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Autore: dark tears    21/11/2014    0 recensioni
Rendersi conto di essere stata rapita da Lucius Malfoy.
Rendersene conto semplicemente guardando nel profondo dei suoi occhi grigi..
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucius Malfoy, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Una breve premessa è d’obbligo, altrimenti potreste non capire la fiction. Come noterete, sia la fine che, soprattutto l’inizio sono assai fumosi e vaghi. Non è ben comprensibile cosa succede in seguito alla conclusione e, cosa ancora più evidente e lampante, non si capisce qual è il punto di partenza di questa storia, la base di origine degli eventi narrati.
Tutto questo è spiegabile in maniera molto schietta e semplice, ed anche un po’ assurda se vogliamo.. Ebbene, questa fiction non è altro che la fedele trasposizione di un sogno! Sì sì, avete capito bene! La mia fantasia ha dovuto lavorare ben poco, perché a ideare la storia ci ha pensato il mio inconscio! XD Una notte ho avuto la fortuna incredibile di fare questo sogno con Lucius protagonista e, passato il primo momento di shock post-risveglio (quando ho realizzato che era solo un sogno..), ho deciso immediatamente di mettere per iscritto questa piccola avventura onirica, trasformandola in una fan fiction. Premetto che sono una fan del genere slash/yaoi e che finora non ho mai scritto nulla di het, ma, per questa volta, ho deciso di fare una doverosa eccezione! :D
Ultima piccola noticina e poi giuro che vi lascio leggere in santa pace.. Nel sogno riuscivo a percepire chiaramente lo stato d’animo di Lucius, ma nella storia è solo parzialmente accennato, in quanto mi sono dovuta adattare alla narrazione funzionale alla prima persona - presente in cui ho deciso di riscrivere la storia (che inizialmente era in terza persona - passato remoto). Ho deciso di operare questo stravolgimento per rendere la lettura più coinvolgente e cadenzata, ed anche per trasmettere maggiormente l’immediatezza tipica del “racconto onirico”. A tal proposito, ringrazio Astry_1971 per avermi consigliato di convertire la persona e il tempo della fiction.
Bene, dopo aver dato un’idea del livello a cui è arrivata la mia follia mentale, posso chiudere qui ed augurarvi una buona lettura! ^_^


 
*  *  *  *

 

LA SINDROME DI STOCCOLMA


I miei carcerieri – i due sciocchi sgherri al servizio di Malfoy – se ne stanno lì impalati a ridersela nel vedermi angosciata ad agitata fare avanti e indietro lungo la stanza. Questa piccola stanza male arredata e dalle mura ammuffite.. E mentre conto ogni singola mattonella ed ogni crepa sulle pareti, continuo a sentirmi fortemente scossa per la scena che i miei occhi sono stati costretti a vedere appena poche ore fa..
Mi trascino per la stanza – questa stanza squallida che mi soffoca e mi si stringe alla gola – come un animale in gabbia, le braccia incrociate al petto e lo sguardo, profondamente accigliato, fisso sul pavimento. Quasi senza accorgermene mi avvicino alla portafinestra socchiusa che conduce al balcone dell’appartamento. Poggio cautamente una mano sul vetro freddo e liscio e, volgendo un’occhiata fugace ai due uomini domando atona:
< Posso uscire per prendere un po’ d’aria? >
Uno dei due tipi mi scocca un’occhiata sprezzante, per poi rispondere incurante:
< Và! >.
Approfitto di questa misera concessione per allontanarmi dai due scimmioni e prendere una boccata di ossigeno. Spalanco allora il vetro della finestra e varco lentamente la soglia; le miei iridi scure vanno ad impattare contro il ritaglio di cielo vuoto e nebuloso che le sagome degli edifici circostanti lasciano intravvedere.
Ma anche qui fuori, all’aria aperta e fresca del crepuscolo, le cose non sembrano migliorare e il senso di oppressione e d’angoscia che mi attanaglia costantemente da quando sono qui non accenna a diminuire. Schiudo le labbra e mi lascio sfuggire un profondo sospiro, mentre con lo sguardo incollato a quell’unico sprazzo di cielo vacuo, rifletto che mai prima di ora mi sono sentita così sola. E persa.
Improvvisamente, un rumore distinto attira la mia attenzione, strappandomi bruscamente alle mie amare considerazioni e riportandomi nel vivo della realtà nuda e cruda. Il rumore proviene dall’interno, chiaramente dalla porta principale dell’abitazione che viene spalancata di colpo senza poi essere richiusa.
Giro lentamente su me stessa, voltandomi a guardare verso la stanza e muovendo un passo automatico in direzione della portafinestra. Quello che vedo mi lascia senza parole.
In piedi accanto ai due sgherri e a pochi metri dalla porta d’ingresso, Lucius Malfoy si erge in tutta la sua austera eleganza. Fasciato in un’impeccabile e raffinato completo nero da mago dotato anche di un lungo e ampio mantello, troneggia immobile e maestoso al centro della stanza, con i lunghi capelli biondi e gli occhi grigi che creano un meraviglioso contrasto con il nero delle sue vesti.
Il fiato in gola mi viene meno, quando il mio sguardo va a posarsi irrimediabilmente su quella figura elegantemente altera ed incredibilmente affascinante. Avanzo ancora di qualche passo, procedendo a rallentatore come in una pellicola d’altri tempi; sono già sotto il potere ipnotico di quel paio di occhi grigi.. Sono sotto lo stipite della portafinestra, devo aggrapparmi ai lati per non perdere l’equilibrio. Il mio sguardo attonito ed esitante si fissa con maggior intensità sul suo viso, mentre il labbro inferiore cede sotto il peso della meraviglia, cadendo verso il basso e lasciando dischiusa la bocca tremante e umida.
La sua espressione e la sua reazione non sono da meno. Lo vedo immobilizzarsi ulteriormente sulle proprie gambe, irrigidendo il busto e lasciando le braccia piegate a metà lungo i fianchi; il suo viso, ruotato fino ad un secondo prima verso i due sottoposti, lentamente si volta in direzione del mio. Osservo ogni muscolo e nervo del suo corpo tendersi verso di me, e le sue pupille dilatate fissarmi come fossi una specie di visione irreale ed evanescente. Vedo i suoi occhi grigi spalancarsi, mentre un bagliore intenso e profondo li attraversa facendoli assomigliare per un unico, fatale istante alla fiamma tremolare di una candela. Anche le labbra vengono scosse da un fremito ben visibile, sebbene lui riesca a controllarsi, evitando così di rimanere a bocca aperta come lo sono io.
Un silenzio violento e artificiale piomba sulla stanza, fendendo l’aria come la lama di una ghigliottina lasciata cadere su un mucchio di parole inespresse e inudibili. Mentre i due sgherri osservano titubanti e confusi il loro signore, io e lui restiamo concentrati a fissarci per alcuni, interminabili istanti, il freddo grigio delle sue iridi sprofondato in quello marrone e caldo delle mie. I lineamenti dei nostri volti sono contratti in una sorta di tensione cristallizzata; sembra come se il tempo abbia arrestato la sua folle corsa e lo spazio si sia dilatato ad inghiottire questa stanza ed i suoi abitanti in una spirale invisibile sospesa a metà fra cielo e terra, tra i profili sgraziati e scuri di questi tetti di periferia e l’orizzonte lattiginoso e spento. Questo silenzio frastornante sembra destinato a durare per sempre, proprio come il nostro sguardo vicendevole e implacabile sospeso fra smarrimento e desiderio.
È in questo preciso istante che capisco. Tutto si fa improvvisamente chiaro e lapalissiano, ogni singolo tassello torna al suo posto, e i dubbi ed i timori che hanno tormentato per giorni la mia mente trovano ora conferma. È stato lui a farmi rapire; lui a ordinare a quei due delinquenti di tenermi reclusa in questa casa, di sorvegliarmi notte e giorno per impedirmi di fuggire. Non so come, ma riesco a capire anche che tutto il resto dell’orrore accaduto fra queste mura – di cui sono stata mio malgrado testimone – non è responsabilità di Lucius Malfoy, perché questi due rifiuti umani obbediscono contemporaneamente a più padroni..
Ebbene sì, riesco a capire tutto ciò da quest’unico, penetrante sguardo. Capisco che lui ha deciso di prendere in mano le redini del mio destino e che adesso, forse, se ne sta pentendo.
Interrompe per primo il contatto visivo. Evidentemente i miei occhi scuri e fermi devono essere per lui come una coppia di giudici pronti a condannarlo; per questo non riesce più a sostenerne il peso. Le sue labbra prendono a tremare e l’espressione del suo viso si fa cupa e accigliata, mentre lo sguardo muta improvvisamente direzione, andando a fissare un punto a caso sul muro. Non era preparato a ritrovarmi davanti a sé in questo modo. Era forse convinto di poter entrare indisturbato, al sicuro dai miei occhi scuri, perché io certamente sarei stata rinchiusa in qualche altra stanza, al riparo a mia volta da quel suo sguardo impetuoso e colpevole. Che illuso a sperare una cosa simile!
Esasperata, disperata e impaziente decido di spezzare finalmente questo assurdo silenzio che è calato su di noi come un manto pesante. Le mie labbra, rimaste socchiuse fino a questo momento, si spalancano ulteriormente e mi preparo ad articolare una frase ben precisa, ma tutto ciò che riesco a proferire è solo un tenue, accorato sussurro:
< Lucius.. >
Il mio sguardo – nient’affatto accusatore – s’intensifica sul volto del’uomo che ho davanti, che ora torna a guardarmi, mentre indietreggia pallido e tremante come se avesse appena visto uno spettro.
È un attimo. Senza dire una sola parola, Lucius si volta di scatto e si precipita verso la porta che è rimasta aperta, intenzionato a scappare da me.. Da quel suo tormento dai lunghi capelli color biondo cenere e dagli occhi scuri..
Spalanco gli occhi, mentre sento il cuore accelerare precipitosamente nel petto e il sangue pulsare con maggior foga nelle vene. Non posso lasciarlo andar via.. Non voglio separarmi un’altra volta da lui! So che se lo lascio andare via ora non lo rivedrò mai più. Non posso permetterlo, non voglio che accada.
Senza perdere altri istanti preziosi, mi getto in avanti spiccando la corsa e lanciandomi all’inseguimento del Mangiamorte.
< Lucisu! Lucius, aspetta! >
Grido con voce spezzata, ricorrendo a tutto il fiato che ho in gola, mentre attraverso di corsa la stanza, i miei occhi disperati e determinati puntati sul mantello frusciante dell’uomo che si sta allontanando da me senza nemmeno voltarsi.
< Lucius, fermati! >
I due tipacci provano a fermarmi, allungando le braccia e tentando di afferrarmi con le loro mani tozze e sudice. Ma l’energia improvvisa e implacabile che si è scatenata in tutto il mio corpo impedirebbe a chiunque di dissuadermi dal mio intento.
< Lasciatemi! >
Strillo rabbiosa in faccia a uno dei due, mentre mi dimeno riuscendo a divincolarmi energicamente dalla loro debole presa, liberandomi in un batter d’occhio e riprendendo la corsa.
Mi precipito fuori dalla porta come una furia, quasi inciampando sullo zerbino e arrestandomi improvvisamente sul pianerottolo.
< Fermati, fermati! >
Grido ancora, la voce incrinata dall’ansia. Lui però non sembra intenzionato a darmi ascolto; è già arrivato alla sommità delle scale e si appresta a discenderne i gradini. Sento scorrere dentro di me la paura e la disperazione fino a sentirle brillare dentro ai miei occhi che si ostinano a fissare la sua schiena.
< Lucius, torna qui ti prego! >.
Un accorato ed implorante sussurro quello che esce dalle mie labbra, e che riesce in qualche modo a colpire nel segno.. D’improvviso, inaspettatamente, i suoi movimenti si bloccano; la schiena si drizza e la mano destra si allontana con uno scatto dal corrimano su cui era poggiata, come se fosse diventato improvvisamente rovente. Notando quei gesti, spalanco gli occhi e trattengo il respiro, in attesa di qualcosa che sento ora nuovamente possibile.. Una tenue speranza si accende nel profondo del mio cuore, dei miei nervi..
Lo vedo voltarsi lentamente, quasi con fare teatrale, per poi posare il suo sguardo esterrefatto e titubane su di me. Ricambio il suo sguardo, sentendo ribollire in me tutta l’ostinazione e la follia che mi spingono a guardare il mio rapitore come fosse una sorta di dio sceso in terra. Le mie labbra gli rivolgono un sorriso rapito ed estasiato che, dopo un lungo momento di esitazione, viene ricambiato dal suo decisamente arcano, deliziato e pericoloso al tempo stesso. Eppure sembra ancora piuttosto confuso e tramortito per essere completamene padrone delle proprie sensazioni ed espressioni facciali..
Muove un piede davanti all’altro, tornando finalmente sui suoi passi e avvicinandosi a me. Lo vedo aprire la bocca e dire qualcosa, ma non riesco a sentire una sola parola, tanta è l’emozione che mi travolge in questo memorabile momento in cui vedo l’uomo dei miei desideri accorciare la distanza che lo separa da me..
Con un sorriso raggiante e trionfante mi slancio in avanti, correndo incontro al Mangiamorte e gettandomi letteralmente fra le sue braccia. La foga che metto nei miei gesti è tale da mandarmi ad impattare bruscamente contro il suo petto; sento il mio viso premere contro la stoffa nera e i raffinati bottoni d’argento che ricoprono il suo torace. A questo contatto, così fisico e impetuoso, lo sento vacillare leggermente all’indietro, ma non riesce a nascondere il sorrisetto deliziato e compiaciuto che affiora sprezzante sulle sua labbra. China la testa verso il mio viso, e dentro ai suoi occhi vedo chiaramente lo stesso desiderio dardeggiante e malato che devasta anche i miei. Capisco di essere diventata un’ossessione, come lui lo è per me.
Torno ad affondare il viso contro il suo petto, allacciando le braccia attorno al suo torace ampio e vigoroso, stringendomi a lui con tutta la forza che mi è possibile.
< Tienimi con te, ti prego.. Voglio stare con te >
Gemo in maniera quasi smaniosa, senza nemmeno ascoltare ciò che lui mi risponde, ma stringendomi sempre più al suo petto, come se oltre il tepore venefico di questo disperato abbraccio ci fosse solo un abisso di ghiaccio e lame ad attendermi.
Sorprendendo me – e forse anche sé stesso – Lucius allaccia le braccia intorno alle mie spalle, accarezzandomi con le sue mani forti ed eleganti, ed avvolgendomi in un abbraccio tenero e passionale al tempo stesso.
< Non sai quello che dici.. >
Sussurra dolcemente, quasi paterno chinandosi maggiormente su di me e sfiorandomi il viso arrossato con i suoi capelli biondo-argento.
< Non m’importa, correrò il rischio >
Replico prontamente, ostinata e sorda ad ogni saggio e scrupoloso avvertimento dell’uomo che mi tiene fra le braccia, avvolgendomi in maniera protettiva e possessiva nel suo nero mantello. Mi sento protetta e minacciata, come fra le spire di un serpente gigantesco che mentre ti stritola le ossa fissa i tuoi occhi con una dolcezza infinita..
Alzo nuovamente lo sguardo verso di lui ed intingo i miei occhi scuri nel mare freddo e burrascoso dei suoi; sento, vedo le sue difese e quel poco di buon senso che aveva mantenuto fino a questo momento crollare definitivamente sotto il peso deliziosamente doloroso dei miei occhi che lo fissano ardenti di passione ed incoscienza.
Mi sorride con una dolcezza sinistra e arcana, per poi posare una carezza leggera sul mio viso eccitato e traboccante di insana gratitudine. Sorrido di rimando, sentendomi straordinariamente felice e appagata. Delle sue parole non riesco a sentire altro che il vezzeggiativo con cui mi si rivolge di tanto in tanto:
< Piccola.. >
Mi basta ascoltare quest’unica parola, sentirmi chiamare in questo modo per avere la certezza di aver fatto la scelta giusta, consegnandomi spontaneamente fra le braccia forti e virili di colui che potrebbe trasformarsi nel mio peggior incubo.. Le probabilità sono cinquanta su cinquanta, vale la pena tentare.
L’ultimo ricordo ben definito, prima del mio risveglio nel letto il giorno dopo, è l’immagine degli occhi grigi di Lucius Malfoy che si tuffano con prepotenza dentro ai miei.. E poi la sua bocca che si avvicina lentamente, sempre più vicina.. La sua bocca che preme contro la mia e quel bacio travolgente e peccaminoso che agognavo e aspettavo da tanto, troppo tempo.

  
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