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Autore: Selene_90    29/10/2008    6 recensioni
Dedicata a Fanny_80. E se per caso i figli di Harry e Draco chiedessero ai loro genitori, come si è verramente svolta la loro dichiarazione di matrimonio? Ecco qui il tutto, visto da Potter, e visto da Malfoy
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ffffffffff

Questa shot è interamente dedicata ad una delle mie autrici preferite che è Fanny 80. Quindi, cara Fanny, veramente tantissimi auguroni di buon compleanno, e spero che nonostante non ci conosciamo quasi per niente, ti faccia lo stesso piacere leggere questa piccola shot che è mia, tanto quanto della mia insuperabile e meravigliosa beta Annaly. La beata beta, così come si è ironicamente definita! XD Senza di lei questa fic non avrebbe mai visto la luce del sole, e in questo caso non è solamente un modo di dire. Grazie ancora mia salvatrice! Ah si… il titolo è di sua totale ed esclusiva invenzione!!!

Come vedrete, la fic è per così dire narrata sia da Harry che da Draco che esprimono la loro personale visione su un certo fatto,separate da questi simboletti  *** , giusto perché così non si faccia confusione.

Fanny, è tutta tua! Bacione e ancora auguri.

 

 

DICHIARAZIONE DI DIPENDENZA...ovvero: QUANDO UNA TELEFONATA TI "CRUCIA" LA VITA.

 

 -Allora papà?-

Harry Potter si irrigidì all´istante, nell´udire quel tono di voce che non prometteva nulla di buono. Incrociò le braccia al petto con fare guardingo, studiando indagatore l´espressione rilassata e divertita di sua figlia Lilian. Non riuscì ad impedirsi di sbuffare contrariato, riconoscendo in lei fin troppa "draconite", non per niente era per metà figlia di quel demonio biondo  che si era sposato.

Cosa vuoi sapere?- si arrese infine, concedendole quell´ennesimo punto a suo favore. Non riusciva a dire di no a quella piccola serpe che si trovava per figlia: per lui sarebbe rimasta la sua principessa per sempre. Lei sorrise trionfante, andandosi a sedere sulle sue gambe, com´era solita fare quando era molto piccola.

-Serpe- ridacchiò Potter senior, scuotendo il capo divertito.

-Ho preso da entrambi- sentenziò seria, ma compiaciuta per aver incastrato suo padre.

-Dimmi tutto, ora, senza tralasciare nessun particolare- e cosi Harry Potter si ritrovò costretto a raccontare tutto, rendendo partecipe la figlia della dichiarazione di matrimonio più disastrosa che i discendenti di Merlino potessero ricordare.

***

-Che cosa? Non posso credere che tu lo stia chiedendo proprio al sottoscritto. Non è mia la colpa!-

James Sirius Potter guardò sorpreso suo padre, chiedendosi se per caso avesse dimenticato, il piccolo particolare, di essere stato lui, anni addietro, a fare quella specifica richiesta a suo padre Harry.

- C´è qualcosa che dovrei sapere?- Chiese divertito, fissando il genitore -Siete stati sempre... riservati sull´argomento, non ci sarà mica qualcosa da nascondere per caso?- insinuò mordace, passandosi una mano tra i capelli ramati, in un gesto tramandato da una generazione di Potter all’altra.

Draco non si fece abbindolare, e un sorriso sghembo deformò il suo volto:

-Tua sorella... dov´é?- replicò invece, sotto lo sguardo argento del figlio.

-In giro- rispose vago, scrollando le spalle- ma se non vuoi papà, posso chiedere a...-

-Non ci provare nemmeno. Ho paura di quale versione dei fatti potrebbe renderti partecipe, quell´esibizionista grifondoro, che ti ritrovi per padre.-

James Potter sorrise trionfante, mentre un pensiero divertito attraversò la sua mente: e dire che c´era chi sosteneva che i Grifondoro non erano furbi...Tzè, aveva appena incastrato un serpeverde...

- Allora papà, arriviamo al dunque?-

-Va bene, va bene, ma quanto sei impaziente. Comunque: vivevamo ormai assieme da più di un anno...- cominciò a raccontare l´ex serpeverde, accomodandosi su uno dei divani del salone del grande maniero nel quale vivevano, -e nonostante  tutte le stranezze di Potter, mi resi conto che volevo dividere il resto della mia vita con lui, e alla fine  mi arresi... e da qui alla folle idea di chiederglielo, il passo e` stato breve. Breve, ma tutto in salita. Programmai il tutto nei minimi particolari: la serata giusta, il discorso giusto, il vestito perfetto...ero impeccabile. Bastava solo che quel testone dicesse di si! E quella fu l´impresa più ardua di tutta la mia vita.-

***

-Avevo notato da un po´, lo strano comportamento di Draco nei miei confronti, ma all´inizio non gli diedi la giusta importanza- iniziò a raccontare Potter senior, rispecchiandosi negli occhi divertiti di sua figlia.

Un´occhiata complice fece pensare ad entrambi la stessa cosa: era di Draco Malfoy che si stava parlando, la stranezza fatta persona.

-Il primo indizio che mi mise in allarme, fu sentirlo parlare al telefono con Blaise. Una conversazione normale fin quando rimanemmo nella stessa stanza, ma appena uscii il suo tono di voce mutò improvvisamente, come cospiratorio. All´inizio non ci badai poi molto, in fondo stava parlando con Blaise: molto probabilmente stavano complottando per conquistare il mondo o roba simile.-

***

-Essere un Malfoy come ben saprai, vuol dire essere sempre in grado di dimostrarsi adatti ad ogni situazione-, e qui Draco fece una breve pausa d´effetto, osservando il viso divertito di suo figlio. -No, non puoi saperlo! Per qualche strano e ironico caso del destino, somigli troppo ad Harry!-

James rise divertito, alzando con fare drammatico gli occhi al cielo. Aveva sentito quelle parole da quando ne aveva memoria.

-Non cambiare discorso, papà, prosegui.-

-Come stavo dicendo... essere un Malfoy mi ha preparato a tutto nella vita e pensai, stupidamente, che sarebbe stato un giochetto da ragazzi. Evidentemente non valutai il fattore Potter, che come sai comporta una notevole sfiga grifondoro,  e a quel punto decisi di chiedere aiuto a Blaise. Grave, gravissimo errore: Blaise, come sempre accadeva a notizie del genere, cominciò a macchinare piani su piani, lasciandosi come sempre trasportare dalla situazione e mettendo così nei casini il sottoscritto. Il dubbio che Harry sospettasse  che tra me e Blaise ci fosse qualcosa, mi attanagliava sempre di più il cervello. Quale amico ti chiama con una frequenza di 5 volte al giorno, per sapere se finalmente gliel´hai chiesto? Per non parlare della sua idea brillante di farmi provare il discorso davanti al nostro specchio magico, nella camera degli ospiti. Ero sempre più sulle spine e nervoso, il che mi portava a scattare per niente. Passavo ore chiuso in camera davanti a quell´intrattabile specchio, cercando di articolare una frase di senso compiuto, ma senza grande successo. Il fatto che lo specchio si immedesimasse nella parte che era di Harry, rispondendomi sempre e solo: "no, riprova tra cent´anni bello", non era certo di grande aiuto.

-Hai fatto le prove davanti ad Antonio?- chiese sorpreso James, trattenendosi a stento dal ridere davanti a suo padre, che lo bloccò con il suo sguardo gelido, facendogli spuntare solo quello che poteva definirsi l´accenno di un ghigno.

-Antonio?!?- ripeté, ridacchiando.

-James!-

-Scusa papà, ma... Antonio?!- ripeté e questa volta non riuscì a trattenersi e scoppiando a ridere in faccia al padre.

Draco Malfoy incenerì suo figlio con uno sguardo degno del vecchio Lucius Malfoy in persona, aspettando che finisse di prendersi gioco di lui.

Antonio, questo era il nome che gli avevano dato James e Lily da piccoli, era lo specchio magico di origini italiane, regalatogli dallo stesso Blaise anni addietro, quando Potter era venuto a vivere da lui. Lo riteneva il regalo perfetto per due narcisi come loro e, in effetti, non aveva avuto tutti i torti. 

-Pensi che possa continuare, o hai da ridere ancora molto?- chiese Draco duro, lasciandosi lui stesso però sfuggire l´accenno di un sorriso.

-Okay, okay...sono pronto!-

Draco gli rivolse l´ennesima occhiataccia, prima di riprendere da dove aveva interrotto:

-Ad un certo punto presi carta e penna, e mi scrissi la dichiarazione su pergamena, così da non sbagliare una sola parola, quando sarebbe arrivato il grande giorno.  Penserai che il fatto che io sia uno scrittore mi sia stato indubbiamente d´aiuto, decisamente no! Per qualche ironico caso del destino riuscivo a balbettare persino sulla carta.

E per colpa del mio voler aspettare a tutti i costi il momento giusto, che è scoppiata la "bomba".

Ricordo ancora la prima scenata di gelosia di Harry- e qui Draco si concesse l´ennesimo sorriso sghembo. -Avvenne all´incirca due settimane dopo che tutta quella storia era iniziata e, come sempre, ero al telefono con Blaise. Solo che lui non lo sapeva.-

 

 ***Flashback***

-No, no ascolta. Non posso farlo, non ci riesco!-

Blaise, dall´altra parte della cornetta sbuffò sonoramente, pregando qualsiasi tipo di divinità affinché Draco si desse una mossa. Evidentemente, si era imbarcato in un´impresa impossibile.

-Certo che puoi Draco! Sono solo tre, dannatissime parole, cos´e che non ti è chiaro?-

-Idiota! Se è cosi facile come dici, perché non lo fai tu? L´altro giorno per poco non mi scopriva, e questo solo grazie alla tua brillante idea di fare le prove davanti ad uno stupido specchio magico che, per inciso, non fa altro che ridere di me.

-Draco... te lo dico da amico che si e` ormai pentito di averti regalato quell´accidenti di specchio: smettila con quelle cazzo di prove, chiediglielo e basta- gli urlò esasperato il moro, dall´altra parte della cornetta.

-Io... veramente... non so come diglielo, ho paura della sua reazione. Ho paura di farlo soffrire ancora. - E mentre lo diceva, gli scendevano le lacrime dagli occhi.

-Draco, l´unico che stai facendo soffrire, in questo momento, è il sottoscritto. Fammi un piacere: se proprio ci tieni a me e alla mia sanità mentale, diglielo e basta!-

-Io...okay, troverò il modo-

-Che Salazar sia lodato!-

-Smettila, idiota!-

Draco mise giù il telefono, pulendosi col dorso della mano i primi accenni di lacrime: maledetta cipolla, pensò frustrato, andando a sciacquarsi il volto.

***Fine flashback***

 

 -Una conversazione un po´ meno fraintendibile, no, eh?- Sbottò James, sarcastico, trovando tutta quella situazione estremamente divertente.

-Tze! Grifondoro!-

***

-Per almeno due settimane buone, continuai a pensare che stessero veramente complottando per conquistare il mondo, ma poi altri indizi mi si pararono dinnanzi agli occhi, costringendomi finalmente ad aprirli. Un giorno arrivai dal lavoro prima del solito, andai in cucina e sentii la voce di Draco parlare, probabilmente ancora al telefono; da quando ne aveva scoperto l´esistenza, era sempre lì attaccato! Stavo per varcare la soglia, quando sentii alcune parole che me lo impedirono: continuava a ripetere che non poteva dirmelo, che non ci riusciva, che nonostante tutto aveva paura di farmi soffrire e che l´avevo quasi scoperto. E mentre lo diceva, non so perché, avevo l´impressione che stesse piangendo. -

Lilian Rose Potter sorrise a quelle parole, scuotendo leggermente la lunga chioma corvina.

-Entrai in cucina con calma, facendolo tuttavia sobbalzare. Scattava per ogni cosa in quei giorni, e questo non era del Draco Malfoy che conoscevo, sempre impassibile e difficile da prendere di sorpresa. Gli chiesi con chi stesse parlando, e a cosa si riferisse, col fatto di non volermi fare soffrire ulteriormente. Quando lo feci, Draco si irrigidì, diventando come una statua di sale, mollando poi di fretta e furia il cibo che stava cucinando e scappando letteralmente via dalla cucina, dopo avermi risposto un chiaro e tondo: "Niente che ti riguardi, Potter". Quelle parole innescarono nel mio cervello una reazione a catena e il foglio trovato pochi giorni prima, acquistò un tutt´altro significato. Sembravano frasi sconnesse, prive di significato, ma che improvvisamente trovarono il loro giusto posto in tutta quella storia.-

-Ce l´hai ancora quel foglio?- Chiese Lily, curiosa.

Potter non rispose, dirigendosi silenzioso verso il comodino della sua scrivania, rigorosamente chiuso a chiave.

-Eccolo qui!- esclamò divertito, rendendo partecipe la figlia di quel suo piccolo tesoro.

Lily strabuzzò gli occhi, leggendo silenziosamente e sempre più divertita quelle poche righe cancellate e ormai sbiadite dal tempo, scoppiando poi a ridere con le lacrime agli occhi.

-Che tipo loquace, mio padre!- sghignazzò, asciugandosi le lacrime.

***

-E dopo?-

Draco Malfoy inarcò elegantemente un sopraciglio, davanti all´evidente entusiasmo del figlio maggiore.

-Ti diverte, non è vero?-

-Non sai quanto- ammise -Su, vai avanti!-

-Questa storia andò avanti all´incirca un mese: ormai vedevo il sospetto riflettersi nel suo sguardo, ogni volta che gli dicevo che uscivo, e questo mi bloccava ancora di più. Sicuramente aveva intuito tutto e stava ridendo alle mie spalle, vedendomi cosi in difficoltà. Naturalmente sbagliavo.

La prima volta che tentai di dirglielo fu un venerdì sera; avevo scelto il weekend con molta cura, era il 22 anniversario della morte dei suoi genitori e volevo rendere quel giorno speciale, per lui. Ma per un altro motivo: lo invitai in uno dei ristornati più belli e costosi di tutta la città; volevo fare le cose in grande e fatte bene! Lasciai trascorrere sia l´antipasto, che il primo e il secondo, aspettando con ansia il dolce, e quando finalmente arrivò, decisi di agire.

Iniziai, come da copione, con un: - Ecco, vedi Harry, se ti ho invitato qui sta sera è perche ho qualcosa da dirti, qualcosa che mi tengo dentro da troppo tempo, ormai. -

Mi ricordo che pure in quell´occasione balbettai, cominciando a sudare freddo, dopo appena le prime tre parole e quando, per miracolo, arrivai a dirgli:

-Non possiamo più andare avanti cosi`-, il suo sguardo divenne una maschera di cera, che mi ghiacciò il sangue nelle vene e non so neanche bene il perché, finimmo a litigare nel bel mezzo del ristorante, con lui che urlava qualcosa sul fatto che avrei potuto essere meno meschino e non invitarlo a cena per dirgli una cosa del genere, soprattutto in quel particolare giorno, ed io che tentavo in tutti i modi di capire il perché se la fosse presa tanto.

Il risultato fu la sua sedia vuota davanti alla mia, con ancora il dolce e con l´anello di fidanzamento all´interno, intatto.

***

-Davvero ha iniziato con un: - Non possiamo più andare avanti cosi?- Chiese Lily stupefatta, guardando con occhi sgranati suo padre annuire divertito. -Ovvio che sia venuto fuori un pandemonio!-

-E` quello che continuo tutt´ora a cercare di fargli capire. Se non sbaglio, non gli parlai per la bellezza di 5 giorni, rispondendogli a malapena a monosillabi.

I miei sensi di colpa si fecero sentire quasi subito, tuttavia, dandomi dell´idiota per non avergli fatto finire il discorso. Magari voleva dirmi qualcos´altro, cercai di convincermi innumerevoli volte, sdraiato nel silenzio assoluto della mia stanza da letto, ma ogni volta mi rendevo conto che quelle fatidiche parole, con cui aveva iniziato il suo discorso, coincidevano alla perfezione con quelle scritte sul foglio trovato quel giorno, sotto al letto della camera degli ospiti, e mi ritrovavo di colpo a pensare a quanto Draco fosse stato uno stronzo. Quello era il classico inizio di discorso per uno che ti sta per lasciare, ed io non potevo sopportarlo, non in quel giorno, soprattutto. Decisi tuttavia di fare finta di nulla,  iniziando a comportarmi come se niente fosse successo.

Gli diedi una seconda possibilità...seconda possibilità che mi pentii di avergli dato, quando il mio cuore si

spezzò definitivamente                                                                                                                      

***

-Dopo il momento iniziale, in cui Harry mi evitava come la peste, le cose pian piano tornarono alla normalità, o presunta tale. Ricominciò a considerarmi degno della sua attenzione, per cosi dire- e qui il biondo si concesse una smorfia, da perfetto Malfoy qual´era, facendo di riflesso ridere suo figlio.

-Ma il tutto non durò a lungo, e temo che in quel caso la colpa sia stata solo ed esclusivamente mia.

Forse, io stesso, avrei reagito molto peggio, vedendo il mio ragazzo chiedere al suo migliore amico di sposarlo davanti ai miei occhi, con una dichiarazione meravigliosa comprensiva del classico gesto dell´inginocchiarsi e mettergli l´anello al dito.

-Non mi dire che...-

-Purtroppo si!- ammise l´ex Serpeverde, concedendosi un sorriso amaro al ricordo, -ho chiesto a Blaise di fare finta di essere Harry, utilizzandolo come cavia per la mia dichiarazione. Posso solo dire che Potter scelse il momento sbagliato per andare a casa di Blaise, a riprendersi delle pratiche di lavoro che aveva dimenticato lì il giorno precedente.

 

 ***Flashback***

-Cazzo Blaise! E` troppo chiederti di concentrarti solo per un minuto e senza ridermi dietro, rendendomi quest´impresa ancora più complicata di quanto in realtà non lo sia già?- sbottò, frustrato Draco Malfoy, incenerendo con lo sguardo il suo migliore amico.

- Draco, non è colpa mia se sei un tale idiota da mettermi l´anello al medio, piuttosto che all´anulare. Se permetti, la cosa é alquanto divertente. -

-Blaise, ti ricordo che dovresti essere mio amico.-

-E lo sono Draco... pensa che figura di merda, se sbagli dito! Io non ti sposerei solo per questo!- ammise, con una faccia scandalizzata.

-Idiota! Su, continuiamo.-

***Fine flashback*** 

***

-Ho paura, di sentire, cosa possa aver combinato. Non pensavo che mio padre fosse un tale incapace, in questo genere di cose.-

Harry Potter sghignazzò divertito, concordando in pieno con l´espressione utilizzata da sua figlia: Draco non ci sapeva realmente fare, in quelle particolari occasioni.

-Stavo andando in ufficio, quando mi accorsi di non avere con me i documenti che mi servivano per quel giorno; probabilmente erano rimasti a casa di Blaise, la sera precedente. Scocciato, perche già in ritardo, mi smaterializzai a casa del mio collega di lavoro, sicuro di trovarlo in casa, considerando che aveva chiesto la giornata libera dal lavoro per fare chissà che cosa.

Fece una pausa, sospirando pesantemente, pensando alle parole esatte per esprimere tutto quello che era poi susseguito.

-Forse sarebbe stato meglio non averli mai dimenticati, quei benedetti documenti, la scena che mi si parò dinnanzi agli occhi fu una delle più brutte di tutta la mia vita: vedere Draco inginocchiarsi, lentamente, davanti al suo migliore amico, aprirgli una scatoletta di velluto nero davanti agli occhi e chiedergli chiaramente di sposarlo, mi scollegò dal resto del mondo. Non riuscì a capire più nulla. Avevo nella testa solo lo sguardo agitato del mio ragazzo, mentre chiedeva ad una persona che non ero io di sposarlo, sostituito subito dopo dall´urlo assordante di gioia proveniente da Blaise, che gli si era gettato addosso, facendo cadere entrambi a terra. Non vidi nient´altro, perché le lacrime offuscarono i miei occhi durante la smaterializzazione.-

-Per le mutande di Merlino! Veramente?-

Harry Potter rise di gusto, davanti all´espressione impareggiabile di sua figlia! -Oh si... veramente.-

***

Mi ritrovai con Blaise addosso, prima di rendermene realmente conto, forse per l´entusiasmo di essere finalmente riuscito a fare il discorso completo, o forse perché é solo Blaise... sta di fatto che sentii quello scemo del mio migliore amico urlare un: "siiii, lo voglio" come se glielo avessi chiesto realmente.-

-Tipico di zio Blaise - rise James, immaginandosi la scena.

-Concordo! Sta di fatto che questa sua immedesimazione nella parte, mi fece quasi perdere tuo padre per sempre. Appena un´ora più tardi mi chiamò la Granger, urlandomi primo: di essere un idiota; secondo: di muovere il mio regale fondoschiena e andare a casa sua a cercare di convincere un Harry in lacrime, di non aver chiesto realmente a Blaise di sposarmi. Ovviamente se tenevo ancora che tutti i miei attributi "maschili", rimanessero integri...-

-Anche questo tipico di zia Herm! E poi?-

-Oh figliolo, penso che per sapere il resto dovrai minimo aspettare che il sottoscritto sia morto e sepolto 10 metri sotto terra.-

-Ma papà...-

-Niente ma! Per quanto mi riguarda, hai materiale sufficiente per ricattarmi per una vita intera. Smamma o dirò ad una certa ragazza serpeverde che sei irrimediabilmente cotto di lei, e lo sai come sono le serpeverdi...-

James assunse una gradazione color peperone alquanto preoccupante, incenerendo il genitore con lo sguardo.

-Serpe!- disse solo, abbandonando il salone sbuffando sonoramente.

Un alquanto divertito -Ti voglio bene anch´io, figliolo- lo raggiunse, facendogli pensare che era impossibile fregare un serpeverde, o almeno, era impossibile avere la meglio su suo padre.

Quando il silenzio assoluto divenne padrone dell´intero salone, si concesse un sospiro liberatorio, reclinando il capo sul bordo del divano sul quale era comodamente seduto, accomodandosi maggiormente e stiracchiandosi come un gatto. Perso nei suoi pensieri, sobbalzò spaventato, quando due morbide labbra si posarono sul suo collo niveo, tastandone dolcemente la morbidezza con un lieve e delicato bacio, e che si stirarono poco dopo in un sorriso sincero.

-Ci hanno incastrato, a quanto pare, che dici?- sussurrò il moro, appoggiando il capo sulla spalla del compagno, sempre con quella traccia di sorriso sulle labbra.

-E` ovvio, hanno i nostri stessi geni- replicò, ironico il biondo, reclinando il capo verso quello del moro e accarezzando la mano che era velocemente scivolata sul suo petto. -Da quanto tempo eri qui?-

-Abbastanza da scoprire di aver fatto bene a negare a quella serpe il finale, e abbastanza per scoprire che mio figlio ha una cotta per una serpeverde- aggiunse, sarcastico, pizzicando lievemente il braccio del compagno.

-Ahia!-

-Perché sono l´ultimo a sapere certe cose?-

-Potter, tu sei sempre l´ultimo a capire certe cose, soprattutto queste. Penso tu sappia a cosa mi riferisco, no?-

-Per quanto vuoi ancora rinfacciarmelo,tesoro?-

-Fin che morte non ci separi, Potter. Fin che morte non ci separi...-

-Posso starci Malfoy!-

Harry fece il giro del divano accomodandosi tra le braccia calde del marito, e posando il capo sul suo petto.

-Te lo ricordi ancora?- sussurrò, dopo alcuni minuti di silenzio.

-Come non potrei… mi hai fatto sudare sette camice, dannato di un Grifondoro.-

 

***Flashback***

Draco Malfoy piombò di botto in casa di Weasley-Granger, irrompendo come un fiume in piena. Si era fatto i quasi 5 chilometri e mezzo di distanza tra la casa di Blaise e la loro tutta di corsa, troppo preso dalla paura di poter in qualche modo perdere Harry,dimenticandosi che esisteva un modo più semplice e meno faticoso, cioè la smaterializzazione.

Lo sfogo di Harry fu immediato e semplicemente terrificante: partì in quarta, dirigendosi a passo di marcia verso il compagno ancora del tutto ansimante, che fu costretto ad indietreggiare, fino a poggiare le spalle al muro, ritrovandosi così completamente esposto alla sua mercé.

-Harry...non è come sembra- tentò di giustificarsi, riprendendo fiato dopo l´estenuante corsa.

-Ovvio che non lo è, Draco Malfoy! Con te non lo è mai!

-Harry...-

-Stai zitto! Vorresti dirmi che quelle innumerevoli chiamate, erano semplici chiamate ad di un amico? O che questo foglio...- e glielo sventolò davanti al naso -... non è quello che penso, e cioè solo dei miseri e meschini tentativi di lasciarmi, attraverso quattro righe in croce? Rispondimi Draco! Dovevi dirmelo di persona, se hai smesso di amarmi, soprattutto se hai smesso di amarmi per lui. Sei un ipo...-

-Harry...-

-...crita, bastardo, stronzo...-

-Harry...-

-... doppiogiochista, che ama far soffrire le persone che lo amano con tutto il cuore e che darebbero la vita per lui, davanti ai loro occhi. Come hai potuto? COME, DANNAZIONE? Dov´e finito tutto il tuo fantomatico amore nei miei confronti, Malfoy? DOVE?

-HARRY!-

-... perché mi odi in questo modo? PERCHÉ, DANNAZIONE?

-SI, HAI RAGIONE POTTER! TI ODIO COSI TANTO, CHE E` DA UN MESE INTERO CHE CERCO TUTTI I MODI PER DARTI QUESTO DANNATISSIMO ANELLO, E CHE PROVO A CHIEDERTI DI SPOSARMI, PER LEGARTI TUTTA LA VITA A ME. Sei contento ora, testardo di un grifondoro?

Potter rimase a bocca aperta, con le lacrime che ancora sgorgavano silenziose dai suoi occhi smeraldo; stessa reazione per Ron, che non si sarebbe mai e poi mai aspettato una cosa del genere e che infatti, appena elaborato quelle parole, cominciò a borbottare frasi sconnesse: -O santissimo merlino no!... Anche questa, no!-, mentre tutto ciò che il l´ex Grifondoro fu in grado di dire fu un semplicissimo:

-Ah!-

-Loquace non c’è che dire- rispose tagliente il biondo, non rendendosi neanche conto di aver finalmente ottenuto il suo scopo: chiedere ad Harry di sposarlo.

-C...cosa? t...tu...io...sposarci? Balbettò il moro, ancora disorientato da quelle ultime parole.

-Tecnicamente dovresti usare il noi, comunque si, il concetto e`quello.-

 Per diversi secondi regnò il silenzio assoluto. Hermione si prese la libertà di trascinare via il proprio ragazzo, ancora sconvolto da quella notizia, lasciando così i due giovani da soli.

-Non era cosi, che volevo dirtelo- la voce calma di Draco spezzò il silenzio dopo alcuni minuti.

Harry mantenne lo sguardo basso, trovando improvvisamente molto più interessanti le proprie mani e dandosi dell´idiota, per almeno un centinaio di volte.

-lo so- rispose con voce bassa, appena udibile.

E` un mese intero, che cerco di dirtelo-

-lo so...ora, lo so-

-Ho parlato davanti a quello stupido specchio magico per ore, come un idiota, per non sbagliare niente. Volevo che fosse tutto perfetto, tu lo meriti…e lo sai che io non sono mai stato bravo con “certe” manifestazioni sentimentali. -

Ad Harry sembrò superfluo rispondere con l´ennesimo: -lo so- ma tuttavia lo fece ugualmente.

- E adesso, secondo te, cosa dovrei fare? Lasciarti, solo perché tu non hai creduto al mio amore? Solo perché tu hai potuto pensare che io potessi farlo realmente? Dopo tutto l’amore che sai, io provo per te…-

Potter stava per rispondere con l´ennesimo: "lo so", ma Draco ormai a pochi centimetri di distanza glielo impedì, posando un dito sulle sue labbra e appoggiando delicatamente la fronte alla sua, sussurrando dopo alcuni attimi di silenzio: Molto spesso dimentico quanto tu sia cocciutamente grifondoro. Forse avrei dovuto dirtelo e basta. Scusa... e` la dichiarazione di matrimonio più disastrosa della storia-

-Harry a quelle parole alzò il viso, specchiandosi negli occhi umidi del compagno.

-Draco...- disse con voce roca, impastata dalla vergogna della sua sceneggiata di prima.

-Harry ti prego...rispondimi.  Non ce la faccio più! Non puoi capire quanto lungo sia stato quest´ultimo mese...rispond...-

Ma non riuscì a finire la frase, perché le labbra del moro lo coinvolsero in un dolce, quanto soffice e delicato bacio, rispondendo chiaramente a quella fatidica domanda.

-Chiedimelo-

-Cosa?- domandò, non capendo al volo cosa intendesse il compagno.

- Senza discorso Draco, chiedimelo e basta!

Una luce divertita passò per le iridi color argento fuso: Draco si allontanò un po´ da Harry, indietreggiando di poco, e mise la mano in tasca estraendone una piccola scatola di velluto verde.

-Harry, amore mio, vuoi sposarmi e dividere la tua vita con me?- Disse solamente, con gli occhi che gli brillavano dalla commozione. In quel momento Draco era bellissimo.

-Si!- rispose serio Harry, mentre una lacrima solitaria seguiva le gemelle, prima di lasciarsi andare ad una risata liberatoria e saltargli praticamente addosso.

***Fine flashback***

***

-Ci hai capito qualcosa?- domandò la giovane Lily, sdraiandosi a pancia in su sul letto della propria stanza e guardando speranzosa il fratello.

-Non chiedermelo, sono ancora più confuso di prima- rispose James Potter, sprofondando accanto a lei, e sbuffando sonoramente. -E  soprattutto... quale delle due versioni scriviamo per il compito della Mellowhearts?. Sarebbe strano portare due versioni differenti, prive di finale. In teoria dovremo avere i stessi genitori, no?

Lily Potter mugugnò qualcosa d’incomprensibile, coprendosi il volto abbattuta: Anche i loro genitori, fare le cose normalmente, no?

-Quanto pensi che dovremo attendere, prima di sapere la fantomatica verità?- chiese con una nota di sarcasmo, mista a rassegnazione.

-Fino al giorno della sua morte, secondo papà Draco, almeno.

La ragazza sghignazzò, immaginandosi benissimo una risposta del genere.

-A te che ha detto, invece?-

-Fino al giorno del mio matrimonio- rispose, storcendo il naso, ripensando alle parole del padre.

-Allora moriremo con questo grande enigma.-

-Che vorresti dire, Jam?-

-Ovvio! E chi ti sposa a te?- spiegò, come se fosse ovvio, prima di scappare ridendo fuori dalla stanza, inseguito da quella furia di sua sorella, mentre nel trambusto generale un foglio scivolò lentamente a terra, rivelando in grande, con una grafia ordinata, il titolo del fantomatico compito per scuola:

"DICHIARAZIONE DI DIPENDENZA".

 

Fine

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