Serie TV > Miami Medical
Segui la storia  |       
Autore: Kytalpha    22/11/2014    1 recensioni
[Miami Medical]
Chris intanto sentì il freddo salirgli sulla schiena man mano che entrava nella tana della morte, fredda, buia, paurosa come gli incubi di quando era bambino.
"Come farò a spiegarlo a Proctor?" Si chiedeva mentre scendeva sempre più in quella trappola, dalla quale, forse non sarebbe mai uscito. "Ed Eva? Lei rischia di uccidermi."
Oramai era dentro, non aveva scelta se non continuare.
Genere: Angst, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
We met under Starlight, after the storm.
Capitolo primo: Deep Grave




"Eva," la chiamò Proctor. "Chris è nel buco."
Le parole del primario le caddero addosso come una lastra di marmo cade al suolo.
"Come nel buco?" Chiese stupefatta, mentre nella sua mente si accavallarono pensieri orribili. "E non lo hai fermato?"
"A me non ha detto nulla." Rispose.
Qualcosa dentro la Zambrano crebbe: un'ansia terribile.
Si mise la mano destra sul fianco come era solita fare, e si portò la sinistra sugli occhi, mentre i capelli neri le scendevano sul viso.
"Scusami un momento" riuscì a dire.  
Matthew la guardò storta mentre scompariva dietro un corridoio.
"Ma cos'ha la Zambrano oggi?" Chiese perplesso entrando in sala operatoria seguito dalla Warren.
"Ma come, non l'hai notato?!" Domandò stupefatta.
"Cosa?" Chiese di nuovo sempre più incuriosito.
"Il sorriso di Eva quando è con Chris." Disse secca. "E di come lui ne rimane incantato."  
"B'è ha un bel sorriso" Ammise intento ad incidere con il bisturi.
"Ma allora sei duro!" Sbottò. "Metti in moto quelle rotelle nella testa, Proctor." Gesticolò con le mani vicino alla testa.
"Si, tu passami una garza." Ordinò continuando a fare il suo lavoro risultando del tutto assente dalla questione "Eva e Dottor C", che prima lo aveva interessato tanto.
Oramai tutti sanno quello che provano l'uno per l'altra. Pensò Serena. Tranne loro due...
Eva si rinchiuse in ufficio due ore a ispezionare delle cartelle cliniche, ma nulla di tutto questo riusciva a distrarla dal pensiero che se fosse andata male sulla sua scrivania ci sarebbe stata la cartella clinica di Chirs Deleo. Quello stupido organismo vivente, che riusciva che faceva di tutto per farla sorridere non ostante stesse piangendo, che la abbracciava e la teneva stretta a se come per proteggerla, che con le sue battute riusciva a farla sentire più a suo agio nei momenti 'no'.
"Oh Chris..." Riuscì a sussurrare con gli occhi che iniziavano a bruciare..

Chris intanto sentì il freddo salirgli sulla schiena man mano che entrava nella tana della morte, fredda, buia, paurosa come gli incubi di quando era bambino.
Come farò a spiegarlo a Proctor? Si chiedeva mentre scendeva sempre più in quella trappola, dalla quale, forse non sarebbe mai uscito. Ed Eva? Lei rischia di uccidermi.
Oramai era dentro, non aveva scelta se non continuare.
Non sapeva perchè lo stava facendo, forse si sentiva impotente nei confronti di suo fratello, non c'era molto da fare per lui, era condannato. Se solo glielo avesse detto prima... Non sapeva se odiarlo o amarlo, come in un remoto passato aveva fatto, ma c'era sempre una parte di Rick, la parte idiota di lui, che lo mandava in bestia, e questo lo sta portando alla lenta morte. Oltretutto aveva baciato Eva, davanti a lui.
Perchè? Si chiedeva ogni volta. Perchè lo ha fatto? Per mandarmi in bestia?
E così è sempre successo, iniziava a provare dell'affetto per lui, e Rick Deleo finiva sempre per rovinare tutto...

Eva in ospedale stava prendendo a calci e pugni una macchinetta per degli stupidi biscotti.
"Non te la prendere con una stupida macchinetta" Disse Serena sbucandole dal dietro.
"Ah ah!" Rispose acida continuando a maltrattare quel pezzo di latta.
"Aspetta, faccio io." Con un calcio di lato la merendina cadde sotto gli occhi stressati di Eva. "Ecco, tieni." Le porse il piccolo pacchetto di oreo per il quale aveva lottato duramente.
Con un cenno ringraziò la pazienza di Serena e si mise a sedere su uno dei divanetti in sala d'aspetto, intenta ad aprire i biscotti.
"Stai bene?" Chiese la Warren.
"Benissimo!" Rispose scettica spezzando un biscotto fra i denti. "Se solo mi avesse avvertita..." Abbassò la testa.
"Tu l'avresti fermato." Le disse.
"Appunto!" Venne fuori Eva alzando il capo verso Serena.
"Perchè?" Chiese la dottoressa, volendo arrivare al punto.
"Non ne ho idea." Disse continuando a ingozzarsi di biscotti. "Forse perchè è l'unico che in certe situazioni riesce a capirmi, forse perchè sto bene con lui, fors-" Serena sorrise. "Voglio un maledetto biscotto, non un ragazzo! Oh adesso cosa hai da ridere!" La rimproverò Eva.
"Niente." Continuò a tenersi il sorriso stampato sulla bocca.
"Lasciatelo dire" Si alzò in piedi, difronte alla Warren. "a volte non ti capisco proprio." se ne andò lasciando sorridere Serena in sala d'aspetto, seduta su quel divanetto azzurro.
Come gli occhi di Chris...

Vi fu un'ennesima scossa e il soffitto cadde, travolgendo Chris e Joe.
Gli occhi del Dottor "C" non riuscivano a scorgere nientaltro che false speranze dall'oscurità, così fredda, buia, senza senso che portava alla morte.
"Joe!" Urlò. "Stai bene?"
"Sì... Credo." Riuscì a dire fra un colpo di tosse e l'altro.
Chris trovò finalmente la torcia perduta, e la accese. Vide Joe in difficoltà, il carico sulla sua gamba era decisamente aumentato, e stava soffrendo.
"Allora Joe, devo incidere la gamba, così da poterla amputare, usciti di qui." Lo informò Chris intento a cercare un bisturi.
L'uomo annuì e si lasciò andare dal sonno e dalla stanchezza.
"Ehi!" Lo svegliò il medico. "Joe, senti... Parliamo un po', purtroppo se ti addormenti potrebbe finire male, e mi servi sveglio." Continuò. "Okay?"
Annuì nuovamente. "Allora dot-" emise un gemito di dolore. "Di cosa vuole parlare?"
"Qualsiasi cosa, anche la più banale." Rispose. "C'è qualcuno che ti aspetta la fuori?" Domandò. "Una ragazza? Una famiglia? Figli?" Si infilò il bisturi in bocca mentre tamponava la gamba.
"No." Rise sofferente. "Abito da solo. La mia famiglia sono i ragazzi." Specificò. "Lei?"
"C'è qualcuno..." Rispose. "Ma sono stato un idiota."
"Come si chiama?" Chiese a Chris.
"Eva." Malinconicamente il medico rispose, come se pronunciare il suo nome provocasse altro dolore.
"E" una smorfia di dolore apparì sul suo volto. "E lei lo sa?"
"No." Diede una risposta secca, continuando ad incidere, troppo concentrato per fermarsi a dare una risposta completa.
"Perchè? Dovresti dirglielo." lo interrogò spronandolo a dichiararsi.
"Tu dici?" Domandò mentre Joe annuiva. "Mha... E' difficile da spiegare." Decise di prendere un minuto di pausa, era sfinito. "Crede che io scherzi, ma credo non abbia ancora capito che dietro le mie burle nascondo quello che provo." Esaudì con queste uniche parole la curiosità di Joe.
Un'ennesima scossa giunse improvvisa.
"Chris! Chris! Mi senti?!" Il Dottor C riconobbe la voce metallica di Brian, il 'boss del pronto soccorso'.
"Doc B! Dica tutto" Rispose con una felicità finta.
"Siete bloccati." Chris rimase un secondo in silenzio pensando al peggio.
Eva.
"Chris! Oddio cavolo Chris, non farti prendere dal panico e ascoltami!" Brian iniziava a perdere la pazzienza.
"S-Sì, dimmi." Concesse la parola al boss.
"Queste sono scosse di assestamento, non sappiamo quando smetteranno, e non siamo nemmeno sicuri che lo faranno. Quando la terra avrà intensione di smettere di tremare, vi faremo uscire fuori, intanto devo avvertire Proctor."
"Sì! Brian aspetta!" Con un'ansia improvvisa iniziò a tremare.
"Dimmi Chris." Brian sbuffò.
"Puoi dire alla dottoressa Eva Zambrano una cosa da parte mia?" Domandò con una vana speranza.
"Cosa Chris?"
"Desidero che sappia..." Sospirò. "Che la amo." Ecco, ora si che si sentiva vuoto. Era bloccato in una voragine sotto terra, al buio incapace di intendere e di volere.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Miami Medical / Vai alla pagina dell'autore: Kytalpha