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Autore: Vivian Gerardi    21/11/2014    5 recensioni
Sto girando con il cucchiaino la fetta d'arancia e il bastoncino di cannella che galleggiano nel vin brulé quando la sedia davanti alla mia scorre sul pavimento.
"Questo posto è libero?"
Alzo lo sguardo. Il cucchiaino mi cade di mano.
"Là fuori c'è un tempo da lupi che neanche a Water Seven, non ti sembra? Mi sono dimenticato quanto può piovere qui."
Continuo a fissare inebetita Zoro che posa il cappotto sullo schienale della sedia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sto girando con il cucchiaino la fetta d'arancia e il bastoncino di cannella che galleggiano nel vin brulé quando la sedia davanti alla mia scorre sul pavimento.
"Questo posto è libero?"
Alzo lo sguardo. Il cucchiaino mi cade di mano.
"Là fuori c'è un tempo da lupi che neanche a Water Seven, non ti sembra? Mi sono dimenticato quanto può piovere qui."
Continuo a fissare inebetita Zoro che posa il cappotto sullo schienale della sedia. Non sembra bagnato. Sembra uno che ha appena salvato il mondo giusto in tempo per il suo appuntamento con il sarto.
"Ti ho vista fuori dalla biblioteca e ti ho seguita." dice. "Forse hai preso la strada più lunga per venire qui, vero? Poi mi sono seduto laggiù nell'angolo e ti ho spiata." Guarda nel mio bicchiere. "C'è dell'alcol qui dentro?"
"Si." Riesco a stento a dire.
"Oh, bene"
La relazione tra me e Zoro non era mai stata una delle migliori e, dopo averlo incontrato qualche mese fa e aver saputo che era sposato mi ero messa da parte, ma sua moglie Tashiji, paranoica, aveva scoperto delle poche volte che ci eravamo beccati e mi aveva denunciato per stalking.
Scappai per non metterlo nei guai.
"Sei qui per notificarmi un decreto ingiuntivo che mi proibisce di avvicinarmi a meno di duecento metri da te?"
"No, berrò qualcos'altro. Lo stesso che ha preso lei, grazie"
Conferma l'ordine alla barista con il classico alfabeto dei gesti che si usa nei locali.
"Chi era il tizio che era con te?" chiede.
Capisco esattamente meno di zero di quello che sta succedendo, decido di rispondere alle domande che mi vengono poste.
"Marco"
"Nuovo fidanzato?"
"Ehm, no. Gli piacciono i musical e mi guardava le tette ogni dieci minuti."
Zoro storce il naso. Chissà che cosa pensa ora.
"Dilettanti. Lo sanno tutti che si guarda quel che si può e poi si ricostruisce tutto con la fantastia." La voglia di ridere combatte con la rabbia.
"Esci con qualcuno?"
"Tentativi."
"Mi fa piacere."
Ringrazia per il vino e beve un sorso.
E allora noto quel piccolo dettaglio che ci ha messo nei guai. Lui se ne accorge e posa il bicchiere.
"Io e Tashiji divorziamo. Sono andato a Skypea e abbiamo parlato a lungo e ci siamo accorti che non c'è alcun rimedio. Eravamo ciechi ma era da fin troppo tempo che non andava"
"Mi dispiace, Zoro"
Lo dico con sincerità.
"Anche a me"
"Devi essere distrutto. "
"In un certo senso era peggio se la continuavamo, meglio così che prendersi a morsi finché non resta niente"
"Sì, capisco."
"Vin brulé" dice bevendo un altro sorso. "Niente male, benché molto fuori stagione."
"Ti fermi qui?"
"Si."
"Zoro" dico, cauta. "Se, sei qui per dire che possiamo essere amici ora che siete separati... non sono sicura di riuscirci. Ci abbiamo provato fin troppe volte e guarda com'è finita. Insomma, gli amici sono in grado di iscriversi sui social di incontri, come ha fatto Bibi con me. Se dovessi scrivere il tuoprofilo, direi che sei l'uomo più sessista che abbia mai conosciuto. E che puzzi. E quando fai sesso indossi una tuta per le radiazioni."
Zoro finge di annusarsi ed esclama, seriamente:
"Adesso, me lo dici?!"
"Hai capito benissimo cosa intendo. Non posso aiutarti non può funzionare."
Non so come siano interpretate le mie parole.
È stato difficile per me da dire e l'ho pagata cara.
"Se fossi stato sincero con me stesso sul passato, avrei potuto esserlo sul presente. Sono partito con le intenzioni sbagliate, perché il mio stupido orgoglio ferito voleva dimostrarti certe cose."
"Quali?"
"Che non mi dispiaceva quello che era successo. Che non pensavo mai a te e non avrei voluto che le cose andassero diversamente. Poi però il piano è andato a rotoli e ci siamo ritrovati seduti qui dentro con me che cercavo di non frignare. Lo sai che mi hai spezzato il cuore, stronza"
Sorride per chiarire che è un insulto ironico.
"Ti prego" lo interrompo, disperata. "Se vuoi dirmi che per te sono una seconda sorella, allora vattene."
"Avevo ragione, non potevo innamorarmi di te. Perché non ho mai smesso di amarti!"
Mi cade il bicchiere dalle mani.
Si sporge per baciarmi, mi posa una mano sulla nuca, mi affonda le dita tra i capelli rossi, le nostra bocche calde e bagnate di vino finalmente si toccano.
Ci alziamo ed usciamo dal locale, pronti ad iniziare la nostra avventura finalmente insieme.

  
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