Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: Inathia Len    22/11/2014    6 recensioni
E se la storia della Bella e la Bestia non fosse come ve l'hanno sempre raccontata? E se i protagonisti fossero altri?
Leggete di John, che sacrificò se stesso per salvare la sorella Harry, ma finì col trovare l'amore.
Leggete di Sherlock, del principe senza cuore che la fata Irene trasformò in una Bestia orrenda e che riuscì a redimersi grazie all'amore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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This is the end... hold your breath and count to ten



Sherlock sapeva che la fine era vicina. Nel salone, piani sotto lui, i suoi servitori continuavano a combattere con coraggio, ma la resistenza era inutile, lo sapeva.

Lo sentiva.

Erano entrati poco prima, le difese erano durate meno di un minuto quando i contadini si erano armati di un grosso tronco e avevano abbattuto prima il cancello e poi il portone d'ingresso.

I suoi servitori erano stati coraggiosi, lo erano tutt'ora, ma lui era stanco.

Stanco di quella battaglia inutile.

Stanco di sentire le urla di quei folli che lo chiamavamo mostro e bestia.

Stanco di vivere in un mondo in cui, lo sapeva, John non sarebbe tornato.

Così aveva fatto quello che aveva fatto, aveva scelto il male minore. Era un qualcosa di egoistico, se poi ci si pensava sul serio.

Aveva fatto un mandare un messaggio a quello che gli era stato indicato come il capo di quella rivolta assurda, Jim Moriarty, gli aveva detto che lo aspettava lì sopra, sulla terrazza doveva aveva riso e scherzato con John solo qualche giorno prima.

Ma ora John non c'era, non sarebbe tornato e, a conti fatti, forse era meglio così. Non avrebbe assistito a tutto quello.

La porta alle sue spalle si aprì cigolando e Sherlock relegò in una parte della sua mente il pensiero di farla sistemare. Non ce ne sarebbe stato bisogno. Dopo quella notte, sarebbe stato tutto inutile.

Moriarty era un uomo distinto, giovane, elegante e dagli occhi intelligenti. Ma aveva anche qualcosa di affascinante, nel contesto. Forse era per la stoffa dell'abito, perfetta e all'ultima moda, forse era per i capelli pettinati all'indietro, che scoprivano la fronte e lo facevano sembrare quasi un uomo qualsiasi, innocente.

Forse fu per il fatto che Jim Moriarty non trasalì quando lo vide per la prima volta.

-Il signor Moriarty, suppongo- disse Sherlock, staccandosi dalla balaustra e andandogli in contro.

Il tempo per pensare era finito, i giochi erano fatti.

-Puoi chiamarmi Jim- ribatté Moriarty, la voce che sembrava un gatto che miagolava. -E io ti chiamerò Sherlock. In fondo, è come se ti conoscessi. Il caro Johnny non fa che parlare di te...-

Nel sentire quel nome, la maschera di apatia sul volto di Sherlock crollò per un secondo.

-Lascialo fuori da questo discorso. Lui non c'entra- ringhiò, voltandosi verso Jim e assottigliando gli occhi. -E' una cosa tra me e te.-

-Oh, Sherlock... non posso lasciare Johnny fuori da tutto questo- lo canzonò Moriarty, mentre Sherlock gli camminava intorno, studiandolo.

Sapeva leggere le persone, Sherlock, sapeva tutto di loro in meno di un'occhiata, non aveva mai sbagliato in colpo. Eppure... con Moriarty non ci riusciva. Gli era capitato solo un'altra volta, quando quell'incubo era cominciato, quando Irene la fata si era presentata alla sua porta. All'epoca era stato troppo pieno di sé per capire quella trappola che gli stava davanti, travestita da mendicante.

E la stessa cosa stava succedendo in quel momento.

-Cosa vorresti dire?-

Jim rise, arricciando il naso e guardandolo con gli occhi che gli brillavano.

-Davvero non lo sai? Oh... io pensavo che Johnny te lo avesse detto.-

-Parla- ringhiò Sherlock, facendoglisi vicino, arrivando a un soffio dal suo viso. -Dimmi cosa sai o pensa alle tue ultime parole.-

E Jim rise di nuovo, un angolo della bocca che si sollevava e l'altro che quasi lottava per rimanere al suo posto. Sherlock stava per perdere le ultime briciole di pazienza. Moriarty non aveva alcun diritto di parlare e ridere di John. Chi era lui per farlo?

-Johnny non ti ha davvero detto niente. Esilarante- commentò, -davvero esilarante. Sai, Sherlock, ti credevo davvero diverso. Più divertente. Invece sei come tutti loro. Sei noioso- gli sibilò all'orecchio, costringendo l'altro a ritirarsi di scatto.

-Che cosa vuoi da me?-

-Distrazione?- gli fece eco Jim, scrollando le spalle. -Liberarmi dell'unica persona che potrebbe rovinare i miei piani? Miei e di Johnny... questo va specificato.-

-Ho detto di lasciarlo fuori, o sarà l'ultima cosa che farai- sibilò di nuovo Sherlock e Jim rise di nuovo.

-Come sei solenne, quando ti ci metti. Solenne e neanche un po' spaventoso. Mi hai davvero deluso... ma questo non cambierà le cose. Sono felice che tu abbia scelto questo luogo, sai? Perfetto... davvero perfetto.-

-Perfetto per cosa? Cosa vai blaterando?- chiese Sherlock, spaesato per un secondo. -Oh... adesso comprendo. Il mio suicidio, no? Devi liberarti di me, no?- disse, collegando tutti i vari pezzi e sorridendo a se stesso. -E sei io non lo facessi? Dammi una ragione... dimmi del tuo fantastico piano. Perché hai bisogno della mia morte?-

Moriarty rimase un secondo in silenzio, guardandolo negli occhi, poi una luce strana si accese nei suoi occhi.

-Perché lo hai distratto, Sherlock, lo hai distratto dal suo obiettivo.-

-John vuole fare il medico. E per lui, stare qui, è la sua migliore opportunità.-

-Non c'è solo quello. Sai, sono davvero esterrefatto. Mi è sempre sembrato un ragazzo così tranquillo ed educato- mormorò, scuotendo la testa, -mi ha deluso. Così come mi hai deluso tu... ah! Che fatica!-

Sherlock non disse nulla, si limitò a guardarlo negli occhi, a seguire il camminare di Jim attorno a lui. Non aveva nulla da dire, voleva solo sentire dove stava andando a parare. Aveva paura, ma non voleva farlo capire in nessun modo. Aveva paura perché questo Moriarty poteva davvero conoscere John in una maniera diversa da quella in cui l'aveva conosciuto lui, poteva sapere cose che lui non sapeva, che lui non aveva letto, che lui non aveva capito...

-John non ti ha mai parlato della sua fidanzata?-

La voce di Jim gli arrivò come un fulmine a ciel sereno. La sentì come lontana, poi echeggiò nella sua mente all'infinito, distorcendosi e moltiplicandosi.

-La sua... fidanzata?- chiese, la voce improvvisamente roca.

-Mary, la mia figlioccia. Si sposeranno tra un paio di settimane. Ecco perché se n'è andato. Ecco perché...-

-Non è tornato- completò Sherlock per lui, lo sguardo spento e le mani che gli tremavano.

Chiuse gli occhi e deglutì piano.

-Quindi vorresti che io morissi?-

-Precisamente. E anche in fretta, sai? Sta davvero cominciando a piovere... e il mio completo è nuovo.-

-Dimmi solo questo. Se lo faccio sul serio, se salto, se muoio... te ne andrai? Lascerai il castello e tutti i suoi abitanti in pace?-

Jim ridacchiò leggermente, poi annuì.

-Hai la mia parola. Quando salterai, dirò a un mio uomo di fiducia di fermare l'attacco.-

-Posso avere un secondo?- chiese Sherlock, ormai in bilico sul cornicione.

Moriarty alzò gli occhi al cielo, ma si allontanò, uno strano sorriso disegnato sul volto.

Sherlock fece un respiro profondo e si azzardò a guardare di sotto un secondo, aspettandosi di vedere soltanto una folla di contadini impazziti che ancora spingevano per entrare.

E invece, il suo cuore si fermò, per l'ennesima volta in quella serata.

Perché giù, quasi ai margini della foresta, non molto distante dal castello, c'era John. Dietro di lui un uomo che lui non aveva mai visto, moro e con gli occhi chiari, e sembrava tenerlo fermo, lo minacciava con una pugnale.

John stava cercando di liberarsi, di dire qualcosa, ma lo sconosciuto gli impediva anche di parlare.

E fu a quel punto che Sherlock distrasse lo sguardo e cominciò a ridere piano, poi sempre più forte, tanto da far voltare Jim, che lo guardò sconvolto. Sherlock saltò di nuovo sul terrazzo con incredibile grazia, senza smettere di ridere.

-Che hai? Che c'è? Che ho sbagliato?- farfugliò Moriarty. -Che cosa...?-

-Hai commesso un errore- spiegò Sherlock, gli angoli della bocca ancora piegati in un sorriso, gli occhi accesi.

-Io non ne faccio.-

-Hai detto che c'è un tuo uomo, là sotto. E immagino sia quello che ho appena visto, quello che ha John in “custodia”, per così dire. Quindi non c'è bisogno che io salti, non finché ho te.-

Jim rimase in silenzio, gli occhi scuri fissi in quelli dal colore indecifrabile di Sherlock, quasi lo stesse studiando di nuovo, ma questa volta sotto una nuova luce.

-E tu credi di riuscirci? Di essere in grado di fermarmi? Nessuno può farmi fare quello che non voglio. E io, di certo, non voglio fermare Sebastian. John morirà, se tu non salterai. Il tuo grande e unico amore...- canticchiò Jim, fermandosi improvvisamente quando Sherlock lo afferrò per la collottola.

-Oh, io non credo proprio. Dimentichi? Io sono te, no? Disposto a tutto, disposto a qualsiasi cosa. E io sono pronto a spingermi oltre ogni limite... vuoi che io ti stringa la mano all'inferno? Oh, non ti deluderò...-

Jim fece una smorfia, allontanandosi leggermente.

-Avevo ragione... tu parli troppo, ma non concludi nulla. Sei noioso- gli sibilò all'orecchio. -Sei dalla parte dei buoni...-

-Oh, può anche essere che io sia dalle parte dei buoni, come dici tu, ma non credere neppure per un secondo che io sia uno di loro- ringhiò Sherlock, tornando per un attimo ad essere la Bestia di un tempo, il pelo irto e le zanne bianche nella notte.

Moriarty rimase in silenzio, finalmente sorridente. Chiuse gli occhi qualche secondo, poi li riaprì, ma la smorfia sul suo viso non venne cancellata.

-Hai ragione... ora lo vedo. Tu sei come me- sussurrò, -grazie per la prova finale. Grazie davvero, Sherlock.-

E fece un passo in avanti, continuando a ripetere -Grazie, grazie, che tu sia benedetto... Hai davvero trovato una via d'uscita. Finché mi hai, puoi fermare Sebastian, puoi persino cercare di fermare le nozze- mormorò, riuscendo a colpire Sherlock persino con quelle parole. -Bravo, davvero bravo. Finché io vivo, è tutto possibile... be', buona fortuna con la parte finale del tuo piano- aggiunse alla fine, sbilanciandosi dal balcone. -Perché non è solo Sebastian ad avere sotto tiro John. E io non ho davvero intenzione di collaborare.-

E poi si lanciò di sotto, sotto lo sguardo stupito e inorridito di Sherlock.

Il suo corpo volò verso l'erba, si scontrò con essa, di fuse con il fango. Non si rialzò, non fece null'altro, il sorrisetto di poco prima ancora dipinto su quel volto ora pallido e rosso di sangue.

E Sherlock guardò attonito Sebastian lasciare John per correre dal corpo esanime di Jim, le lacrime che si confondevano con la pioggia, i tuoni che mascheravano le sue urla.

 







Inathia's nook:


ok, ci siamo.

la fine sta cominciando sul serio. 

Questo capitolo è stato davvero un parto. Dover far coincidere il cartone animato con la serie tv... un incubo, vero e proprio. Perchè, se nella serie Sherlock e Jim sono nemici giurati fin praticamente dall'inizio, qui non si sono mai incontrati. E quindi Jim doveva avere un motivo (agli occhi di Sherlock ovviamente) che andasse oltre la noia. 

Ed ecco qui che spunta la fantomatica fidanzata. E' l'unica cosa che mi è venuta in mente, l'unica cosa che possa piegare Sherlock e convincerlo ad uccidersi: John che non lo ama.

Anche se noi sappiamo ovviamente che è una bugia, ma il caro Jim non si è mai messo problemi di questo tipo ;)

Ed ecco a cosa gli serviva John, deve assistere alla morte di Sherlock. Jim ha ovviamente capito che l'amore di Sherlock è ricambiato e ora deve battere John, deve annullarlo. perchè è stato l'unico e il primo a prendersi gioco di lui (dimostrando che Harry non era pazza) e l'unico che non lo abbia mai accontentato (rifiutando più e più volte di sposare Mary)...

ora... questo è tutto, solo...

chi è la seconda persona che tiene sotto tiro John e comanda insieme a Jim?

Un bacione e un trollone a tutte quante ;)

  
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