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Autore: futacookies    21/11/2014    5 recensioni
{Raccolta di drabbles • Neville/Ginny • No Happy Ending (e quando mai?)}
In fondo è sempre Ginny, con i suoi occhi scuri, i capelli rosso fuoco e i vostri rimpianti sulle spalle.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Neville Paciock | Coppie: Ginny/Neville
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Storia di un amore perduto
 
I. [Hogwarts, Sala Grande – 1 settembre 1992]

«Ciao»
Un sorriso imbarazzato, due occhi scuri e dolci che ti guardano dall’altro lato del tavolo.
«Ehm… ciao. Io sono Neville» mormori, avvampando.
L’hai amata dal primo momento.
«Oh!»
Il suo volto s’illumina, e ti sembra ancora più bella.
«Neville Paciock? Mio fratello mi ha parlato di te.»
Fa una pausa, si guarda intorno e tu segui i suoi movimenti, incantato.
«Ma dove sarà finito? Lui e Harry non c’erano sul treno…»
Alla menzione dei due, le racconti le voci che si sono sparse tra i compagni.
Quando hai terminato, si porta le mani agghiacciata alla bocca, pensando alla reazione della madre, e quasi ti penti di aver parlato.
Quasi.
 
II. [Hogwarts, Lago Nero – 6 febbraio 1994]

«Stanno ridendo tutti di me…»
Prendi a calci una pietra, facendoti anche male.
Pensavi di aver risolto il tuo problema con le parole d’ordine, ma adesso sei più nei guai di prima.
La McGranitt ti ha messo in punizione, e i tuoi amici reputano ridicola la tua figuraccia.
«Ehi, Neville!»
Ginny ti ha raggiunto, i capelli scarmigliati sulle spalle e le guancie rosse per il fiato corto.
«Finnigan ha fatto esplodere una pozione in Sala Comune. Ha… tutte le sopracciglia bruciacchiate.»
Si indica la fronte e ride. Allora ti concedi una risata anche tu.
Lei non sta ridendo di te.
Lei sta ridendo con te.
Ed è sempre più bella.
 
III.  [Hogwarts, Sala Grande – 24 dicembre 1994]

«Uh! Scusa, Ginny, non volevo pestarti il piede!»
Nonostante il rossore che t'imporpora le guance, sorridi.
Fa un cenno con la testa, perdonandoti l’ennesima gaffe.
La musica finisce e il preside vi congeda allegramente, e ancora non ti sembra vero che abbia accettato.
Appena arrivate di fronte al ritratto della Signora Grassa, che ronfa rumorosamente, la blocchi.
«Neville?»
Cominci a dondolarti piano sulle gambe, indeciso su cosa fare.
Alla fine fai mezzo passo in avanti, e sfiori leggermente le sue labbra con le tue.
In quel momento, ti senti davvero come il leone di Grifondoro.
«Buon Natale, Ginny.»
Sussurri, osservando il suo sguardo un po’ sorpreso, ma comunque felice.
 
IV. [Ministero, Ufficio Misteri – 16 giugno 1996] ~ [Hogwarts, infermeria – 23 giugno 1996]

Vorresti lanciarti sulla Lestrange nel preciso istante in cui la riconosci.
La causa di tutta la sofferenza dei tuoi genitori, della tua infanzia priva di una mamma e un papà.
Ma rimani lucido, affiancando Ginny, con la bacchetta tesa.
Non permetteresti a nessuno di farle del male, anche se lei ne ha fatto a te.
Mentre lanciate Schiantesimi e fatture varie, cerchi di non perderla mai di vista.
Vi dividete, ci sono Mangiamorte ovunque e non smettete di combattere, ma speri in un miracolo.
Si stanno ferendo tutti: Hermione, Luna, Ron… Ginny.
La sistemi in modo che sia protetta dalla furia della battaglia.
Lei è troppo bella, perfino per morire.

*
 
«Disseminatrice di cuori infranti.»
La apostrofi così, mentre la raggiungi fuori dall’infermeria, dove ha appena visto Ron.
Sai che ha mollato Michael da un po’ e che ha cominciato a frequentare Dean, nonostante le occhiate che le lancia Harry.
«Neville…»
«Lascia stare, sai che il mio è di una lista a parte.»
Le sorridi, perché non vuoi che si senta in colpa, anche se dovrebbe, in effetti.
«Facciamo una passeggiata?»
Sa che avresti tanto da dirle, sai che vorrebbe tanto ascoltarti.
Quasi accetta la tua mano tesa, ma poi la ritira, con espressione rattristata.
«Mi dispiace, ma ho appuntamento con Dean e…»
Ecco, cos’era lui: un cuore brutalmente calpestato.
 
V. [Hogwarts, Stadio di Quidditch /Sala Comune – aprile 1997]

«Ehi, Gin!»
Avete vinto e l’aria intorno a voi è frizzante di gioia.
La affianchi mentre tornate ai dormitori. È talmente contenta!
Sorride e saltella a ogni passo, raccontando i dettagli della partita e abbracciando qualunque compagno di squadra le capiti sotto mano.
La Sala Comune esplode in un boato appena entra, tutti le fanno le congratulazioni.
Poi arriva Harry.
Tra l’incredulità di Ron e la rabbia di Dean, si getta fra le sue braccia, baciandolo e guardandolo come sai che non guarderà mai te.
E ti chiedi tristemente quando sarà il tuo turno, quando potrai amarla come gli altri non potranno mai fare.
Come Harry non potrà mai fare.
 
VI. [Hogwarts, Stanza delle Necessità - 20 marzo 1998]

Alla fine, sembra che il tuo turno sia arrivato.
Sorride tra le tue braccia, mentre ti accarezza pigramente la spalla.
«Gin…»
Vorresti dirle che l’ami, che l’hai sempre amata, ma – come al solito – te ne manca il coraggio.
Ti viene quasi da ridere.
«Vorrei dirti parole d’amore, ma forse a parlare sei più brava tu…»
Si gira e ti sorride.
«Bene, allora parlerò io. Ti amo, Neville.»
Sorridi anche tu, come un ebete – ti senti un ebete –, ma non puoi fare a meno di chiederti quando finirà tutto questo, quando si romperà questa bolla perfetta, fino a quando ti preferirà a Harry.
Dovrebbe durare per sempre.
Non durerà mai.
 
VII. [Hogwarts, Sala Grande – 2 maggio 1998]

La cerchi con lo sguardo, tra tutta la gente che affolla la Sala Grande.
Ti guardi intorno, scoprendo afflitto i corpi degli amici, pregando con tutta l’anima di non trovarla mai.
Alla fine ti viene incontro, buttandosi tra le tue braccia, e non ti resta che stringerla, sussurrarle piano parole di rassicurazione, accarezzarle i capelli sporchi di fuliggine.
È lì, davanti a te, tutta interna, con qualche graffio, ma nulla che non si possa curare con un colpo di bacchetta.
Eppure non smette di singhiozzare, biascicando qualcosa che all’inizio non riesci a capire.
«F-Fred…»
Getta lo sguardo verso un angolo della stanza, dove tutti i Weasley sono chini sul ragazzo, che ormai non si muove più.
Sai che vorrebbe solo trovare il Mangiamorte che l’ha ucciso, e ucciderlo a sua volta. È una sensazione che conosci.
Mentre continua a piangere, stringendo tra i pugni la tua camicia, elenca piano tutti gli altri che hanno perso la vita durante la battaglia.
«Il pr-professor Lupin, T-Tonks, Lavanda, Colin…»
Conficca le unghie nelle tue spalle, aggrappandosi a te.
Continui a stringerla, baciandole la fronte, asciugando le lacrime, che intanto si sono seccate.
«Non è giusto… non è giusto…»
«La guerra non è mai giusta, Gin.»
«…Harry?»
Scuoti la testa, mentre le annuisce con un piccolo cenno del capo.
Nemmeno l’amore è giusto.
 
VIII. [Diagon Alley, Gelateria ‘Fortebraccio’ – 1 settembre 2001]

«Sei il solito pasticcione!»
Si sporge in avanti, pulendoti una guancia dal gelato al cioccolato.
In memoria dei vecchi tempi, vi siete dati appuntamento da Florian Fortebraccio, una volta all’anno.
Ti piace stare così, seduto a tavolino con lei, chiudendo fuori la vita, almeno per un po’.
«Allora, come va con la squadra?»
«Non dirmi che non sei mai andato a vedere una partita delle Holyhead Harpies!»
Un sussurro scandalizzato, la sua solita risata cristallina.
Certo che sei andato a vedere le Holyhead Harpies. Non ti perdi  una partita da quando gioca Ginny.
«E Harry?»
«Lo sai.»
«Lo so.»
Harry è sempre un problema.
Il tuo, il suo, il vostro.
 
IX. [Godric’s Hollow, Cappella – 15 giugno 2004]

«Stanno aspettando la sposa.»
L’hai trovata seduta su una staccionata sul retro della chiesa. La stanno cercando tutti, ma l’hai trovata tu.
«Possono aspettare.»
Dovrebbe essere felice. Ti aveva promesso che sarebbe stata felice. Perché non è felice?
«Credo davvero che dovresti andare, Harry è così preoccupato, non…»
«E se non volessi andare?»
Vorresti dirle che non c’è problema, che la porteresti in qualunque posto volesse andare, che la seguiresti fino in capo al mondo.
«Sarebbe ‘istigazione alla fuga’ dirti di fare quello che vuoi?»
E in un attimo, con la solita imprevedibilità, le sue labbra morbide sono sulle tue.
Vorresti stringerla per sempre, sarebbe bello.
«Ginny, non…»
«Dobbiamo andare.»
 
X. [San Mungo, reparto maternità – 10 aprile 2006]

«Ehi, tutto bene? Ron mi ha mandato un gufo e sono venuto appena ho saputo…»
Lei è sempre bellissima, anche con quell’aria sfinita e dei profondi segni violacei sotto gli occhi.
Culla con un braccio un fagottino minuscolo e lo guarda come se fosse la cosa più bella del mondo.
Harry è euforico, ti è saltato addosso blaterando qualcosa come ‘gli occhi di mia madre’.
«Albus Severus Potter. Saluta zio Neville!»
Hannah vorrebbe tanto dei bambini, ma il pensiero che quello euforico dovresti essere tu, che i bambini di Ginny sarebbero potuti essere anche i tuoi, ti blocca ogni volta.
E sai che anche lei pensa le stesse cose, che le ha pensate alla nascita di James, che le ha pensate il giorno del suo matrimonio.
«Harry vorrebbe che tu e Luna foste i padrini.»
«Ginny, sai che…»
Che non ci riusciresti, a guardare crescere quel bambino – un altro –, che proprio non riusciresti a sopportarlo.
«Lo so. Infatti saranno George e Angelina. Ma credo che con il prossimo dovrai accettare per forza.»
Il prossimo.
Questo significa che ti toccherà di nuovo smaterializzarti in fretta e furia al San Mungo, vedere Harry euforico, fare congratulazioni che non ti appartengono.
Il prossimo.
A volte credi che il destino ti abbia giocato un tiro mancino.
A volte credi che sia solo la realtà.
 
XI. [Godric’s Hollow, Casa Potter – 31 dicembre 2026]

«Ti chiedi mai se abbiamo fatto la cosa giusta? Sai, quando eravamo ancora in tempo…»
È la sera della vigilia di Capodanno, e mentre i vostri figli si divertono, voi siete in casa ad aspettare la mezzanotte.
Forse avete bevuto troppo, non parlate mai di certe cose. Avete sepolto tutto sotto strati di passato.
«Tu cambieresti qualcosa?»
Pensi a Hannah, ai bambini, al lavoro.
Per riavere il tempo ormai perduto del vostro amore, rinunceresti a ogni cosa.
«Ginny…»
«Io no. Ti ho amato tanto, Neville, ma a volte non basta.»
In fondo è sempre Ginny, con i suoi occhi scuri, i capelli rosso fuoco e i vostri rimpianti sulle spalle.
 
  
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