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Autore: Lady Windermere    20/11/2014    3 recensioni
-No, Mr Horace, non credo di aver mai raccolto delle rape in vita mia.-
Mr Goldwin sembrò assai stupito da tale affermazione –Mia cara, dovete assolutamente provarci! Potrei insegnarvelo io se mi permettete l’ardire di farlo.-
Scarlett sorrise amabilmente –Vi permetto tutto ciò che volete mio caro Mr Horace…-
Basta che non mi secchiate più in questo modo! concluse nella sua testa.
Il giovane pretendente arrossì –Beh…co-comunque n-non credo di es-esserne all’altezza.-
balbettò.
-Però potrei affidarvi al mio maestro di botanica, con lui sarete in buone mani…- continuò serio.
Lady Scarlett sbuffò di noia e annuì distrattamente.
Mr Horace prese erroneamente lo sbuffo per un sospiro e credette di essere gradito.
Ripartì all’attacco –E non dovreste fermarvi solo alle rape, ma potreste coltivare qualsiasi altro ortaggio voi desideriate. I cavoli, vi assicuro, danno molta soddisfazione…-
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Uno

 

-Florence!- Un grido acuto riecheggiò tra le fragili mura dell’unica casetta nel bosco di Greenwood, nei pressi di Lonliness, capitale di Melancholy, il più piccolo dei regni della Confederazione Magica. –Florence! Florence! FLORENCE!- L’urlo si fece più penetrante. –Ti avviso che non ho intenzione di aspettare un minuto di più!-

Lo strillo proveniva da un’angelica ragazza, che d’angelico però aveva solo l’aspetto:  capelli di miele raccolti in un’acconciatura “all’inglese”, lineamenti delicati, eterei, solcati da due occhi celesti, profondi e vivaci, labbra morbide e rosee, un nasino tra i più belli di tutta la provincia; fisico asciutto, ma flessuoso e femminile al tempo stesso, pelle d’avorio, perfetta. A prima vista sarebbe sembrata una creatura soprannaturale, però, c’è sempre un però, se la si osservava meglio si poteva notare una leggera piega delle labbra dura e sprezzante, un velo di arroganza che le copriva gli occhi cristallini, il mento alzato in espressione di superiorità, e un lieve fremito del corpo che segnalava insofferenza.

 –Insomma, Florence! Se non scendi subito me ne vado da sola. Lo faccio eh…-

Nessuno degli inquilini del piano superiore della casa mise in dubbio le sue intenzioni, infatti da sopra giunse un lungo lamento –Arrivo, Rosie, un attimo ti prego!-

 Un’altra voce seguì la prima –Ma perché deve fare così ogni mattina? Io non riesco più a dormire in questa casa...-

 -E lo dici a me? Non ero mica io quello che doveva donarle un carattere delicato… Il responsabile anzi, sta ancora dormendo beatamente- ribattè Florence.

 Due sguardi di rimprovero si rivolsero verso l’occupante del terzo letto. Un altro urlo li riscosse ed entrambi scesero dai propri giacigli. Il terzo individuo non si mosse.

–Vorrei proprio sapere come riesce a sopportare tutto questo chiasso- si lamentò Faust.

 –Si fa presto a scoprirlo - replicò Florence –Soren! Soren!-

Visto che l’interpellato si ostinava a non dare segni di vita, prese la rincorsa e si gettò sul letto del fratello, facendolo cadere sul pavimento. Un’imprecazione sfuggì dalle labbra di Soren, seguita da una sghignazzata generale. Il rampollo più giovane dei Rosenoir si alzò a fatica e si scagliò contro Florence –Ma che ti dice il cervello? Sei diventato matto? Potevo farmi male…

-Non fare il melodrammatico fratellino; cosa mai avrebbe potuto succederti?-

 -Avrebbe potuto sfregiarsi quel bel faccino –commentò Faust, mentre si infilava la camicia- e come avremmo potuto vivere nel rimorso di aver privato il nostro adorato Soren dell’unica fonte della sua autostima?-

Una risata scosse i due fratelli, mentre il terzo ricambiava la battuta con una smorfia di finto sdegno.

L’idillio venne rotto da un rumore di cocci infranti e di una porta chiusa con rabbia. Un’espressione allarmata si dipinse sui tre volti.

-Maledizione! Quello era il mio miglior servizio da tè! Era di porcellana Sevreés autentica! Se prendo quella… - Prima che Faust potesse finire la frase Florence si precipitò al piano di sotto senza scarpe e corse dietro alla ragazza.

 

 

-Rosie! Dai, Rosie, aspettami!- gridò Florence alla giovane –Rosalba, ti prego!-

Lei si voltò con irritazione e si fermò per aspettarlo. Quando lui le si fece appresso Rosalba lo squadrò con astio –Non hai le scarpe- disse seccamente.

Lui si osservò i piedi nudi –Basta poco- ribattè sorridendo, e schioccò le dita. Un paio di lucide scarpe nere, nuove di zecca comparvero ai suoi piedi.

 –Queste ti piacciono? Perché posso cambiarle se vuoi…- la informò Florence soffocando una risata.

La ragazza fece una smorfia e sbuffò. Non le erano mai piaciute le dimostrazioni dei poteri magici degli zii. La facevano sentire inadeguata e normale, insopportabilmente normale.

-Bene, ora che hai dato prova delle tue straordinarie doti magiche possiamo dirigerci tranquillamente verso il paese? Devo fare qualche acquisto.-

-Qualche? Conoscendoti svaligerai tutte le botteghe disponibili!-

-E cosa c’è di male? Una ragazza, soprattutto se è incantevole, deve pur vestirsi. Tra l’altro devo anche accontentarmi di queste botteghuccie da quattro soldi; ah se potessi andare nella Capitale…-

-Non se ne parla nemmeno - asserì Florence –Tu non vai da nessuna parte signorina. Contentati di ciò che ti portiamo noi da Lonliness, che non è poco –

Rosalba sbuffò per la disapprovazione. Si fece scendere una lacrimuccia sul viso e con voce innocente sussurrò –Va bene zietto, hai vinto tu stavolta…-

Florence le lanciò uno sguardo sospettoso. Lei lo fissò sbattendo le ciglia. I suoi occhi azzurro ghiaccio si rifletterono nei suoi, lei si soffermò sul suo volto dal mento leggermente appuntito, sui suoi capelli castani, perennemente spettinati, sulle piccole rughe vicino agli occhi, sul sorriso aperto che gli illuminava il viso.

-Guarda che non mi incanti sai…- La voce dello zio la riscosse.

-La speranza è l’ultima a morire…- cinguettò la ragazza.

I due si scambiarono un’occhiata d’intesa e scoppiarono a ridere.

Lei cominciò a correre -Dai zio, facciamo a chi arriva prima!- 

E, conquistato dal suo incantesimo, Florence la seguì ridacchiando.

 

 

-Dopo la battaglia di Little Princess sul vasto territorio occupato dal regno di Enchantment si formò la Confederazione Magica, un insieme di dodici regni riuniti sotto un’unica famiglia regale. I reami sono disposti quasi a raggiera intorno alla City, in cui si trova il Palazzo Reale e sono Moonscape, Moonshine e Moonlight, che si affacciano sull’Oceano di Bluepearl; Moodiness, Stratford, Blackpool, Melancholy, Redstone, Inverness, Holyhead, Greylight e Fairytown. A capo della Confederazione vi è Lord James Drenslincourt. Con potere superiore al suo c’è soltanto la Regina Clarisse, che governa saggiamente da quindici anni il nostro paese…- declamò Rosalba al suo precettore.

Il suo precettore, che null’altro era che Faust, scosse leggermente la testa –È Drenlincourt, non Drenslincourt- corresse- ma per tutto il resto può andare. Se solo ti sforzassi un po’di più…-

-Quanto sei scocciante zio! Non ti va mai bene niente! Scommetto che sei ancora arrabbiato per quell’orribile servizio da tè!- proruppe la ragazza.

-Assolutamente falso! Io mi preoccupo solo e unicamente della tua istruzione, non porto certo rancore per delle inutili porcellane, ci mancherebbe…-

Soren alzò gli occhi dal libro che stava leggendo –Inutili? Non mi sembravano solo delle inutili porcellane stamattina…-

-È vero! Questa volta ha pienamente ragione- confermò Florence.

-Oh, ma insomma! Cos’è? Una congiura ai miei danni? Prendete sempre le sue parti dai, così crescerà ancora più viziata di com’è adesso, e non certo per colpa mia!- sbottò Faust.

-Viziata? Chi è viziata? Non certo io!- esplose Rosalba –Tu piuttosto, caro mio!-

-Io? Piccola mocciosa maleducata e insolente…- sbraitò il precettore.

-Via, via fratello e anche tu Rosie, dai smettete di punzecchiarvi e venite a vedere- invitò Florence dall’altra parte della stanza.

I due tacquero e si avvicinarono a lui, anche Soren parve interessato e chiuse definitivamente il libro per affiancarsi al fratello. Florence mostrò a tutti un settimanale che mostrava la Regina Clarisse e l’ineccepibile Lord Drenlincourt, mentre stringevano la mano a un uomo di bell’aspetto, bruno, alto e magro.

Probabilmente un abitante del Continente, riflettè Rosalba; la didascalia diceva: “Sua Maestà la Regina Clarisse, Lord Drenlincourt e l’ambasciatore di Blackcity”. Proprio come avevo immaginato, si disse tra sé e sé la ragazza, infatti Blackcity era la capitale del vastissimo Continente.

Il Continente era un enorme territorio situato al di là dell’Oceano di Bluepearl, al confine nord dell’ex Enchantment. I libri di storia affermavano che si fosse staccato in seguito a un terribile terremoto trent’anni prima, durante la Guerra di Darkness. La guerra aveva devastato l’intero Paese, ed era stata combattuta tra Enchantment e l’attuale Continente, che allora era chiamato Blackland, per via delle numerosissime miniere di carbone presenti dentro i suoi confini.

 Il terremoto diede fine alle ostilità. Non furono mai scoperte le cause del conflitto. Gli abitanti del Continente si considerarono sempre vincitori di quella guerra e interruppero ogni contatto con l’entroterra. Tuttavia, nel corso degli anni, si seppe che il Continente si era notevolmente sviluppato sino a giungere a dei livelli che il Regno di Enchantment potè solo immaginare.

 Le leggende narravano che nel Continente ci fosse la sede di un potere oscuro, diabolico, e che qualcosa di malvagio stesse corrodendo le radici del paese. Così, si cominciò a guardare con sospetto tutto quello che veniva giudicato diverso, straniero.

-Ma perché la Regina stringe la mano a un forestiero?- domandò incuriosita la ragazza.

-L’ambasciatore di Blackcity ha lasciato la sua terra natia per chiedere formalmente un’allenza con la Confederazione Magica- lesse Florence.

-Che strano, quelli del Continente non hanno mai voluto avere rapporti con noi… - osservò Soren.

Rosalba guardò l’espressione preoccupata dello zio, le labbra corrucciate in una smorfia, i tratti bellissimi e delicati alterati dal sospetto, gli occhi di un azzurro quasi trasparente pieni di apprensione, la mano bianchissima che scompigliava i capelli biondi.

-Zio, tu pensi che ci sia di che preoccuparsi?- chiese allarmata. Era molto legata a Soren, nonostante fosse Florence il suo preferito.

-Sciocchezze – tagliò corto Faust- sarà in corso qualche lotta di potere nel Continente e Goldwin avrà voluto prendere precauzioni.-

Mr Goldwin era il Presidente in capo del Continente. Rosalba non si interessava di politica, ma i suoi zii erano Consiglieri Della Confederazione, e in quanto tali dovevano informarsi su ogni minima sciocchezza.

Florence ripiegò il settimanale con un sorriso –Ma sì, ha ragione Faust. Sono solo assurdità-

Ma non sembrava molto convinto.

Faust si rivolse a Rosalba –Allora, vogliamo continuare le lezioni? Se rimani una sciocca ragazzina nessuno verrà mai a chiedere la tua mano e noi ne saremmo molto delusi…-

-Perché dovrai restare con noi tutta la vita- concluse Florence – e sarebbe un vero incubo.-

La ragazza assunse un’aria ferita –Ma come? E io che ho sempre pensato di rimanere zitella per prendermi cura dei miei adorabili zii…-

-Oh no, dovremo sopportarla fino alla sua morte? Perché io non ho affatto intenzione di sprecare parte della mia eterna esistenza a udire i suoi strilli…- si lamentò Soren.

Faust e Florence annuirono, trattenendo le risate. Rosalba guardò i tre zii con espressione di finto smarrimento -Povera me! Verrò cacciata da casa e dovrò vivere sulla strada. Quale triste destino mi attende!- singhiozzò.

-Beh puoi sempre porre fine alla tua misera vita, facendo contenti noi tutti…- replicò Soren.

Gli altri due Rosenoir furono presi da un’inarrestabile ilarità e anche Rosalba non riuscì a nascondere un sorriso a fior di labbra.

-Su dai ragazzina, lo so che stai facendo tutto ciò per evitare lo studio, ma ti è andata male- disse Faust, ridacchiando ancora. Rosalba fece una faccia contrita e supplicò con gli occhi lo zio.

Ma quello impassibile dichiarò –Devi ancora finire la lezione di Storia del Paese e poi ti attendono ancora disegno, francese e latino.-

La ragazza mugugnò qualcosa di irripetibile sull’utilizzo del latino e si rassegnò. Quando Faust aveva preso una decisione nulla e nessuno avrebbero potuto dissuaderlo. Dopotutto lui era il maggiore dei tre fratelli e sulle sue spalle si sobbarcavano tutti i problemi dell’improvvisata famiglia. Era abituato a comandare e a farsi ubbidire. Tutta quella responsabilità ne aveva anche influenzato l’aspetto fisico: nonostante fosse, come i suoi fratelli, bellissimo, in lui vi era qualcosa di più maturo, negli occhi ambrati vibrava determinazione, i capelli castani medio lunghi e le basette erano sempre in ordine, e le labbra sottili sottolineavano la sua testardaggine. Qualsiasi donna avrebbe dato il suo diamante migliore per conquistare uno di quei fratelli.

Ciò nonostante quei fratelli non avevano interesse per le serate di gala o per i balli, e preferivano vivere segregati nel bosco di Greenwood, passando la maggior parte del tempo con Rosalba.

Erano la sua unica famiglia, i suoi unici amici, e lei era egoisticamente contenta che fossero di sua esclusiva proprietà. Avrebbe voluto che tutto fosse rimasto così per sempre, ma ogni cosa era destinata a cambiare.

 

 

 

Angolo dell' autrice: Buonsalve! :) Se avevate già iniziato a leggere la mia storia, probabilmente sarete confusi...come ho già spiegato nelle bio/note, la mia storia si è "accidentalmente" cancellata, portando via con sè pareri, commenti e recensioni varie...eh, ragazzi, c'est la vie, capita...(come vedete, dopo lo stato della rabbia e della frustrazione, è subentrata la rassegnazione...ormai ho quasi raggiunto l' atarassia...XD)
Ho quindi deciso di ripubblicare i capitoli, modificandoli un po' qua e là e migliorandoli (si spera).
Se vi state chiedendo dove è finito il prologo...beh, l'ho tolto...devo ammettere che non mi aveva mai del tutto convinta e poi, praticamente svelava tutti i segreti della trama fin dall' inizio...un po' di suspence è meglio...XD
Per cui, se l'avete letto, dimenticatelo, o almeno cercate di dimenticarlo e fingervi poi sorpresi, e se non l'avete letto, beh, tanto meglio...:)
Ripubblicherò i capitoli un po' per volta, appena troverò un minuto libero, senza più dividerli a metà come facevo in precedenza, per cui, avrete molto più materiale da leggere, e, si spera, commentare...:)
Detto questo, ringrazio tantissimissimo Lilith in Capricorn e xlairef che avevano recensito la storia prima che si cancellasse, e mi hanno gentilmente e spontaneamente (non è vero, in realtà le ho praticamente minacciate XD) assicurato che lasceranno di nuovo i loro pareri...Grazie mille, sul serio...<3 E ringrazio anche livia_00 che aveva iniziato a recensirmi, prima della mia improvvisa scomparsa...
Spero che mi facciate sapere, di nuovo o dal nuovo (che brava eh...), quello che ne pensate, anche in due parole. :)
Ecco, ora sparisco...baci :*
Lady Windermere <3

  
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