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Autore: Khailea    23/11/2014    3 recensioni
Mente cammino verso la scuola mi sento come se fossi rimasta sola,le persone intorno a me sono come dei semplici manichini neri,passo inosservata,quasi come un'ombra,ma in fondo per tutti è sempre stato così,non ho mai dato nell'occhio fin da quando ero piccola,eppure sono molto diversa dagli altri.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo è completamente oscurato da nuvole nere, il vento freddo mi graffia il viso mentre io continuo a guardare in alto, il sole è svanito e pochi raggi trapassano le nubi. Mi sono vestita con un semplice maglione arancione dei pantaloni neri e degli stivaletti marroni, il freddo non mi disturba. Mente cammino verso la scuola mi sento come se fossi rimasta sola, le persone intorno a me sono come dei semplici manichini neri, passo inosservata, quasi come un'ombra, ma in fondo per tutti è sempre stato così. Non ho mai dato nell'occhio fin da quando ero piccola, eppure sono molto diversa dagli altri. Anche se ho diciassette anni sono magra e bassa, non ho un seno molto prosperoso come alcune mie coetanee, i capelli rossi come le foglie d'autunno sono sempre spettinati non importa quanto possa curarli, i miei occhi sono rosso sangue e tutti li scherniscono con una tale leggerezza da farli sembrare inumani. Tanta gente potrebbe pensare che sono la tipica ragazza presa di mira dai bulli e che si taglia per sfogare la sua rabbia contro il mondo intero, e invece non è così. Non vengo presa di mira da nessuno per il semplice motivo che nessuno mi vede, posso essere circondata da mille persone identiche ma nessuno mi nota, per la società io non esisto e non mi importa nemmeno, appartenere ad un mondo così sporco non fa per me. Per quanto riguarda i tagli non me ne sono mai fatti, la mia pelle bianca come la neve non è stata mai intaccata da lividi tagli o alcun che, perchè avrei dovuto se niente mi fa star male a tal punto?Non mi interessa del mondo attorno a me, non mi importa di essere paragonabile ad un ombra o a un soffio di vento, tutti sono dei semplici manichini neri. Nonostante il tempo presagi pioggia io non me ne curo, e non sono nemmeno sicura che accada. Ora mai sono davanti al cancello della mia scuola, sembra quello di una casa stregata tutto nero con degli spuntoni in cima, la scuola invece è un gigantesco edificio bianco, dai vetri delle finestre vedo che gli alunni sono già nelle proprie classi, tutti a fissare lo stesso medesimo punto con la stessa espressione, gli stessi pensieri. Lentamente attraverso il cancello, la strada che conduce alla porta l'hanno contornata di cespugli di rose, che però ora non ne hanno nemmeno una, e gli alberi dietro son spogli. Non mi sembra la trovata migliore per invogliare le persone ad entrare. Sopra la porta d'entrata c'è un'enorme scritta di benvenuto, la campanella non è ancora suonata ma non è strano per me che non ci sia nessuno per i corridoi. Quelli del primo piano sono bianchi esattamente come l'esterno, sembra più un ospedale ma hanno scelto questo colore per indicare la purezza degli alunni delle classi prime e seconde, perchè non sono ancora intaccate da qualcoa, attraversandoli sento l'odore ben distinto della vaniglia, mentre osservo dalle finestre trasparenti sulla porte nelle classi non vedo altro che persone identiche senza volto. Salendo le scale il colore è grigio e questo vale per tutte, è come se fosse un limbo staccato dai livelli formati dai vari piani e di conseguenza dipinte diversamente ad indicare il fatto che non appartengono a niente. I corridoi del secondo piano invece sono dipinti di azzurro, indicano che non si è più puri come un tempo ma si è ancora innocenti, qua l'odore è di tè al gelsomino, è strano come ogni luogo abbia un odore proprio, guardando fuori dalla finestra il tempo si è annuvolato ancora di più ma non mi ci soffermo troppo, il secondo piano è diviso tra gli studenti del terzo e del quarto anno. Salgo le scale e giungo al terzo piano, qui i corridoi sono dipinti di un violaceo chiaro, indica che qualcosa ha intaccato la purezza degli studenti ad uno stadio più alto rispetto ai precedenti piani, la mia classe però è completamente in fondo all'edificio, il terzo piano appartiene agli studenti del quinto ed ultimo anno, ed è a mio parere il piano più strano. Camminando per i corridoi viola sento odore di lillà, ma il muro che riveste la mia classe non ha ne lo stesso odore ne lo stesso colore..quei muri sono dipinti di nero. È la classe della feccia della scuola, il luogo in cui ci sono i soggetti di cui si è certi che non abbiano un futuro. Mi sono sempre chiesta perchè i colori fossero tutti abbastanza chiari ma quella parete completamene nera, e solo varcandone la soglia lo realizzai. Bianco dei puri, azzurro dei ragazzi mediamente intaccati dall'inpurezza del mondo, violaceo per indicare che i ragazzi di cui ormai il mondo gli ha macchiato l'anima ma solo come adulti quali sono, e nero per quelli senza speranza, per i diversi. Avvicinandosi alla porta l'odore di lillà viene sostituito da quello del sangue e di sigarette, sinceramente fa abbastanza impressione vedere le mura tutte viola per poi posare gli occhi su un muro nero dipinto malamente, ma abbastanza spesso da non far vedere nessun'altro colore, non è però fatto in modo che sia ben chiaro quando sia separato dal resto del corridoio, sembra che qualcuno ci abbia lanciato contro dei barattoli di vernice e gli schizzi  segnano il territorio. Tutti gli alunni appartenenti a questa classe vengono scherniti alle spalle da tutti, anche dai professori però nessuno ha mai avuto il coraggio di dirci qualcosa in faccia per paura delle conseguenze. Io sono finita qui per il semplice motivo che passo troppo inosservata, e di conseguenza per il mondo non sono niente. Mi avvicino alla porta tirando un lungo sospiro, la apro piano quasi senza far rumore, e davanti a me, come ogni giorno, ricevo sguardi sbiechi da parte dei miei compagni. È molto strano ma a quanto pare qui non vedo solo dei manichini, ognuno ha un proprio volto e un proprio carattere. Il mio banco è quello più infondo vicino alla finestra, non siamo molti in aula perciò non devo preoccuparmi del chiasso assordante che , come di consuetudine, dovrebbe appartenere alle classi. Il professore entra aprendo la porta di scatto facendo molto più rumore di quello fatto da me, lui al contrario è il solito manichino nero, la sua voce è roca e si nota chiaramente la punta di rammarico causata dal fatto di dover insegnare a noi. Incomincia l'appello di malavoglia.

-Cuddles.-

Cuddels è un ragazzo alto e magro dai capelli color crema, si veste sempre di giallo e non pensa ad altro che a divertirsi, non gli importa dei pericoli che potrebbe correre vuole vivere la vita come se ogni giorno fosse l'ultimo, non ha problemi a pavoneggiarsi e a stare al centro dei riflettori.

-Giggels.-

Lei si crede la più affascinante della classe, passa la maggior parte del suo tempo a controllare come stanno i suoi capelli rosa pastello, se il trucco è apposto e non presta molta attenzione agli altri, si veste solo con abiti rosa che però variano la tonalità, sulla testa ha un enorme fiocco rosso, pensa di vivere in un romanzo rosa e ogni ragazzo potrebbe essere il suo principe, sempre che corrisponda ai suoi canoni ovviamente.

-Toothy.-

E' un ragazzo dai capelli viola e i dentoni da castoro, sta sempre assieme a Cuddles e si veste con tonalità varie di viola, non ama il pericolo ma farebbe tutto per il suo amico, e al  contrario suo preferisce non dare inutili spettacoli tranne quando si tratta di cantare, si crede un tenore fantastico da quando ha fatto il protagonista alla recita di natale.

-.Petunia.-

Dio li fa e poi li accoppia mi viene da dire, se già non bastava il duo più chiassoso del limone e il castoro arriva lei , la migliore amica di Giggles, se non fosse che lei ha lunghi capelli azzurri con in mezzo una striscia bianca direi che sono sorelle, porta al collo un deodorante per ambienti ed è una maniaca della pulizia, prima di entrare in classe sterilizza ogni cosa, ma a parte questo adora truccarsi e pavoneggiarsi, come la sua amica vive in un romanzo rosa.

-Lumpy.-

Il tipico idiota del villaggio ,è un tipo alto con i capelli corti e turchesi, ha due orecchini a forma di corna d'alce anche se quello a destra è al contrario, si veste con jeans e magliette azzurre, si distrae facilmente e causa una marea di incidenti nei modi più improbabili, ha degli strani hobby come quello di coltivare un enorme pannocchia di mais.

-Nutty.-

E' un ragazzo con i capelli verde mela, il suo occhio sinistro è ballerino e tutto verde a causa della quantità disumana di zuccheri che mangia, ne ha pure tra addosso : un bastoncino di zucchero sulla felpa verde, un lecca lecca sulla guancia e una piccola mela caramellata sulla testa. E' un esagitato e non sta mai fermo, non passa un ora che deve mangiare dello zucchero.

-Sniffles.-

Lui è forse il ragazzo più intelligente di tutto l'edificio, ha degli occhiali molto spessi e tiene i capelli blu legati con un codino, si ostina a portare un camicie dicendo che qualsiasi momento è buono per creare marchingegni, molti dei quali esplodono o vanno distrutti, è molto amico di Nutty ma più che altro lo usa come cavia da laboratorio per i suoi esperimenti.

-Lammy.-

Lei è la pazzia allo stato puro, si veste di bianco con un cappello viola e si porta sempre dietro un peluche a forma di cetriolo , ci parla e ci discute, gli da anche la colpa quando combina dei casini, ha una visione più realistica rispetto alle altre due ma non per questo è meno strana. La prima volta che la viti la paragonai ad una pecora, sia per i capelli bianchi vaporosi  che per i vestiti che la facevano sembrare una palla di cotone.

-Splendid.-

Mister ego come lo chiamo io, indossa una maschera rossa e si crede la persona più forte e veloce del mondo, eccelle in vari sport e si pavoneggia davanti alle ragazze. Pensa di essere un supereroe e si impiccia in problemi altrui, causandone altri o peggiorando la situazione. Ha i capelli corti e blu, indossa una specie di tuta e se non fosse per il fatto che sembrerebbe ancora più ridicolo temo che si metterebbe addirittura un mantello.

-Handy.-

E' un ragazzo gentile che aiuta sempre tutti, è una specie di tutto fare e sa aggiustare ogni cosa, è molto strano visto che gli mancano le braccia dai gomiti in giù. Non vuole essere aiutato in nessun modo, ha i capelli arancioni e indossa una maglia a maniche corte con le bretelle, ai gomiti indossa delle fascie. Per precauzione, come dice lui, in testa ha un casco da operaio giallo.

-Shifty e Lifty.-

Loro sono due gemelli che hanno un chiodo ben fisso nella testa, i soldi,. Rubano truffano fanno di tutto pur di averne. Sono identici, alti e magri con i capelli verdi, hanno sempre un ghigno beffardo sul volto, si vestono con un gilè grigio una camicia nera e dei pantaloni neri, l'unica cosa che li distingue è il cappello verde muschio di Shifty.

-Flaky.-

Mi chiedo perchè ogni giorno faccia sempre la solita solfa dell'appello, tanto nessuno di noi è mai mancato, nessuno ha niente di meglio da fare. Mentre il prof incomincia con la sua lezione io mi perdo ad osservare fuori dalla finestra, spesso mi rilassa e mi fa dimenticare di tutto ciò che mi circonda, raramente mi fermo a guardare la mia classe. I banchi di legno sono mal tenuti, la cattedra è molto vecchia e si vedono i chiari segni del legno che sta marcendo. Sul soffitto si vedono ancora delle palline di carta appiccicate lì da secoli ormai, risalgono al giorno in cui Cuddles ha sfidato Splendid  ad una gara di quale dei due riusciva a farne una che resistesse di più, inutile dire che nessuno si è mai preso la briga di ripulire. E' proprio la classe più scadente che ci sia non c'è altro da dire, l'unico che segue la lezione è Sniffles, che puntualmente interrompe il prof con aneddoti mai richiesti da nessuno. Anche se per molti è l'aula più strana io non vi trovo niente che valga la mia attenzione, certo sono gli unici che io considero persone ma niente di più, alla fine non sono mai utili per nessuno. A metà lezione il professore stanco di noi esce dall'aula con la solita scusa delle faccende da sbrigare, non è la prima volta che se ne esce con questa ridicola scusa, potrebbe semplicemente dire che si è stufato di stare qui. La classe nel frattempo riprende le proprie mansioni, le ragazze che si sistemano il trucco, la pazza che ride col pupazzo, i due mister ego che si pavoneggiano come se non ci fosse un domani sotto gli sguardi di tutti i ragazzi rimasti, l'esagitato che trangugia caramelle e io che sto in silenzio, niente di più monotono. Dopo venti minuti circa il professore entra in classe ma non è solo, vicino a lui c'è un ragazzo.

-Ascoltatemi lui è Flippy, è nuovo perciò...-

-Trattatelo bene?-

-Splendid conoscendovi è inutile dirlo, Flippy siediti dove ti pare. Io vado a farmi un caffè.-

Il nuovo arrivato è un ragazzo alto abbastanza muscoloso, indossa una maglia nera e dei jeans, i suoi capelli sono color lime e al collo porta due medagliette tipiche dei militari, rimane fermo giusto il tempo per decidere dove mettersi mentre tutti lo guardano diffidenti, nessuno di loro sembra volerci fare amicizia o interagirvi eppure non gli staccano gli occhi di dosso. Smetto di guardarlo una volta squadrato per bene, per quanto mi riguarda può mettersi anche al posto del professore, sento i suoi passi però che si fanno sempre vicini e quando alzo lo sguardo per vedere dove si è messo lo ritrovo esattamente nel banco accanto al mio, adiacenti e davanti ce ne sono almeno due, perchè non ha scelto uno di quelli ed è dovuto venire attaccato a me?Non so nemmeno il motivo per cui ho alzato lo sguardo, curiosità forse? Il fatto di aver percepito qualcuno stranamente vicino a me? Sta di fatto che ora è lui a fissare me con i suoi occhi gialli ridotti a due fessure, nessuno mi ha mai guardata così a lungo o mi ha mai notata e sentire quegli occhi freddi come il ghiaccio ma allo stesso tempo caldi come il fuoco mi fa uno strano effetto, come se appartenessi realmente a questo mondo e non fossi sono un ombra. I suoi occhi finalmente smettono di osservarmi come se fossi uno strano animale selvatico a cui dare la caccia ed incomincia a fissare il vuoto. Continuo a fissarlo per il resto della lezione, non me ne sono nemmeno resa conto ma il suo sguardo mi ha messo soggezione in qualche modo. Fa per alzarsi ma io lo fermo, non so il motivo per cui l'ho fatto ma so che ora sono sotto gli occhi di tutti, mi sono parata davanti a questo ragazzo senza nemmeno conoscerlo o avergli rivolto mai un saluto.

-Perchè mi hai fissata?-

Non mi risponde, sento nuovamente il suo sguardo su di me, cerco di mantenermi il più fredda e distaccata possibile.

-Sei strana.-

Sei strana?Sei strana!E' questo il motivo per cui mi ha guardata così?Resto a bocca aperta, non mi aspettavo una simile frase. Lui senza dire altro esce dalla classe lasciandomi come un baccalà. Mi riprendo dopo alcuni minuti ed esco dalla classe andandolo a cercare, davanti a me ci sono solo figure nere ma verso le scale lo riesco ad intravedere. Riesco a sgusciare in mezzo alla folla e senza pensarci due volte lo afferrò per la maglia, quando me ne rendo conto mi pietrifico. Il suo sguardo è, se possibile, ancora più freddo di prima. Si stacca dalla mia presa e mi concede un ghigno beffardo.

-Non c'è tempo per dirsi addio.-

 

   
 
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