Questa storia partecipa al contest: Dimmi il tuo nome e ti dirò che pacchetto avrai di Winstar.love.
 Con il pacchetto:
G: oggetto bacchetta magica
I: personaggio Neville Paciock
U: obbligo raiting giallo
L: Personaggio Luna Lovegood
A: personaggio Hermione Granger

 Nome su Forum SherylHolmes
Nome su Fanfiction Angie97

buona lettura!

La battaglia infuria intorno a noi. I mangiamorte sono comparsi all’improvviso cogliendoci impreparati. Silenziosi, immobili nei loro mantelli, con il viso coperto da una maschera ed un ghigno sul viso da far vinire i brividi. Qualcuno ci ha traditi, di questo ne sono sicura, nessuno conosceva questo luogo tranne pochi. “Hermione!” grida qualcuno tra la folla. Non capisco da dove provenga, tutto quello che riesco a vedere sono mantelli neri e bacchette che lanciano anatemi da ogni parte, illuminando Grimmauld Place a giorno. Uno schiantesimo mi scaraventa per terra lasciandomi senza fiato. Mi alzo a fatica cercando di individuare la fonte della voce facendomi strada tra mangiamorte e amici e resistendo alla tentazione di guardare i corpi immobili a terra terrorizzata dall’idea di riconoscere tra di loro quello di Harry o Ron o Molly, o chiunque altro dei miei amici. Finalmente arrivo al proprietario della voce e prego di non averlo fatto.
Di fronte a me una Luna in lacrime sorregge un corpo sanguinante. Quasi cado a terra quando tra il sangue e le ferite riconosco il viso di Neville. “Luna, ma cosa...” le dico, “Lo hanno ridotto così perché cercava di proteggermi” dice “ti prego aiutami!”.  Schivando un anatema raggiungo Luna e Neville e ci smaterializziamo in un luogo più sicuro. La prima cosa che sento è una forte brezza che mi scompiglia i capelli. Un attimo dopo ricordo la situazione in cui ci troviamo e spalanco la porta di Villa Conchiglia trascinandomi dietro un Neville più morto che vivo e una Luna sotto shock. “Luna” le dico cercando di scuoterla, “LUNA!” le urlo contro strattonandola. Finalmente sembra riprendersi, ma solo per guardarmi con un’espressione desolata che mi stringe il cuore. “Lui ha bisogno d’aiuto Luna. Se non lo curiamo ora morirà! Quindi ora smettila di piangere e aiutami” le dico con tono autoritario. Per fortuna la mia predica sembra funzionare. Si riscuote e prende la bacchetta avvicinandosi a Neville; “Forza Hermione, mettiamoci al lavoro” mi dice convinta.  
Sospiro di sollievo e mi avvicino per aiutarla passiamo le successive ore tra erbe medicinali e incantesimi curativi fino ad essere certi di aver fatto tutto il possibile. “Luna” le dico distrutta “dovresti andare a riposare”, si volta e lo vedo già nei suoi occhi, già so cosa mi dirà. “Vai pure a riposarti” mi dice infatti tranquilla “io resto qui con lui”. Capendo che insistere è inutile mi allontano con negli occhi l’immagine di Luna che gli accarezza delicatamente i capelli.
E’ passata una settimana, nessuno è venuto a cercarci e ciò mi fa venire il dubbio che per quanto terrificante possa essere, potrebbero essere morti.
Preferisco non pensarci e concentrarmi invece su qualcos’altro.
Neville non si è svegliato. Sono giorni che sta così; le ferite si stanno rimarginando, il problema è la testa. Non ho idea di cosa fare per quella. Luna non ha mai lasciato il suo capezzale; sono giorni che sta' lì. Non lo ha perso di vista nemmeno un attimo. Ho paura di dirle che c’è la possibilità che non si svegli più.
E’ proprio quello che sto per fare mentre mi avvicino a lei, ma mi blocco sentendola parlare.
“Neville” dice “non so se puoi sentirmi, ma se puoi ascolta. Mi dispiace. Mi dispiace che tu sia stato ferito al posto mio e mi dispiace di non averti mai notato in questi anni. Tu eri sempre così dolce e gentile ed io, semplicemente troppo sciocca per accorgermene. Ti prego, ti prego svegliati”. Scoppia in lacrime poggiandosi al suo petto. Improvvisamente un movimento attira la sua attenzione, “L-Luna” dice Neville con un sussurro tanto sottile che quasi non lo sento, ma Luna si perché solleva la testa di scatto e spalanca gli occhi “Tu non sei una sciocca” le dice a fatica “sei la ragazza più intelligente e bella che io abbia mai incontrato e non permettere mai a nessuno di dirti il contrario”. Quasi non lo fa finire di parlare, lo bacia di slancio, “ti amo” gli dice “scusami se non te l’ho mai detto prima”.
Mi allontano tentando di fare più rumore possibile, rasserenata dalla guarigione di Neville e da un patronus a forma di cervo che mi guarda dalla finestra.