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Autore: Reika_Stephan    22/11/2014    0 recensioni
*Storia scritta a due mani*
Reika Walter.
Ritardataria cronica.
Stephan Lordale.
Ricco studente modello, nuovo arrivato.
Amicizie indissolubili, amori travagliati, difficoltà da superare.
Ma insieme. Restando insieme.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Note autore:
Ed eccoci con il sesto capitolo!
Sono puntuale questa volta!
L'unica cosa che mi preme dire per quanto riguarda questo capitolo è: non allarmatevi, ANDRA' TUTTO BENE! E non aggiungo altro.
Detto questo, mi dileguo.
Buona lettura!

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6. Sapore amaro

I giorni si susseguivano velocemente, la mia vita aveva assunto una piega nuova con l'arrivo di Stephan : era un continuo sorprendersi. Col passare del tempo il nostro legame era andato via via a farsi sempre più importante, cominciavo a figurarmi un futuro in cui lui era assolutamente presente.
Non avevo propriamente detto ai miei genitori che io e Stephan stavamo insieme: certo lo vedevo ogni giorno, ma uscivo anche con Diana e Luca. Sicuramente lo sospettavano ma per il momento non mi importava nè di smentire, nè di confermare.  
Inizialmente io e Stephan avevamo badato più a sensazioni e istinti, ora eravamo presi a scoprirci davvero, in tutte le sfumature. Avevamo dei progetti: voleva farmi conoscere i suoi amici di New York, volevamo farci una vacanza insieme a Diana e Luca appena la scuola fosse finita. Avevamo ancora un ultimo anno scolastico da affrontare ma stavamo cominciando a limare i dettagli per il nostro futuro: inseguire i nostri sogni, continuare gli studi, decidere quale carriera intraprendere eccetera.
Insomma ero innamorata del mio vicino di casa e stavo cominciando ad essere davvero soddisfatta della mia vita.

Ora, erano passati ben quattro mesi dal fine settimana in campeggio e dopo un'estenuante mattinata a scuola, tra test di qualsiasi sorta e una rinvigorente sosta al bar più vicino, avevo finalmente varcato la soglia di casa, ancora sorseggiando dalla cannuccia il frullato che Stephan mi aveva offerto.
Mio padre era rientrato dai suoi abituali spostamenti di lavoro solo ieri, dunque sbirciai in salotto consapevole di trovarlo lì:
'Pà!' sbottai facendolo sobbalzare mentre scrutava la mensola su cui avevamo sistemato i nostri dvd, stracolma: 'Non puoi guardare un film senza di me!'

Mio padre spostò il peso da un piede all'altro: 'In realtà stavo cercando un film per questa sera. Tua madre vuole organizzare una serata popcorn, per rilassarsi un po'. E visto che stasera esci con i tuoi amici...'
Scoppiai a ridere: 'Il reparto film noiosi, che piacciono a lei, è quello più in basso!' dissi facendogli l'occhiolino. Lui alzò gli occhi al cielo esasperato e scosse la testa ridendo.
Urlai un saluto a mia madre e mi chiusi in camera per studiare.
 
Ero seduta a gambe incrociate sul letto, con il libro in mano, le cuffie nelle orecchie e la musica a pieno volume, dunque, non sentii il mio cellulare squillare.
Mia madre spalancò la porta e solo allora mi tolsi le cuffie.
'C'è Stephan di sotto, ti sta cercando!'
Alzai un sopracciglio: ci saremmo visti di lì a poco, cosa c'era di così importante?
Gettai distrattamente il libro sul letto e scesi le scale di corsa.
 
Lo vidi fermo all'entrata, aveva un'espressione strana.
'Tutto bene?' gli chiesi.
Lui mi fece cenno di uscire ed io chiusi la porta alle mie spalle.
'Allora?' lo spronai studiandolo.
Lui sbuffò e si appoggiò al muro con aria agitata.
Cominciavo a preoccuparmi. E anche a innervosirmi.
'Che ti prende?' chiesi ostentando calma, mordendomi le unghie.
'Mio padre...' cominciò lui, ' ha-deve... deve tornare a New York, per l'azienda, il lavoro.'
Annuii per farlo continuare, impaziente di capirci qualcosa.
'Reika,' disse avvicinandosi 'dice che deve aggiustare le cose a New York, che si tratterrà lì almeno per un anno. E quindi vuole che andiamo con lui. Io e mia madre. Per un anno.'
 
'Come?' riuscii a dire, spalancando la bocca 'Andartene? Un anno?'.
Lui mi chiuse in un abbraccio: 'Ho chiesto a mio padre di restare, io e magari Gustavo. Gliel'ho ripetuto e ripetuto ma non ne ha voluto sapere. E' stato irremovibile, non ho scelta.'
Mi staccai malamente da lui, asciugandomi convulsamente gli occhi, senza permettere neanche a una lacrima di venire giù.
'Non voglio che te ne vai.'
'Lo so' concluse lui. Poi si avviò alla sua villa.
 
Lo guardai andare via e mi venne una voglia matta di inveire e gridargli contro.
Entrai in casa con sdegno e corsi di sopra.
Ero arrabbiata, non poteva andarsene. 
Non riuscivo a pensare ad altro, ne a vederla diversamente: non poteva andarsene.
Di sicuro poteva convincere suo padre, poteva restare qui. Poteva provarci.
 
E' stato irremovibile, non ho scelta.
 
Sentii mia madre chiedermi di scendere ma mi chiusi in bagno, aprii l'acqua nella doccia e cominciai a spogliarmi.
 
Forse sua madre gli avrebbe dato man forte e lo avrebbe convinto. Poteva provarci.
 
Gliel'ho ripetuto e ripetuto ma non ne ha voluto sapere.
 
Un anno però, era tanto tempo.
Non può andarsene, ripetei covulsamente tra me e me, non può e non deve.
Mi lasciai andare al calore della doccia e mi schiarii la mente:
Stephan era costretto a partire anche se voleva restare. Ci aveva provato.
 
Uscii dalla doccia, indossai l'accappatoio e afferrai l'asciugacapelli.
Dieci minuti dopo ero a casa sua, Gustavo mi aveva aperto.
 
'Quando partite?' chiesi a Stephan, che era entrato in salotto in quel momento.
'Domani' rispose lui un pò sorpreso di vedermi lì.
Sbattei le palpebre.
Domani. Neanche il tempo di farmi abituare all'idea.
'Me lo ha detto due giorni fa' continuò lui, 'credevo di avere buone possibilità di convincerlo a farmi restare...'
Annuii e alzai lo sguardo:
'Potrai venire a trovarci, di tanto in tanto?'
Lui annuì con forza: 'Appena potrò. E ti contatterò tutti i giorni.'
'Ti aspetterò' promisi allora.
Lo baciai in fretta e furia e lo abbracciai stretto: 'Torna a trovarmi.'
'Promesso.'

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N.B.: Il prossimo capitolo uscirà, ovviamente, tra una settimana: sabato 29 Novembre.

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