Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Geo_L_C    23/11/2014    1 recensioni
Il distretto 13 si è ribellato contro Panem e tutta Capitol City, c’è stata una guerra che è durata molto, troppo tempo, così, Panem, decise di radere al suolo tutto il distretto 13 e mettere una volta per tutte a tacere tutti i distretti. Per mettere fine hai giorni bui, Capitol City decide che ogni anno, da quel momento, tutti i distretti doneranno in sacrificio un ragazzo e una ragazza per partecipare ad un nuovo reality show chiamato: Hunger Games dove, in questa lotta al massacro, ci sarà solo un vincitore.
Ma cos'è capitato nella prima edizione..
Genere: Avventura, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mags
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Seconda Parte
Un’arena familiare
 
 
 
Ed eccoci al ricordo che forse mi fa più male, la mia mente vaga e mi fa dannare la testa ogni volta che ci ripenso. Quello che vidi era stato per me un colpo nello stomaco, come se mi avessero tirato una gomitata e il dolore mi percosse tutto il mio corpo.
Tutto partì quando la mia stilista mi svegliò alle nove in punto, mi doveva preparare per portarmi alle dieci precise alla Camera di Lancio, iniziavo a sentire l’agitazione, nessuno dei Tributi che erano stati sorteggiati alla Mietitura era al corrente di cosa dovevano fare con precisione, e nemmeno io.
Ero una ragazzina di quattordici anni, dovevo ancora finire la scuola, dovevo vivere un’infanzia più o meno felice, giocare con i ragazzini della mia età, innamorarmi, avere figli e invece pensavo solo che in quell’ora la mia vita, forse, sarebbe finita. Mi facevo un sacco di domande su quello che mi sarebbe aspettato, anche se nel mio essere sapevo già che qualunque cosa sarebbe successa io non dovevo mollare, dovevo sopravvivere.
Era arrivata la mia stilista, un donnone di colore alta, robusta ma molto bella ed elegante, entrò nella mia stanza con dei vestiti strani, avevano un tessuto diverso da quelli che indossavo li a Capitol City. Avevo una maglietta bianca con dei pantaloni stretti grigi, era un grigio stinto, triste come se già puzzasse di morto. In fine indossai un paio di stivali neri molto alti, arrivavano a metà polpaccio sembrava una vera e propria divisa da lavoro.
Notai che sulla maglietta bianca c’era il numero 4 cucito di nero contrassegnato da un cerchio grigio metallizzato. Per finire arrivarono i due dello staff dei parrucchieri. Mi fecero una piccola treccia che sembrava un cerchietto ed in fine legarono i capelli in un’alta coda di cavallo. Mi guardarono ed erano entusiasti del loro lavoro. La mia stilista, mi accompagnò personalmente alla Camera di Lancio, rimasi in silenzio per tutto il tragitto, ero così tesa e così impaurita che non osavo pronunciare parola con nessuno.
Prendemmo un hovercraft per arrivare sul posto dove avrei iniziato i giochi ed infine atterrammo accanto ad un grande e maestoso edificio. Devo essere sincera, in quei lunghi minuti prima di entrare nella cabina che mi avrebbe portata nei giochi, ero davvero preoccupata.
Ma in fine, non fu poi così terribile l’addio fra me e la mia stilista, concluse il suo lavoro mettendomi una cintura elettronica. Mi disse che quello era il localizzatore, se andavamo troppo fuori dall’arena potevamo essere rintracciati grazie a quello.
-Ricorda, non devi scendere dal piedistallo o ti faranno esplodere.. sta molto attenta-.
Mi strinse forte e mi diede due baci sulle guance, non capì quel gesto, ci conoscevamo appena eppure sembrava essersi affezionata così tanto a me.
Entrai nella cabina in vetro e la porta scorrevole si aprì.
In quel momento stavo solo pensando all’unica cosa che mi veniva da pensare “Cerca di sopravvivere” feci un respiro profondo ed in fine il piccolo cerchio in metallo iniziò a salire, era una lunga salita verso quel cielo limpido che vidi non appena alzai lo sguardo.
Poi mi si presentò la vista più agghiacciante di tutte, l’arena, quella per cui avrei dovuto sopravvivere o uccidere per vivere. Ci riflettei per un istante, subito non l’avevo notata ma poi capì a cosa si erano ispirati i creatori degli Hunger Games.
-Questo.. è.. il distretto 13.- dissi, mi guardai intorno, le due file dove c’erano gli altri Tributi avevano la mia stessa espressione interdetta, quell’arena l’avevano palesemente copiata dalle rovine del distretto 13, o meglio, sembrava di essere li anche se quella fu solo una riproduzione esatta di quel che rimaneva.
Poi guardai la cornucopia che echeggiava di svariati mobili con sopra armi di diverso tipo, zaini, borse e tracolle tutte di color nero ed in fine grossi forzieri in legno contenenti chissà cosa. Poi una voce dal megafono ci accolse.
-Signori e signore, che i primi Hunger Games abbiano inizio.. possa la fortuna essere sempre a vostro favore.-
 
Un ologramma segnava il conto alla rovescia, come al solito furono i sessanta secondi più lunghi della mia vita. Tutti e dico tutti i Tributi non sapevano con certezza che cosa dovevano fare, aspettavamo li lo scadere di quei lunghissimi secondi contrassegnati dalla voce del presentatore che pronunciava ogni numero con una voce calda e accogliente.
Uno dei Tributi ebbe la fantastica idea di scendere per primo dal piedistallo in ferro prima della fine dei secondi, esplose in mille pezzi, ricordo la carne e il sangue che sgorgava da ogni dove, alcuni schizzi si erano depositati sui due Tributi più vicini, io rimasi paralizzata da quella visione, i suoi resti morenti caddero come se fosse pioggia battente. Nessuno disse o si mosse fino alla fine dei restati trenta secondi.
Rimasi fissa a guardare di fronte a me, guardavo tutte le varie possibilità che avevo di prendere almeno uno zaino o anche solo un’arma per difendermi, se ce ne fosse stato il caso, ora restavano venti secondi.
Lo stomaco si stava ribaltando da solo, le gambe iniziarono a tremare e il cuore batteva forte come non l’aveva mai fatto.
Dieci secondi, mi guardai un’ultima volta intorno a me, poi notai lo sguardo di Ronnie che mi fece un cenno con il capo, il suo sguardo mi risollevò un po’, la paura che avevo si era calmata grazie a lui.
Cinque secondi, quattro, tre, due, uno.
Un suono di cannone fece scattare tutti e i venti due Tributi che corsero più velocemente possibile alla Cornucopia, io attesi qualche nano secondo prima di decidere cosa fare. Ero spaventata e allo stesso tempo mi tremavano le gambe quindi, non avevo la minima idea di cosa fare. Ma poi corsi, corsi più in fretta che potevo, ma non appena stavo per avvicinarmi alla Cornucopia Ronnie stava correndo di fronte a me, con due borse e un machete in mano, era ricoperto di sangue. All’inizio non capivo che cosa stava facendo ma poi mi prese dal braccio e iniziò a trascinarmi più velocemente che poteva, quasi mi stava spezzando il braccio.
-Corri!- urlò.
-Ma devo prendere qualcosa, altrimenti..- ribattei
-Ci ho già pensato io- disse mostrandomi i due zaini che aveva in mano. Ebbi solo un secondo per guardarmi le spalle e vedere che cosa stava succedendo, ed ecco l’immagine che non cancellerò mai più dalla mia mente: sangue ovunque, cadaveri sparsi per terra, tre persone lottavano fra di loro infilzandosi a vicenda. Ricordo perfettamente la mia reazione, urlai e gli occhi si ricoprirono di lacrime.
Ronnie ebbe il buon senso di prendermi e strattonarmi via da quella scena orrenda, pur troppo non c’erano molti nascondigli, infatti andammo verso un enorme caseggiato distrutto e ricoperto di macerie, ma era l’unico luogo dove potevamo nasconderci in quel momento.
Avevamo fatto una lunga e stancante corsa, ci fermammo e ci buttammo a terra con la schiena poggiata sul muro in mattoni grezzi. I respiri erano affannati e stanchi ma lui cercò di rompere il silenzio che si era formato dopo quello che avevo visto.
-C’è stata un’alleanza..- disse tra un respiro e l’altro.
-Alleanza?- chiesi.
-Si, i due Tributi maschi dei distretti 1 e 2, si sono coalizzati, hanno addirittura ucciso le loro compagnie.
-Mi sa proprio che quei due sono pericolosi.
-Li avevo già individuati nella sala d’addestramento, avevo già intuito la loro ferocia.
Calò nuovamente qualche minuto di silenzio prima che uno dei due parlò ancora, questa volta però lo ruppi io.
- Hai notato che l’arena è la copia sputata di come hanno ridotto il distretto 13?
- Già.. fa schifo, poi sapere quante persone sono morte nel vero distretto mi fa rabbrividire.
Subito dopo, accanto a noi si sentì un urlo, ricordo ancora quell’urlo di ragazza così vicino e così spaventoso che mi aggrappai al braccio di Ronnie ed in fine il cannone sparò ben quattordici colpi nel giro di un paio d’ore, i giochi erano ufficialmente iniziati.
 
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Geo_L_C