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Autore: Mad_Dragon    23/11/2014    6 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Per tre giorni e tre notti la terra tremò. Le montagne franarono, i mari si ritirarono e enormi onde si abbatterono sulle coste di Kanto e sui suoi arcipelaghi. All'alba del quarto giorno, dove qualche giorno prima il mare si era ritirato, spuntò un 'enorme montagna sottomarina. Dopo poche ore anche il fondale si alzò circondando la montagna. Era nata una nuova isola.
Diversi spedizioni vennero mandate ad ispezionare l'isola. La più importante di tutte, capitanata dalla professoressa Green, scoprì l'origine di quella montagna: uno scontro tra due pokémon di leggendaria potenza, Lugia e Kyogre, ha creato questa montagna e generato i terremoti che avevano straziato la regione di Kanto. L'isola venne chiamata Novisola e la montagna è tuttora conosciuta come Monte dello Scontro."
Spero di avervi incuriosito ;)
- Migliorati capitoli da 1 a 4, rivista l'impaginazione -
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blue, N, Nuovo personaggio, Red, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 6
- La strada attraverso la roccia -

Dopo esserci separati da Mia, proseguimmo il cammino per qualche ora fino a quando il Sole decise di abbandonarci. Trovammo rifugio in una piccola locanda situata al limitare della foresta: era poco più grande di una normale casa ed era di legno. I proprietari della locanda avevano disposto alcune aiuole di fiori colorati lungo il perimetro della struttura. Era davvero carina, tant'è che Layla decise di farle una fotografia con la macchina che si portava sempre appresso. Avevo scoperto in quei giorni che la mia compagna di viaggio scriveva in un blog. Avevo avuto l'occasione di visitare il sito e avevo scoperto - con grande stupore - che Layla era trai recensori più seguiti.
Entrammo nella locanda e fummo accolti da una signora sui cinquant'anni, alta più o meno quanto me. I capelli castani, raccolti in un grosso chignon, presentavano qua e là alcuni fili argentati, segno dell'avanzare inesorabile della città.
"Buona sera, ragazzi. Come posso esservi utile?" disse la donna mentre prendeva una bottiglietta d'acqua da sotto al balcone.
"Vorremo una stanza" disse Layla avvicinandosi al bancone.
"Ottimo. Mi è rimasta solo quella al secondo piano" disse la donna mentre porgeva alla mia amica un mazzo di chiavi.
Salimmo in camera e ci abbandonammo sul letto. La giornata era stata intensa e avevo bisogno di una doccia. Salutai Layla e mi precipitai in bagno. Ne uscii mezz'ora dopo, completamente rigenerato dal calore dell'acqua. Aprii lo zaino e presi un paio di pantaloni beige, una maglia azzurra e una felpa smanicata blu. Stavo per uscire dalla stanza quando sentii il boato di una esplosione. Mi affacciai alla finestra e vidi solo una grande nuvola di polvere. Da essa, dopo pochi minuti, uscirono fuori alcuni Pokémon: un paio di Murkrow, un Nidorino  e degli Zubat.
Reggevano tutti, in qualche modo, dei vasetti di miele. Avevo sentito parlare del fatto che molte specie di Pokémon erano attratte dal miele, ma non credevo che arrivassero a tanto pur di ottenerne un po'. Il marito della padrona urlava come un forsennato contro i Pokémon, intimando loro di restituire il maltolto. Mi precipitai per le scale e in un paio di minuti mi ritrovai nel cortile in cui stava avvenendo la rapina, se così vogliamo chiamarla. Il proprietario era stato incastrato in un angolo ed era minacciato dal Nidorino, il quale faceva finta di caricare l'uomo appena egli cercava di scappare.
Quella situazione era inaccettabile: è giusto che i Pokémon si procaccino il cibo, ma quelli lo facevano nel modo sbagliato. Il mio modo di pensare, molto probabilmente, era stato influenzato dal fatto che avevo vissuto tutta la mia breve vita a Novisola, dove umani e Pokémon vivevano in armonia, dipendendo gli uni dagli altri. Il mio viaggio mi avrebbe portato  ad incontrare e, a volte, a scontrarmi contro situazioni completamente differenti dalla mia... Forse ero io quello in errore, o forse era il mondo intero a non capire la bellezza dell'armonia...
Venni brutalmente riportato alla realtà dalle grida di alcuni clienti che erano stati assaliti da degli Aipom, probabili complici dei ladri di miele. Mosso da un impeto di rabbia, presi tutte le mie Poké Balls e le lanciai, richiamando alla battaglia tutti i miei compagni. Venus e Pit si avvicinarono subito alle mie gambe, pronti a scattare al minimo cenno, mentre Trix rimase ancora in disparte guardando di sottecchi sia me che gli altri Pokémon. Mi parve di vedere nei suoi occhi una briciola di rispetto, ma molto probabilmente ero io ad avere le visioni.
"Allora ragazzi" dissi mentre incrociavo le braccia "Dobbiamo aiutare queste persone: Venus e Pit, voi vi occuperete degli Aipom mentre tu, Trix, terrai a bada i ladri di miele"
Detto questo, rivolsi la mia attenzione ai nostri avversari. solo che non c'erano avversari: I Pokémon di Layla se ne stavano già occupando. La mia amica si avvicinò e mi indicò tre fuggitivi: un Aipom, un Murkrow e il Nidorino che  aveva minacciato il proprietario della locanda. Dissi ai miei compagni di inseguirli e, dopo pochi secondi, li raggiungemmo.
"Pit, usa Raffica!" ordinai. Pit iniziò a sbattere energicamente le ali fino a generare una fortissima folata di vento che costrinse il Murkrow ad atterrare e gli altri due Pokémon ad aggrapparsi a qualcosa.
"Venus, blocca Murkrow e Aipom con Frustata. Trix, tu intercettali con Doppio Ago!" ordinai.
Venus legò ognuna delle sue liane ad una delle caviglie dei suo obiettivi ed iniziò a ritirarle, avvicinandoli sempre più. Trix scattò e, in un lampo, trafisse con i suoi aghi i due Pokémon e poi fece un'acrobazia, ritornando  vicino a me. Murkrow, ferito in maniera più grave rispetto ai suoi compagni, si accasciò a terra svenuto mentre Aipom si rialzò e, spalleggiato da Nidorino, tornò alla carica battendo la grossa coda a forma di mano e le sue zampe e generando un'onda d'urto tale da immobilizzare per un attimo i miei Pokémon.
"Bruciapelo..." mormorai. Nidorino partì alla carica e colpì sia Pit che Venus, approfittando della paralisi dovuta a Bruciapelo. Dovevo mantenere il controllo della situazione, sennò sarebbe andato tutto a quel paese. Strinsi i pugni fino a farmi sbiancare le nocche. "Pensa, pensa!" mi ripetevo mentalmente. D'un tratto, mi venne un'illuminazione. Ordinai a Trix di ricoprire parte del terreno con Millebave, in questo modo avrei potuto  guadagnare quasi sempre la prima mossa. Nidorino e Aipom si ritrovarono impigliati in una fitta rete composta da una bava piuttosto resistente.
"Pit, vai con Attacco Rapido. Venus, usa Foglielama!" ordinai.
Pit caricò sia Aipom che Nidorino, mentre Venus li tempestava con una pioggia di piccole foglie taglienti come lame. Sfortunatamente, alcune delle foglie del mio Bulbasaur colpirono accidentalmente i filamenti della rete e i due Pokémon ne approfittarono per liberarsi e scappare, lasciando il loro compagno ferito indietro.
Mi avvicinai al Murkrow, cercando di non rimanere impigliato nella rete di bava, e, una volta raggiunto, mi chinai ad osservare la ferita: fortunatamente, non era troppo profonda e non sembrava aver lesionato in maniera grave né l'ala né il resto del corpo del volatile. Decisi di riportarlo indietro e di affidarlo alle cure di una infermiera che soggiornava nella locanda. Richiamai nelle Balls i miei Pokémon e mi caricai in spalla il Volante.
Dopo qualche passo, il Murkrow si risvegliò e, vedendomi, ebbe la brillante idea di tentare la fuga. Spiccò il volo, ma rovinò a terra dopo qualche secondo, compromettendo l'integrità dell'ala. Mi avvicinai e confermai la mia ipotesi: l'ala era rotta.
Presi un bastoncino e stracciai un pezzo della sciarpa che mi ero portato dietro, dopodiché mi avvicinai al Pokémon Oscurità, il quale mi minacciò illuminandosi di una strana luce viola.
"Fermo" dissi con voce poco convinta, poi aggiunsi:"Voglio aiutarti. Ti bloccherò l'ala, così non la danneggerai più di tanto quando ti muovi"
Il Pokémon abbassò la guardia e distese l'ala. Avevo visto molte volte mia madre fasciare Pokémon che si erano feriti in battaglia e una volta avevo provato a farlo anche io. Appoggiai il bastoncino all'ala e iniziai a fasciarla, interrotto sporadicamente dai versi di lamento del Pokémon Buio/Volante.
Completata l'operazione, lo presi in braccio e mi incamminai verso la locanda. Dopo pochi minuti, depositai il Murkrow nelle mani dell'infermiera e me ne andai. Mi girai verso il Murkrow e lo salutai. Lui ricambiò con uno sguardo pieno di gratitudine, reso ancora più bello dai riflessi argentei della luce lunare nei suoi occhi.

***

Il giorno dopo, lasciammo la locanda. I proprietari, per ringraziarci, ci regalarono un paio di sacchetti di macarons e una scatola di dolci per Pokémon. Anche Murkrow decise di partecipare al saluto, raggiungendoci accompagnato dall'infermiera. Aveva l'ala ingessata e il pezzo della mia sciarpa era stato legato intorno alla cresta di piume che assomigliava vagamente ad un cappello.
"Murk!" esclamò il Pokémon Oscurità felice.
"Riguardati" gli dissi mentre mi incamminavo verso Pewter City.
Dopo qualche decina di minuti passati in silenzio, Layla decise di attaccare un discorso piuttosto strano: infatti, mi chiese cosa avevo provato la notte precedente.
"In che senso?" chiesi.
"Beh... Non credo che tu abbia mai visto una cosa del genere a Novisola"
"No... Però la cosa mi ha fatto riflettere" risposi dopo aver abbassato lo sguardo.
"Che cosa?" chiese Layla.
Rialzai lo sguardo e la guardai: i suoi occhi azzurri erano resi più scuri a causa dell'ombra provocata dal cappello che aveva indossato quella mattina. Mi piaceva quella sfumatura. Per dirla tutta, mi piace ancora e, ogni volta che ci ripenso, sorrido e mi metto a ridere. Molto spesso mi sono ritrovato diverse paia di occhi incuriositi addosso a causa di questo. Ma questa è un'altra storia... Quindi torniamo al racconto che ci interessa per davvero.
"Mi sono reso conto di essere cresciuto in una bolla, in una gabbia dorata" dissi.
"E non sei contento?"
"Pensi davvero che la cosa sia così divertente? Ieri sera io non sapevo che cavolo fare!"
"Ci sono persone che darebbero di tutto pur di vivere in pace la loro vita; il mondo non è un posto ameno. Dovresti averlo capito già da solo" replicò Layla mentre incrociava le braccia.
"L'ho capito... Ma è dura da accettare" dissi con una punta di amarezza nella voce.
"Ce la farai, tutti ce lo abbiamo fatta. È questo il vero scopo del viaggio"
"Io... Credevo che fosse divertirsi lo scopo di tutto questo"
"Beh, anche. Ogni volta che finisci di girare per una Regione, torni a casa con la consapevolezza di aver imparato qualcosa" Gli occhi di Layla brillavano di entusiasmo.
"Sembrano le parole di una che l'ha già provato" dissi. Nella mia testa, quello doveva essere un complimento. Da quel giorno, avrei iniziato a vedere Layla sotto una nuova luce: non più come una amica, ma piuttosto come una sorella da cui imparare.
"Chi arriva prima alla fine del sentiero, vince!" urlai poco prima di partire.
"Ehi! Non vale! Dovevi avvertire!" disse Layla prima di iniziare a correre.

***

Proton camminava agitato su e giù per la lunghezza della stanza. Non poteva permettere che Barone si accaparrasse l'unica alleata che era riuscito a farsi in quella maledetta gabbia di esaltati. E l'operazione Dïana poteva anche andar male: era una dimostrazione di forza troppo esagerata, troppo plateale.
Olga entrò nella stanza, interrompendo il flusso dei pensieri del Luogotenente. La donna si avvicinò a Proton e gli chiese perché l'aveva convocata con così poco preavviso.
"So che mi hai tradito"  disse Proton mentre guardava storto la ragazza.
"In che senso?" chiese la donna.
Proton si avvicinò ad Olga e le prese delicatamente il braccio. "So che hai dato la tua disponibilità per l'operazione Dïana. Hai dimenticato quello che ti ho detto?"
Olga cercò di divincolarsi dalla presa di Proton, ma, dopo alcuni tentativi falliti, si arrese e, dopo aver chinato il capo, disse:"Non potevo sottrarmi, Proton. Il Barone sa quando qualcuno gli mente. Forse sa anche che lo stiamo ingannando con la complicità..."
"Non dire una parola di più!" esclamò Proton zittendo la sua sottoposta.
Proton si avvicinò alle labbra di Olga e le baciò dolcemente, sfiorando appena le labbra rosee della donna. Olga cercò di richiamare a sé il corpo del Luogotenente, ma quello la respinse dicendole che doveva andarsene e che ci sarebbero state altre occasioni per potersi amare.
Olga uscì dalla stanza e si allontanò velocemente. Proton, una volta assicuratosi che la Capitana si fosse allontanata abbastanza, scoppiò a ridere: la sua era una risata piena di disprezzo, piena di scherno. Si versò un bicchiere di vino e brindò, ringraziando mentalmente l'ingenuità della sua sottoposta.

***

Plumbeopoli si stagliava davanti a noi, compatta quanto le montagne che la circondavano. I tetti delle case ricordavano i banchi di nuvole che circondavano i picchi. Le strade lastricate, invece, richiamavano i sassi ben levigati del fiume che correva poco lontano dalla città. Gli edifici più importanti, la Palestra e il Museo tanto per fare un esempio, spiccavano rispetto alle altre case per, rispettivamente, le pareti decorate in maniera tale da formare una specie di ingresso ad una grotta e per le vetrate colorate che riflettevano la luce del giorno.
Camminavo per le strade e mangiavo macarons. Erano buonissimi e si poteva sentire la riconoscenza con cui la padrona della locanda gli aveva preparati. Layla mi consigliò di passare un attimo al Centro Pokémon, in modo tale da potermi allenare in vista della sfida che avrei dovuto sostenere contro il misterioso Capopalestra di Pewter City quello stesso pomeriggio. So che può sembrare affrettato, ma volevo risolvere la faccenda della medaglia il prima possibile in modo tale da potermi poi godere in santa pace il tour per la città che avevo intenzione di fare.
Dopo pochi minuti arrivammo al Centro Pokémon, il quale era completamente identico a quello della città precedente. L'architetto che li aveva progettati, evidentemente, non aveva molta fantasia. Entrammo nell'edificio e fummo accolti da un'altra infermiera. Questa aveva dei capelli blu, molto probabilmente tinti, ed era più alta rispetto alle altre sue colleghe. L'infermiera ci accolse con un sorriso e ci chiese se volessimo usufruire delle cure mediche del centro o della struttura d'allenamento. Io le risposi che volevo allenarmi, ma l'infermiera non mi lasciò entrare poiché era occupata da un'altro allenatore.
Così, per forza di cose, fui costretto a sedermi su una delle panchine blu del Centro. In attesa che la sala si liberasse, mi misi ad osservare le piastrelle: la loro disposizione mi ricordava vagamente le onde del mare, mentre le macchie bianche, seminate qua e là come semi al vento, ricordavano un po' la spuma del mare. Mi mancava il mare: ero abituato ad esser sempre circondato da quella distesa color degli zaffiri sempre uguale, e ora, circondato da quelle enormi pareti di roccia, mi sentivo come un uccello in gabbia. "Dio, questo viaggio ti sta buttando giù!" pensai mentre mi schiaffeggiai le guancie per svegliarmi, per così dire, da quei pensieri deprimenti. Per fortuna, le porte della sala d'allenamento si aprirono e da esse uscì una persona che non credevo di rivedere così presto: Rick.
Il biondo mi guardò con aria stranita e poi mi salutò:" Guarda un po' chi si rivede! Come stai, Piccoletto?"
"Non chiamarmi 'Piccoletto'" lo ripresi mentre mi alzavo dalla panca e mi avvicinavo. "Sono qui per allenarmi per l'incontro con il Capopalestra... E non ho voglia di una sfida" aggiunsi poi.
"Allora permettimi di aiutarti" disse Rick mettendosi le mani nella tasca della felpa bianca e rossa.
"Perché dovresti farlo?" chiesi sospettoso. Non guardatemi così, l'ultima volta che avevamo combattuto aveva conciato per le feste Trix... Ok, mi stava leggermente antipatico e per questo non mi fidavo di lui.
"Perché provengo da Sinnoh, e noi aiutiamo sempre coloro che sono in difficoltà. Da bravo ragazzo, devo portare avanti lo stereotipo." disse Rick sfoggiando un sorriso sornione.
"Va bene, accetto la tua proposta"
Entrammo nella stanza e Rick armeggiò per qualche minuto con il pannello di controllo, in modo tale da regolare la struttura della stanza. Una volta finiti i preparativi, la sala incominciò a trasformarsi, generando una replica molto fedele della Palestra. O, almeno, così diceva Rick.
Il biondo si sistemò su una piccola altura e mi disse:"La Capopalestra si trova su un altro livello della Palestra e combatterà da lì, fino a quando non riuscirai a sconfiggere il suo primo Pokémon. Usa la mossa Rocciotomba per colpire gli avversari e per rimanere ad una distanza di sicurezza"
Detto questo, Rick chiamò fuori dalla Poké Ball il suo Ralts e gli ordinò di sollevare alcuni massi che aveva preparato precedentemente. "Dovrai trovare un modo per colpire il tuo avversario sfruttando l'ambiente circostante" disse Rick prima di ordinare l'attacco al suo compagno.
"Aspetta, come faccio?" urlai prima di schivare per un pelo un masso.
"Questo dipende da te: se avessi un Pokémon Psico, potresti rispedire al mittente le rocce. Ma, purtroppo, questo non è il tuo caso" rispose Rick.
 Chiamai fuori dalla sfera Venus e iniziai ad ordinargli di usare Foglielama, l'unico attacco che ci permetteva di allontanarci abbastanza. Peccato che quelle stupide rocce fluttuanti intercettavano tutti i nostri colpi. "Devo inventarmi qualcosa" sussurrai mentre schivavo malamente una roccia.
Dopo mezz'ora buona di allenamento, un'intuizione mi illuminò la mente come il faro fa con il mare in tempesta e ordinai a Venus di smetterla di correre e di fermarsi in un punto. Ralts decise di lanciare contro il mio Bulbasaur tutte le rocce.
"Proprio come volevo" dissi prima di ordinare a Venus di saltare sulle rocce. Venus iniziò d avvicinarsi a Ralts correndo sulle rocce fluttuanti. Sembrava che si stesse divertendo molto. Appena si avvicinò abbastanza, Venus lanciò un agguerrito "Bulba!" e scatenò contro il povero Pokémon Sensazione una tempesta di foglie affilate. Dopodiché, una volta atterrato, si lanciò contro il suo avversario colpendolo al petto con un'Azione molto potente.
"Ok, credo che possa bastare" disse Rick mentre ritirava Ralts nella Poké Ball.
Mi avvicinai al mio rivale, se così possiamo definirlo, e gli strinsi la mano ringraziandolo per il prezioso aiuto. Ora dovevo solo andare alla Palestra e fare di tutto per vincere quella medaglia. Lo dovevo a Trix, a Venus, ma soprattutto a me stesso. Volevo vincere quella medaglia per dimostrare a quei malviventi che potevo fare qualcosa. Che, forse, avrei potuto fermarli.
Rick si offrì di accompagnare sia me che la mia compagna di viaggio in un ristorante vicino alla Palestra, in modo tale da poter sfidare subito il Capopalestra. Accettai e uscimmo insieme dalla stanza con un sorriso impregnato di soddisfazione.

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+ Angolino dello scrittore in erba +
Allora, devo dire che, pur rimanendo fedele a quello che avevo detto qualche capitolo fa, sono riuscito a movimentare un po' questi due capitoli di crescita del personaggio. Non preoccupatevi, Il Team Triade entrerà in azione nei prossimi due capitoli e scopriremo cosa sia in realtà l'operazione Dïana. Ci vediamo verso la seconda metà di Dicembre, forse anche prima. Un saluto \0-0/
Rovo 
P.S. Si ringraziano i seguenti recensori per il loro sostegno: SM99, AndreMCPro, Eleanor_ e Andy Black

 
  
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