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Autore: coriandolo    22/11/2014    4 recensioni
A tutti capita di innamorarsi. A pochi capita di incontrare l'amore della propria vita a cinque anni.
Ma a volte si sa, il destino ha in serbo brutte sorprese. E tu non puoi far altro che sottostare alle sue leggi.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dance for me, Brittany.

 

Ricordo ancora il giorno in cui io e te ci siamo conosciute.
D’altronde, come potrei dimenticare  il giorno in cui ho conosciuto l’amore della mia vita. La mia persona.

 

 Avevamo cinque anni, quando ci siamo incontrate, o meglio scontrate al parco di Lima. Io persa nel mio solito mondo ‘tutto zucchero filato ed unicorni’ come ti piaceva chiamarlo, e tu che camminavi a tessa bassa borbottando come tuo solito. Quando per sbaglio ti sono finita addosso e siamo cadute l’una sull’altra, non hai perso tempo nel gridarmi contro in spagnolo… a proposito, non mi hai mai detto cosa significavano quelle parole strane. Comunque, ricordo che ad un certo punto hai detto ‘Che hai da guardare biondina?’ , perché ero rimasta letteralmente a bocca aperta mentre ti fissavo, eri la bambina più bella che avessi mai visto. Quando ti ho detto il perché molto tempo dopo, anni dopo, tu con il tuo solito sorriso strafottente mi hai risposto ‘Anche tu non eri male, biondina.’
Quel giorno quando ci siamo conosciute, ci siamo fatte compagnia a vicenda mentre i nostri genitori erano chissà dove, a parlare di ‘cose da grandi, con altri grandi’ come ti dissi. Dopo un po’ di tempo passato sulle altalene, o meglio dopo un po’ di tempo passato a gridarti ‘più veloce!’ e il tuo sbuffare mentre obbedivi e spingevi con tutta la forza che avevi nel tuo corpicino, ci siamo sedute l’una accanto all’altra e io ti ho chiesto una cosa, ricordi? Sicuramente.
Ti ho chiesto ‘Tu cosa vorresti essere da grande?’, ci hai pensato su per un po’ , per poi rispondere sicura e seria ‘Voglio essere ricordata.’ Da bambina ingenua, non capì il significato di quella tua risposta, lo capì solo molto tempo dopo. Quando invece tu mi chiedesti la stessa cosa, io dissi quello che più di tutto volevo allora, ‘Io voglio diventare una ballerina.’
‘Allora balla, qui. Vediamo se sei brava.’
Mi dicesti.
E io lo feci, perché non c’era cosa più bella da poter fare per me.
Quando finì, i tuoi genitori erano già ad aspettarti poco più in là e tu stavi già andando via quando mi ricordai di una cosa importante ‘Aspetta! Come ti chiami?’ urlai da lontano, tu ti bloccasti e urlasti in risposta ‘Santana!’Io sono Brittany!’ urlai di rimando ‘Sei brava Brittany!’ urlasti un’ultima volta prima di sparire.

 

 Non ci siamo viste più. 
Ci siamo incontrate nuovamente anni dopo, quando eravamo entrambe due adolescenti.

 
 

Ero ad una festa organizzata da uno dei giocatori di football del mio liceo, e dire che lì c’erano tutti i ragazzi di Lima era un eufemismo. Tu eri appoggiata ad una moto sportiva con una sigaretta in mano, e il solito sorriso strafottente che si allargò leggermente quando mi riconoscesti ‘Ehilà biondina’ . Io rimasi immobile, incredula. Perché se da bambina eri bellissima, in quel momento eri bella da togliere il fiato. Non ebbi tempo di reagire e risponderti, perché alcune delle ragazze che frequentavano la mia scuola mi trascinarono letteralmente via da te. Più tardi scoprì che tu eri Santana Lopez, il ‘terrore’ di Lima Heights Adjacent, dei vari episodi che ti vedevano protagonista e della tua strage di cuori tra le ragazze.

Non ti vidi per altri giorni, fino a quando una sera mentre ero nella mia scuola di ballo a provare da sola qualche coreografia ti vidi riflessa nello specchio mentre eri appoggiata allo stipite della porta intenta ad osservarmi.
Una persona sana di mente si sarebbe come minimo spaventata se si fosse accorta del tipo sguardo che mi stavi dedicando, ma io no. Perché nonostante le voci sul tuo conto, io sapevo che la tua era solo apparenza.
Quando i nostri sguardi si sono incrociati, hai detto solo una cosa ‘Balla ancora, Brittany.’  
E quella voce ha scatenato un calore dentro il mio corpo, che sapevo a cosa avrebbe portato. Ma non credevo fosse veramente possibile che una cosa simile succedesse a me, con una persona vista solo tre volte in tutta la mia vita.
Io non ho potuto fare altro se non assecondare la tua richiesta, una cosa che in futuro mi sarei ritrovata a fare spesso.

 

Quando ho smesso di ballare, tu non eri più lì.

 

 Ti sei fatta avanti tu per prima, qualche settimana dopo.

Che ormai avessi una cotta per te era ovvio al mondo intero. Solo sentire il tuo nome mentre mi raccontavano l’ennesima stronzata che avevi fatto, perché lo sai anche tu che ne hai fatte tantissime di stronzate in quel periodo, mi mandava completamente in tilt. E non ci eravamo più viste da quel giorno in cui eri apparsa come una stalker, pensa un po’ come ero messa male.
Quando ti ho rivista nel cortile della scuola, appoggiata nuovamente alla tua moto, ho notato subito come il tuo sguardo fosse ben diverso da quello delle altre volte. Capì qualche istante dopo, quando mi venisti incontro e senza perdere tempo mi chiedesti di uscire, che eri insicura. Ricordi la mia risposta? ‘Ma non ci siamo mai conosciute veramente.’ La tua risposta è stata ‘Io sono Santana. Tu sei Brittany, ami i film Disney, ti piacciono tanto i pancakes, hai un gatto, e vorresti diventare una ballerina. Certo che ci conosciamo!’ In quel momento, mentre elencavi cose che ti avevo detto anni prima. Ecco, lì ho capito che ormai non c’era più niente da fare. Ero innamorata di Santana Lopez. E non potevo che rispondere affermativamente al tuo invito.
Quando quella sera stessa, siamo uscite, ho rivisto nei tuoi atteggiamenti la stessa bambina brontolona ma in fondo tenerissima (lo so che odi essere definita così, ma sei e resterai la persona più tenera che abbia mai incontrato), e non la persona che tutti credevano tu fossi.

 

 Ovviamente, dopo quell’appuntamento, ce ne furono altri. E inevitabilmente ci ritrovammo ognuna preda dei sentimenti dell’altra.

 

 La sera in cui mi chiedesti di diventare la tua ragazza, quando vidi i tuoi occhi illuminarsi per la mia risposta (ma come avrei potuto dire di no alla perfezione? Perché sì Santana. Sei e resterai la perfezione per me.) mi chiedesti una cosa.
‘Balla per me, Brittany.’
Ed io non potei far altro che accontentarti.
Quando quella sera abbiamo fatto l’Amore per la prima volta.
Quando hai letteralmente venerato ogni centimetro del mio corpo.
Quando mi hai guardato con gli occhi pieni di tutto l’amore di questo mondo.
In quel momento ho capito che non avrei mai voluto nessun altro al di fuori di te nella mia vita.

 

 Nessuno avrebbe mai scommesso su di noi, ma un anno dopo vivevamo insieme a New York. Io ero riuscita ad entrare alla Julliard, e tu ti stavi dando da fare all’università per poter diventare un medico.

I mesi successivi furono abbastanza duri.
Lo stress per i tuoi esami, le bollette che non si pagavano da sole, i problemi nel cercare uno straccio di lavoro, sono stati tutti fattori che ci hanno portato più di una volta ad avere scontri, anche abbastanza duri.
Ma stavamo crescendo, Santana. E questo tu lo sapevi. E sapevi anche che era necessario affrontare le cose con calma, non facendoci prendere dall’ansia come succedeva con me.
Per questo quando una sera a cena mi dicesti di aver trovato un lavoro come barista e io mi rimproverai di non essere stata capace neanche di trovare un posto come fattorina, mi mettesti a tacere con un bacio, uno di quelli che mi facevano dimenticare persino il mio nome. Quello era il tuo modo per dimostrarmi che non importava il fatto che non avessi un lavoro per aiutare nelle spese, quello era il tuo modo per dimostrarmi che per te venivo sempre prima di tutto e tutti.
E la risposta che seguì quel bacio, mi fece piangere dalla felicità. Perché mai e poi mai avrei potuto sperare di trovare qualcuno come te.
‘Tu hai già qualcosa a cui pensare. Devi diventare la ballerina più famosa di tutti i tempi. So che puoi farlo e so che un giorno il tuo nome sarà famoso in tutto il mondo. E ora balla per me, Brittany.’

 

 Gli anni passarono tra alti e bassi, ma riuscimmo sempre a trovare la forza per andare avanti.

 

Il giorno della tua laurea in medicina, con il massimo dei voti (cosa ti aspettavi? Sei un genio in fondo.)  Quando ti venni incontro, senza che ebbi il tempo per realizzare cosa stesse succedendo, tu eri lì inginocchiata di fronte a me con una scatoletta di velluto tra le mani e un anello al suo interno. Non mi accorsi delle lacrime che scorrevano sulle mie guance mentre pronunciavi quelle parole ‘Lo sai che io non ho mai creduto a quelle stupidaggini sull’amore a prima vista e le anime gemelle. Ma tu sei riuscita a farmi cambiare idea completamente. Io mi sono innamorata di te quando ti ho vista lì a quella festa… No, ma che sto dicendo. Io mi sono innamorata di te quando ti sei letteralmente schiantata contro di me quel lontanissimo giorno di tanti anni fa. E in questi anni, come se non lo sapessi già, ho avuto la conferma che sei tu la donna che voglio al mio fianco per tutta la mia vita, tu la prima cosa che voglio vedere al mattino quando mi sveglio e l’ultima cosa che voglio vedere prima di addormentarmi. Per questo, ora, davanti a tutta questa gente, Brittany Susan Pierce ti chiedo di sposarmi.’
Al termine del tuo discorso, che mai potrò dimenticare, ebbi solo la forza di gettarmi tra le tue braccia e baciarti con tutto l’amore che provavo per te.
Avevi già programmato tutto da un bel po’. Quel giorno stesso partimmo per l’Alaska, perché a quanto pare non avevi dimenticato il mio desiderio di vedere un pinguino portare le fedi al mio matrimonio.
Eravamo io ,te, quel signore che era lì per celebrare il nostro matrimonio, e il pinguino con un papillon rosso e le nostre fedi legate in un fiocco al suo collo.
Ma  io avevo occhi solo per te e per il tuo sorriso, che avrebbe potuto sciogliere i ghiacci dell’Alaska, tanto era luminoso.
Alla fine della giornata ero la signora Lopez -Pierce. Tu volevi fosse Pierce-Lopez, ma per una volta ho voluto mettere te per prima, perché se io per te venivo prima di tutto, tu venivi prima di tutto per me.

 

 
Cinque anni passarono da quel giorno meraviglioso.
Tu eri riuscita a diventare uno dei medici più stimati di tutta New York, e io dopo aver preso parte ad alcuni spettacoli di Broadway ed aver ricevuto molte lodi per le mie capacità (che non erano niente in confronto al tuo sguardo pieno di orgoglio mentre mi osservavi dal pubblico) mi ero presa una pausa per poter prendermi cura del piccolo esserino che stava crescendo dentro di me.
Nostro figlio o Nostra figlia. (Volevamo fosse una sorpresa fino all’ultimo istante.)
Fu una mia decisione quella di essere io a portare in grembo nostro figlio. Tu eri impegnata a salvare vite, e io sentivo che era la cosa giusta da fare.

Emily Lopez-Pierce nacque durante una fredda giornata di Febbraio, irrompendo nel nostro mondo con un pianto bello forte che dimostrava senza ombra di dubbio che fosse una Lopez.
Emily è la nostra perfetta unione, ha una tonalità di pelle leggermente più chiara della tua e i tuoi stessi capelli scuri, gli occhi invece sono azzurri, qualche tonalità più scura della mia.
Non ti ho mai vista piangere così tanto, Santana. Piangere dalla felicità, ma sempre con quello sguardo pieno d’orgoglio con cui mi guardavi.
Contro ogni aspettativa e difficoltà, io e te avevamo creato una famiglia.

 

Ma non tutte le storie hanno una bella fine.
La nostra è una di quelle.

Sai quando hai quella sensazione che qualcosa di terribile stia per accadere, ma non sai cosa, e senti quel nodo alla base dello stomaco che non vuole andar via?
Ecco, quella sera, mentre facevamo l’amore, io avevo quella sensazione lì. E anche tu l’avevi, ne sono sicura.
Altrimenti non avresti cercato in tutti i modi di farmi capire quanto mi amassi con ogni singolo gesto, ogni singolo ‘Ti Amo’ sussurrato con quegli occhi pieni d’amore.
Quando alla fine, mentre con la testa sul tuo petto ascoltavo il lento battito del tuo cuore, mi dicesti ‘Ti amo, Britt. Ti amo come non ho mai potuto immaginare fosse possibile.’  L’unica cosa che potei fare, fu piangere. Perché dio sa come anche io ti amassi oltre ogni limite possibile ed immaginabile, e come avrei voluto rimanere lì tra le tue braccia per sempre.



Quella maledetta mattina, era il tuo giorno libero e poiché Emily aveva un po’ di febbre, decidesti di andare in farmacia per prenderle un antibiotico.
Avrei dovuto fermarti, ma non lo feci.
Torno subito, ti amo.’ mi dicesti dopo avermi dato un bacio e aver abbracciato e coccolato la piccola ‘Fa la brava, la mamma torna presto.’

Non tornasti presto.
Non tornasti affatto.

Ero sul divano, Emily dormiva in camera sua, mentre continuavo a fissare l’orologio, perché erano passate due ore da quando eri andata via.
E poi, ricevetti una di quelle chiamate che nessuno vorrebbe mai ricevere. Nessuno.
‘Pronto?’ ‘E’ la signora Lopez-Pierce?’ ‘Sì, con chi parlo?’ ‘Sono un’agente di polizia signora…’ ‘C-che cosa è successo?’ ‘Mi dispiace signora… i medici hanno fatto il possibile, ma sua moglie non ce l’ha fatta.’
Tutto. In quel momento non crollai solo io per terra in lacrime.
In quel momento è crollato tutto il mio mondo.
Il mio mondo era crollato per colpa di un ragazzino che aveva deciso di rapinare quella maledetta farmacia, quel maledetto giorno.

 

A trent’anni ero vedova, con una bambina di cinque anni da dover crescere da sola.

Il giorno del tuo funerale, la marea di persone che era lì era incredibile.
So che non ci crederesti mai, Santana. Ma è così.
C’erano tutti. Tuoi colleghi, tuoi pazienti, i nostri genitori, i nostri amici del liceo. Erano tutti lì.
Ti ricordi cosa mi dicesti al nostro primo incontro? ‘Io voglio essere ricordata.’
E Santana, c’eri riuscita. Tutti si ricordavano di te, tutti.
Perché semplicemente non si può dimenticare una persona come te.

 Quando era ormai tutto finito, una signora con un bambino qualche anno più piccolo di Emily, mi si è avvicinata abbracciandomi.
Era la donna che tu avevi difeso.
E per un singolo istante, sono stata presa dalla rabbia, perché lei era lì. Invece tu no. Non eri lì ad abbracciarmi e a guardarmi con amore.
Ma poi, ho pensato che era proprio per questo che ti amavo, e ti amo ancora.
Perché non importa quanto ti costava. Mettevi sempre gli altri prima di te.

 

Adesso ho quarant’anni, Santana. E tu non ci sei più da dieci anni.
Emily è un’adolescente ormai.
E dio, quanto vorrei che fossi qui per guardarla. E’ diventata una ragazza bellissima. E’ la tua fotocopia. Ha il tuo stesso carattere scorbutico, e il tuo stesso grande e immenso cuore. Oh, e dovresti sentirla imprecare in spagnolo. Sembra quasi che sia tu a parlare.
E non fa altro che chiedermi di raccontarle del nostro amore, di tutto quello che abbiamo passato insieme. Vuole sapere ogni minima cosa di te. E io non posso che accontentarla.
Perché ormai di te, non mi restano altro che ricordi, e la tua fede al mio dito, assieme alla mia.



Domani, ci sarà il mio ultimo spettacolo.
In questi anni sono diventata abbastanza famosa da ricevere offerte da ogni parte del mondo, ma non potevo accettarle. Avevo Emily di cui occuparmi, e te da venire a trovare.
Sono sicura che durante tutto questo tempo, anche se non ci sei stata, mi hai accompagnata in ogni momento.
E’ per questo che domani, quando si alzerà il sipario, ballerò solo per te. Come ho sempre fatto.
Perché non puoi essere qui fisicamente, ma sei con me in qualunque istante.
E immagino la tua voce, roca ma dolce al tempo stesso farmi la stessa richiesta che mai smetterò di accontentare.

‘Balla per me, Brittany.’

 

 

 

 

 

 
Angolinoinoino dell’autrice:  Ciao a tutti. Perdonatemi per questa one-shot tristissima, ma diciamo che il mio umore ha influito notevolmente. Non avevo previsto un finale così triste, ma è apparso mentre scrivevo senza rendermene conto. (*vocina minuscola* non odiatemi, vi prego)
Non so cos’altro dire, quindi vi saluto. Alla prossima gente!

-coriandolo

  
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