono Bonnie, lasciate un messaggio-
- Beh, che dire? Perché dovrei avere voglia di sentire la voce di una streghetta fastidiosa...- chiuse gli occhi.

- E che che cos'è questa fastidiosa sensazione alla bocca dello stomaco che sembra svanire solo mentre sento queste 6 parole? 6 insignificanti parole pronunciate da te, solo da te... eppure sono tutto quello a cui mi appiglio adesso. Sei libera di non credermi, o almeno lo saresti, se potessi sentire questo messaggio, mentre ti dico che farei qualsiasi cosa per tornare indietro, per restare li, con te.
Solo con te.
Sai, Elena ha pensato che cancellarmi dalla sua vita e dalla sua mente fosse la cosa migliore per lei, quindi, beh... a parte Stefan, non ho un motivo apparente per essere felice di essere tornato. Magari sarebbe stato diverso se tu non fossi rimasta li. Insomma, credi sia facile convivere con la speranza che tu sia viva e sapere che questo comporterebbe il fatto che tu saresti li, con uno psicopatico ammazza fratelli, da sola, senza... me?-
Alzò la testa di scatto, come se si fosse risvegliato da un sogno ad occhi aperti.
- Comunque, penso che per oggi possa bastare-
Riagganciò, disorientato, amareggiato, confuso.


Più tardi si ritrovò seduto al tavolino del bar.
Stefan lo aveva trascinato quasi a forza fuori di casa e ,alla fine, lui lo aveva seguito.
In fondo, la compagnia di suo fratello era diventata fondamentale e, in quei quattro mesi, ne aveva sentito la mancanza più di qualunque altra cosa.

Più di chiunque altro.

“Più di Elena” gli disse una vocina nella sua testa.

Si accorse a malapena che suo fratello lo stava fissando, preoccupato.
-Damon, se è per Elena che sei stranamente silenzioso, vedrai che...-
-No, Stefan. Non è per Elena. Lei ha preferito cancellarmi, farsi la sua vita e magari anche con quella specie di dottorino. Sarebbe stato meno fastidioso se almeno avesse deciso di tornare da te, ma... faccia pure.-

All'improvviso, sentirono il campanello della porta che si stava aprendo.

Elena e Liam entrarono sorridenti, come una fresca coppietta felice.

- Quindi è così? Ti arrendi ?-
- Si, mi arrendo!-
- Damon, non è che per caso c'è qualcosa o … qualcuno che ti sta distraendo?-
- Non capisco di che parli, fratello-
- Parlo di Bonnie, Damon. Ultimamente sparisci in continuazione, non fai altro che cercare informazioni..-
- Sto cercando di riportarla a casa, Stefan. Lei si è sacrificata per permettermi di tornare qui, per permettermi di tornare da Elena. Come pensi che possa sentirmi? Tra l'altro sapendo che, in parte, il suo sacrificio è stato inutile.-
- Sei sicuro che sia solo rimorso?-
Damon inarcò le sopracciglia.
- Insomma, che cosa è successo in questi mesi? Non mi hai ancora raccontato nulla.-
Damon scoppiò a ridere sarcasticamente.

-Pensi che possa essere successo qualcosa tra me e Bonnie. Oh, andiamo Stefan, non vedi quanto suona assurdo?! Io e Bonnie?! Bonnie e io?!-
-Penso che abbiate passato un'esperienza terribile insieme, e che questo vi abbia avvicinati, altrimenti lei non si sarebbe sacrificata per te. E penso anche che vivere insieme quest'esperienza terribile l'abbia resa meno... terribile.-

Damon lo guardò dritto negli occhi e, per la prima volta da quando era tornato, non seppe cosa dire.
Era senza parole.

In realtà, c'erano almeno un miliardo di persone con le quali avrebbe preferito stare in quel momento (oltre a Stefan), ma la prima della lista era proprio quella che non era più al suo fianco.

Solo lei.

Solo Bonnie.

 

   
 
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