Questa shot
è interamente dedicata ad una delle mie autrici preferite che è Fanny 80.
Quindi, cara Fanny, veramente tantissimi auguroni di buon compleanno, e spero
che nonostante non ci conosciamo quasi per niente, ti faccia lo stesso piacere
leggere questa piccola shot che è mia, tanto quanto della mia insuperabile e
meravigliosa beta Annaly. La beata beta, così come si è ironicamente definita!
XD Senza di lei questa fic non avrebbe mai visto la luce del sole, e in questo
caso non è solamente un modo di dire. Grazie ancora mia salvatrice! Ah si… il
titolo è di sua totale ed esclusiva invenzione!!!
Come
vedrete, la fic è per così dire narrata sia da Harry che da Draco che esprimono
la loro personale visione su un certo fatto,separate da questi simboletti *** , giusto perché così non si faccia
confusione.
Fanny, è
tutta tua! Bacione e ancora auguri.
DICHIARAZIONE DI DIPENDENZA...ovvero: QUANDO UNA TELEFONATA TI
"CRUCIA" LA VITA.
-Allora papà?-
Harry Potter si irrigidì all´istante, nell´udire quel tono di voce
che non prometteva nulla di buono. Incrociò le braccia al petto con fare
guardingo, studiando indagatore l´espressione rilassata e divertita di sua
figlia Lilian. Non riuscì ad impedirsi di sbuffare contrariato, riconoscendo in
lei fin troppa "draconite", non per niente era per metà figlia di
quel demonio biondo che si era sposato.
Cosa vuoi sapere?- si arrese infine, concedendole quell´ennesimo
punto a suo favore. Non riusciva a dire di no a quella piccola serpe che si
trovava per figlia: per lui sarebbe rimasta la sua principessa per sempre. Lei
sorrise trionfante, andandosi a sedere sulle sue gambe, com´era solita fare
quando era molto piccola.
-Serpe- ridacchiò Potter senior, scuotendo il capo divertito.
-Ho preso da entrambi- sentenziò seria, ma compiaciuta per aver
incastrato suo padre.
-Dimmi tutto, ora, senza tralasciare nessun particolare- e cosi
Harry Potter si ritrovò costretto a raccontare tutto, rendendo partecipe la
figlia della dichiarazione di matrimonio più disastrosa che i discendenti di
Merlino potessero ricordare.
***
-Che cosa? Non posso credere che tu lo stia chiedendo proprio al
sottoscritto. Non è mia la colpa!-
James Sirius Potter guardò sorpreso suo padre, chiedendosi se per
caso avesse dimenticato, il piccolo particolare, di essere stato lui, anni
addietro, a fare quella specifica richiesta a suo padre Harry.
- C´è qualcosa che dovrei sapere?- Chiese divertito, fissando il
genitore -Siete stati sempre... riservati sull´argomento, non ci sarà mica
qualcosa da nascondere per caso?- insinuò mordace, passandosi una mano tra i
capelli ramati, in un gesto tramandato da una generazione di Potter all’altra.
Draco non si fece abbindolare, e un sorriso sghembo deformò il suo
volto:
-Tua sorella... dov´é?- replicò invece, sotto lo sguardo argento
del figlio.
-In giro- rispose vago, scrollando le spalle- ma se non vuoi papà,
posso chiedere a...-
-Non ci provare nemmeno. Ho paura di quale versione dei fatti
potrebbe renderti partecipe, quell´esibizionista grifondoro, che ti ritrovi per
padre.-
James Potter sorrise trionfante, mentre un pensiero divertito
attraversò la sua mente: e dire che c´era chi sosteneva che i Grifondoro non
erano furbi...Tzè, aveva appena incastrato un serpeverde...
- Allora papà, arriviamo al dunque?-
-Va bene, va bene, ma quanto sei impaziente. Comunque: vivevamo
ormai assieme da più di un anno...- cominciò a raccontare l´ex serpeverde,
accomodandosi su uno dei divani del salone del grande maniero nel quale
vivevano, -e nonostante tutte le stranezze di Potter, mi resi conto che
volevo dividere il resto della mia vita con lui, e alla fine mi arresi...
e da qui alla folle idea di chiederglielo, il passo e` stato breve.
Breve, ma tutto in salita. Programmai il tutto nei minimi particolari: la
serata giusta, il discorso giusto, il vestito perfetto...ero impeccabile.
Bastava solo che quel testone dicesse di si! E quella fu l´impresa più ardua di
tutta la mia vita.-
***
-Avevo notato da un po´, lo strano comportamento di Draco nei miei
confronti, ma all´inizio non gli diedi la giusta importanza- iniziò a
raccontare Potter senior, rispecchiandosi negli occhi divertiti di sua figlia.
Un´occhiata complice fece pensare ad entrambi la stessa cosa: era
di Draco Malfoy che si stava parlando, la stranezza fatta persona.
-Il primo indizio che mi mise in allarme, fu sentirlo parlare al
telefono con Blaise. Una conversazione normale fin quando rimanemmo nella
stessa stanza, ma appena uscii il suo tono di voce mutò improvvisamente, come
cospiratorio. All´inizio non ci badai poi molto, in fondo stava parlando con
Blaise: molto probabilmente stavano complottando per conquistare il mondo o
roba simile.-
***
-Essere un Malfoy come ben saprai, vuol dire essere sempre in
grado di dimostrarsi adatti ad ogni situazione-, e qui Draco fece una breve
pausa d´effetto, osservando il viso divertito di suo figlio. -No, non puoi
saperlo! Per qualche strano e ironico caso del destino, somigli troppo ad
Harry!-
James rise divertito, alzando con fare drammatico gli occhi al
cielo. Aveva sentito quelle parole da quando ne aveva memoria.
-Non cambiare discorso, papà, prosegui.-
-Come stavo dicendo... essere un Malfoy mi ha preparato a tutto
nella vita e pensai, stupidamente, che sarebbe stato un giochetto da ragazzi.
Evidentemente non valutai il fattore Potter, che come sai comporta una notevole
sfiga grifondoro, e a quel punto decisi di chiedere aiuto a Blaise.
Grave, gravissimo errore: Blaise, come sempre accadeva a notizie del genere,
cominciò a macchinare piani su piani, lasciandosi come sempre trasportare dalla
situazione e mettendo così nei casini il sottoscritto. Il dubbio che Harry
sospettasse che tra me e Blaise ci fosse qualcosa, mi attanagliava sempre
di più il cervello. Quale amico ti chiama con una frequenza di 5 volte al
giorno, per sapere se finalmente gliel´hai chiesto? Per non parlare della sua
idea brillante di farmi provare il discorso davanti al nostro specchio magico,
nella camera degli ospiti. Ero sempre più sulle spine e nervoso, il che mi
portava a scattare per niente. Passavo ore chiuso in camera davanti a
quell´intrattabile specchio, cercando di articolare una frase di senso compiuto,
ma senza grande successo. Il fatto che lo specchio si immedesimasse nella parte
che era di Harry, rispondendomi sempre e solo: "no, riprova tra
cent´anni bello", non era certo di grande aiuto.
-Hai fatto le prove davanti ad Antonio?- chiese sorpreso James,
trattenendosi a stento dal ridere davanti a suo padre, che lo bloccò con il suo
sguardo gelido, facendogli spuntare solo quello che poteva definirsi l´accenno
di un ghigno.
-Antonio?!?- ripeté, ridacchiando.
-James!-
-Scusa papà, ma... Antonio?!- ripeté e questa volta non riuscì a
trattenersi e scoppiando a ridere in faccia al padre.
Draco Malfoy incenerì suo figlio con uno sguardo degno del vecchio
Lucius Malfoy in persona, aspettando che finisse di prendersi gioco di lui.
Antonio, questo era il nome che gli avevano dato James e Lily da
piccoli, era lo specchio magico di origini italiane, regalatogli dallo stesso
Blaise anni addietro, quando Potter era venuto a vivere da lui. Lo riteneva il
regalo perfetto per due narcisi come loro e, in effetti, non aveva avuto tutti
i torti.
-Pensi che possa continuare, o hai da ridere ancora molto?- chiese
Draco duro, lasciandosi lui stesso però sfuggire l´accenno di un sorriso.
-Okay, okay...sono pronto!-
Draco gli rivolse l´ennesima occhiataccia, prima di riprendere da
dove aveva interrotto:
-Ad un certo punto presi carta e penna, e mi scrissi la
dichiarazione su pergamena, così da non sbagliare una sola parola, quando
sarebbe arrivato il grande giorno. Penserai che il fatto che io sia uno
scrittore mi sia stato indubbiamente d´aiuto, decisamente no! Per qualche
ironico caso del destino riuscivo a balbettare persino sulla carta.
E per colpa del mio voler aspettare a tutti i costi il momento
giusto, che è scoppiata la "bomba".
Ricordo ancora la prima scenata di gelosia di Harry- e qui Draco
si concesse l´ennesimo sorriso sghembo. -Avvenne all´incirca due settimane dopo
che tutta quella storia era iniziata e, come sempre, ero al telefono con
Blaise. Solo che lui non lo sapeva.-
***Flashback***
-No, no ascolta. Non posso farlo, non ci riesco!-
Blaise, dall´altra parte della cornetta sbuffò sonoramente,
pregando qualsiasi tipo di divinità affinché Draco si desse una mossa.
Evidentemente, si era imbarcato in un´impresa impossibile.
-Certo che puoi Draco! Sono solo tre, dannatissime parole, cos´e
che non ti è chiaro?-
-Idiota! Se è cosi facile come dici, perché non lo fai tu? L´altro
giorno per poco non mi scopriva, e questo solo grazie alla tua brillante idea
di fare le prove davanti ad uno stupido specchio magico che, per inciso, non fa
altro che ridere di me.
-Draco... te lo dico da amico che si e` ormai pentito di averti
regalato quell´accidenti di specchio: smettila con quelle cazzo di prove,
chiediglielo e basta- gli urlò esasperato il moro, dall´altra parte della
cornetta.
-Io...
veramente... non so come diglielo, ho paura della sua reazione. Ho paura di
farlo soffrire ancora. - E mentre lo diceva, gli scendevano le lacrime dagli occhi.
-Draco, l´unico che stai facendo soffrire, in questo momento, è il
sottoscritto. Fammi un piacere: se proprio ci tieni a me e alla mia sanità
mentale, diglielo e basta!-
-Io...okay,
troverò il modo-
-Che Salazar sia lodato!-
-Smettila, idiota!-
Draco mise giù il telefono, pulendosi col dorso della mano i primi
accenni di lacrime: maledetta cipolla, pensò frustrato, andando a sciacquarsi
il volto.
***Fine flashback***
-Una conversazione un po´ meno fraintendibile, no, eh?-
Sbottò James, sarcastico, trovando tutta quella situazione estremamente
divertente.
-Tze! Grifondoro!-
***
-Per almeno due settimane buone, continuai a pensare che stessero
veramente complottando per conquistare il mondo, ma poi altri indizi mi si
pararono dinnanzi agli occhi, costringendomi finalmente ad aprirli. Un giorno
arrivai dal lavoro prima del solito, andai in cucina e sentii la voce di Draco
parlare, probabilmente ancora al telefono; da quando ne aveva scoperto
l´esistenza, era sempre lì attaccato! Stavo per varcare la soglia, quando
sentii alcune parole che me lo impedirono: continuava a ripetere che non poteva
dirmelo, che non ci riusciva, che nonostante tutto aveva paura di farmi
soffrire e che l´avevo quasi scoperto. E mentre lo diceva, non so perché, avevo
l´impressione che stesse piangendo. -
Lilian Rose Potter sorrise a quelle parole, scuotendo leggermente
la lunga chioma corvina.
-Entrai in cucina con calma, facendolo tuttavia sobbalzare.
Scattava per ogni cosa in quei giorni, e questo non era del Draco Malfoy che
conoscevo, sempre impassibile e difficile da prendere di sorpresa. Gli chiesi
con chi stesse parlando, e a cosa si riferisse, col fatto di non volermi fare
soffrire ulteriormente. Quando lo feci, Draco si irrigidì, diventando come una
statua di sale, mollando poi di fretta e furia il cibo che stava cucinando e
scappando letteralmente via dalla cucina, dopo avermi risposto un chiaro e
tondo: "Niente che ti riguardi, Potter". Quelle parole innescarono
nel mio cervello una reazione a catena e il foglio trovato pochi giorni prima,
acquistò un tutt´altro significato. Sembravano frasi sconnesse, prive di
significato, ma che improvvisamente trovarono il loro giusto posto in tutta
quella storia.-
-Ce l´hai ancora quel foglio?- Chiese Lily, curiosa.
Potter non rispose, dirigendosi silenzioso verso il comodino della
sua scrivania, rigorosamente chiuso a chiave.
-Eccolo qui!- esclamò divertito, rendendo partecipe la figlia di
quel suo piccolo tesoro.
Lily strabuzzò gli occhi, leggendo silenziosamente e sempre
più divertita quelle poche righe cancellate e ormai sbiadite dal tempo,
scoppiando poi a ridere con le lacrime agli occhi.
-Che tipo loquace, mio padre!- sghignazzò, asciugandosi le
lacrime.
***
-E dopo?-
Draco Malfoy inarcò elegantemente un sopraciglio, davanti
all´evidente entusiasmo del figlio maggiore.
-Ti diverte, non è vero?-
-Non sai quanto- ammise -Su, vai avanti!-
-Questa storia
andò avanti all´incirca un mese: ormai vedevo il sospetto riflettersi nel suo
sguardo, ogni volta che gli dicevo che uscivo, e questo mi bloccava ancora di
più. Sicuramente aveva intuito tutto e stava ridendo alle mie spalle, vedendomi
cosi in difficoltà. Naturalmente sbagliavo.
La prima volta
che tentai di dirglielo fu un venerdì sera; avevo scelto il weekend con molta
cura, era il 22 anniversario della morte dei suoi genitori e volevo rendere
quel giorno speciale, per lui. Ma per un altro motivo: lo invitai in uno dei
ristornati più belli e costosi di tutta la città; volevo fare le cose in grande
e fatte bene! Lasciai trascorrere sia l´antipasto, che il primo e il secondo,
aspettando con ansia il dolce, e quando finalmente arrivò, decisi di agire.
Iniziai, come
da copione, con un: - Ecco, vedi Harry, se ti ho invitato qui sta sera è perche
ho qualcosa da dirti, qualcosa che mi tengo dentro da troppo tempo, ormai. -
Mi ricordo che
pure in quell´occasione balbettai, cominciando a sudare freddo, dopo appena le
prime tre parole e quando, per miracolo, arrivai a dirgli:
-Non possiamo
più andare avanti cosi`-, il suo sguardo divenne una maschera di cera, che mi
ghiacciò il sangue nelle vene e non so neanche bene il perché, finimmo a
litigare nel bel mezzo del ristorante, con lui che urlava qualcosa sul fatto
che avrei potuto essere meno meschino e non invitarlo a cena per dirgli una
cosa del genere, soprattutto in quel particolare giorno, ed io che tentavo in
tutti i modi di capire il perché se la fosse presa tanto.
Il risultato
fu la sua sedia vuota davanti alla mia, con ancora il dolce e con l´anello di
fidanzamento all´interno, intatto.
***
-Davvero ha iniziato con un: - Non possiamo più andare avanti
cosi?- Chiese Lily stupefatta, guardando con occhi sgranati suo padre annuire
divertito. -Ovvio che sia venuto fuori un pandemonio!-
-E` quello che
continuo tutt´ora a cercare di fargli capire. Se non sbaglio, non gli parlai
per la bellezza di 5 giorni, rispondendogli a malapena a monosillabi.
I miei sensi
di colpa si fecero sentire quasi subito, tuttavia, dandomi dell´idiota per non
avergli fatto finire il discorso. Magari voleva dirmi qualcos´altro, cercai di
convincermi innumerevoli volte, sdraiato nel silenzio assoluto della mia stanza
da letto, ma ogni volta mi rendevo conto che quelle fatidiche parole, con cui
aveva iniziato il suo discorso, coincidevano alla perfezione con quelle scritte
sul foglio trovato quel giorno, sotto al letto della camera degli ospiti, e mi
ritrovavo di colpo a pensare a quanto Draco fosse stato uno stronzo. Quello era
il classico inizio di discorso per uno che ti sta per lasciare, ed io non
potevo sopportarlo, non in quel giorno, soprattutto. Decisi tuttavia di fare
finta di nulla, iniziando a comportarmi come se niente fosse successo.
Gli diedi una
seconda possibilità...seconda possibilità che mi pentii di avergli dato, quando
il mio cuore si
spezzò
definitivamente
***
-Dopo il momento iniziale, in cui Harry mi evitava come la peste,
le cose pian piano tornarono alla normalità, o presunta tale. Ricominciò a
considerarmi degno della sua attenzione, per cosi dire- e qui il biondo si
concesse una smorfia, da perfetto Malfoy qual´era, facendo di riflesso ridere
suo figlio.
-Ma il tutto non durò a lungo, e temo che in quel caso la colpa
sia stata solo ed esclusivamente mia.
Forse, io stesso, avrei reagito molto peggio, vedendo il mio
ragazzo chiedere al suo migliore amico di sposarlo davanti ai miei occhi, con
una dichiarazione meravigliosa comprensiva del classico gesto
dell´inginocchiarsi e mettergli l´anello al dito.
-Non mi dire che...-
-Purtroppo si!- ammise l´ex Serpeverde, concedendosi un sorriso
amaro al ricordo, -ho chiesto a Blaise di fare finta di essere Harry,
utilizzandolo come cavia per la mia dichiarazione. Posso solo dire che Potter
scelse il momento sbagliato per andare a casa di Blaise, a riprendersi delle
pratiche di lavoro che aveva dimenticato lì il giorno precedente.
***Flashback***
-Cazzo
Blaise! E` troppo chiederti di concentrarti solo per un minuto e senza ridermi
dietro, rendendomi quest´impresa ancora più complicata di quanto in realtà non
lo sia già?- sbottò, frustrato Draco Malfoy, incenerendo con lo sguardo il suo
migliore amico.
-
Draco, non è colpa mia se sei un tale idiota da mettermi l´anello al medio,
piuttosto che all´anulare. Se permetti, la cosa é alquanto divertente. -
-Blaise,
ti ricordo che dovresti essere mio amico.-
-E
lo sono Draco... pensa che figura di merda, se sbagli dito! Io non ti sposerei
solo per questo!- ammise, con una faccia scandalizzata.
-Idiota!
Su, continuiamo.-
***Fine
flashback***
***
-Ho
paura, di sentire, cosa possa aver combinato. Non pensavo che mio padre fosse
un tale incapace, in questo genere di cose.-
Harry
Potter sghignazzò divertito, concordando in pieno con l´espressione utilizzata
da sua figlia: Draco non ci sapeva realmente fare, in quelle particolari
occasioni.
-Stavo
andando in ufficio, quando mi accorsi di non avere con me i documenti che mi
servivano per quel giorno; probabilmente erano rimasti a casa di Blaise, la
sera precedente. Scocciato, perche già in ritardo, mi smaterializzai a casa del
mio collega di lavoro, sicuro di trovarlo in casa, considerando che aveva
chiesto la giornata libera dal lavoro per fare chissà che cosa.
Fece
una pausa, sospirando pesantemente, pensando alle parole esatte per esprimere
tutto quello che era poi susseguito.
-Forse
sarebbe stato meglio non averli mai dimenticati, quei benedetti documenti, la
scena che mi si parò dinnanzi agli occhi fu una delle più brutte di tutta la
mia vita: vedere Draco inginocchiarsi, lentamente, davanti al suo migliore
amico, aprirgli una scatoletta di velluto nero davanti agli occhi e chiedergli
chiaramente di sposarlo, mi scollegò dal resto del mondo. Non riuscì a capire
più nulla. Avevo nella testa solo lo sguardo agitato del mio ragazzo, mentre
chiedeva ad una persona che non ero io di sposarlo, sostituito subito dopo
dall´urlo assordante di gioia proveniente da Blaise, che gli si era gettato
addosso, facendo cadere entrambi a terra. Non vidi nient´altro, perché le
lacrime offuscarono i miei occhi durante la smaterializzazione.-
-Per
le mutande di Merlino! Veramente?-
Harry
Potter rise di gusto, davanti all´espressione impareggiabile di sua figlia! -Oh
si... veramente.-
***
Mi
ritrovai con Blaise addosso, prima di rendermene realmente conto, forse per
l´entusiasmo di essere finalmente riuscito a fare il discorso completo, o forse
perché é solo Blaise... sta di fatto che sentii quello scemo del mio migliore
amico urlare un: "siiii, lo voglio" come se glielo avessi chiesto
realmente.-
-Tipico
di zio Blaise - rise James, immaginandosi la scena.
-Concordo!
Sta di fatto che questa sua immedesimazione nella parte, mi fece quasi perdere
tuo padre per sempre. Appena un´ora più tardi mi chiamò
-Anche
questo tipico di zia Herm! E poi?-
-Oh
figliolo, penso che per sapere il resto dovrai minimo aspettare che il
sottoscritto sia morto e sepolto
-Ma
papà...-
-Niente
ma! Per quanto mi riguarda, hai materiale sufficiente per ricattarmi per una
vita intera. Smamma o dirò ad una certa ragazza serpeverde che sei
irrimediabilmente cotto di lei, e lo sai come sono le serpeverdi...-
James
assunse una gradazione color peperone alquanto preoccupante, incenerendo il
genitore con lo sguardo.
-Serpe!-
disse solo, abbandonando il salone sbuffando sonoramente.
Un
alquanto divertito -Ti voglio bene anch´io, figliolo- lo raggiunse, facendogli
pensare che era impossibile fregare un serpeverde, o almeno, era impossibile
avere la meglio su suo padre.
Quando
il silenzio assoluto divenne padrone dell´intero salone, si concesse un sospiro
liberatorio, reclinando il capo sul bordo del divano sul quale era comodamente
seduto, accomodandosi maggiormente e stiracchiandosi come un gatto. Perso nei
suoi pensieri, sobbalzò spaventato, quando due morbide labbra si posarono sul suo
collo niveo, tastandone dolcemente la morbidezza con un lieve e delicato bacio,
e che si stirarono poco dopo in un sorriso sincero.
-Ci
hanno incastrato, a quanto pare, che dici?- sussurrò il moro, appoggiando il
capo sulla spalla del compagno, sempre con quella traccia di sorriso sulle
labbra.
-E`
ovvio, hanno i nostri stessi geni- replicò, ironico il biondo, reclinando il
capo verso quello del moro e accarezzando la mano che era velocemente scivolata
sul suo petto. -Da quanto tempo eri qui?-
-Abbastanza
da scoprire di aver fatto bene a negare a quella serpe il finale, e abbastanza
per scoprire che mio figlio ha una cotta per una serpeverde- aggiunse,
sarcastico, pizzicando lievemente il braccio del compagno.
-Ahia!-
-Perché
sono l´ultimo a sapere certe cose?-
-Potter,
tu sei sempre l´ultimo a capire certe cose, soprattutto queste. Penso tu sappia
a cosa mi riferisco, no?-
-Per
quanto vuoi ancora rinfacciarmelo,tesoro?-
-Fin
che morte non ci separi, Potter. Fin che morte non ci separi...-
-Posso
starci Malfoy!-
Harry
fece il giro del divano accomodandosi tra le braccia calde del marito, e
posando il capo sul suo petto.
-Te
lo ricordi ancora?- sussurrò, dopo alcuni minuti di silenzio.
-Come
non potrei… mi hai fatto sudare sette camice, dannato di un Grifondoro.-
***Flashback***
Draco
Malfoy piombò di botto in casa di Weasley-Granger, irrompendo come un fiume in
piena. Si era fatto i quasi
Lo
sfogo di Harry fu immediato e semplicemente terrificante: partì in quarta,
dirigendosi a passo di marcia verso il compagno ancora del tutto ansimante, che
fu costretto ad indietreggiare, fino a poggiare le spalle al muro, ritrovandosi
così completamente esposto alla sua mercé.
-Harry...non
è come sembra- tentò di giustificarsi, riprendendo fiato dopo l´estenuante
corsa.
-Ovvio
che non lo è, Draco Malfoy! Con te non lo è mai!
-Harry...-
-Stai
zitto! Vorresti dirmi che quelle innumerevoli chiamate, erano semplici chiamate
ad di un amico? O che questo foglio...- e glielo sventolò davanti
al naso -... non è quello che penso, e cioè solo dei miseri e meschini
tentativi di lasciarmi, attraverso quattro righe in croce? Rispondimi Draco!
Dovevi dirmelo di persona, se hai smesso di amarmi, soprattutto se hai smesso
di amarmi per lui. Sei un ipo...-
-Harry...-
-...crita,
bastardo, stronzo...-
-Harry...-
-...
doppiogiochista, che ama far soffrire le persone che lo amano con tutto il
cuore e che darebbero la vita per lui, davanti ai loro occhi. Come hai potuto?
COME, DANNAZIONE? Dov´e finito tutto il tuo fantomatico amore nei miei
confronti, Malfoy? DOVE?
-HARRY!-
-...
perché mi odi in questo modo? PERCHÉ, DANNAZIONE?
-SI,
HAI RAGIONE POTTER! TI ODIO COSI TANTO, CHE E` DA UN MESE INTERO CHE CERCO
TUTTI I MODI PER DARTI QUESTO DANNATISSIMO ANELLO, E CHE PROVO A CHIEDERTI DI
SPOSARMI, PER LEGARTI TUTTA
Potter
rimase a bocca aperta, con le lacrime che ancora sgorgavano silenziose dai suoi
occhi smeraldo; stessa reazione per Ron, che non si sarebbe mai e poi mai
aspettato una cosa del genere e che infatti, appena elaborato quelle parole,
cominciò a borbottare frasi sconnesse: -O santissimo merlino no!... Anche
questa, no!-, mentre tutto ciò che il l´ex Grifondoro fu in grado di dire fu un
semplicissimo:
-Ah!-
-Loquace
non c’è che dire- rispose tagliente il biondo, non rendendosi neanche conto di
aver finalmente ottenuto il suo scopo: chiedere ad Harry di sposarlo.
-C...cosa?
t...tu...io...sposarci? Balbettò il moro, ancora disorientato da quelle ultime
parole.
-Tecnicamente
dovresti usare il noi, comunque si, il concetto e`quello.-
Per
diversi secondi regnò il silenzio assoluto. Hermione si prese la libertà di
trascinare via il proprio ragazzo, ancora sconvolto da quella notizia,
lasciando così i due giovani da soli.
-Non
era cosi, che volevo dirtelo- la voce calma di Draco spezzò il silenzio dopo
alcuni minuti.
Harry
mantenne lo sguardo basso, trovando improvvisamente molto più interessanti le
proprie mani e dandosi dell´idiota, per almeno un centinaio di volte.
-lo
so- rispose con voce bassa, appena udibile.
E`
un mese intero, che cerco di dirtelo-
-lo
so...ora, lo so-
-Ho
parlato davanti a quello stupido specchio magico per ore, come un idiota, per
non sbagliare niente. Volevo che fosse tutto perfetto, tu lo meriti…e lo sai
che io non sono mai stato bravo con “certe” manifestazioni sentimentali. -
Ad
Harry sembrò superfluo rispondere con l´ennesimo: -lo so- ma tuttavia lo fece
ugualmente.
-
E adesso, secondo te, cosa dovrei fare? Lasciarti, solo perché tu non hai
creduto al mio amore? Solo perché tu hai potuto pensare che io potessi farlo
realmente? Dopo tutto l’amore che sai, io provo per te…-
Potter
stava per rispondere con l´ennesimo: "lo so", ma Draco ormai a pochi
centimetri di distanza glielo impedì, posando un dito sulle sue labbra e
appoggiando delicatamente la fronte alla sua, sussurrando dopo alcuni attimi di
silenzio: Molto spesso dimentico quanto tu sia cocciutamente grifondoro. Forse
avrei dovuto dirtelo e basta. Scusa... e` la dichiarazione di matrimonio più
disastrosa della storia-
-Harry
a quelle parole alzò il viso, specchiandosi negli occhi umidi del compagno.
-Draco...-
disse con voce roca, impastata dalla vergogna della sua sceneggiata di prima.
-Harry
ti prego...rispondimi. Non ce la faccio più! Non puoi capire quanto lungo
sia stato quest´ultimo mese...rispond...-
Ma
non riuscì a finire la frase, perché le labbra del moro lo coinvolsero in un
dolce, quanto soffice e delicato bacio, rispondendo chiaramente a quella
fatidica domanda.
-Chiedimelo-
-Cosa?-
domandò, non capendo al volo cosa intendesse il compagno.
-
Senza discorso Draco, chiedimelo e basta!
Una
luce divertita passò per le iridi color argento fuso: Draco si allontanò un po´
da Harry, indietreggiando di poco, e mise la mano in tasca estraendone una
piccola scatola di velluto verde.
-Harry,
amore mio, vuoi sposarmi e dividere la tua vita con me?- Disse solamente, con
gli occhi che gli brillavano dalla commozione. In quel momento Draco era
bellissimo.
-Si!-
rispose serio Harry, mentre una lacrima solitaria seguiva le gemelle, prima di
lasciarsi andare ad una risata liberatoria e saltargli praticamente addosso.
***Fine
flashback***
***
-Ci
hai capito qualcosa?- domandò la giovane Lily, sdraiandosi a pancia in su sul
letto della propria stanza e guardando speranzosa il fratello.
-Non
chiedermelo, sono ancora più confuso di prima- rispose James Potter,
sprofondando accanto a lei, e sbuffando sonoramente. -E soprattutto...
quale delle due versioni scriviamo per il compito della Mellowhearts?. Sarebbe
strano portare due versioni differenti, prive di finale. In teoria dovremo
avere i stessi genitori, no?
Lily
Potter mugugnò qualcosa d’incomprensibile, coprendosi il volto abbattuta: Anche
i loro genitori, fare le cose normalmente, no?
-Quanto
pensi che dovremo attendere, prima di sapere la fantomatica verità?- chiese con
una nota di sarcasmo, mista a rassegnazione.
-Fino
al giorno della sua morte, secondo papà Draco, almeno.
La
ragazza sghignazzò, immaginandosi benissimo una risposta del genere.
-A
te che ha detto, invece?-
-Fino
al giorno del mio matrimonio- rispose, storcendo il naso, ripensando alle
parole del padre.
-Allora
moriremo con questo grande enigma.-
-Che
vorresti dire, Jam?-
-Ovvio!
E chi ti sposa a te?- spiegò, come se fosse ovvio, prima di scappare ridendo
fuori dalla stanza, inseguito da quella furia di sua sorella, mentre nel
trambusto generale un foglio scivolò lentamente a terra, rivelando in grande,
con una grafia ordinata, il titolo del fantomatico compito per scuola:
"DICHIARAZIONE
DI DIPENDENZA".
Fine
Commentino? Vi costa solo un minuto del vostro tempo, e l’autrice
non potrà che apprezzare!