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Autore: fra_eater    23/11/2014    8 recensioni
Il giorno del suo matrimonio con Law, Nami riceve una lettera che forse la farà tornare sui suoi passi.
Riuscirà a capire a chi deve andare il suo cuore?
Ed ecco la mia nuova storia, anche se temo che sia un pò OOC.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nico Robin, Trafalgar Law | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ma sei proprio sicura?”
Questa è la tipica frase che un padre iperprotettivo rivolge alla figlia in abito bianco prima di cedere all’emozione del momento.
“Si, Genzo! È la quinta volta che me lo chiedi oggi!” rispose la ragazza mentre attendeva che la parrucchiera finisca di acconciarle i capelli arancioni.
“Nami, lo sai che Genzo ci tiene a te!” affermò una ragazza in maglietta e pantaloncini che era appena comparsa sulla soglia.
“Non è così, Nojiko!” urlò l’uomo vestito in giacca e cravatta “E vatti a vestire! È tardi!”
Nojiko rise. Si portò dietro alla sorella e spinse leggermente più in là la parrucchiera, in modo che Nami potesse vederla riflessa nello specchio “Sei bellissima.”le dice solamente.
“Grazie.”rispose l’altra, raggiante.
Nojiko la fissò sorridendo, mettendole le mani sulle spalle nude che le lasciava il vestito bianco.
“Cos’hai, Nami?” le chiese “Ti conosco troppo bene. Sei eccessivamente felice. È quasi forzato.”
La ragazza sospirò, fissando il suo riflesso nello specchio e portando una ciocca fuggiasca in cima al capo “Mi dispiace che Rufy non ci sarà.” .
“Il lavoro è lavoro!” disse Genzo,con tono grave, alzandosi dal divanetto rosso e avvicinandosi alle due ragazze “Però ti ha fatto un bel regalo” aggiunse indicando un cofanetto chiuso accanto alla trousse.
Nami afferrò piano la scatolina, un po’ titubante la apre, facendo vedere il suo prezioso contenuto:
Una piccola collanina dalla catenina sottile con una stellina di brillanti che luccica con ogni movimento.
“Però!” fece Nojiko, impressionata dalla bellezza e semplicità del gioiello “Proprio un bel regalo!”
“Già”commentò la ragazza, mesta.
 La sorella le prese la mano, ammirando la grande pietra che le illuminava il dito “Certo che anche Law non ha badato a spese per chiederti di sposarlo.”
“La nostra Nami ha trovato un buon dottore!”disse una voce femminile, richiamando l’attenzione dei presenti.
“Robin!” gridò la ragazza, alzandosi dalla sedia e correndo a braccia aperte dall’amica che la allontanò con la mano “Ho paura di sgualcirti” si giustifica con un sorriso.
“Ora che è arrivata la damigella d’onore posso andare a vestirmi” dice Nojiko “Andiamo, Genzo. Dobbiamo vedere se il catering è arrivato”
“Se se ne occupa Sanji non ci saranno problemi” disse Robin con un sorriso, mentre Nojiko trascinava Genzo per un braccio.
“Scusate”  piano la parrucchiera che era stata lasciata in disparte attirò l’attenzione delle due amiche“Io avrei finito”
“Grazie” rispose Nami con un sorriso e la ragazza lasciò la stanza.
Robin si sedette sulla poltrona, il lungo vestito porpora da damigella le fasciava il fisico mettendo in risalto le sue forme e, mentre accavallava le gambe, i tacchi alti spuntavano da sotto l’orlo della gonna.
Nami continuò a mirarsi allo specchio.
Il vestito di pizzo con la scollatura a cuore metteva in risalto il suo fisico e il seno prorompente. La fascia tortora in vita spezzava il corpetto stretto dalla gonna lunga che scende ampia e con lo strascico.
Con le mani sistemò il pizzo; il velo giace immobile e dimenticato su una sedia poco distante, a un certo punto toccò la collana,come ipnotizzata dal suo luccichio,  rigirandosela tra le dita.
“Cos’hai,Nami?”
La voce di Robin la riporta al presente. “Nulla!” le risponde, sorridendo.
Robin si alzò e si avvicina alla ragazza, scrutandola con i suoi occhi azzurri “Sei sicura di star bene?”
Nami arrossì, le sembrava così strano che Robin la stesse fissando tanto intensamente  “Sto benissimo” sbottò “Ma che avete tutti?”
Robin piega il capo e le si avvicina, prendendola per le spalle e facendola specchiare nell’enorme superficie riflettente e poggiando il suo capo nell’incavo del collo nudo “Ti sta molto bene questa collana” disse “Ma qui manca qualcosa” e indicò i capelli arancioni raccolti in alto.
“Cosa?” chiese subito la ragazza avvicinandosi allo specchio per scrutarsi meglio.
“Questa starebbe benissimo” concluse la mora mettendole nell’intreccio sul capo una rosa bianca.
Nami la ringraziò, quella rosa era proprio perfetta e la faceva sembrare una principessa.
“Grazie, Robin” dice “Con questa sono proprio perfetta.”
“È stato Rufy a dirmi di mettertela”
E al nome dell’amico la sposa si rabbuiò.
Prima che Nami potesse parlare bussarono alla porta, era Nojiko “I fotografi sono arrivati” annunciò e sparì com’era arrivata.
“Dobbiamo andare” disse la rossa, con lo sguardo basso.
“Nami” la bloccò Robin prima che si dirigesse alla porta “Vado io a fare le foto prima. Tu leggi questa” le disse mettendole una busta bianca in mano e uscendo prima che la ragazza potesse chiederle spiegazioni.
Nami, sorpresa da questo atteggiamento e preda della curiosità, si siede sulla poltrona rossa, rigirandosi tra le mani la busta.
Pian piano la aprì, al suo interno c’erano tre fogli scritti con una calligrafia confusionaria, disordinata che la ragazza riconobbe subito appartenente a Rufy.
Respirò a fondo e cominciò a leggere.
Cara Nami,
Nami adorata,
Nami, scommetto che sei arrabbiata con me perché non sono lì a farmi stritolare la mano e a non aspettarti insieme agli altri in chiesa, dove sposerai Law.
Ti dirò la verità, non sto partendo per lavoro, è che non ho la forza di presentarmi lì e rimanere fermo e immobile mentre un altro sposa la mia migliore amica.
Non riuscirei a non oppormi alle nozze e tu mi uccideresti se lo farei; quindi preferisco non esserci e ricordarti felice, mentre provi innumerevoli vestiti bianchi e mentre io rimango incantato ad ogni abito che fasciava il tuo bellissimo corpo.
Ma nessun abito sarà mai bello come la tua pelle luminosa e morbida.
Ricordo ancora la notte in cui facemmo l’amore, tre anni fa, è stata la prima volta nella mia vita in cui ho potuto dire che ho fatto l’amore e non semplice sesso.
Hancock mi aveva lasciato per non ricordo neppure quale motivo, e tu ti sei presentata da me, con una bottiglia di Rum e con il primo film dei Pirati dei Caraibi, facendo lo stupido gioco di bere ogni volta che veniva detto “pirati”, “Tortuga” o “Rum”; finimmo ubriachi fradici e tu mi baciassi per gioco e poi facemmo l’amore per tutta la notte.
Mi sento uno stupido ancora per non aver mandato al diavolo Hancock quando il giorno dopo si presentò alla mia porta, pregandomi di perdonarla; tu scappasti senza essere vista, e, quando ne parlammo, mi dicesti con il tuo splendido sorriso che era stato solo un errore, che non significava niente.
E ancora più stupido mi sento per non aver detto a quel medico che eri la mia ragazza. Avevo esagerato a mangiare, tu me l’avevi detto, ma io non ti ho ascoltato, come faccio sempre.
Indigestione. Una notte in ospedale e un medico bruno con i tatuaggi sulle dita che chiede il numero alla mia migliore amica.
Non ho il coraggio di vederti in chiesa, splendida come non mai, con Genzo che trattiene le lacrime mentre ti accompagna e Law che attende freddo e paziente il tuo arrivo.
Questa lettera non ha lo scopo di non farti sposare, è solo qualcosa che tu dovevi sapere, ci tengo che tu capisca che io non sono alcuna minaccia per il tuo matrimonio. Infatti vado via, non so ancora dove, ma qualsiasi posto andrà bene.
Mi raccomando, non fare sempre la capetta come quando eravamo bambini e giocavamo a fare i pirati; tu dovevi fare il navigatore e io il capitano! Ma finiva sempre che eri tu a dare ordini! E io ti lasciavo fare, troppo stupido o forse era perché ti volevo troppo bene e non riuscivo ad impormi.
Ti immagino nell’abito bianco, sorridente come il giorno della tua laurea, quando eri nervosa e stringevi la mia mano; a furia di sentirtelo dire anche io avevo imparato a memoria il tuo discorso, ma tu eri convinta di non ricordarlo e tremavi come una foglia e poi, quando tutto era finito, corresti ad abbracciarmi, con la corona d’alloro in testa e il sorriso più bello che ti avessi mai visto.
Mi raccomando, ora che ti sposerai, non litigare con Law; ricorda che da bambini dicevi che avresti sposato un uomo ricco e il tuo sogno si sta avverando; non litigare con lui come quando stavi con Paulie, che ti presentavi a casa mia in lacrime perché lui era troppo geloso sia del tuo abbigliamento che della nostra amicizia. Sono stato felice quando l’hai mandato a quel paese, lui ti opprimeva, non ti meritava.
Ma sono certo che Law non ti farà mancare nulla.
Sii felice, mia dolce Nami; non perdere mai il tuo sorriso perché è quello ciò che mi ha sempre reso felice. Sei la donna più forte che io abbia mai conosciuto e io sono il più grande idiota di questa terra.
Idiota! Sì! Come mi chiami tu quando litighiamo!
Idiota per essere stato con ragazze di cui non mi importava nulla, mentre la più importante mi scivolava via dalle dita.
Per la cronaca, ho lasciato Hancock. Ero stanco della sua continua lunaticità, il suo essere dolce con me e stronza con il resto del mondo. Non fa per me una così bipolare. Preferisco una che sappia picchiare anche me, oltre che gli altri.
Ho intenzione di andare via, lontano, magari raggiungerò mio fratello o chissà. Magari conoscerò un’altra ragazza bella come te, ma so già che sarebbe una brutta imitazione. Nessuna sarà mai maschiaccia e bella come te.
Sorridi , Nami, non smettere mai.
Sii felice,
Rufy
P. S. Se non lo avessi capito, ti amo.
La porta si apre, Nojiko entra con lo stesso vestito porpora da damigella che indossava Robin. Sorride verso la sorella e si precipita con un fazzolettino in mano “Se piangi così ti si scioglierà il trucco!”
Nami si lascia pulire, portando i fogli bagnati dalle sue lacrime lontano da lei.
Nojiko le sorride “Ora sono convinta che sei veramente pronta a sposarti!”
Nami tira su col naso “Perché?”
“Piangi come una vera sposa che ha trovato il suo grande amore!”
 
Rufy guarda l’orologio. 10: 30.
Sospira. Nami dovrebbe essere pronta. Fra mezz’ora si terrà la cerimonia.
Chissà se Robin aveva bruciato quella lettera come le aveva chiesto di fare?
Aggiusta il borsone sulla spalla e guarda le partenze del treno “Vediamo un po’ dove possiamo andare.”
Il telefono è spento. Ormai le ha detto addio.
Non si torna più indietro.
 
“Nami” Genzo entrò nella stanza “Le macchine sono arrivate!”
 
“Law sei pronto? Fra poco ti sposi”
“Si, Bepo, lo so”
La chiesa è gremita, lo sposo passeggia nella navata centrale. Gli ospiti sono quasi tutti arrivati.
 
“Robin!” Nami corre verso la sua damigella d’onore che capisce subito che l’amica ha preso una decisione “Allora?” chiede con un sorriso.
“Dobbiamo andare” risponde la sposa e si dirige verso le macchine parate a festa.
 
“Ultimo treno per Dreesrosa in arrivo al binario 6”
Rufy compra il  biglietto. Era indeciso tra Dressrosa, Alabasta e Skypea. La sua scelta ricadde sulla prima perché era la più famosa per i suoi modi di cucinare la carne.
 
“Ecco che arrivano le macchine!” annuncia qualcuno.
La prima auto scura, guidata da un uomo biondo, si fermò proprio d’avanti alla chiesa, ne scendono Nojiko e Genzo.
Nojiko si diresse a passo lesto verso l’altare e salì, ignorando il prete “Credo che la sposa ritarderà un po’” annunciò “Guida Zoro” e tutti sollevarono gli occhi al cielo.
 
“Dove diavolo dobbiamo andare?”
“Da quella parte, cretino! È da quella parte!”
“Senti, non cominciare a dare ordini come quando eravamo piccoli o ti lascio qui!”
“Guida e zitto!”
 
Un gruppetto di persone vestite in maniera molto elegante entrò nella stazione catturando gli sguardi di tutti.
“Allora, signora sapientona? Dove dobbiamo andare?”
Occhi felini scrutano il tabellone delle partenze.
“Al binario sei” e corre a perdifiato, non prima di essersi liberata dei tacchi vertiginosi e aver sollevato il lungo abito.
 
Il treno era arrivato, alzando il suo consueto polverone.
La gente alla fermata si affretta a salire, solo un ragazzo si attarda un po’. Vuole evitare la calca. Vuole dire addio con calma alla sua terra e alla ragazza di cui è sempre stato innamorato.
Sospira e afferra il borsone. Il tempo ormai è giunto.
 
Era veramente disgustoso il pavimento della stazione.
Quelle scale del sottopassaggio sembrava che fossero anni che non venissero spazzate. E lei correva, con delle scarpe in mano. L’orlo del vestito ormai aveva cambiato colore. Ma doveva fermarlo.
 
Dopo un’attesa che parve infinita una macchina nera e strombazzante apparve all’orizzonte.
“È arrivata la sposa!” urlarono e corsero tutti ai loro posti.
 
Rufy si sporse in avanti per issare il borsone sul portabagagli .
Nello scompartimento si trovava insieme ad un uomo sulla cinquantina dall’aria molto impegnata e con una coppietta che ridacchiava e si scambiava teneri baci sulla guancia.
Gli invidiava. Molto.
Poi la ragazza fu attratta da qualcosa oltre il finestrino “Ma cosa …?” borbottò e  si sporse, invitando il fidanzato a fare lo stesso.
Lui guardava sorpreso ciò che c’era fuori, poi cominciò a ridere “Credo che abbia preso alla lettera se scappi ti sposo!”
Rufy rimase sorpreso da questa affermazione e guardò fuori dal finestrino.
 
“RUFYYYYYY!” urlava Nami contro il treno.
Il petto che si alzava all’impazzata per l’affanno, i capelli ormai non erano più stretti sul capo e la rosa era finita chissà dove. Dietro di lei un ragazzo con i capelli verdi e uno con i capelli neri e ricci e un lungo naso scrutano il treno, entrambi con una scarpa bianca in mano.
 
La portiera si apre e la figura alta e snella di Nico Robin ne esce con tutta la sua bellezza.
“Dov’è la sposa?” le chiedono tutti.
Lei si limita a sorridere “Ha un conto in sospeso con il suo cuore”
 
Rufy non può credere ai suoi occhi.
Come un dannato esce dalla cabina, travolgendo l’uomo serio, e corre giù dal treno.
Vedendolo sulla banchina, Nami gli corre incontro e gli tira uno schiaffo.
“Come ti sei permesso?” urla.
La gente si sporge dai finestrini, anche il capotreno guarda curioso la scena.
Rufy si massaggia la guancia dolorante “Ma io…”
“COME TI SEI PERMESSO” ricomincia lei “AD APRIRMI IL TUO CUORE, A RICORDARMI TUTTI I MIEI MOMENTI FELICI, A FARMI CAPIRE CHE TUTTO CIÒ CHE RENDEVA SPECIALE QUEI MOMENTI ERI PROPRI TU, POCO PRIMA DEL MIO MATRIMONIO?!?” gridava e prendeva a pugni il petto del ragazzo, piangendo.
“SEI UN BRUTTO IDIOTA!” gridava, il trucco ormai colato sul viso.
 
“Cosa significa tutto questo, Robin?” chiese lo sposo avvicinandosi furente alla bella donna.
 
Nami tremava, le mani strette a pugno, tirava su con il naso, pronta all’ultima sfuriata “Ma io sono più idiota di te” disse “Perché solo un idiota può essere innamorata di un altro idiota”.
E gli afferrò il viso, baciandolo con forza mentre tutti i passeggeri applaudivano e fischiavano.
 
Nico Robin sorrise “Vuol dire che il matrimonio è annullato”
 
Rufy strinse forte Nami.
In quell’abito bianco era più bella di come se l’era immaginata.
Piangeva anche lui per la felicità di avere la sua migliore amica,  il suo grande amore stretto tra le braccia.
Qualcuno recuperò il suo bagaglio.
Quando si staccò le chiese “Come facevi a sapere che ero qui?”
Lei si asciugò le lacrime con il dorso della mano “A Dressrosa la carne viene cucinata meglio!”
E Rufy ricominciò a baciarla. Solo lei poteva conoscerlo così bene.
Nami poggiò la fronte contro la sua “P.S.” mormorò “se non l’avessi capito, ti amo anch’io, idiota”. 
  
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